giovedì 31 dicembre 2009

Jukebox 2009, n. 15 Black Eyed Peas "I Gotta Feeling"

Il pezzo più sensitivo dell’anno

Black Eyed Peas "I Gotta Feeling"

testo liberamente tradotto
Ho come il presentimento
che stasera sarà una bella serata
che stasera sarà una bella bella serata
stasera è la sera, spassiamocela
ho i soldi del mio stipendio, spendiamoceli
usciamo fuori e spacchiamo tutto come oh mio Dio!



Jukebox 2009, n. 16 Mae Shi "R U Professional"

Il pezzo più Christian Bale dell’anno
(Durante le riprese di Terminator Salvation, Bale ha sbroccato contro un cameraman reo di essere finito per sbaglio dentro un’inquadratura. Il suo sfogo ben poco elegante è stato cliccatissimo su YouTube e ha persino ispirato questa canzone del gruppo Mae Shi)

Mae Shi "R U Professional"

testo liberamente tradotto
Ha quello sguardo negli occhi
ci vedo il fuoco dentro
è il cavaliere oscuro
è professionale!
Non guardare troppo fisso nei suoi occhi
la situazione si potrebbe fare un pochino brutta
e tu potresti incontrare un American Psycho



Jukebox 2009, n. 17 Keri Hilson "Knock You Down"

Il pezzo più Mike Tyson dell’anno

Keri Hilson, Kanye West & Ne-Yo "Knock You Down"

testo liberamente tradotto
Non avrei mai pensato di innamorarmi così
poi sei arrivato e hai bussato alla mia faccia
quando ti guardo, la mia mente viaggia in trip
certe volte l’amore ti ronza intorno
e all'improvviso ti mette al tappeto
cerca solo di rialzarti quando ti butta giù
e ti butta giù


Jukebox 2009, n. 18 Thirty Seconds To Mars "Kings and Queens"

Il pezzo più monarchico dell’anno

Thirty Seconds To Mars "Kings and Queens"

testo liberamente tradotto
Eravamo i re e le regine delle promesse
eravamo i fantasmi di noi stessi
forse i figli di un Dio minore
a metà strada tra Paradiso e Inferno
Paradiso o Inferno?


Jukebox 2009, n. 19 Miley Cyrus "Party in the U.S.A."

Il pezzo più Hannah Montana cresce proprio bene e il prossimo anno finalmente fa 18 anni così non sarà più illegale fare pensieri impuri su di lei dell’anno

Miley Cyrus "Party in the U.S.A."

testo liberamente tradotto
Salto giù dall’aereo con addosso solo un sogno e un cardigan
benvenuti nella terra di fama & eccesso wow! farà per me?
Salto sul taxi, guardo a destra e vedo la scritta "Hollywood"
è pazzesco, sembrano tutti così famosi
il mio stomaco si rigira e mi viene nostalgia di casa
sento troppa pressione addosso, quand'ecco che il taxista alza il volume
e alla radio c’è su una canzone di Jay-Z




mercoledì 30 dicembre 2009

Jukebox 2009, n. 20 Norah Jones "Chasing Pirates"

Per chiudere la porta in faccia al 2009 e aprire al meglio il 2010, ecco i pezzi in heavy-rotazion negli ultimi 12 mesi dentro al mio cervello.

Il pezzo più c’è così tanta bellezza nel mondo e voi che cazzo continuate a farvi saltare per aria? dell’anno

Norah Jones "Chasing Pirates"

testo liberamente tradotto
Cerco di non addormentarmi,
ma i loro funesti piani mi nuotano intorno
mi vogliono affogare
E io non so come rallentare
la mia mente corre a inseguire i pirati

Mymovies 2009 - I miei film dell'anno (recap)

I 20 fottutissimi film che hanno segnato il mio 2009 cinematografico. Cliccate sul nome per leggere la mia scheda di ogni pellicola e per vedere i film in streaming e/o scaricarli.

20. Il dubbio
19. Soffocare
18. Nick & Norah: Tutto accadde in una notte
17. W.
16. Una notte da leoni
15. Adventureland
14. L'onda
13. The Wrestler
12. Gran Torino
11. District 9
10. Paranormal Activity
9. Up
8. Moon
7. Lasciami entrare
6. Valzer con Bashir
5. The Hurt Locker
4. Nel paese delle creature selvagge
3. Bastardi senza gloria
2. Il nastro bianco
1. (500) giorni insieme

Interessanti anche l’American (beauty) dream guasto rappresentato in Revolutionary Road di Sam Mendes, il digital-gangsta Nemico pubblico di Michael Mann, il ritorno all’horror di Sam Raimi Drag Me to Hell, il ritorno all'horror di Silvio Berlusconi Videocracy, il political-70s Frost/Nixon di Ron Howard. Validi, ma non mi hanno convinto in pieno, Milk di Gus Van Sant e Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher. Entrambi i registi sanno fare di meglio.

Guilty-pleasures cinematografici dell’anno: I Love Shopping. Sarà probabilmente solo una mia impressione, ma mi è sembrata una interessante riflessione sulle estreme conseguenze del capitalismo. Shopping=droga. Un American Psycho virato commedia. E poi Jennifer’s Body. Sublime porcata teen-horror con Megan Fox. Ripeto: con Megan Fox.

Cinema italiano: non pervenuto.

martedì 29 dicembre 2009

Mymovies 2009, Film dell'anno - (500) giorni insieme

Titolo originale: (500) Days of Summer
Regia: Marc Webb
Cast: Joseph-Gordon Levitt (10 cose che odio di te, Mysterious Skin), Zooey Deschanel (E venne il giorno, Yes Man, Almost Famous), Matthew Grey Gubler (Criminal Minds), Minka Kelly (Friday Night Lights)

Questa non è una storia d’amore. È una storia sull’amore. Differenza sottile, ma decisiva. Questa è sì una commedia romantica, ma fondamentalmente fa a pezzi molti degli stereotipi del genere. A partire dal fatto che sia lui, Tom, quello romantico e sognatore, mentre lei, Summer, è quella che non vuole impegnarsi in una storia seria.

