martedì 31 maggio 2011

Roba da matti: un manicomio pieno di fi*a

The Ward - Il reparto
(USA 2010)
Regia: John Carpenter
Cast: Amber Heard, Lyndsy Fonseca, Danielle Panabaker, Mamie Gummer, Jared Harris, Mika Boorem, Sean Cook, Laura-Leigh
Genere: questa è la follia
Se ti piace guarda anche: Il seme della follia, Con gli occhi dell'assassino, The Uninvited,  It's kind of a funny story, Qualcuno volò sul nido del cuculo

Trama semiseria
1966. Amber Heard dà fuoco a una fattoria e viene rinchiusa in un manicomio.
“Perché sono finita qui?” chiede.
Il direttore del manicomio scientificamente le risponde: “Perché hai dato fuoco a una fattoria e poi perché sei una bella gnocca e in questo ospedale psichiatrico ospitiamo solo belle gnocche. Ti sta bene questo?”
Amber Heard, che recentemente ha fatto coming out dichiarando la sua omosessualità, ha replicato: "Hell yeah, bitches!"

Recensione cannibale
John il Carpentiere ritorna dopo un'assenza bella lunga sul grande schermo e il tocco del maestro si vede eccome. Non che tutti i suoi film siano capolavori o film memorabili, però l'immensa classe della sua presenza dietro la macchina da presa si fa sempre sentire.
Tra l'altro John Carpenter, per quanto il suo ultimo lungometraggio risalga al 2001 (il poco eccezionale Fantasmi da Marte), non è stato del tutto a poltrire o a girare il mondo in crociera e ha diretto due episodi della serie Masters of Horror, due mini-film di assoluto valore: Il seme del male (Pro-Life), una storia malata di aborto e fanastismo religioso, e soprattutto Cigarette Burns - Incubo mortale, che racconta di un cinefilo a caccia dell'introvabile La Fin Absolue du Monde, una pellicola maledetta che manda letteralmente fuori di testa chi la guarda. Assolutamente consigliato rintracciare non tanto La fin absolue du monde, che potrebbe solo condurvi alla pazzia, quanto piuttosto questo episodio, visto che è tra le cose horror migliori degli ultimi 10 anni (e tranquilli che gli episodi di Masters of Horror sono indipendenti uno dall'altro, quindi non dovete vederveli tutti).

The Ward - Il reparto ci riconsegna Carpenter in splendida forma, con una storia di malattia mentale (quasi) tutta ambientata tra le pareti di un'ospedale psichiatrico. Niente di nuovo, nessuna rivoluzione, ma un lavoro di mestiere notevole, con un'impeccabile scelta sia nelle riprese inquiete che nelle atmosfere irrequiete. Un Carpenter impeccabile pure, diciamolo, nella scelta del cast: Amber Heard è una Dea ed è anche una delle scream queen migliori in circolazione (vedi All the boys love Mandy Lane, And soon the Darkness e Benvenuti a Zombieland, ma anche Drive Angry 3D) e qui è alla sua interpretazione più convincente. Cose da matti succedono in questi giorni e così mentre da Milano finalmente è stata cacciata la Moratti, la cosa davvero pazzesca di quest’ospedale psichiatrico è che è pieno di figa! Più di qualunque villa di Arcore (ma ancora per poco...). E così oltre alla Amber, ci sono Lyndsy Fonseca (Kick-Ass, Un tuffo nel passato, la serie tv Nikita) in versione pseudo nerd e Danielle Panabaker (da non confondere con l'insopportabile sorella Kay Panabaker delle serie Summerland e No ordinary family), impegnate tra l'altro in una splendida scena con un balletto very 60s e very sexy.
E a proposito: il look anni ’60 (ricordo che il film è ambientato nel 1966) regala ulteriore fascino alla pellicola, e a rendere il tutto più Mad Men ancora ci pensa la presenza di uno degli attori della serie nelle vesti del direttore dell’ospedale psichiatrico, ovvero Jared Harris (Lane Pryce in Mad Men).

Non da poco inoltre le riflessioni messe in atto e i quesiti posti dalla pellicola, ovviamente inseriti all'interno di un contesto horrorifico: cosa è reale e cosa solo frutto della nostra immaginazione? La protagonista è una ragazza apparentemente piuttosto sobria e normale, ma sarà davvero così? L’ospedale psichiatrico è infestato da alcune misteriose ed inquiete presenze, oppure sono solo le “pazze” a immaginerselo? Quale posto migliore di un manicomio per porsi interrogativi del genere?
La tensione è costante dall'inizio alla fine e il maestro carpentiere è qui (quasi) ai livelli della sua pellicola che preferisco: Il seme della follia. Nonché un'ulteriore conferma che i film di paura migliori alla fine sono composti da pochi essenziali elementi, in questo caso specifico: follia, visioni & figa. What else?
(voto 7+)

lunedì 30 maggio 2011

Föra dai ball, bi**hes!


Dai Forza Italia, che eravamo tantissimi

Chi è totalmente fuori moda, adesso?


Come Robert Pattinson per le teenagers emo in calore

Come l’acqua per gli elefanti
(USA 2011)
Titolo originale: Water for Elephants
Regia: Francis Lawrence
Cast: Robert Pattinson, Reese Witherspoon, Christoph Waltz, Hal Holbrook, Paul Schneider, Jim Norton, James Frain, Adrienne Rusk
Genere: circense
Se ti piace guarda anche: Titanic, Le pagine della nostra vita, Balada triste de trompeta, Big Fish

Nonostante sia stata annunciata come una storia ambientata nel periodo della Grande Depressione (1929 e giù di lì) il film si apre con l’inquadratura su un ragazzo emo. Tanto per non perdere subito l’attenzione del giovane pubblico di teenagers (o pseudo teenagers come me) cui è rivolto. Il protagonista comunque è Robert Pattinson e con il suo primo piano si vira ancora più in territori emo-teen, sebbene a questo giro sfoggi un colorito più umano dell’usual: oh Dio mio, che il vampirello della saga di Twilight sia sceso in spiaggia e abbia preso un po’ di sole? O si è sparato un paio di lampade?
Attenzione, notizia dell'ultima ora: subbuglio nelle principali capitali mondiali, orde di pallidi emo sono scesi in piazza a protestare! Sono in 2 milioni secondo gli organizzatori della manifestazione, solo 2 mila secondo i fan di The Vampire Diaries.

Rivolte popolari a parte, il personaggio interpretato da Pattinson è quello di uno studente in medicina veterinaria che si sta per laureare, ma proprio il giorno dell’esame finale i suoi genitori muoiono in un incidente stradale. Una di quelle sfighe che sembrano uscite da un romanzo di Nicholas Sparks e invece no, perché il film è tratto dal romanzo Acqua per elefanti di tale Sara Gruen; ma siamo sicuri che non sia un alias femminile dietro cui si cela in realtà il sadico Sparks?
Dopo tale disgrazia, il povero ragazzo di origini polacche è così costretto ad abbandonare la casa perché suo padre non aveva finito di pagare il mutuo e poi c’è stata la crisi economica, i mutui variabili e siamo negli anni ’30 ma rispetto a oggi non è cambiato davvero niente. Forse già allora c’era Silvio Berlusconi…
E così comunque Robert Pattinson salta su un treno a caso senza pagare e si becca una multa dal controllore che lo insulta perché è un immigrato polacco clandestino (questa parte in realtà non c’è nel film, ma la Moratti mi ha intimato di metterla e mi ha anche detto di aggiungere qualcosa sulle moschee a Milano, ma proprio non sapevo come inserire la cosa…).

