venerdì 20 febbraio 2015

SELMA, LA STRADA PER GLI OSCAR





Selma - La strada per la libertà
(USA, UK 2014)
Titolo originale: Selma
Regia: Ava DuVernay
Sceneggiatura: Paul Webb
Cast: David Oyelowo, Carmen Ejogo, Tom Wilkinson, Tim Roth, Giovanni Ribisi, Oprah Winfrey, André Holland, Tessa Thompson, Common, Trai Byers, Dylan Baker, Lorraine Toussaint, Ledisi Anibade Young, Wendell Pierce, Nigel Thatch, Cuba Gooding Jr., Alessandro Nivola
Genere: storico
Se ti piace guarda anche: The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, Malcolm X, The Help, Il colore viola


I have a dream.
Io ho un sogno, oltre a quello di avere un sogno [Scary Movie 3 cit.]. Sogno una notte degli Oscar in cui vengano consegnati dei premi sensati. Dei primi giusti. L'anno scorso era ancora andata piuttosto bene, con la vittoria dell'award come miglior film di 12 anni schiavo anziché Gravity, cui sono comunque andate ben 7 statuette, diverse delle quali parecchio rubate. Considerando però come in gara ci fossero filmoni stellari come The Wolf of Wall Street e Lei, le cose sarebbero potute andare meglio.

All'indomani delle nomination dell'edizione 2015, in molti hanno criticato le scelte fatte dall'Academy, accusandola manco troppo velatamente di razzismo e misoginia nelle decisioni che hanno penalizzato gli interpreti di colore, così come trascurato in molte categorie (quelle per le migliori attrici ovviamente a parte) le donne. Tra i maggiori snobbati c'è questo Selma che ha ottenuto appena 2 candidature, quella per la migliore canzone e quella per la miglior pellicola. Nelle altre sezioni è invece stato del tutto ignorato, quando alla vigilia veniva considerato come uno dei grandi favoriti. Ero quindi molto curioso di vederlo per poter gridare anch'io: “Razzisti! Razzisti!” a quelli dell'Academy. Com'è andata?


Difficile dirlo. Direi che il razzismo non c'entra. Semplicemente quelli dell'Academy come al solito hanno cannato le loro scelte. Hanno inserito il film tra i migliori dell'anno e, a parte il pessimo American Sniper di Clint Eastwood, devo dire che risulta un gradino o anche due sotto rispetto agli altri film nominati. Non che sia un brutto lavoro questo Selma, tutt'altro, però mi aspettavo qualcosa in più.
Innanzitutto va premesso che non si tratta tanto di un biopic vero e proprio su Martin Luther King. Il grande protagonista è lui, ma la pellicola non ci racconta la sua intera esistenza, quando un periodo molto limitato, concentrandosi sulle marce organizzate nel 1965 nella cittadina di Selma in favore del riconoscimento dei diritti degli afroamericani. Più che un film biografico, un film storico. Una ricostruzione di stampo quasi cronachistico. Le varie scene sono accompagnate da didascalie che precisano cosa sta avvenendo, dove e con chi. Io le didascalie in genere già non le sopporto e in questo caso mi sono sembrate piuttosto superflue, oltre al fatto che mi pare rendano il lavoro un po' sfilacciato, anziché unirlo.

Selma procede nella sua marcia in maniera molto precisa e rispettosa nei confronti degli eventi realmente successi. Giusto così. Il problema dei film tratti da storie vere è però che si rischia di finire nel documentaristico. A tratti con questa pellicola capita. In altri momenti, la promettente regista Ava DuVernay invece si apre a momenti puramente cinematografici notevoli ed è qui che Selma regala il suo meglio e allo stesso tempo fa venire il rammarico. Perché se invece di spiegare tutto con le didascalie la DuVernay avesse lasciato parlare solo la potenza delle immagini per tutte e due le ore di durata, a quest'ora ci troveremmo di fronte a un piccolo capolavoro, piuttosto che a un'occasione sprecata. Le sequenze più impressionanti del film sono quella dell'esplosione all'inizio, che ricorda vagamente quella di The Hurt Locker ed è una vera bomba, e poi le scene delle marce, in cui i personaggi camminano stilosissimi manco fossero in un film di Tarantino come Le Iene o Kill Bill. Con sequenze grandiose del genere, una nomination alla DuVernay nella cinquina dei migliori registi sarebbe apparsa meritata, di certo più di quelle donate agli anonimi Bennett Miller di Foxcatcher e Morten Tyldum di The Imitation Game.