Diretto dall’esordiente Marc Webb con tocco magico e sorprendenti invenzioni, arricchito da una sceneggiatura fresca, sorprendente e divertentissima, (500) days of Summer vanta anche una coppia di attori protagonisti perfettamente affiatati e una colonna sonora oooh ooooh.
Se dentro il vostro petto batte un cuore indie come il mio, questo è il film che vi farà andare in overdose di bellezza.

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Mymovies 2009, n. 2 - Il nastro bianco

Titolo originale: Das Weiße Band
Regia: Michael Haneke (Funny Games, Niente da nascondere, Il tempo dei lupi, La pianista)
Cast: Christian Friedel, Leonie Benesch, Leonard Proxauf

Il bianco è il colore dell’innocenza. Innocenza di cui non abbiamo una diapositiva. Non in questo film, almeno. In un villaggio tedesco, prima della prima guerra mondiale, strani eventi si susseguono, peggio che in The Village. Haneke, gran furbone, non ci mostra niente. Quasi niente. Dissemina indizi qua e là, sparge i semi della violenza per tutti i campi incolti del paesino. E realizza un film di una bellezza e di una ricchezza di piani di lettura tali che si potrebbe andare avanti a discuterne per mesi. Ma in questa sede non lo farò. Mi limiterò solo a dire che il bianco non sempre è il colore dell’innocenza.

(Ah, una cosa da poco: ha vinto la palma d’oro a Cannes 2009)

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Mymovies 2009, n. 3 - Bastardi senza gloria

Titolo originale: Inglourious Basterds
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Brad Pitt, Melanie Laurent (strepitosa!), Christoph Waltz (da Oscar), Eli Roth, Diane Kruger

Quentin Tarantino è come i Radiohead. Non contento di aver segnato con inchiostro indelebile gli anni 90, ha passato anche l’ultimo decennio a stare sempre un passo avanti a tutti. Con i suoi bastardi ha riscritto persino la Storia.

La domanda è: e ora? Cosa farà adesso? Forse riscriverà anche la Bibbia. Il Vangelo secondo Quintino. Un assaggio d’altra parte ce l’aveva già dato in Pulp Fiction per bocca di Samuel L. Jackson. Bastardo, il Quentin. Anzi, basterdo. E con molta meritata gloria.

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Mymovies 2009, n. 4 - Nel paese delle creature selvagge

Regia: Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee, video geniali per Bjork, Daft Punk e molti altri)
Cast: Max Records (il bambino), Catherine Keener, Mark Ruffalo, le creature selvagge

Il talento visivo di Spike Jonze alle prese con un classico (almeno oltreoceano) dell’infanzia di Maurice Sendak. Una graphic novel di poche tavole e senza dialoghi. Karen O degli Yeah Yeah Yeahs ci mette le musiche e l’atmosfera incantata e quello che ne esce fuori è un gioiellino. L’infanzia vista con gli occhi da bambino. Non un bambino qualunque ma un bambino selvaggio come le creature che incontra. Da qualche parte a metà strada tra La storia infinita e Il piccolo principe, un film inquieto e profondo che vi farà tornare piccoli.

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lunedì 28 dicembre 2009

Mymovies 2009, n. 5 - The Hurt Locker

Regia: Kathryn Bigelow (Strange Days, Point Break)
Cast: Jeremy Renner (rivelazione!), Anthony Mackie (8 Mile, Million Dollar Baby), Brian Geraghty, Guy Pearce (Memento), Evangeline Lilly (Lost)

War is a drug. Ci avverte subito Kathryn Bigelow, la regista con più palle di tutta Hollywood. Non importa che sia una donna. Ci butta in faccia la merdosa infinita guerra dell’Iraq, le esplosioni, le attese, i tempi morti, i morti. Non riesco a fare a meno di collegare questo film a Redacted di Brian DePalma (2007), film con stessa ambientazione, stesso linguaggio cinematografico moderno e altrettanto consigliato.

Tecnicamente The Hurt Locker è uscito in Italia nel 2008, ma io ho approfittato dell’uscita americana nel 2009 e del fatto che sia uno dei grandi favoriti ai prossimi Oscar per inserirlo nella mia lista annuale.
Niente eroi. I soldati sono dei tossici. E la guerra è una droga.

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Mymovies 2009, n. 6 - Valzer con Bashir

Titolo originale: Vals Im Bashir
Regia: Ari Folman
Cast: Ari Folman (versione cartoon)

Poesia per gli occhi, sinfonia per il cervello, aspirina per l’anima. L'eterno conflitto israelo-palestinese vissuto attraverso i sentieri tortuosi del ricordo. Uno sguardo "altro" alla guerra, attraverso animazioni lontane dall'estetica disneyana, musiche 80s e riflessioni filosofeggianti.

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Mymovies 2009, n. 7 - Lasciami entrare

Titolo originale: Låt den rätte komma in
Regia: Tomas Alfredson
Cast: Kare Hedebrant (il ragazzino biondo), Lina Leandersson (la ragazzina vampira)

Nella Svezia anni 80, giovani vampiri crescono. Anzi, no. Forse è questo ad affascinare così tanto dei vampiri: il fatto che non invecchino mai, come Peter Pan.