Dicevamo: Pattinson se ne va all’avventura in campagna e qui potrebbe diventare una storia da primo Terrence Malick, tipo I giorni del cielo, e invece il film subisce il potere della jamescameronizzazione del cinema: ovvero spettacolarizzare ogni scena al massimo, togliendo però allo stesso tempo ad ogni scena anche l’anima. Ecco, questa pellicola finisce per assomiglia a Titanic, peccato che per Pattinson non sia proprio lo stesso trampolino di lancio che per Leonardo DiCaprio… Ma tanto che je frega? Finché c’è ancora la saga de Twilight ce campa alla grande, quello!
A cadere in questa trappola cameroniana è Francis Lawrence, regista del pessimo Constantine e dell’atroce Io sono leggenda con Will Smith, e qui comunque alla sua direzione migliore finora.
Tornando alla storia: anziché andare in campagna, il Pattinson finisce in una compagnia circense, cosa che potrebbe rappresentare il sogno della vita del mio blogger rivale Mr. James Ford, che non perde mai l’occasione di mostrare una (inspiegabile) passione per il mondo circense. Ma se lui lo prenderebbero come clown, Robert Pattinson viene ingaggiato come vampiro? Ma no. Avete visto Twilight? New Moon? Eclipse? Vi sembra sia credibile come vampiro?
Vi siete dati la risposta da soli. E allora Pattinson entra in codesta compagnia come veterinario, visto che per la laurea gli manca appena un esame e al circo sono contenti già anche solo se hai fatto il CEPU.
Ma chi c’è a capo del circo?
No, questa volta avete sbagliato: non è l’inquietante Moira Orfei, bensì un cattivone interpretato dal basterdo tarantiniano nonché premio Oscar Christoph Waltz, che per di più è sposato con la sempre caruccia Reese Witherspoon, di cui Pattinson finirà immancabilmente per innamorarsi. Immancabilmente, visto che il ragazzo non sembra riuscire a star lontano dai triangoli amorosi, che siano con licantropi costantemente senza t-shirt o con basterdi come Christoph Waltz. Insomma, il solito amore contrastato che brucia l’anima (tanto per citare il pessimo titolo italiano del film in cui la Witherspoon interpretava June Carter, la moglie di Johnny Cash).

Il film si trascina un po’ troppo (2 ore sono pesantucce per una storia romantico-circense), i momenti pseudo animalisti con l’elefantessa (la vera spasimante di Pattinson) sono un po’ troppo stucchevoli, così come il moralismo e il buonismo che emergono qua e là di prepotenza.
A livello di cast Robert Pattinson non brilla troppo (ai em veri veri sorri, tuailaigt fans), ma regge comunque degnamente a fianco di una Reese Witherspoon pure lei un po’ spenta e di un Christoph Waltz invece sempre illuminante. Anche se il mio preferito è il vecchino Hal Holbrook, visto di recente anche in Into the Wild: è infatti lui a interpretare Pattinson da anziano, incorniciando la vicenda storica in un contesto presente proprio come in… Titanic. Perché alla fine il film questo è: un Titanic messo dentro al circo. Se vi aspettate altro del tipo: vampiri o licantropi, rimarrete delusi. Qui solo elefanti ci stanno.
E come l’acqua è necessaria agli elefanti, Come l’acqua per gli elefanti è necessario alle fan di Robert Pattinson, ma per la storia del Cinema questo film è invece necessario quanto un buco di culo sul gomito [Kill Bill cit.].
(voto 6)

domenica 29 maggio 2011

Jukebox DeLorean, Prodigy

Settimana all’insegna degli anni ’90 con la sfiga bloggare tra me e il malvagio Mr. James Ford. Se ve la siete persi potete recuperare la sua e la mia lista dei nostri album preferiti del decennio e se non ne avete ancora abbastanza, qui trovate uno degli inni (almeno miei) del periodo. Ma prima di allertare la protezione civile o gente come Bertolaso (ma se n’è andato davvero in pensione? ancora non ci credo…) preciso che non ho mai dato fuoco a niente. Non ascoltando questa canzone, almeno.

Prodigy “Firestarter”
Anno: 1996
Genere: big beat
Provenienza: Braintree, Inghilterra
Album: The Fat of the Land
Contiene campionamenti di: “S.O.S.” delle Breeders e “(Close) To the End” degli Art of Noise
Canzone sentita anche in: Charlie’s Angels - Più che mai
Coverizzata tra gli altri da: Jimmy Eat World, Sneaker Pimps, Gene Simmons, Sepultura
Nel mio jukebox perché: è devastante

Testo liberamente tradotto
Sono un appiccafuochi
un tremendo appiccafuochi
Sono un appiccafuoci
un malato appiccafuochi

Porco rosso

Red
(USA, Canada 2010)
Regia: Robert Schwentke
Cast: Bruce Willis, Mary-Louise Parker, Morgan Freeman, Helen Mirren, John Malkovich, Karl Urban, James Remar, Richard Dreyfuss, Brian Cox, Julian McMahon
Genere: CIA da ridere (più o meno)
Se ti piace guarda anche: Mr. & Mrs. Smith, Killers, Innocenti bugie, Poliziotti fuori

Trama semiseria
Bruce Willis è un agente della CIA ormai in pensione. Ritornerà in azione?
Ma certo che sì, visto che questo film è già stato girato 3miliardi di volte…

Come bisogna ridursi oggi per guadagnarsi la pagnotta: parte I
Recensione cannibale
Quest’anno nominati ai Golden Globe tra i migliori film nella categoria commedia/musical c’erano The Kids Are All Right, pellicola carina ma non fenomenale che ha vinto con facilità, Burlesque (che non ho visto, ma chi l’ha fatto o si è suicidato o ha pensato seriamente di farlo), l’orribile Alice in Wonderland di Tim Burton (e lo dico da fan di lunga data di Tim Burton), quella schifezza immonda di The Tourist e questo Red.
E com’è Red?
‘Na struunzata.
Se volete vedere un film disimpegnato, ma molto disimpegnato, allora può anche andare bene, ma comunque considerando che questi erano i nominati dei Globes, viene da farsi qualche domandina sullo stato di salute attuale delle commedie americane. O forse solo quelle prese in considerazioni da grandi competizioni come i Golden Globes…

Come bisogna ridursi oggi per guadagnarsi la pagnotta: parte II
Red è una commedia d’azione di quelle che ne abbiamo già viste un sacco negli ultimi mesi/anni. O almeno, io ne ho già viste un sacco e mi chiedo perché continuo ancora a farlo. La colpa la possiamo dare forse a Ocean’s 11, una pellicola piacevole con un super cast di divi che ha sbancato i botteghini e s’è beccata pure il plauso della critica. Da lì in poi sono arrivati una miriade di altri prodotti più o meno clonati che bilanciavano un umorismo cool con il genere action. Non dico sia un’idea inventata da Ocean’s 11, però il suo incredibile successo ha portato un sacco di produttori e di attori hollywoodiani verso pellicole di questo tipo, con la variante spy alla Mr. & Mrs. Smith, fortunata al botteghino ma di qualità alquanto discutibile. Negli ultimi tempi ci sono poi stati Killers, Il cacciatore di ex, Salt, Innocenti bugie (il mio preferito del gruppo) e un milione di altre cose del genere (un sacco di serie tv come Alias, Covert Affairs e Undercovers comprese), cui adesso si aggiunge numericamente anche questo Red, che però alla categoria non apporta nulla ma proprio nulla di nuovo.

