mercoledì 26 agosto 2009

piccoli film

Charlie Bartlett
Dolce far niente. Ho visto un sacco di film ultimamente. Alcuni sono delle autentiche stronzate. Mi chiedo come facciano delle sceneggiature così idiote a ottenere milioni di dollari di finanziamenti. Il problema della maggior parte di tali pellicole è che, oltre che idiote, sono veramente noiose.
Poi ci sono film piccoli, film che bisogna andarsi a cercare su internet o in fondo all’ultimo ripiano polveroso del Blockbuster. Film che a volte nemmeno escono in Italia come Cashback, o se va bene vengono distribuiti solamente in DVD, senza uno straccio di promozione, com’è il caso di questo Charlie Bartlett. Semplicemente, una pellicola intelligente. Con intelligente io non intendo qualcosa di necessariamente impegnato, intellettualoide o culturale. Intendo solo un film ben scritto che intrattiene e non fa annoiare per nemmeno un istante della sua durata.
Charlie Bartlett è un Personaggio, una specie di incrocio tra Amelie e Alicia Silverstone in Clueless – Ragazze a Beverly Hills, solo in versione maschile. A interpretarlo c’è il giovane talento Anton Yelchin, come suggerisce il nome di origini russe, già visto in Alpha Dog e nel telefilm Huff. Se in quella serie era il figlio di uno psichiatra, qui diventa lui stesso una sorta di psicologo per gli altri studenti della sua scuola, che riuscirà ad aiutare in diversi modi: attraverso le parole e attraverso pillole magiche come Ritalin, Prozac e Xanax. Il preside del liceo, con cui si scontrerà più volte, è Robert Downey Jr., mentre la sua tipa è Kat Dennings, protagonista di quell’altra figata di piccolo film che è Nick & Norah – Tutto accadde in una notte. Non ci sono effetti speciali qui dentro, né esplosioni. Solo ottimi personaggi e una sceneggiatura interessante, vicina alle atmosfere di Juno e delle migliori commedie anni Ottanta, che non ti fa chiedere: “Dio, ma quanto manca alla fine?” come invece spesso capita per tanti pompatissimi blockbusteroni. Viva i piccoli film. Viva Charlie Bartlett.
(voto 7,5)
Thumbsucker – Il succhiapollice
Justin è un adolescente come tanti. A parte un piccolissimo particolare: ancora si succhia il pollice. Non riesce a smettere. Un ciuccellone, direbbe Bart Simpson. A scuola è insicuro, con i genitori va di merda, con le ragazze una frana. Ma il giorno in cui comincia a prendere il Ritalin, tutti i suoi problemi scompaiono. Al chè, dopo aver visto Charlie Bartlett e questo film, mi è venuta una dannata voglia di farmi anch’io di questo miracoloso medicinale. Sembra meglio del Vicodin del Dr. House!
Thumbsucker non si fa mancare niente. È un film indipendente scritto e diretto da Mike Mills (da non confondere con l’omonimo bassista dei R.E.M.), ha musiche del rimpianto Elliott Smith e di quei fricchettoni dei Polyphonic Spree, un cast che comprende giovani promettenti (Lou Taylor Pucci, Kelli Garner) nonchè attori noti: un Keanu Reeves filosofeggiante, Vince Vaughn, Vincent D’Onofrio e il premio Oscar Tilda Swinton. Però partendo da un’idea così originale, l’immaginazione volava verso un andamento più imprevedibile e visionario di quanto proposto. Riuscito solo in parte. Ciucciatevi il calzino!
(voto 6)
Sguardo nel vuoto (The Lookout)