Lasciami entrare
segui il tuo cuore
mia dolce vampira
non farmi mai del male

Lasciami entrare
dimentica il dolore
stare insieme è sicuro
nessun bullo, nessun duro

Lasciami entrare
il sangue fammi sentire
come in un cubo di Rubik
le freak, c’est chic

Lasciami entrare
basta soffrire
segui il codice Morse
non c’è futuro, né morte

Lasciami entrare
bevi il mio cuore
mia dolce succhia-sangue
non ti farò mai male

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Mymovies 2009, n. 8 - Moon

Regia: Duncan Jones (il figlio di David Bowie!)
Cast: Sam Rockwell e Sam Rockwell

Il film Moon racconta l'isolamento di un astronauta che lavora sulla Luna con un contratto di 3 anni. 3 anni da solo dentro un astronave, con qualche saltuario salto fuori. Il racconto parte che mancano appena due settimane allo scadere del suo contratto. Il ritorno a casa si fa vicino, ma non tutto andrà come previsto.

Moon rimanda direttamente alle algide atmosfere di 2001: Odissea nello spazio, con qualche suggestione visiva alla Chris Cunningham (il regista dei video di Aphex Twin e di "All Is Full Of Love" di Bjork).
Il protagonista Sam Rockwell (Soffocare, Confessioni di una mente pericolosa, Il miglio verde) è strepitoso ed è un possibile candidato ai prossimi Oscar. A tenergli compagnia c'è solo un computer con la voce di Kevin Spacey e con uno smile come volto. Sorpresa: il regista di questa space oddity è il figlio dell'alieno David Bowie. New Moon? Nah, meglio Moon.

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Mymovies 2009, n. 9 - Up

Regia: Pete Docter, Bob Peterson
Cast: il vecchino Carl Fredricksen, il bambino Russell

Raramente un film mi ha fatto piangere tanto. Forse giusto Una Storia Vera di David Lynch, film che con Gran Torino di Clint Eastwood e questo Up va a formare la sacra triade dei film sulla vecchiaia. A contribuire alle lacrime ci pensa lo splendido tema musicale composto da Michael Giacchino (dietro anche ai temi di Lost), che ci fa galleggiare tra le nuvole insieme al non-giovane Carl Fredricksen. Basta, non fatemici pensare che mi rimetto a piangere. Di nuovo.

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domenica 27 dicembre 2009

Mymovies 2009, n. 10 - Paranormal Activity

Regia: Oren Peli
Cast: Katie Featherstone, Micah Sloat, una strana presenza demoniaca

Un film low-cost, una sorta di versione Ryanair/Ikea del cinema hollywoodiano. Con un budget di 15.000 miseri dollari, il giovane regista di origini israeliane Oren Peli ha preso una digitale economica, si è chiuso per una settimana in casa sua con un paio di attori sconosciuti (e probabilmente sotto pagati) e ha girato un film che nei soli Stati Uniti ha già superato i 100 milioni di dollari di incasso.
Un nuovo caso The Blair Witch Project, per farla breve. Questo film riesce però ad essere molto più inquietante. Anche perché, se dopo la visione di Blair Witch era difficile avventurarsi ancora allegramente in mezzo a un bosco (non fosse bastata la fiaba di cappuccetto rosso), dopo la visione di Paranormal Activity avrete paura persino di stare in camera vostra con la luce spenta. Regredirete a uno stato di infantile irrazionale terrore.

Mi è difficile definirlo un "bel" film. Cinematograficamente non è certo un capolavoro. "I miei filmini delle vacanze sono girati meglio," direte voi. Però, forse proprio per questo, funziona. C'è una sensazione famigliare. Come se si trattasse di un vostro filmato domestico da caricare su YouTube o Facebook, solo con una presenza malefica come special guest-star. Detto questo, c'è comunque dietro una sapiente orchestrazione degli elementi che ci vengono mostrati e di ciò che lo spettatore può solo immaginare. C'è una costruzione della tensione in un crescendo continuo che non è che da tutti. E, cosa più importante. Paranormal Activity fa quel che deve fare un buon horror: mette addosso una paura fottuta. Nelle sale americane il pubblico era terrorizzato e pare che Steven Spielberg se la sia fatta addosso guardandolo. Quel che è certo è che la parte finale è di una tensione insostenibile fisicamente.

Streaming, download (in inglese con sottotitoli in italiano)
(in Italia esce a febbraio 2010)

Mymovies 2009, n. 11 - District 9

Regia: Neill Blomkamp
Cast: Sharito Copley, Vanessa Haywood, alieni vari

Un film assolutamente da vedere. Non vi voglio anticipare nulla, una volta che c'è in giro una pellicola devvero originale e in grado di sorprendere. Posso solo dirvi che non è il solito film di fantascienza, il solito film di alieni che sbarcano sulla Terra proprio l'Independence Day, il solito film tutto effetti speciali zero idee. District 9 mescola finto documentario alla Cloverfield, notiziari breaking news CNN, youtube style, videogame (mi ha ricordato Oddworld: Abe's Oddysee, un gioco per Playstation) ma anche fantascienza old school (echi di Gremlins ed E.T.) più action-movie.
Anticipato da una notevole campagna di viral-marketing, negli USA ha incassato più di 100 milioni di dollari, nonostante un regista esordiente (Neill Blomkamp, da tenere d'occhio) e un cast di completi sconosciuti.

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Mymovies 2009, n. 12 - Gran Torino

Regia: Clint Eastwood
Cast: Clint Eastwood, Bee Wang (nella parte di Tardo), Ahney Her

Un vecchio burbero e razzista, una volta vedovo, si ritrova da solo con il suo inseparabile fucile a dover fare i conti con le varie etnie che hanno occupato e trasformato in un ghetto il suo quartiere: neri, ispanici e musi gialli. Ed è proprio con questi ultimi, proprio lui che ha fieramente combattuto in Corea, che intesse una particolare relazione divisa tra amore e odio.
Il film per lo più fa ammazzare dalle risate, con battute razziste a go-go e dialoghi american all-stars degni de L’ultimo boyscout, ma c’è pure una profonda storia di formazione (a doppio senso) tra il vecchio Clint e il giovane coreano Tao, subito ribattezzato Tardo :) e la solita grande poesia Eastwoodiana. Un film sulla vecchiaia, ma anche e soprattutto un film sul presente. Gran Torino, grande Clint!