C’è Bruce Willis, certo, e questo basta per renderla una pellicola se non altro non sgradevole, però questa non è forse la milionesima volta in cui interpreta il ruolo di un agente pensionato e/o ormai prossimo alla pensione? E poi soprattutto c’è una divertente Mary Louise Parker (quella della serie tv dopata Weeds), l’unica variante imprevista di questo altrimenti telefonato action comedy. La sua non è infatti una di quelle presenze femminili che servono giusto da contorno alle avventure del protagonista e non è nemmeno una donna action pronta a dare cazzotti a destra e manca; la Parker è in pratica una tizia che si trova suo malgrado fiondata in mezzo ai casini spionistici del Bruce. E fondamentalmente si diverte un mondo ad evadere così dalla monotonia della sua tradizionale vita.
Di serie A anche il resto del cast, seppure tutti in ruoli molto macchiettistici: John Malkovich strappa una risata per la sua paranoia esagerata, Helen Mirren è la classica killer a sangue freddo nascosta dietro le sembianze da impeccabile lady britannica, Morgan Freeman è il vecchio braccio destro di Bruce Willis gigione, Karl Urban è il cattivone ma poi non così cattivo e un Julian McMahon (il mitico dr. Troy di Nip/Tuck) che purtroppo non brilla.
Gli ingredienti per una perfetta sceneggiatura hollywoodiana senza sbavature ci sono anche tutti, in un mix ben congegnato di umorismo, azione, intreccio spionistico e parte sentimentale. Se solo non avessi già visto altri 3589 film praticamente uguali l’avrei anche potuto apprezzare. Se solo
(voto 5)

sabato 28 maggio 2011

2 buoni motivi per vedere Drive Angry 3D e 10 per non farlo

Drive Angry 3D
(USA 2011)
Regia: Patrick Lussier
Cast: Nicolas Cage, Amber Heard, William Fichtner, Billy Burke, David Morse, Christa Campbell, Todd Farmer, Charlotte Ross, Katy Mixon
Genere: molto trash
Se ti piace guarda anche: Ghost Rider, Hobo with a Shotgun, Machete

Ci sono 2 buoni motivi per vedere Drive Angry. Il primo si chiama Amber e il secondo Heard.
Come? Dite che sono la stessa persona?
Certo, però Amber Heard vale almeno doppio.
Dico: l’avete vista?
No, dico: l’avete vista?
E tra l’altro in questo film ha un ruolo da kick-ass woman con i controcoglioni mica da poco e tutte le (poche) scene memorabili qui presenti la vedono protagonista (come quando fa a botte con una tizia nuda che si scopa il suo boyfriend, o anche quando semplicemente apre il cofano dell’auto con l’infinita e poetica grazia del suo corpo).
Per quanto Amber Heard possa giustificare quindi da sola la visione dell’intera pellicola, così come di qualunque pellicola in generale, ci sono anche diversi motivi per cui se si sta alla larga da questo filmetto non si fa poi nemmeno un così brutto affare:

1. Nicolas Cage non è un attore. Non più, almeno. Ormai è la parodia di un attore che recita la parte di Nicolas Cage ai tempi un cui era un eroe action. Se mai lo è stato.
E Kick-Ass a parte (in cui non a caso ha comunque un ruolo minore) da anni sembra incapace di fare un film vagamente decente.

2. La derivatività (se è una parola di senso compiuto). Quentin Tarantino è uno dei miei miti, ma è anche uno che ha provocato suo malgrado un sacco di danni. Dopo Pulp Fiction infatti tutti a inventarsi pulp e il più delle volte con risultati mediocri. Dopo il divertentissimo Death Proof - A prova di morte tutti a giocare a fare il Grindhouse, anche in questo caso con risultati non sempre brillanti. Se Robert Rodriguez tra Planet Terror e Machete se la sa cavare più che bene, d’altronde è amico e stretto collaboratore di Quentin, con altri ci siamo dovuti beccare robe così così come Hobo with a Shotgun o questo Drive Angry, un film che sembra un omaggio a car cult movies come Punto zero - Vanishing Point o Duel, ma certo non risulta altrettanto riuscito. È anche una roba divertente, almeno a tratti, almeno quando è presente Amber Heard, però dopo qualche spunto iniziale che fa sorridere si perde subito in una serie di sparatorie, inseguimenti e battute che vorrebbero diventare cult, ma non lo diventeranno. Mai.
Il motivo di una tale débâcle? Quentin si ispira a un sacco di trash movies e poi li trasforma in pura magia cinematografica. Registi mediocri si ispirano ai capolavori di Tarantino e li ritrasformano in spazzatura. È il sacro ciclo della vita.

3. La regia di Patrick Lussier (chiii??? ah sì, il regista di quell’altra porcata di San Valentino di sangue 3D), che vorrebbe essere una figata e invece è del tutto piatta e priva di uno stile personale. A forza di girare in 3D potrebbe rivelarsi giusto il degno erede di James "faccio film miliardari che fanno cagare" Cameron…

4. Il cattivo del film interpretato da Billy Burke. Non solo un semplice stereotipato villain cattivo cattivo senza alcuno spessore, ma pure guru di una sorta di Chiesa satanica. Sceneggiatori? Ma andate a**anc**o va porca di quella pu**ana ladra!

5. Gli effetti speciali del film sono i più risibili visti dai tempi degli anni ’80 e certo è una cosa di quel decennio che nessuno rimpiange (forse giusto Mr. Ford…).

6. Il film ci regala una delle scene più trash, ridicole e inverosimili di tutti i tempi: Nicolas Cage che fa fuori un sacco di tipi mentre si scopa una tipa (cosa che a pensarci bene potrebbe anche essere messa tra le ragioni per vedere questo filmetto).

7. Se la partenza è anche discreta, la seconda parte della pellicola affonda in una lunga ed esasperante serie di combattimenti cui è davvero difficile arrivare fino in fondo senza cadere in coma. Considerando il livello dei dialoghi, comunque, forse è un bene che non ce ne siano di più.

8. La scena finale numero 1 vorrebbe essere patetica ed emozionante, ma non farebbe commuovere nemmeno una spettatrice del vecchio Stranamore con un vassoio di cipolle sotto agli occhi.

9. La scena finale numero 2 vorrebbe rappresentare chissà quale shock, ma non sorprenderebbe più di un parlamentare del Pdl che dice “Sì, ma non abbiamo perso le elezioni. Abbiamo pareggiato.”

E il decimo (piò o meno) valido motivo per non vedere Drive Angry?
Il mio voto.
(voto 5+)

Goodbye Hero(n)


Se n'è andato Gil Scott-Heron, padrino del rap e degli spoken word, attivista militante per i diritti civili, ma soprattutto poeta.
Con il suo ultimo splendido album "I'm new here", uscito l'anno scorso, si era dimostrato ancora una spanna sopra tutti.
Mi mancherà



(Chicago, 1º aprile 1949 - New York, 27 maggio 2011)

venerdì 27 maggio 2011

Su*ate e vedrete

Arctic Monkeys “Suck it and see”
Genere: roll’n’rock
Provenienza: Sheffield, Inghilterra
Se ti piace ascolta anche: Last Shadow Puppets, Alex Turner, Ash, Queens of the Stone Age, Franz Ferdinand

Che le scimmiette artiche fossero molto retrò già lo sapevamo, ma qui gente ne troviamo ulteriore conferma. L’apertura di “She’s thunderstorms” è magnifica, proprio perché propone una melodia vintage d’altri tempi unita a chitarre e a un battito rock potenti che mi ricordano gli splendidi Ash.


“Brick by brick” è un pezzo di rock’n’roll “ignorante” dove si fa sentire forte l’influenza di Josh Homme dei Queens of the Stone Age, loro mentore in questo album nonché produttore del loro precedente lavoro. Siccome io ho sempre sostenuto, e sostengo tutt’ora, che la vera natura dei Monkeys sia quella di autori di raffinate canzoni d’altri tempi, i loro numeri più rock invece mi sembrano via via sempre meno ispirati e anche questo pezzo, pur non male, ne è ulteriore conferma.


Il singolo “Don’t sit down ‘cause I’ve moved your chair” si segnala più che altro per il titolo ironico grandioso che non come canzone in sé: siamo dalle parti di certo stoner rock, ma i Monkeys dovrebbero giocare meno a fare i Queens of the Stone Age, che non è tanto il loro mestiere, e anziché andare indietro fino all’Età della Pietra dovrebbero guardare agli anni ’60, che è quello cui Alex Turner e soci riesce meglio fare.