Una cazzata. Fari spenti nella notte. Uno stupido incidente in macchina. E… crash. Sguardo nel vuoto. La tua vita cambia per sempre. Niente sarà più com’era prima. Coma e risveglio. Ogni giorno la vita è dura. Tutto quello che vuoi è tornare ad essere la persona che eri. La via d’uscita arriva una bella serata. Una ragazza (stupenda) incontrata in un bar. Dei nuovi amici. Ti coinvolgono in una rapina in banca. “Puoi tornare ad essere quello che eri una volta,” ti dicono. Puoi riprenderti ciò che ti spetta. “Chi ha i soldi ha il potere,” ti dicono anche. Tu ci credi. È la tua unica occasione per cambiare lo stato delle cose. Ma tutto può tornare davvero come un tempo?
Per un grande film ci vuole un grande attore. Ed è Joseph Gordon Levitt lo sfortunato protagonista di questo intenso drama. C’è qualcosa in lui. Ha gli stessi occhi tristi di Heath Ledger. Apparentemente i due non si somigliano per niente. Australiano biondo con look da surfer Heath, moro dai tratti orientaleggianti con look da teenager nerd Joseph. Eppure i due, che hanno diviso il set ai tempi dello shakespeariano 10 cose che odio di te, hanno lo stesso identico sguardo. Le stesse espressioni. Lo stesso modo di fare. Se c’è un erede di Heath Ledger, un erede con lo stesso enorme talento, beh questo è Joseph Gordon Levitt. Presto ancora sugli schermi nella commedia già cult negli USA: 500 giorni insieme (500 days of summer).
(voto 7,5)
I fratelli Grimm e l’incantevole strega
Rivedere Heath Ledger in azione è sempre un piacere. Un’autentica lezione di recitazione. Assolutamente non riuscito invece il film nel suo complesso. Peccato, perché le premesse erano ottime: Terry Gilliam con le sue inquadrature oblique e il suo sguardo grottesco alle prese con l’immaginario fiabesco dei Grimm. Ma la realtà è molto più terribile della fantasia, come dice uno dei personaggi, e i tempi d’oro dello strepitoso L’esercito delle 12 scimmie sembrano davvero lontani; il pastiche che viene fuori risulta scotto e poco saporito. La somma degli elementi non dà il risultato sperato, confluendo in una storia bislacca e noiosa. Soporifera. Yawn, sto ancora sbadigliando. Assurdo poi che in Italia all’incantevole strega Monica Bellucci sia stato dato l’onore della nomina nel titolo: compare infatti per due inquadrature circa e tra l’altro parla con la voce della Samara di The Ring (chè è pur sempre meglio della voce solita della Bellucci). Confido tuttavia nel prossimo film di Terry Gilliam, Parnassus. L'ultima occasione per vedere all'opera Heath Ledger.
(voto 4)
Dear Wendy
Un’originale riflessione sul potere e il fascino esercitato dalle armi, in un’America idealizzata vista con occhi danesi: infatti a sedere in cabina di regia vi è Thomas Vinterberg, l’autore di Festen e del sottovalutato Le forze del destino, mentre la sceneggiatura porta la prestigiosa firma di Mr. Lars Von Trier, celebrato e discusso autore di Le onde del destino e Antichrist.
In un piccolo paesino di minatori (che ricorda un altro film di Von Trier, Dogville) un ragazzo fonda una strana associazione di pacifisti muniti di armi, chiamati Dandies. Il potere ammaliatore delle pistole è però troppo forte per potergli resistere e l’utopia di possederle senza usarle contro altre persone è destinata a fallire.
Il cast è quasi da teen movie, con il Billy Elliot cresciuto Jamie Bell e lo Sherminator di American Pie, ma la storia nasconde significati decisamente più profondi, seppur non sia priva di un’ironia beffarda. L’atmosfera è quasi da piccolo western moderno ed è impreziosita da una straniante colonna sonora piena di successi degli Zombies, uno dei migliori gruppi pop-beat degli anni 60.
Sicuramente uno dei migliori e meno scontati film sul tema delle armi, insieme al consigliatissimo Lord of War, con Nicolas Cage e Jared Leto.
(voto 7,5)
Black Snake Moan
Christina Ricci è una ninfomane. Dopo appena due ore che il suo boyfriend Justin Timberlake se n'è partito per l’Iraq, lei è già finita a letto con uno. La sera stessa va con un altro ancora e poi finisce in mezzo a una strada malmenata. A salvarla dallo sprofondamento negli abissi della carne ci proverà il bluesman Samuel L. Jackson, legandola con una catena come si fa con i cani feroci.
Black Snake Moan, il lamento del serpente nero, è un film torbido, caldo, strambo, molto sud degli Stati Uniti e ci riporta finalmente una Christina Ricci in forma come un tempo e sexy come mai prima. Un vero serpente velenoso tornato a mordere.
(voto 7+)
Primer
Viaggi nel tempo. Un tema affascinante come pochi già sviscerato al cinema da diverse pellicole, chi in maniera più divertente (Ritorno al futuro), chi con stile visionario (Donnie Darko, L'esercito delle 12 scimmie). In questo piccolissimo film indipendente costato solo 7.000 dollari e premiato al Sundance del 2004 è tutto meno spettacolare, ma non meno intricato. Cosa fanno un gruppo di appassionati di informatica e fisica quando si ritrovano in un garage? Mettono su una band rock’n’roll? Giocano a Guitar Hero o a calcio Balilla? Certo che no. Si mettono a fare degli esperimenti scientifici e in maniera totalmente amatoriale, con spirito molto hacker, mettono a punto una macchina del tempo. Allora la loro vita sì che si incasinerà. Se vi piacciono i film intricati, al limite dell'umana comprensione, alla Memento tanto per intendersi, questo è pane per i vostri denti. Ah, in Italia Primer non è mai uscito ed è disponibile solo in versione sottotitolata. Naturalmente.
(voto 7)

3 commenti:

  1. sono perfettamente d'accordo con te...questa estate poi sono usciti film veramente orribili che mi sono sorbita solo perchè la programmazione nelle sale è stata statica per tutta l'estate!!
    un bacio e buon ritorno alla normalità!!

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  2. Ciao...ti rispondo qui...a me va tutto bene...è vero è da un pò che nn scrivo niente di nuovo...cmq ho in mente qlk...devo solo mettermi e scrivere;)

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