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Mymovies 2009, n. 13 - The Wrestler

Regia: Darren Aronofsky (Requiem for a dream)
Cast: Mickey Rourke, Evan Rachel Wood (Across the Universe, Thirteen), Marisa Tomei

Cosa resterà, di questi anni 80? Ecco cosa resterà: un wrestler dal cuore malandato che vive in una roulotte, una spogliarellista nel declino della sua carriera sorpassata dall’esotica Tiffany, il vecchio Nintendo massacrato dalle nuove tecnologie e dagli sparatutto ambientati in Iraq, il rock macho e un pochino trash di Ratt, Guns, Cinderella, Whitesnake e Scorpions a far da sfondo ad esistenze disastrate, che vivono ancora in un glorioso passato e sono del tutto incapaci di evolversi.
Ci sono tante cose qui dentro, a partire dall’interpretazione (strepitosa) di Mickey Rourke. Il film vive sulla sua pelle, sulle sue cicatrici che non hanno voglia di andarsene via. La macchina da presa di Darren Aronofsky segue la sua traiettoria impazzita da American Dream al contrario. Da mito a zero. E poi le presenza femminili, la strip-girl in là con gli anni Marisa Tomei e la figlia delusa Evan Rachel Wood. E poi una tristezza di fondo per gli anni che passano e per tutto quello che si è stati e (forse) non si è più. Don’t know what you got, till it’s gone.

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Mymovies 2009, n. 14 - L'onda

Titolo originale: Die Welle
Regia: Dennis Gansel
Cast: Jurgen Vogel (Goodbye Lenin!), Frederick Lau, Jennifer Ulrich

Autocrazia: forma di governo in cui una persona o un singolo gruppo prende in mano tutto il potere. Un professore chiede ai suoi studenti se sia possibile in una nazione come la Germania che dopo il nazismo una nuova forma di autocrazia possa prendere il sopravvento. E così crea con i suoi studenti il movimento L’onda, con tanto di simbolo, saluto personalizzato e pagina myspace.
Mentre in Italia siamo fermi alla serie di Scusa se ti chiamo pucci pucci miao miao, il vitalissimo cinema crucco ha prodotto un film sostanzialmente adolescenziale che fa riflettere profondamente su come possa nascere rapidissimamente un movimento politico, così come anche una moda o un movimento, e sui meccanismi, non sempre o non del tutto negativi, che portano all’aggregazione sociale. Perché cosa c’è di meglio del sentirsi parte di qualcosa? L’unione fa la forza (forse). Un film da proiettare in tutti i licei, non per dare una visione univoca della Storia, ma per far discutere e riflettere.

sabato 26 dicembre 2009

Mymovies 2009, n. 15 - Adventureland

Regia: Greg Mottola (Superbad)
Cast: Jesse Eisenberg (Zombieland), Kristen Stewart (Twilight), Ryan Reynolds (Ricatto d’amore, ma soprattutto è il marito di Scarlett Johansson), Margarita Levieva (rivelazione!)

Ambientazione: estate 1987. Scusate, ma vado in brodo di giuggiole quando vedo un film ambientato negli anni Ottanta. Non guardatemi come se fossi pazzo. In fondo c’è chi va fuori per i film con Eddie Murphy…
Adventureland è una storia molto personale scritta e diretta da Greg Mottola, il regista di Superbad. Un ragazzo per fronteggiare le difficoltà economiche della sua famiglia si trova a dover rinunciare alle tanto agognate vacanze in Europa ed è costretto a trovare lavoro ad Adventureland, un parco giochi popolato dalla più varia umanità: c’è il nerd super intelligente e super sfigato, la ragazza che quando passa tutto il mondo sembra fermarsi, il tuttofare sposato che se la fa con le ragazzine. A sorpresa, però, quell’estate cambierà la vita al protagonista della storia: farà esperienze, troverà nuovi amici, maturerà e, fatalmente, si innamorerà. Non di una tipa qualsiasi, ma di Kristen Stewart, la bella Bella di Twilight.
Adventureland è un viaggio esistenziale sulle montagne russe dell’adolescenza negli anni Ottanta condotto in maniera intima e con una colonna sonora da sballo: Lou Reed, Cure, INXS, Husker Du e l’immancabile momento trash con “Rock me Amadeus” di Falco.



Mymovies 2009, n. 16 - Una notte da leoni

Titolo originale: The Hangover
Regia: Todd Phillips (Old School, Starsky & Hutch)
Cast: Bradley Cooper (Alias, Nip/Tuck), Zach Galifianakis (Bored to Death), Heather Graham (Boogie Nights, Austin Powers, Twin Peaks)

Vi è mai capitato di svegliarvi in uno stato di tale totale confusione distruzione mentale da non ricordarvi minimamente cosa avete fatto la sera prima? Ecco, da questo assunto parte Una notte da leoni. I protagonisti si svegliano dopo una notte di bagordi a Las Vegas per l’addio al celibato di un amico e non ricordano nulla di quello che è successo. Tutto ciò che sanno è che si sono ritrovati nella suite con una tigre e un neonato, uno di loro ha misteriosamente perso un dente e l’amico, quello che si dovrebbe sposare il giorno dopo, beh lui poof. Sparito nel nulla. A ritroso, come in un thriller o in un caso del Dr. House, dovranno ripercorrere le tappe che l’hanno portati fino a quello stato di comatoso risveglio.
Siamo dalle parti di Tre scapoli e un bebè dopo essersi sballati per tutta la notte, un Paura e delirio a Las Vegas ambientato ai giorni nostri meno visionario ma non meno folle, e in più con un gustoso ripieno di battute geniali e una sceneggiatura architettata alla perfezione.