È infatti quando i ritmi rallentano che le scimmie mostrano i loro numeri più brillanti, come nel pezzo che dà titolo all’album, nella serenata “Reckless serenade” e nel waltz di “Piledriver waltz”, quest’ultima proposta già da Alex Turner in versione solista per la colonna sonora dell’indie movie britannico Submarine. Che ormai Turner sia meglio da solista o con il suo progetto parallelo Last Shadow Puppets? Che quelli siano diventati i suoi progetti numeri 1, con gli Arctic Monkeys diventati un contorno? Non ancora, perché le scimmiette sanno ancora dire la loro, però il nuovo album convince solo a metà…
Nella moschea di Sucate a Milano, sarà per il titolo, ma intanto questo disco sta già andando a ruba!
(voto 7)

Sca**o rising

Valhalla Rising
(Danimarca, UK 2009)
Regia: Nicolas Winding Refn
Cast: Mads Mikkelsen, Gary Lewis, Jamie Sives, Alexander Morton e altri tizi inespressivi
Genere: noia mortale
Se ti piace guarda anche: La corazzata Potemkin, The limits of control, Empire, Il paziente inglese

Trama semiseria
Un tizio che non si fa la doccia da almeno 3 anni (e la cosa non sembra nemmeno dispiacergli troppo) va in giro insieme a un gruppo di zoticoni incappucciati che lo tengono prigioniero. A un certo punto il tizio si libera e fa una strage. Ho già cercato di tirarla per le lunghe, visto che non succede nient’altro.
Eh sì, è un film davvero avvincente, scoppiettante oserei dire.

Recensione cannibale
Persino il protagonista s'è cavato gli occhi per non vedere il film
Se la vostra idea di divertimento è guardare un branco di uomini mezzi nudi che lottano in mezzo al fango, potete affittarvi un porno gay oppure in alternativa guardarvi questo film.
Praticamente è come 300, solo molto più noioso. E già quello non è che fosse il massimo del divertimento, però almeno più glamour e ogni tanto capitava qualcosa. Valhalla Rising invece è davvero una delle robe più noiose mai viste. Avete presente quando Marino Bartoletti parla in tv? Ecco, questo film è ancora più letale.
Il problema non è che il film sia quasi totalmente muto. Il problema è che quando parlano rimpiangi non sia un film totalmente muto. Il problema non è nemmeno che sia quasi totalmente privo di una colonna sonora, perché pure in questo caso, nei pochi momenti in cui si fa sentire un accompagnamento musicale, questo risulta davvero fastidioso.

Tanto per dare una botta di vita al tutto, gli attori sono inespressivi, con la sola eccezione del bambino che ha il solo e unico merito di aver proprio ‘na bella faccia da pirla.
La scelta di dividere il film in capitoli è allora la sola idea di narrazione qui presente. Per animare un po’ la trista situazione allora cosa facciamo? Tu lo sai? No? E allora, massì, mettiamoci dentro qualche attimo visionario. Giusto qualche lampo con un cranio rosso, che fa tanto inquietante. E poi? E poi basta, c'abbiamo già riempito un'ora e mezzo con tutte queste grandi idee, vuoi mica metterci altro?

Massimo Boldi ti direbbe: faccia da pirla!
Ma in sua assenza te lo dico io: faccia da pirla!
Se per voi sceneggiatura, recitazione, colonna sonora, presenze femminili o comunque anche solo presenze maschili vagamente umane non sono poi così importanti, allora in questo film troverete pane per i vostri denti. Se invece volete restare svegli, rivolgetevi da un'altra parte.
La cosa che dispiace è che a livello visivo la pellicola è curata e ha alcuni momenti decenti; sono quindi sicuro, oddio proprio sicuro sicuro da metterci la mano sul fuoco magari no, che quando il regista danese Refn avrà tra le mani una sceneggiatura decente riuscirà a fare qualcosa davvero degno di nota. Il precedente Bronson era un film interessante ma che già soffriva di una sceneggiatura deboluccia, mentre questo Valhalla Rising ne ha una con cui sarebbe già stata una missione kamikaze girare un corto, figuriamoci un film da un’ora e mezza... e grazie a Dio che non dura di più!
La sua prossima pellicola Drive comunque promette bene: Refn non ha curato la sceneggiatura (il suo punto debole) e si è limitato alla regia (per cui ha vinto il premio all’ultimo Cannes) e nel cast ci sono Carey Mulligan, Ryan Gosling, Christina Hendricks (la rossa di Mad Men) e Bryan Cranston (il protagonista della serie Breaking Bad).

Ci mancavano solo i simil-Avatar, ci mancavano...
A volte capita di vedere delle mattonate di film che lì per lì ti fanno appisolare, però poi al termine della visione se ci rifletti sopra hanno il loro perché e il loro senso di esistere. Nel limbo di questo Valhalla ogni tanto sembra affiorare qualche momento di riflessione che vorrebbe essere profondo sulla religione e sulla brutalità dell’uomo, peccato che rimanga solo una vaga ombra di riflessione. Una pellicola fatta di grandi vuoti, e basta. Non stupisce allora sia un film altamente consigliato dal mio nemicoamico nemico blogger Mr. Ford. E con questo credo di aver detto proprio tutto. (Ringrazio comunque Mr. Ford, perché se la visione è stata tragica perlomeno mi sono divertito a scrivere la recensione).
Ah, un ultimo aggiornamento dal mondo medico: mi è stato comunicato che alcuni dottori hanno cominciato a somministrare questo film ai loro pazienti insonni. E, indovinate un po’, i risultati sono stati sorprendentemente positivi. Chi ha bisogno del Valium, quando in circolazione ci sono pasticche pasticci di questo livello?
(voto 3)

Il già di per sé noioso trailer è ingannevole, perché in realtà il film è molto peggio.
Volete la verità su Osama Bin Laden? È morto dalla noia guardando questo film!

giovedì 26 maggio 2011

BLOG WARS: I 90s COLPISCONO ANCORA (PARTE II)

Alicia Silverstone e Liv Tyler crazy per la playlist cannibale
Ho iniziato ad ascoltare musica seriamente a metà degli anni Novanta, quindi è qui che si trovano gli album a cui sono più legato in assoluto. I dischi delle decadi precedenti li ho infatti scoperti più in là nel tempo e senza riservare loro lo stesso numero di ascolti, così come dal 2000 in poi con l’avvento di Napster e dello scaricamento selvaggio da Internet avrei scoperto un sacco della più variegata musica, ma allo stesso tempo non avrei vissuto più “l’album” nella stessa viscerale maniera.
I dischi degli anni ’90 per me sono quelli effettivamente comprati nel negozio di fiducia, ancora con le lire, in CD e qualcuno ancora persino in cassetta (perché costavano meno). Quelli con il cellophane scartato avidamente, quelli dei testi letti sul libretto, quelli imparati a memoria come poi non sarebbe più successo. Non alla stessa maniera, almeno.
Un po’ di nostalgia per quei tempi quindi c’è, ma è tutto qui perché poi Internet è stato più che benvenuto. Giusto una lacrimuccia malinconica, così come è stato il riascolto di album che era da parecchio che non frequentavo. Qualcuno ha perso fascino, altri l’hanno mantenuto intatto e qualcuno col tempo ne ha persino guadagnato.
Mr. Ford, dopo la tua già dimenticata lista di ieri, se finora con te sono ancora stato buono (o quasi), qui mi si tocca in prima persona e quindi sono più che mai pronto alla guerra. Per quanto riguarda me e la mia musica è infatti tutto cominciato da qui, da questi dischi, da queste band, quindi ecco la mia più personale e sentita tra le playlist proposte.
Cannibal Kid

