martedì 28 gennaio 2014

SUNDANCE FESTIVAL: I PREMI 2014 E IL VINCITORE 2013 FRUITVALE STATION



Lo scorso weekend si è concluso il Sundance Film Festival, il Cannes del cinema indie americano. I nomi più hip e soprattutto più hipster della Hollywood alternativa si sono mossi tutti nella fredda cittadina dello Utah per presentare le loro nuove pellicole.

Chi ha vinto, quest’anno?
Il grande trionfatore è stato Whiplash, diretto da Damien Chazell, pellicola con l’emergente Miles Teller nei panni di un batterista jazz che, alla ricerca della perfezione musicale, perde la sua umanità… Storia intrigante, per un film che si è portato a casa sia il Gran Premio della Giuria che quello del pubblico.


Tra gli altri film premiati ci sono poi stati il cileno/francese To Kill a Man, l’etiope Difret, l’australiano Sophie Hyde for 52 Tuesdays, il norvegese-olandese Eskil Vogt for Blind, i britannici Ula Pontikos for Lilting e God Help the Girl e gli americani Imperial Dreams, Cutter Hodierne for Fishing Without Nets, Craig Johnson & Mark Heyman for The Skeleton Twins, Christopher Blauvelt for Low Down e The Octopus Project for Kumiko, the Treasure Hunter e Justin Simien for Dear White People.
Finito con l'elenco dei vincitori?
Finito e l'elenco dei premi nelle categorie dei documentari ve li risparmio.

Il Sundance propone pellicole spesso interessanti e che rappresentano il volto più fresco e originale delle tendenze cinematografiche americane. Pellicole che spesso da noi ovviamente non arrivano. Persino i film vincitori sono spesso ignorati dalla distribuzione italiana, a parte qualche caso come Fuga dalla scuola media – Welcome to the Dollhouse, The Believer, Un gelido inverno – Winter’s Bone o Re della terra selvaggia – Beasts of the Southern Wild, arrivati comunque dalle nostre parti in ritardo clamoroso e in 2 sale in croce.

Per celebrare questo sempre vitale Festival, io vi propongo non il film vincitore dell’edizione 2014, che a me nello Utah non m’hanno mica invitato 'sti maledetti, bensì quello trionfatore dello scorso anno: Fruitvale Station, che si era portato a casa sia il Gran premio della giuria che quello del pubblico, oltre che il premio di miglior debutto al Festival di Cannes 2013. Attualmente si trova in rete con sottotitoli italiani e a marzo sembra sarà persino distribuito nelle nostra sale con il titolo Prossima fermata: Fruitvale Station. Incredibile!

Prossima fermata: Fruitvale Station
(USA 2013)
Titolo originale: Fruitvale Station
Regia: Ryan Coogler
Sceneggiatura: Ryan Coogler
Cast: Michael B. Jordan, Melonie Diaz, Octavia Spencer, Ariana Neal, Ahna O’Reilly, Kevin Durand, Chad Michael Murray, Marjorie Crump-Shears
Genere: tutto in una notte
Se ti piace guarda anche: La 25ª ora, Rampart, End of Watch – Tolleranza zero, Collateral

Fruitvale Station è un film tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto a San Francisco, California, USA, nella notte di Capodanno del 2009.
State già sbuffando?
Vi ho visti, non potete negarlo.
Lo so, le pellicole tratte dalla cronaca spesso non sono il massimo, perché devono aderire ai fatti, non si possono concedere troppe licenze artistiche, devono far fronte al confronto con i veri personaggi, che poi se no i famigliari si lamentano e scrivono ai quotidiani in lacrime. Per carità, certe volte fanno bene, come nel caso di certe patetiche revisioni storiche fatte dalle fiction Rai, ma in altri casi si devono rendere conto che un film è comunque un film.

"Dimmi te se devo essere l'unico al mondo ancora con un cellulare a conchiglia."
Tutta questa premessa per dire comunque che no, Fruitvale Station non è la classica pellicola su un fatto di cronaca. Oddio, nella parte finale lo diventa un pochino, però era inevitabile. Per il resto, si tratta di un film che parla di una vita, non di un caso di cronaca di quelli che farebbero felici Salvo Sottile, e non si limita nemmeno a essere soltanto il racconto di un episodio di razzismo. Per di più, si tratta di un film bello.
Perché questo film è bello?
Difficile spiegarlo. Perché Jennifer Lawrence è bella?
Non c’è un perché. È così e basta guardarla per capirlo. Lo stesso vale per questo film.
Se proprio vogliamo cercare di esprimere il suo fascino con parole, possiamo dire che Fruitvale Station è una di quelle pellicole che ti fanno sentire vicine al loro protagonista, in questo caso il 22enne Oscar Grant, un ragazzo dei sobborghi di San Francisco che cerca di “tirare avanti”. Ha una figlioletta, convive con una ragazza latina, è appena stato licenziato, è uscito da poco di galera, sta cercando di uscire pure dallo spaccio di droga. È la notte di Capodanno e la sua vita già parecchio travagliata può ancora prendere qualunque binario. È la notte di Capodanno ed è un nuovo inizio.