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Mymovies 2009, n. 17 - W.


Regia: Oliver Stone
Cast: Josh Brolin (Non è un paese per vecchi, Milk), Elizabeth Banks (Scrubs), Thandie Newton, James Cromwell

George W. Bush. Non vi manca già un pochino?
Se vi sentite nostalgici, date un'occhiata a questo biopic a lui dedicato. Sembra un episodio di South Park, più che un film su un Presidente degli Stati Uniti e Georgie (interpretato dall'eccezionale Josh Brolin) sembra Homer Simpson, più che un Presidente degli Stati Uniti.

Mymovies 2009, n. 18 - Nick & Norah: Tutto accadde in una notte

Titolo originale: Nick & Norah’s Infinite Playlist
Regia: Peter Sollett
Cast: Michael Cera (Juno), Kat Dennings, Alexis Dziena (serie tv Invasion)

Piacevolissima commedia stile Juno (non a caso il protagonista è il sempre imbranato Michael Cera) e colonna sonora da mandare in brodo di giuggiole tutti noi ragazzini indie per questo film tutto-in-una-notte ambientato tra le strade e tra i locali alternative di New York. Ci piace!


Mymovies 2009, n. 19 - Soffocare

Titolo originale: Choke
Regia: Clark Gregg
Cast: Sam Rockwell (Il miglio verde, Moon), Brad William Henke (Lost), Kelly MacDonald (Trainspotting)
Da un libro di Chuck Palahniuk (Fight Club)

Soffocare. Non pensate a una qualche metafora sull’insostenibile peso del vivere nella società odierna. Semplicemente, il protagonista si diverte a soffocare. A cena, nei ristoranti. Finge di soffocare in modo che qualcuno, eroicamente, lo possa salvare ogni santa sera.
Il protagonista è un sessuomane che frequenta il solito palahniukiano centro di recupero, ha un migliore amico che si masturba in continuazione ma che troverà la redenzione con una spogliarellista, ha una madre con l’Alzeheimer che non lo riconosce e a un certo punto viene fuori che suo padre potrebbe essere… Gesù Cristo! Che c’è da stupirsi? Questo è il magico mondo di Palahniuk, dove “normalità” è solo una parentesi rosa tra le parole “psicosi” e “malattia cronica”.
Canzone finale da applausi: “Reckoner” dei Radiohead.

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Mymovies 2009, n. 20 - Il dubbio

Altro giro, altra super classifica show. Questa volta tocca ai migliori (a mio giudizio) film dell'anno.

Titolo originale: Doubt
Regia: John Patrick Shanley
Cast: Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman (Magnolia), Amy Adams (Come d’incanto)

Una regia di geometrica algida perfezione e un cast in forma spaventosa per una storia che va a scavare nel profondo di alcune tematiche legate alla Chiesa: preti pedofili, contrasto tra tradizione e rinnovamento, ma anche l’incertezza sulla reale esistenza di Dio. Il film non pretende (grazie al sopracitato Dio) di dare alcuna risposta e tutto resta avvolto, sospeso nell’aria e nel dubbio.

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venerdì 25 dicembre 2009

Dischi dell'anno (recap)

Questi sono i miei 20 album dell'anno. Cliccate sul nome per la scheda dettagliata, scaricare il disco e vedere i video.
19. XX
17. P.O.S

Una menzione speciale per alcuni dischi rimasti fuori per un pelo dalla top 20

Pearl Jam "Backspacer" (Eddie Vedder rivitalizzato dalla splendida colonna sonora di Into The Wild riporta l'ispirazione anche nella sua band, per il disco di classic rock dell'anno)

Thirty Seconds To Mars "This Is War" (Jared Leto e compagni si sono arruolati nell'esercito e hanno tirato fuori un disco di rara epicità)

Karen O & the Kids "Where the Wild Things Are" (La colonna sonora per il film Nel paese delle creature selvagge firmata dalla cantante degli Yeah Yeah Yeahs è un piccolo gioiellino naive)

Little Boots "Hands" (una Kylie Minogue alternativa giunta a noi da una dimensiona parallela)

Howling Bells "Radio Wars" (splendido pop-rock dall'Australia)

Dirty Projectors "Bitte Orca" (indie-r'n'b)

Flaming Lips "Embryonic" (un viaggio psychedelico tra suoni-rumori-e-interferenzedicellulari)

Sea Wolf "White Water, White Bloom" (moderno cantautorato americano della miglior specie)

Grizzly Bear "Veckatimest" (indie indie indie)

Fight Like Apes "Fight Like Apes and the Mysteries of the Golden Medallion" (dei pazzi punkettari)

Thomas Tantrum "Thomas Tantrum" (disco-freschezza garantita)

Neko Case "Middle Cyclone" (country music for very country people)
Pictureplan "Dark Rift" (il futuro dell'hip-hop e dell'elettronica in un disco solo)

Jay-Z "The Blueprint 3" (il must have dell'anno in ambito rap)

Alicia Keys "The Element of Freedom" (il must have dell'anno in ambito r'n'b)


Quali sono state invece le delusioni, o mezzo delusioni, personali dell'anno?