1. Blur “Blur” (1997)
Cannibal Kid I Blur sono il mio gruppo preferito in assoluto di tutti i tempi, quindi il primo posto nella mia classifica 90s è loro di diritto e basta. Incapaci di fare un disco anche meno che bello, da “Parklife” a “The Great Escape” e “13”, il mio favorito è il loro quinto omonimo album, quello che segna la grande fuga dal brit-pop (genere che è stato fondamentale nella mia formazione musicale iniziata proprio a metà anni ’90, quindi cito anche altre band che adoro come Suede, Pulp, Mansun, Ash, Elastica, Supergrass, Super Furry Animals, Bluetones, Verve, Sleeper, Dodgy, Charlatans, Cast… ma potrei andare avanti davvero per due giorni interi). (What’s the story) Morning Glory è stata la prima musicassetta che ho acquistato, però ben presto la mia preferenza è volata sulla band rivale della scena brit-pop.
I mitici Blur qui non dimenticano il favoloso lato pop della loro musica, ma abbracciano a questo giro molte altre sonorità, dall’indie-rock americano al grunge, dall’elettronica passando pure per il country e il punk fino ai primi esperimenti di quel che Damon Albarn farà in futuro con i Gorillaz (in “On your own”).
Un disco grandioso e quella bomba di “Song 2” in meno di 2 minuti fa saltare per aria per intero tutti i tuoi pseudo dischi, Mr. Ford, ma quello “It’s not my probleeeeem”!
WOOOOOOOOOOH
OOOOOOOOOOOOH!
Mr. James Ford Onestamente, anche io ho sempre preferito Albarn e i suoi esperimenti ai poco simpatici e parrucconi Oasis, che ero già bello pronto a bottigliarti. Evidentemente, però, non sei partito del tutto e hai optato per una scelta saggia, affidandoti al disco che contiene uno dei singoli più tosti del decennio.
Certo, il resto dei gruppi brit pop che citi li getterei senza ritegno in un bidone dando loro fuoco ed assaporando l'odore di pappamolle bruciato di mattina, ma non voglio infierire troppo, dato che per questo ci sarà tempo.
CK Tra anni '80 e anni '90 non hai inserito un solo singolo gruppo britannico. Ma come è possibile??? C'è poco da fare, Ford: sei proprio il mio opposto!
JF E meno male: altrimenti che Blog Wars sarebbero state!?


2. Smashing Pumpkins “Mellon Collie and the Infinite Sadness” (1995)
CK Il doppio disco simbolo per eccellenza della depressione teen degli anni Novanta. Poteva forse mancare dalla mia lista? Abbelli, non direi proprio. Questo è un manuale della poesia rock anni Novanta con una serie infinite non solo di sadness ma anche di canzoni inni: “Bullet with Butterfly Wings”, “1979”, “Zero”, “Bodies”, quel capolavoro totale di “Tonight Tonight”. Ma quando mai i tuoi artistucoli l’hanno scritta una canzone così BELLA, dai Ford, quando mai? E tengo fuori gli altri album pumpkinsiani “Siamese Dream” e “Adore” che pure da soli sono più belli di tutti i tuoi dischi messi insieme.
Questa è la musica con cui sono cresciuto, se ti sta bene ok. Se non ti sta bene vai a nasconderti dietro una maschera con i tuoi amici Slipknot!
Oltre al rap che ti beccherai dopo, ti dedico intanto anche una canzone:

“1979 (Cannibal Kid Remix)”
Ford sei nato nel 1979,
i cannibal kids per te non trovavano mai il time
i metallari noi li tiravamo sotto nella street
penso io e te non dovremo mai e poi mai meet

e a me non frega un cazzo se
ti piace il tuo vecchio blues
ma proprio non so
come ti ascolti anche il Guccio
penso sia perché
hai il cerume nelle orecchie, oh no?

la strada si scalda per il mio suono come un forno
hey Mr. Ford, non vedi che non hai più nessuno intorno?

JF Povero Cannibale, se penso che tu, nel tentativo vano di ottenere un vantaggio, critichi tutti i miei dischi incondizionatamente senza conoscerli e invece io i tuoi li posseggo e conosco praticamente tutti, un pò mi fai tenerezza. Ma solo un pò.
Concordo sulla potenza e la bellezza di questo album fondamentale, ma potevo io inserire uno dei manifesti della depressione nella mia lista? Non credo proprio.
Caro Kid, non sei altro che il Dandi della blogosfera, ed io, da buon Bufalo, non avrò pace finchè non ti avrò tolto di mezzo!
E per rincarare la dose, ti schiaffo una bella risposta alla tua canzonetta:

ZERO (Mr Ford Remix)
La mia forza, antagonista,
non sta nell'essere re della pista,
non ne ho bisogno, caro il mio zero,
spezzo il tuo sogno, ma per davvero!

Tieniti stretta una preghiera,
soprattutto quando vien sera,
con Ozzy mando Guccio
a ribaltare il tuo lettuccio.

Suicidio e solitudine, malinconia e disperazione,
me le mangio a colazione perchè sono un bruto, un bruto, sì!

CK Tu i dischi della mia lista li possiedi, perché ti piacciono e ti devi quindi inchinare alle mie scelte indiscutibilmente meravigliose. Io molti dei tuoi dischi merdavigliosi non li ho perché mi fanno schifo. D'altra parte puoi mica pretendere che abbia un disco di Kid Rock? Oh, nei 90s i dischi si pagavano e 40mila delle vecchie lire le buttavo nel cesso piuttosto che per un disco sciacquone del genere. E comunque, tu come i tuoi ometti mascherati da Kiss e Slipknot sei solo un duro di facciata e di apparenza e a colazione mangi giusto i Tarallucci. Per il resto del tempo passi la giornata a disegnare cuoricini intorno alla foto di Ben Harper appicciata sul tuo diario.
JF Io i dischi della tua lista li possiedo perchè ho gusti molto più variegati dei tuoi, anche se non lo ammetterai mai. Un pò come il fatto che i cuoricini sui diari, probabilmente, li metti tu, e mi usi come spaventapasseri per non deludere i tuoi fan. Ma tranquillo, io non ho paura e ho le spalle larghe. E mi mangio i Tarallucci senza problemi, intingendoli in un pò di Jack Daniels prima di venire a frullarti come si deve.
CK Li possiedi, ma se poi preferisci i dischetti di Ben Harper o Kid Rock a Ok Computer i tuoi gusti non sono variegati, ma solo avariati.

3. Nirvana “Nevermind” (1991) e “In Utero” (1993)
CK Ed eccoci arrivati alla discussione forse più attesa e pericolosa dell’intera nostra serie di blog wars: quella sui Nirvana e su Kurt Cobain. Ho scelto 2 dischi, e Mr. Ford me lo concederà dopo il doppio Johnny Cash e se non me lo concede me ne sbatto e li metto lo stesso, perché senza Nevermind non si dovrebbe nemmeno avere il diritto di parlare, degli anni ’90. Capito Ford?
Al di là di “Nevermind”, quel capolavoro universalmente riconosciuto da tutti tranne uno (il mio rivale), che ancora oggi a 20 anni di distanza è l’esperienza rock e punk più incredibile si possa provare, personalmente sono affascinato soprattutto da come Cobain abbia reagito al successo mondiale di quell’album, a come se ne sia sbattuto di quel successo, a come abbia tirato fuori un disco di puro alternative rock come “In Utero”, in cui a chi gli chiedeva un’altra “Smells like teen spirit” lui ha risposto ironicamente con “Rape me” (Strauss-Kahn: non era un ordine da seguire alla lettera!). Una fuga dal successo pazzesca da concepire, soprattutto in tempi odierni in cui a un pirla chiunque basta passare 15 minuti dentro la casa del Grande Fratello per considerarsi Dio. A Kurt invece importava solo della sua musica, non delle maledette luci della ribalta, e infatti da queste è finito per rimanerne schiacciato. Non solo da queste, comunque, ma anche dalla sua nota dipendenza da eroina e dai suoi problemi serissimi allo stomaco. E qui veniamo al punto che a Mr. Ford probabilmente preme di più: come per i Joy Division di Ian Curtis, non potendo dire nulla sul valore indiscutibile della musica va a toccare questioni personali, personalissime. Cosa ne sai tu dei dolori lancinanti allo stomaco di Kurt? Io non li conosco e quindi non mi permetto di discutere sulla sua scelta. A te comunque se vuoi li faccio conoscere con un paio di pugni ben attestati ahahah!
Comunque io preferisco giudicare gli Artisti da ciò che hanno fatto in vita, piuttosto che dal modo in cui sono morti. E se non ti piace la musica depressa, lacerante e bellissima di Kurt, che ti devo dire? A me ogni volta provoca ancora una fitta al cuore e tu se vuoi vai pure ad ascoltarti la Macarena!
JF Giustamente ricambio il favore dei sixties accettando di buon grado uno dei protagonisti indiscussi delle blog wars: Kurt Cobain.
Ovviamente tu, che sei una fashion victim della peggior specie, ti fermi alla superficie e scegli due lavori bellissimi ma invecchiati male come Nevermind e In utero preferendoli all'Unplugged, all'interno del quale sì che si notava tutta la sofferenza del leader dei Nirvana rispetto al successo che l'aveva investito, una roba da pelle d'oca che tocca nel profondo anche il sottoscritto. Detto ciò, passiamo ai punti dolenti.
Sinceramente, del mal di pancino di Cobain - forte o no che fosse - non mi frega proprio una fava secca: puoi avere tutti i mali del mondo, ma se a neppure trent'anni ti guardi attorno e hai il successo, un genio musicale incredibile, una figlia appena nata, i soldi, un pubblico che ti adora e la strada in discesa verso il mondo, e decidi di buttare tutto via perchè sei piccolo e fragile allora fanculo, sei proprio un povero stronzo che non si sarebbe meritato nulla di tutto quello che ha avuto al pari dell'ultimo dei minchioni del Grande Fratello. Ci sono persone che lottano tutta la vita per una briciola di quello che tu hai avuto, o avresti potuto avere, e tu, poverino, ha la bua al pancino e per alleviarla ti fai di eroina e se non basta la fai finita!? Bravo, complimenti.
Ma sai che ti dico, caro il mio piccolo, fragile Kurt? Non sei affatto bruciato subito, perchè non sei bruciato affatto. Tu eri morto già prima di iniziare.
E da queste parti, si ama la vita. Quindi prendi tutte le tue cazzo di stronzate, schiacciale bene nella cartuccia, e rilassati: ci penso io a premere il grilletto.
Direi che con questo ho appena sancito l'inizio della terza guerra mondiale. :)