L'Academy ha fatto la sua cazzata più grande però nell'ignorare David Oyelowo. Rendere su grande schermo un personaggio storico come Martin Luther King senza scadere in una sterile imitazione non è impresa facile, ma il giovane strapromettente interprete supera la prova alla grande. Durante il film non si ha l'impressione di stare a vedere un attore che recita. Sembra di vedere il vero Martin Luther King in azione. D'altra parte agli Oscar quest'anno nella categoria per il miglior attore protagonista è stato escluso pure lo sciacallo Jake Gyllenhaal, autore di una delle prove recitative più impressionanti degli ultimi dieci anni, quindi non c'è da stupirsi se a questi due formidabili attori siano stati preferiti il cicciobello Bradley Cooper di American Sniper e l'insipido Steve Carell di Foxcatcher. In quest'ultimo film, se proprio dovevano nominare qualcuno, sarebbe stato meglio a quel punto il sorprendente Channing Tatum.

"Sì, bravo Cannibal, belle parole...
Tanto lo sappiamo che pure tu ti dimenticherai di nominarci agli Oscarrafoni 2015."

Agli Oscar dovevano quindi essere nominati il protagonista David Oyelowo e la regista Ava DuVernay, più che la pellicola. Selma mi ha ricordato un po' The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, sebbene la sua storia si sviluppi in un arco di tempo molto ma mooolto più breve. Una pellicola che propone troppi personaggi minori lasciati sullo sfondo e troppa carne al fuoco, tra politica, diritti civili e il lato più personale. Un aspetto che sarebbe stato bello vedere più sviluppato è quello di Martin Luther King uomo. Non il politico, non l'attivista, non l'icona. Nei momenti più intimi, come quello della telefonata a notte fonda con la cantante Mahalia Jackson, il film riesce a svelarci l'anima, la vera anima di Luther King, i suoi dubbi, la sua fragilità. Peccato che per la maggior parte del tempo Selma marci in maniera troppo classica e didascalica, quando al suo interno possiede dei momenti notevoli che lasciano solo intravedere quello che sarebbe potuto essere il suo vero enorme potenziale.
Se il film non è stato sommerso di nomination non c'è allora da gridare: “Razzisti! Razzisti!”, ma piuttosto: “Incompetenti! Incompetenti!” visto che le candidature le hanno cannate in pieno. O quasi. Quella per la miglior canzone alla notevole “Glory” di John Legend e Common è infatti meritatissima. Diamo all'Academy ciò che è dell'Academy.
(voto 6,5/10)

16 commenti:

  1. Son riuscita a vedere qualche film questa settimana e devo darti ragione, non mi capacito dell'esclusione di Gyllenhaal dalle nominations, ma vabbè....sono già pronta per vedere Selma e Still Alice, Birdman e Whiplash mancano ancora all'appello! XD Credo però che questo qui non mi dispiacerà...dopotutto The Butler l'ho guardato con piacere!!

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  2. The butler mi è piaciuto molto,ma questo non so perchè,mi grida noia.Credo che passerò!

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  3. Mah, cercherò di vederlo per gli Oscar, ma non mi ispira, come non mi ispirava neppure 12 anni schiavo.
    Questi film sono un po' l'equivalente dei romanzi sull'Olocausto che, tutti insieme, escono sotto il giorno della memoria: parto negativamente prevenuto. E' la prima volta che sento Glory e mi piace parecchio, però.

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  4. Sei il primo che lo descrive in linea con quanto mi aspettavo da questo film: a questo punto riprendo ad avere timore! ;)

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  5. L'ho visto giusto ieri e devo dire che mi trovo d'accordo sulle 'scene d'effetto' che sono senza dubbio molto riuscite. Ho, però, trovato il film lento, lentissimo. E Glory non ha rivali nella sua categoria :)

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  6. Anche a me non ha particolarmente impressionato devo dire...

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  7. Secondo me invece Steve Carell è il migliore nella cinquina(al posto di Bradley Cooper avrei messo Joaquin Phoenix,il VERO miglior attore dell'anno)dei protagonisti,e Foxcatcher avrebbe meritato la nomina a miglior film

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  8. Film solido e classico, e sì, l'Academy poteva farsi meglio i suoi conti anche perchè se me lo nomini miglior film vorrà dire che o un attore o la regia o qualcos'altro di tecnico ce l'ha per essere lì... mah...
    In ogni caso, felice di essermi ricreduta, non sarà l'innovazione ma una pagina di storia così doveva essere raccontata e lo è stato fatto bene.

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  9. uscito dal cinema con alcuni amici tutti concordavamo sul fatto che la nomination per la miglior canzone era nominata
    peccato solo che credevamo si trattasse di "Yesterday Was Hard On All Of Us" di Fink e non di Glory (ok John Legend ma la parte rap di Common starà bene con la canzone ma non si amalgama per niente con il film e il resto della soundtrack)

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  10. Vale la pena di vederlo per l'interpretazione del protagonista maschile, a mio parere.
    Ho adorato The Butler.

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  11. Peccato, sarebbe potuto essere più coinvolgente...

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  12. a me è piaciuto molto: l'ho trovato molto coinvolgente!

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  13. Ho visto questo film adesso e mi è piaciuto molto.. e hai ragione anche la colonna sonora è bellissima!! Ti consiglio di accompagnare il film con la salsa BBQ dell'Alabama, per rimanere in tema! ;-)

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