Muse "The Resistance" (bene i primi 3 pezzi, poi si fanno prendere dalla Megalomania)

Arctic Monkeys "Humbug" (a tratti grandiosi, potrebbero rendere molto di più)

Franz Ferdinand "Tonight: Franz Ferdinand" (bravini sono bravini, ma continuano a non fare il passo successivo verso la grandezza)

Nelly Furtado "Mi Plan" (dopo uno splendido album pop come "Loose", ha tirato fuori un disco in spagnolo di cui nessuno sentiva il bisogno, o almeno non il sottoscritto)

Green Day "21st Century Breakdown" (American Idiot parte II, idee nuove cercasi)


E per chiudere, il mio disco-vergogna dell'anno. L'album che mi vergogno ad ammettere di aver apprezzato. Un titolo che negli anni passati è andato a gente come Spice Girls, Britney Spears, Avril Lavigne, Rihanna e Taylor Swift. Quest'anno il vincitore dell'ambito titolo è Mika con "The Boy Who Knew Too Much", grandiosa perla nell'arte del plagio, o se preferite della citazione, di tutto il mondo pop degli ultimi 30 anni.

giovedì 24 dicembre 2009

Natale al centro commerciale

In attesa delle nuove classifiche di fine anno (film, canzoni, video, il peggio del 2009...), vi propongo un mio racconto che avevo scritto per lo scorso Natale. Eccolo

Tutti amano il Natale. Non Jason. Tutti odiano Jason. E lui odia il Natale.
Suo papà quel tragico anno 1994 doveva portargli il Game Boy arrivando giù per il camino travestito da Santa Claus, ma l’hanno beccato giusto la vigilia con dei travestiti a pagamento. Niente Game Boy per Jason. Niente Natale felice con la famigliola riunita intorno all’albero illuminato. Un bel niente di niente. Solo un padre trattenuto in prigione, una madre fuggita via lontano lontano per la vergogna e una casa vuota che se non si è Macaulay Culkin è troppo una tristezza. Jason quell’anno promise vendetta. Vendetta contro il Natale.

14 anni dopo, Jason era diventato un post-adolescente atomico. Era entrato in una cellula terroristica di piccole dimensioni ma di grandi ambizioni. Tra i progetti per l’immediato futuro aveva la distruzione immediata di qualcosa come un migliaio di persone. Obiettivo: il centro commerciale della sua città. Giorno: la vigilia di Natale.
Era stato Jason stesso a proporre il piano ai suoi colleghi terroristi. Quello era il luogo perfetto in cui un sacco di gente si sarebbe accalcata per comprare gli ultimi incerti regali. E quello era il giorno perfetto. Avrebbe rovinato il Natale a tutti quanti. In ogni angolo del globo la notizia sarebbe rimbalzata veloce come una pallina da ping-pong e sarebbe discesa da tutti i camini al posto di quel vecchio lardoso con la barba bianca.
Durante i sopralluoghi effettuati per studiare la strategia d’attacco migliore, Jason guardava con disprezzo tutte quelle persone che non volevano altro che un Natale-Guitar Hero felice come in uno spot pubblicitario. Se lui non l’aveva mai potuto avere, perché gli altri avrebbero dovuto? Non gli sembrava affatto una cosa giusta.

L’unico con cui parlava volentieri all’interno di quel non-luogo era il vecchio signor Evil. Anche Evil sembrava odiare il Natale dal profondo del suo cuoricino: sua moglie la notte della vigilia di molti anni prima stava tornando a casa per aprire i regali insieme a lui, quando un finto Babbo Natale ubriaco centrò in pieno la sua auto. Da allora il signor Evil aveva cominciato a bere e il periodo delle feste era sempre quello più duro da passare. Nemmeno i suoi figli oramai volevano più incontrare quel vecchio alcoolizzato e tutti i Natali finiva a passarli insieme alla sua unica compagna rimasta, la fida bottiglia di Jack Daniel’s.
Jason passava dal suo negozietto di cianfrusaglie e gli sentiva l’odore dell’alcool addosso. Promise quindi a se stesso che quell’anno il signor Evil non avrebbe dovuto sopportare un altro triste e solitario Natale. Quell’anno sarebbe saltato in aria insieme a tutti i clienti e agli altri dipendenti dell’ipermercato: jingle bells, jingle all the way.

La sera del 23 dicembre, Jason si travestì da Babbo Natale e i suoi terroristi colleghi da elfi. Indisturbati, passarono sotto gli occhi delle guardie del centro commerciale e suscitarono i sorrisi dei bambini. Rapidamente, piazzarono la carica esplosiva sotto l’enorme albero addobbato a festa piazzato proprio al centro dell’ipermercato.
Mentre stava andando via con disinvoltura natalizia, Jason fu fermato da una voce. Era quella del signor Evil, che riconobbe il suo inconfondibile volto da post-adolescente atomico sotto quella barba finta.
“Ragazzo! Ma tu non lo odiavi, il Natale?”
“Già, ma per soldi si fa questo e altro…”
“Beh, visto che lo spirito natalizio ormai si è impossessato del tuo corpo, perché domani non vieni al mio pranzo della vigilia?”
“Si è impossessato del mio corpo, ma non della mia anima.”
“Oh, andiamo… Ti aspetto domani per mezzogiorno. Sai dove abito.”
Il giorno dopo Jason suonò alla porta del vecchio Evil. Inaspettatamente, quando la porta si aprì non sentì un profondo pozzo di solitudine ma un gran schiamazzo di risate tipicamente infantili.
“Accomodati,” sorrise Evil. “Sapevo che alla fine saresti venuto.”
Evil aveva deciso di smetterla una volta per tutte di bere e aveva invitato nella sua enorme casa vuota i bambini orfani del quartiere. A ognuno aveva preparato un pacchettino con dentro un regalo e tutti erano felici come forse mai prima in vita loro. Il signor Evil consegnò un pacchetto anche a Jason. Sopra il pacchetto c’era persino scritto il suo nome. Jason tolse la carta dalla confezione con una strana eccitazione addosso. Le sue mani tremavano. Quando gli levò tutta la carta di dosso, il regalo rimase lì davanti ai suoi occhi tutto nudo: era un vecchio Game Boy, quello che aveva sempre sognato di ricevere. Guardò i bambini che lo stavano circondando, trattenne una lacrima e poi si concentrò sull’orologio: era quasi ora che il signor Evil tornasse al lavoro ed era quasi ora che lui raggiungesse i colleghi terroristi per premere il bottone magico. Tra due ore il centro commerciale sarebbe saltato per aria. Negozio del signor Evil compreso.