CK Guarda, non provo pena per te (ai mostri non la concedo), ma solo per chi avrà la sfortuna di leggere, purtroppo anche sul mio blog, una delle più grandi maree di bestemmie e assurdità che mi sia mai capitato di vedere contenute tutte insieme in una volta sola su uno dei più grandi di sempre. Non solo in ambito musicale. Chi spara a zero giudizi del genere su persone e scelte assolutamente private e personali che nemmeno conosce, lui sì che per me è davvero bruciato nel cervello. O più semplicemente dentro al cranio ha solo delle scimmie urlatrici.
Ad essere invecchiati male comunque non sono certo Nevermind o In Utero (per dire, i Foo Fighters con lo stesso sound sono attualmente ai vertici delle classifiche mondiali), ma, come le tue parole oltre che le tue scelte musicali confermano: sei solo tu.
JF Kurt Cobain sarebbe uno dei più grandi di sempre in ambito musicale - e potrebbe starci - e non solo!? E cosa sarebbe questo "non solo"? Ha rifiutato i soldi, il successo, la vita? Bene, bravo, bis. Ops, niente bis. Non ci sono bis, una volta che sei schiattato.
I grandi di sempre sono ben altri. Mi vengono in mente giusto Gandhi, o, visto che sono i giorni giusti, Giovanni Falcone.
Cobain era soltanto un ragazzino viziato con molto più talento di quanto si sarebbe meritato.
Purtroppo, però, come dice il vecchio Clint, "i meriti non c'entrano, in queste cose", e così mi devo anche sopportare tutte le tue fregnacce sui mostri neanche fossi Von Trier. E poi scusa, non sei tu che sostieni la distruzione dei miti e delle leggende? Tu prenditi il resto, che io demolisco con grande piacere tutto il Nirvana dei tuoi amichetti grunge. E dopo essermeli pappati, li cago volentieri dritti in fondo all'Inferno.
CK Di Kurt e dei Nirvana rimarrà comunque per sempre l'unica cosa di cui tu non hai parlato: la musica.
JF Rimarrà, come ho più volte sottolineato, ma per me resteranno sempre un passo fuori dalla cerchia di quelli che continuerò ad ascoltare e ricordare.

4. Garbage “Garbage” (1995)
CK Questo esordio dei Garbage rappresenta il mio suono ideale in assoluto: la voce sensuale, dolce e all’occorrenza incazzata di Shirley Manson, melodie pop dietro un muro di chitarre distorte, basi elettroniche a rendere il tutto più ritmato. Per me in pratica l’estasi musicale, roba da raggiungere il Nirvana (e non a caso della band fa parte Butch Vig, il produttore di Nevermind). Canzoni mitiche come “Only happy when it rains” (sì, un inno alla depressione e al lato dark alla facciazza tua, Sunny Fordy di ‘sta cippa), “Stupid Girl”, “Queer” e la spettacolare “Milk”.
E sì: Garbage significa “spazzatura” ma in fondo al cassonetto Ford finisce solo la tua musica.
JF Dopo lo sfogo contro Cobain, sinceramente, non spreco neanche un briciolo di energia per questa roba da fighette.
Con dischi come questo non spreco neppure le bottigliate.
Se non altro, almeno sono stati onesti, e hanno rivelato la loro natura già nel nome.
CK Cos'è, sono finito su Scherzi a parte oppure in un mondo parallelo? Uno che si ascolta Kid Rock, Ben Harper e i Kiss ha qualcosa da ridire sugli spettacolari Garbage???
Ma poi spiegami: sono roba per fighette solo perché la cantante è una donna? Ah già che nella tua misogina e maschilista visione del mondo per te le donne dovrebbero starsene solo in cucina e non a fare musica. D'altra parte in 40 anni di dischi ne hai citata solo una. E se Tracy Chapman è stata per te la più grande artista musicale femminile del secolo, direi che hai una visione davvero moooolto discutibile...
JF Hai qualche problema con le donne, Cannibale? Perchè io sono tranquillo, in questo senso, con o senza citazioni. Tracy Chapman è una grande artista, troppo troppo lontana dai Garbage in toto, che mi fanno letteralmente vomitare a prescindere dal sesso. E trovo alquanto ridicolo che venga accostato il nome di Ben Harper - uno che suona, e cazzo se suona! - ad una band che, praticamente, vive di produzione, e i cui strumentisti, probabilmente, sono in grado di suonare poco più di quanto potrei fare anch'io con qualche ora al giorno di pratica per, diciamo, al massimo sei mesi.
CK Essere bravi tecnicamente è una cosa. Avere talento e fare grande musica (anche con l'elettronica, i computer e la produzione) un altro.
JF Credo che anche il tuo amico Kurt si rivolterebbe nella tomba a sentirti dire che i Garbage fanno grande musica.
CK Tra loro ti ricordo che c'è anche Butch Vig, produttore di Nevermind (ma anche di dischi di Smashing Pumpkins, Sonic Youth e Foo Fighters) e a Kurt credo proprio sarebbero piaciuti.


5. Radiohead “Ok Computer” (1997)
CK Un disco di una grandezza infinita e per me di un’emozione pura data dai geniali cambi di “Paranoid Android”, dalla voce lacerata di “Karma Police” ed “Exit music (for a film)”, ma andrebbe citata ogni singola canzone. Tu però avrai sempre giudicato i Radiohead troppo radical-chic...
Karma police, arresta Mr. Ford per favore, suona come una stazione non sintonizzata sulla frequenza giusta: quella dei Radiohead. Se si chiamava KO Computer sarebbe stato il tuo disco, caro vecchio antiquato Ford. Peccato sia il contrario e ad andare KO sarai solo tu (vedi il mio rap successivo).
JF Qui non ho nulla da dire: è un disco che anche io ho amato moltissimo, e nella mia decina non è entrato soltanto perchè ho in serbo un loro lavoro - il mio preferito di Yorke e soci - per gli anni zero. Ogni tanto, in mezzo al delirio mentale che lo domina e lo porta a scelte discutibili come quella dei Garbage, anche il Cannibale ha momenti di lucidità.
Meno male, altrimenti a furia di menare bottigliate finivo per dislocarmi una spalla!
CK D'altra parte sei solo capace a fare il figo contro i morti... Ma tanto tranquillo che te le pigli pure da loro!
JF Sinceramente, a Thom Yorke potrei dare una manica di botte anche da ubriaco. Quindi mandamelo pure, se proprio ci tieni!