"Al prossimo che dice che somiglio a Selena Gomez gli stacco le palle, chiaro?"
A interpretare Oscar Grant troviamo un ottimo Michael B. Jordan, già visto nella serie tv Friday Night Lights e nel film Chronicle, uno che, se non si sputtana con delle pellicolette commerciali, potrebbe persino ambire al titolo di Michael Jordan del cinema. Senza B. in mezzo. Solo che adesso c’è chi lo indica tra i possibili protagonisti della nuova versione dei Fantastici 4 e quindi il rischio di finire invischiato nelle paludi delle porcherie hollywoodiane è già forte.
In attesa di vedere come procederà la sua carriera, possiamo gustarcelo qui, un tutt’uno con il suo personaggio. Un giovane uomo come tanti, che si trova a dover fare i conti con il suo passato, in una maniera non troppo distante dall’Edward Norton de La 25ª ora.
Da segnalare inoltre nel cast la promettente caliente Melonie Diaz, una versione tettona di Selena Gomez, e una breve apparizione di Chad Michael Murray, per anni bravo ragazzo di One Tree Hill che qui, in pochi istanti, cambia radicalmente la sua immagine da buono a cattivo. E chissà che ciò non faccia bene alla sua carriera, arenatasi da quando ha abbandonato la serie tv teen.
Sarà curioso vedere in che direzioni procederà pure la carriera dell’esordiente Ryan Coogler, regista e sceneggiatore della pellicola. La sua opera prima è puro Sundance style: racconta una storia piccola ma grande, ci propone un personaggio comune, è una produzione low-budget girata con uno stile realistico con poche quanto riuscite concessioni poetiche. Insomma, tipico stile Sundance, eppure allo stesso tempo lontano da certo cinema indie hipster fighetto, che pure mi piace ed è ben riassunto in questo simpatico video-parodia.



Fruitvale Station non rappresenta un nuovo modello per la cinematografia indipendente americana e non è un capolavoro totale, ma i ricevimenti che ha ottenuto se li merita. Perché riesce a trasportare un fatto di cronaca in una cornice da grande cinema, con una sceneggiatura perfettamente architettata che rimanda a pellicole che si svolgono tutte in poche ore come Collateral e Margin Call. Perché è un film onesto, sentito, neo neorealista senza essere neo neopalloso. Un film non tanto di cronaca nera, quanto di vita vera.
(voto 7,5/10)



9 commenti:

  1. Quel video-parodia lo adoro!! Condensa alla perfezione il mio astio innato nei confronti del genere wannabe-independent Sundance!! :)))

    RispondiElimina
  2. Seguo il Sundance da molto tempo.
    Forse l'indipendente sta andando troppo di moda ...
    Penso che comunque il film lo vedrò

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, ma questo è un indipendente piuttosto indipendente dalla moda indipendente del momento.
      chiaro?

      Elimina
  3. Pare interessante, e anche in parte fordiano.
    Vedo di recuperarlo, considerato il periodo di quasi accordo. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. interessante e fordiano nella stessa frase non c'azzeccano proprio, sorry ;)

      Elimina
  4. Si, proprio un gran bel film Fruitvale. L'ho visto ieri sera e devo ammettere che a parte il finale, come dici un pò retorico, è davvero un gran bel vedere. Diciamo che ha quel non so ché... molto Gus Van Sant ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è vero!
      un protagonista alla scoprendo forrester dentro un film girato quasi con stile elephant...

      Elimina
  5. Fruitvale, allora, lo guardo. Se non sbaglio, l'ho visto... in giro, diciamo così :P M'ispira molto il film vincitore. Il protagonista - visto in The Spectacular Now - è da tenere d'occhio: fa film scemi - quasi sempre - ma si vede che è piuttosto bravo.
    Un'altra parola: Her. Visto ieri. Una ventata d'aria fresca: la Streep in Osage County - che ho trovato stupendo, tra l'altro - urla; Di Caprio urla; la Blanchett urla, ride e piange. E poi c'è questa perla di Jonze, che dice tutto, ma a bassa voce. Spicca davvero tra i film candidati! La Johansson è wow.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com