Ore 16:55. Vigilia di Natale. L’ipermercato era pieno di gente, come previsto. La frenesia degli ultimi acquisti era lì dentro i loro occhi. Jason li passava tutti in rassegna, uno ad uno. Sapeva cosa sarebbe successo a quegli occhi di lì a 5 minuti e sorrideva. Però adesso doveva uscire, per godersi lo spettacolo dalle retrovie.
Alle ore 17 e 00 Jason, seduto sul sedile del passeggero di un Suv parcheggiato appena fuori dal centro commerciale, schiacciò il bottone magico che faceva partire la detonazione. I suoi colleghi terroristi lo fissavano con eccitazione e con un pizzico di invidia per non essere stati i fortunati prescelti a poterlo premere. BOOM. Si sentì il rumore di una grossa esplosione, seguito da qualche lungo istante di quiete.
Poi si sentì ridere. AHAHAHAH. Una irrefrenabile e contagiosa risata proveniva dall’interno dell’ipermercato anziché le previste urla di morte terrore & disperazione.
“Che diavolo sta succedendo, lì dentro?” chiese uno dei colleghi terroristi.
“Andiamo subito a vedere,” fece un altro.

Quando il gruppetto di terroristi entrò dentro il centro commerciale vide una scena che non avrebbe mai immaginato. Il rosso era dappertutto, ma non era quello atteso del sangue di centinaia di vittime innocenti. V’erano ovunque dei coriandoli rossi che saltavano fuori dal gigantesco albero di Natale in cui sarebbe dovuta deflagare la bomba. I bambini avevano la testa all’insù e facevano la doccia in quei coriandoli. Jason andò in mezzo a loro e cominciò a danzare. Il signor Evil lo guardava e sapeva che quel ragazzo aveva a che fare con l’esplosione, in qualche strano modo. Non appena i magici coriandoli di Natale si poggiarono sui loro volti, i colleghi terroristi cominciarono a bruciare come vampiri al sole, mentre Jason smise i panni di post-adolescente atomico e ritornò bambino. Per ore rimase lì a danzare e danzare ancora insieme agli altri ragazzini, insieme ai coriandoli e insieme al vecchio signor Evil. Questo è stato il Natale più bello della loro vita.

martedì 22 dicembre 2009

Dischi dell'anno, n. 7 - Soap & Skin


Soap & Skin "Lovetune for Vacuum"

(per scaricare l'album cliccate sull'immagine)

Canzoni d’amore per aspirapolveri. Sicuri di volerle sentire? Potrebbero farvi sprofondare all’inferno o cambiarvi la vita, a voi la scelta.
A servire questo piatto di deprimenti e oscure ballate è una spiritata ragazzetta austrica di 19 anni. "Ages of delirium, curse of my oblivion,” canta Anja Plaschg (il suo impronunciabile vero nome), tanto per darvi un’idea. Un’anima in pena, una voce fragile, melodie esili che si accendono improvvisamente con urla, inserti elettronici, il delicato suono di una fisarmonica o altre mille piccole inaspettate trovate. Disco perfetto per un post-funerale.

spiriti affini: My Brightest Diamond, Antony & the Johnsons, Fever Ray, Cat Power, PJ Harvey, Beth Orton
Soap & Skin myspace

Dischi dell'anno, n. 8 - The Pains of Being Pure at Heart


The Pains of Being Pure at Heart “The Pains of Being Pure at Heart”

(per scaricare l’album cliccate sull’immagine)

I dolori di essere puri di cuore. Basta il nome per farsi un’idea dell’innocenza e della bellezza della loro musica. Avere ventanni, qualche chitarra distorta, un pugno di melodie zuccherose ma non troppo in testa, il profumo di una ragazza che ti gira intorno, il sole tiepido che ti sbatte contro i Ray-Ban. Suona così, all’incirca, questo dischetto. E se non siete pure at heart, beh… continuate pure a sentirvi i Metallica.

spiriti affini: My Bloody Valentine, Raveonettes, Girls, Manhattan Love Suicides, Radio Dept., Belle and Sebastian
Pains of Being Pure at Heart myspace


lunedì 21 dicembre 2009

Don't say a word

Brittany, mi guardi dal poster appiccicato alla parete. Non dici una parola.
Sono incazzato con te. Te ne sei andata quando ancora dovevi dimostrare in pieno tutto il tuo talento. Scommetevo sempre che un giorno ce l’avresti fatta, ad avere il ruolo della vita. Ogni volta dicevo: quest’anno Brittany sfonderai, diventerai una grande e dimostrerai al mondo che sei la migliore di tutte.

Ci hai lasciati a soli 32 dannati anni con alcune ottime interpretazioni: 8 Mile, Sin City, Don’t Say A Word, Spun, Ragazze a Beverly Hills, Ragazze interrotte (il tuo ruolo gelava il sangue, e quei babbioni dell’Academy hanno osato dare l’Oscar alla come al solito inespressiva Angelina Jolie), l’horror Cherry Falls, le commedie che ho visto solo perché c’eri tu Tutte le ex del mio ragazzo (splendida la scena in cui canti “Nobody Does It Better” di Carly Simon), I ragazzi della mia vita, Oggi sposi… niente sesso. Quindi ti sei anche improvvisata popstar cantando il pezzo “Faster Kill Pussycat” del dj superstar Oakenfold. Sei apparsa come una visione nel video “Closest Thing To Heaven” dei Tears For Fears. E adesso sei tu, la cosa più vicina al Paradiso.