6. Bjork “Post” (1995)
CK La folletta (in tutti i sensi) islandese è stata tra le prime ad avvicinarmi alla musica elettronica, flirtando con i suoni della fantastica scena trip-hop del periodo (cito Portishead, Massive Attack, Tricky e Lamb rimasti fuori a malincuore dalla mia lista). Pure “Debut” e quella meraviglia assoluta di “Homogenic” sono degli spettacoli di dischi, però è da qui che ho cominciato ad amarla e a seguirla in tutte le sue mutazioni.
“Army of me” è una bomba atomica che ti riduce come Hiroshima, Ford non mon amour.
Ma soprattutto ti invito a risentirti “It’s oh so quiet”, giusto per capire cosa voglia dire innovare all’interno della tradizione. E poi fila dritto a casa zitto.
Shhhhh
Shhhhh
JF Mi stupisco che un ragazzino moderno e sempre attento all'innovazione come te, caro antagonista, possa addirittura citare Hiroshima mon amour, ma evidentemente la mia influenza sui film Classici sta cominciando a dare i suoi frutti.
Detto questo, grande rispetto per la folletta, che ha regalato una serie di dischi incredibili e pezzi memorabili come l'appunto esplosivo Army of me.
Perchè lo so che Cannibale continua a pensare che io stia a mangiare carne crude nella prateria tutto il tempo, ma la scena elettronica degli anni novanta la conoscevo quando ancora lui si schiacciava i brufoletti ascoltando le sigle dei cartoni animati.
Lavori come Dummy o Mezzanine, giusto per citare i più universalmente noti, sono rimasti fuori dalla mia decina solo per una questione di scelte di cuore, più che di ragione.
Perchè come già più volte detto, il cowboy Ford resta clamorosamente più eclettico nelle sue scelte del settoriale e radical chic Cannibale.
CK Mi stupisco che un vecchio dentro come te riesca a usare un computer.
Eclettico tu? AAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAAAH che risate! A parte AAHAHAHAHAHAAAAAAAAAAHAHAH - scusa ma questa è la battuta più divertente che ti abbia mai sentito raccontare - ok, mi ricompongo e torno serio: a parte qualche rara eccezione che hai messo giusto per fingerti alternativo e chic come me -tentativi tra l'altro falliti miseramente-, quella che ci hai proposto finora qui in questi 40 anni musicali è stata solo la più grande rassegna di pseudo cantautoroni finto machi mascherati cui io abbia mai assistito. E sinceramente me la sarei anche risparmiata.
JF Io, almeno, ho osato. Tu sei stato al calduccio nelle tue pantofoline da britpopparo elettronico senza mai uscire dal seminato. Meno male che dici di amare gli innovatori!
CK Confondi l'osare con proporre dischi che fanno semplicemente schifo. Bjork, Thom Yorke, Chemical Brothers, Damon Albarn, Trent Reznor... di innovatori io ne ho parecchi, tu chi hai? Ben Harper???
JF Non ho mai detto che non siano stati innovatori, i nomi che citi. Provocavo solo dicendo che non lo sei stato tu, con le tue scelte prevedibili. ;)
CK Quindi per il gusto di fare l'innovatore avrei dovuto escluderli? Ormai ti stai arrampicando sugli specchi, Ford...
7. Chemical Brothers “Dig your own hole” (1997)
CK La scena elettronica degli anni Novanta è stata un autentico spettacolo, tra Prodigy, Fatboy Slim, Underworld, Orbital, Goldie, Daft Punk (ma di loro credo riparleremo nel prossimo decennio…). Ovviamente tu Ford manco sai di che sto parlando… La mia scelta comunque è caduta sul disco più notevole dei fratelli chimici.
Un album ancora oggi di una potenza devastante dall’inizio alla fine, alla faccia delle tue banderuole oramai strasorpassate che non ascoltano più nemmeno nei peggiori bar per motociclisti zarri. Questa è la psichedelia di oggi e i King Crimson li possiamo vedere giusto visitando Jurassic Park. Quando partono le note di “Block rockin’ beats” e “Setting Sun” la voce di quel certo Mr. James Ford che ripete “anni Novanta depressi bla bla bla” è solo un rumore di fondo che il DJ sfuma via veloce. Mentre tutto il mondo balla senza sosta tu te ne stai seduto in un angolino insieme al tuo triste wrestler Randy the Ram sparito nel nulla con gli anni ’80, proprio come il vostro sport preferito. Chi fa festa, adesso? Chi? Oh cavolo, Ford, è già mezzanotte, forse è meglio se lasci il locale, ché al ricovero c’hai il coprifuoco.
Come dici?
Parla più FORTE che non ti sento, la musica è troppo ALTA. Mi spiace, ma proprio NON TI SENTO FORD!
JF Cannibale, guarda che mentre tu stavi in pista a ballare agitando tutto il tuo corpicino da teen Randy the Ram giocava al pompiere in compagnia della tua accompagnatrice.
Come dici!? Che questo pezzo è fighissimo da ballare!?
GUARDA CHE RANDY THE RAM E' CHIUSO NEL BAGNO CON LA TUA RAGAZZA!
Lo so che non si sente niente! E' la musica, troppo alta!
CK Sì, bravo bravo. Intanto sia lui che te senza dosi ingenti di Viagra in bagno vi chiudete solo perché siete incontinenti e ve la fate continuamente sotto. D'altra parte tra wrestler e gruppi sfigati mascherati vari, fate bene a farvela addosso dalla paura!
JF Il giorno in cui io avrò bisogno del viagra tu e i tuoi amici eroinomani non avrete più bisogno di rifugiarvi nei vostri nirvana artificiali. Quindi temo che sarà molto, molto lontano.


8. Jeff Buckley “Grace” (1994)
CK No, ma questa devi proprio spiegarmela, Ford.
Kurt Cobain e Ian Curtis, che avevano seri problemi fisici (stomaco ed epilessia), tu li consideri dei depressi malati di mente. Jeff Buckley e Jim Morrison, le cui morte sono molto misteriose, solo perché ufficialmente non sono stati riconosciuti suicidi invece sono ok. Sei per caso un suicidofobo?
Bah, io come detto comunque preferisco giudicare gli artisti in base alla musica e la grandiosità, l’intensità, la profondità, la grazia del disco di Jeff Buckley ci trova per una volta d’accordo. C’è davvero da intonare un “Hallelujah”!
JF Non spreco altre parole su Cobain, Curtis e la mia posizione rispetto ai loro suicidi.
Grido solo Halleluja!, perchè con questo disco si toccano vertici così alti e mitici da mettere d'accordo perfino noi.
Jeff rules!
CK Hai detto bene: "sprecare" parole. Vuoi regalarci qualche perla pure su Van Gogh?
JF Appena facciamo un post sulla pittura, volentieri. Tu ce la fai, nel caso?
CK Sì, se vuoi ti faccio anche un disegnino dove ci sono io che getto i tuoi dischi nel cesso.

9. Nine Inch Nails “The Downward Spiral”
CK Sorry Fordy, ti tocca beccare un altro po’ di depressione esistenziale più che adolescenziale, con Mr. Self Destruct ma oggi anche premio Oscar Trent Reznor. Indeciso con il grandioso doppio The Fragile in cui anticipa le sue future doti da compositore di colonne sonore, alla fine ho optato per questa spirale discendente nelle profondità dell’abisso umano.
Riascoltato oggi è ancora un disco di un impatto estremo e violentissimo, seppure anche con sapienti momenti di dolcezza (o quasi), come nella conclusiva “Hurt”, poi ripescata dall’amato (per una volta da entrambi) Johnny Cash. Almeno sulla grandezza di questa canzone converrai pure tu. Altrimenti, parafrasando Trent:
“Fooooord is deeeead.
And noooone caaaaares!”
JF Un disco depresso, è vero, ma anche energico e grandioso, tra i più riusciti del decennio, ma distante per approccio dal punto di vista fordiano tutto chitarra e fuoco da campo.
Tanto che Hurt, un pezzo incredibile, è stato riportato alla mia mitologia grazie a Johnny Cash, che ha preso il lavoro stupefacente di Reznor portandolo ancora più in alto.
Ma di questo parleremo nel prossimo decennio.
CK Un disco distante dal punto di vista fordiano? Non finirò mai di ringraziarti, Trent!!!
JF Dovresti ringraziarlo davvero, perchè lui è uno che è cresciuto e si è evoluto. Mica come il teen spirit!

10. Lauryn Hill “The Miseducation of Lauryn Hill” (1998)
CK La voce di Lauryn Hill è un miracolo, basti sentire la sua rilettura di “Killing me softly” su quell’altro capolavoro hip-hop che è “The Score” dei Fugees (quello dei Fugees ricordo che è stato il primo cd in assoluto che ho comprato). In questa miseducazione solista ci insegna tutto quello che c’è da sapere sullo stile del soul, sulla classe dell’R&B e sulla cazzutaggine del rap. Tutto realizzato da una donna sola, una persona di grande ispirazione che mi dà anche il pretesto per presentare un mio nuovo rap.
Ecco un freestyle dedicato a te, Mr. Ford.
Vuoi il wrestling? Io ti do la boxe…
In ogni caso te le prendi!

DING
Round round round: round uno
se tu sei il mare io sono il Dio Nettuno
se sei una foglia io son l’autunno e ti faccio il culo
se tu sei Berlino io ti tiro su un muro
ma sei un finto duro
te sciogli al sole come er buro

DING
Round round round: round due
tiro più io di un pelo di figa su un bue
se non ti piace quello che vedi metti pure Rai2
dico tante cazzate ma sempre meglio delle tue
come gli Spandau: I know this much is true
vai in un angolo a piangere ue ue ue

DING
Round round round: round tre
pensi sia arrivata per te l’ora del the?
No ti sbagli ti butto giù a colpi di karaté
Mr. Ford lo conoscete? Io non so chi cazzo è
uno che le piglia da me è peggio di un bebé
sì lo so adesso me ne vado pure io a caghé

DING
Round round round: round quattro
ti senti sotto assedio? No, sei sotto sfratto
questo è un ricatto
perché io non conosco il tatto
proprio me ne sbatto
adesso me ne sto quatto quatto
poi scatto e ti schiaccio come un ratto
hai capito bene? sì, esatto
dichiaro scacco matto!

DING suona la fine dell’incontro e t’ho mandato K.O.
DING è giunto il tuo ultimo giorno e gridi solo: “No no no!”

JF E così, neanche il tempo di credere che tu possa essere rinsavito, che piazzi come ultimo disco un album sopravvalutatissimo che non ha nulla a che spartire con gli immensi dischi di genere black e hip hop usciti nel corso di un decennio ricchissimo, che ha visto protagonisti Notorious, i Wu Tang, Erikah Badu, i Roots e miei adorati Cypress Hill.
E tu, scellerato, scegli Lauryn Hill!? Avrei approvato con molto più entusiasmo un disco bellissimo come Crazysexycool delle TLC, piuttosto.
Ma del resto, da uno che preferisce 2Pac a B.I.G. non c'era da aspettarsi altro.
E alla tua boxe freestyle non posso che rispondere con un pò di sano wrestling.

Pyros, intro, musica sparata,
questa per Cannibale non è una gran serata,
perchè sul quadrato non c'è Cobain,
ma Ford, che non è l'event, ma il main!

Qui non ci sono round, solo una gabbia
colpi così forti da ridurti come sabbia,
un superkick dritto sulla faccia
le tue rime fasulle son ridotte a carta straccia!

Il pubblico inneggia, fiato sospeso,
e tu sei a terra, lungo e disteso,
volo dalla cima, come un luchador,
e Beck in prima fila canta "sei un perdedor"!

Caro Cannibale, qui sei nel mio campo,
avversari come me non sono del tuo stampo,
e mentre festeggio il titolo mondiale,
a te non resta che piangere: il vecchio Ford ti ha fatto male!

CK I miei dischi possono anche essere sopravvalutati, la gran parte dei tuoi no perché mai nessuno li ha considerati di alcuna rilevanza nè per la storia della musica, nè per gli anni '90, nè per l'anno in cui sono usciti e nemmeno per il giorno in cui sono stati pubblicati. Lauryn Hill è grandiosa, ma da chi osanna Kid Rock e insulta Kurt Cobain ormai ho perso ogni speranza che sia anche solo lontanamente recuperabile. Comunque ecco le mie rime fiche in risposta alle tue parole stitiche.

Hai fatto su un gran baccanale, certo non mi hai fatto del male
sei giusto un vecchio maiale, il proverbio cinese dice: "Fold vai a cagale!"
delle robe che hai detto potresti fare lo spelling?
visto che a me e al resto del mondo non frega un cazzo del wrestling

La tua musica dell’ano è proprio roba da matti
ti caccio via da Milano insieme alla Moratti
guarda invano cadere il tuo Fordismo
è superato ormai come il Berlusconismo

Il pubblico sta tutto dalla mia parte
perché tu manco hai idea di cosa sia l'arte
fetente sai solo scherzar con la morte
lascia la musica a me, tu meglio se ti dai alle torte

Le tue rime -scusa se sbadiglio- sono rugose
quanto le mie -lontane da te un miglio- son goduriose
hey di Kid in giro c'è solo Cannibal
Kid Rock lo do a merenda a Lecter Hannibal

Meglio di Lauryn Hill le TLC?
guarda smettila di prendere l'ecstasy
ti senti tanto crazysexycool?
ah Ford, ma vai a dar via il cul!

Ti fingi figo con i Beastie Boys
quando in autoradio ascolti solo i Backstreet Boys
ah no, scusa, fa niente
nemmeno hai ancora la patente
quindi vedi di lasciar riposare in pace Kurt
e vattene a fare un giro coi bimbi sui go-kart!

JF
Guarda bene, insulti anche il cinese
è proprio vero che il tuo rap è senza pretese,
vuoi lo spelling? Certo, subito servito
lo batto come morse - crack! - dito per dito!

Kid, arrivi tardi, me ne sono già andato,
ma tu, come la Moratti, presto finirai cacciato!
Perchè di Cannibale la dottrina
la può seguire sol chi si fa d'eroina!

Meglio re all'inferno che servo in paradiso,
scriveva John Milton con il sorriso,
ma tu, oltre a ridere, non sai campare,
altro che Joker, ti devi ritirare!

Le rughe sono tutta, tutta esperienza,
cicatrici di vita, viva la Resistenza,
tu che sei imberbe, oltre che strafottente,
a parte la tua casetta non conosci niente!

Ai Prodigy lascio pasticche ed illusioni,
mi tengo il fuoco, e le mie canzoni.
Perchè i tuoi drift sono fatti da catorci,
e le mie parole tutte perle ai porci.

La patente, tranquillo, non ho fretta arriverà,
anzi è già qui, anche solo per metà.
Così al momento giusto, sfrecciando senza freno,
troverò il piccolo Kurt, in culo all'arcobaleno.
E con forza schiaccerò quello che è il vero peccato,
da una vita vissuta essere scappato.

CK
Sai qual è il tuo problema con Cobain?
tutta invidia perché non hai talento che scorre in vein
prova prova -dai!- tanto sarà solo in vain
lascia stare -ahi!- per te arriverà solo del gran pain

JF
Al buon, vecchio Kurt - poverino, che pena! -
è l'eroina l'unica cosa a scorrere in vena,
e l'invidia non ce l'ho, perchè lui sta sotto terra,
e invece io son qui dei blog a far la guerra!

E così dopo una lunga battaglia senza tregua e non priva di colpi bassi, abbiamo esaurito anche gli anni '90.
La prossima settimana ci sarà l'ultimo scontro sul ring musicale. Tema, ovviamente, gli ANNI ZERO!

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