Per me sei un’icona come per la gente normale lo è, chessò?, Marilyn Monroe. Le mie icone siete Uma, Chloe, Scarlett e tu. Ma tu adesso non ci sei. Sei stesa dentro alla doccia. Tua madre cerca di rianimarti. Chiama il 911. Non c’è niente da fare. Sei stesa dentro alla doccia e non dici una parola.




Dischi dell'anno, n. 12 - St. Vincent


St. Vincent “Actor”

(per scaricare l’album cliccate sull’immagine)

Lo annuncia il titolo: “Actor”. Un album di fatata atmosfera cinematografica. Vedi la copertina e ti immagini una tipa tranquilla che canta in un dischetto tranquillo, acustico e leggermente elettronico. Ma è così solo in parte. Ogni pezzo infatti a un certo punto sorprende, parte per la tangenziale e viaggia in una direzione totalmente imprevedibile come un’auto su una lastra di ghiaccio. Un disco dolce che all’improvviso diventa schizzato e addirittura violento. Il favoloso mondo di Amelie tramutato ne Il folle mondo di St. Vincent. Amo chi riesce a sorprendermi e questo Actor offre un’inattesa interpretazione da Oscar.

spiriti affini: Fiona Apple, Broadcast, Emiliana Torrini, Bjork, Feist, Grizzly Bear
St. Vincent myspace

domenica 20 dicembre 2009

Dischi dell'anno, n. 13 - Lily Allen


Lily Allen “It’s not me, It’s you”

(clicca sull'immagine per l'edizione speciale con alcuni pezzi acustici)

Il dischetto di pop commerciale dell’anno. Forse perché poi così dischetto commerciale non è. I testi sono di un’ironia e cattiveria che solo la Lily ce la fa a tirare fuori (“Sono un’arma di consumo di massa, ma non è colpa mia è come sono stata programmata di fare,” canta in "The Fear"), almeno fino a che tutte le altre popstars non la copieranno come al solito. Gli arrangiamenti sfiorano senza paura l’elettronica, lambiscono il grime, accarezzano i suoni della nuova scena UK. Un disco che ci racconta l’Inghilterra di oggi come una quindicina di anni facevano i Blur in “Parklife”. Ed è un’Inghilterra che sembra uscita dritta da Little Britain o Skins o da Lily's got talent. Sorry, Britain's got talent.

spiriti affini: Lady Gaga, Little Boots, Ting Tings, Goldfrapp, Katy Perry, Amy Winehouse, Kate Nash, Pixie Lott

Lily Allen myspace

sabato 19 dicembre 2009

Dischi dell’anno, n. 17 - P.O.S.


P.O.S "Never Better"

(per scaricare l'album, clicca sull'immagine)

Anno appena discreto, questo 2009, per la musica hip-hop. In ambito mainstream l’unico che ha spaccato tutto è stato Jay-Z, per il resto c’è stato un ritorno di Eminem così così (ma almeno fa piacere vederlo ancora vivo e vegeto), e un paio di interessanti novità che rispondono al nome di Kid Cudi e Drake.

Il miglior disco rap dell’anno mi è però sembrato un lavoro che si allontana molto dalle classiche sonorità del genere, avvicinandosi molto al rock per l'attitudine, al trip-hop per le atmosfere e soprattutto al drum’n’bass per le sonorità. Una figata da sentire anche (e forse soprattutto) se non siete b-boys o fly-girls. Il suono della strada di un mondo incasinato in cui ogni giorno dici "le cose non possono diventare più pazzesche di così" e invece il giorno dopo ti rendi conto che ti sbagliavi e tutto va a puttane. Ogni giorno è never better.

P.O.S myspace

spiriti affini: Cage, Roni Size, Busta Rhymes, Jay-Z, Linkin Park, Massive Attack

venerdì 18 dicembre 2009

Cotta adolescenziale dell'anno 2009 (recap)


La lista delle meglio ragazze/donne del pianeta di questo 2009, secondo il mio personalissimo taste in women. Cliccate sul link per vedere le schede e, sopra ogni cosa, ammirare immagini & videos.

10. Marion Cotillard
9. Cheryl Cole
8. Mélanie Laurent
7. Pixie Lott
6. Leona Lewis
5. Lily Allen
4. Megan Fox
3. Katy Perry
2. January Jones
1. Zooey Deschanel

giovedì 17 dicembre 2009

Cotta adolescenziale dell’anno, n. 1 - Zooey Deschanel

Numero Uno Assoluta. Zooey, protagonista del gioiellino (500) giorni insieme, cantante nel progetto She & Him (a inizio 2010 arriva il loro nuovo album "Volume 2", yuppie!). Canta e incanta con Please please please let me get what I want degli Smiths o Dream a little dream of me. Ha fatto anche una comparsata in Bones, il telefilm che ha come protagonista sua sorella Emily Deschanel, e subito gli ascolti si sono impennati.

Zooey possiede un tipo di bellezza particolare, che sfugge agli standard. Forse sono quegli occhi eccessivamente blu, o forse il suo volto un po’ pallido da nerd, o forse sono le sue scelte cinematografiche sempre volutamente indipendenti (vabbè, a parte Yes Man, Elf e A casa con i suoi, ma anche lei deve arrivare alla fine del mese), o forse la sua sottile voce fragile, o forse quel suo nome assurdo, o forse il suo sembrare una pazza scatenata uscita dal paese delle meraviglie, o forse altre 500 ragioni che potrebbero riempire un blog intero. In ogni caso: eroina indie dell’anno.


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