Die My Love
Mercoledì, notte di Champions League. Mi guardo la partita tra Real Madrid e Manchester City, oppure un allegro film sulla depressione post partum intitolato Die My Love?
Che dilemma!
Mi vergogno un po' a dirlo, ma ho fatto la scelta da classico italiano medio calciofilo: mi sono visto la partita scolandomi una cassa di birra. A Die My Love comunque non ho rinunciato del tutto. L'ho solo posticipato e me lo sono tenuto per la serata seguente. Da maschio etero bianco, c'è infatti una cosa che mi piace ancora più del calcio: Jennifer Lawrence. Soprattutto quando, come in questo caso, recita ignuda come mamma l'ha fatta.
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| "Speravate che Pensieri Cannibali mettesse una foto di me nuda... E invece niente. Siete costretti a guardarvi il film" |
Oltre a Jennifer Lawrence, che qui per altro appare in tutta la sua jenniferlawrencosità con un ruolo da "pazza" quasi quanto quello con cui ha vinto l'Oscar ovvero Il lato positivo, c'è però un altro motivo per cui uno spettatore uomo può essere interessato a guardare un film sulla depressione post partum. Il fatto è che è un tema universale. La depressione, intendo, non necessariamente post partum. Che poi si parla sempre di depressione post partum e mai di quella pre partum. Io ad esempio se avessi una cosa che cresce dentro al mio corpo impazzirei, non c'è dubbio.
C'è un'altra considerazione da fare. Tutti abbiamo una mamma e molti di noi danno per scontato che la maternità sia stata per loro tutto sommato un bel periodo, in cui ci hanno sempre voluto bene fin dal primo istante in cui hanno stretto il nostro corpicino al loro. Solo che non è che va sempre esattamente così, non per tutte. Anzi, probabilmente non per molte. Pellicole come questa, ma anche come la recente Nightbitch. Bestia di notte con Amy Adams, ci sbattono in faccia un'altra verità. La maternità è una brutta bestia, specie all'inizio, e non c'è nessun manuale che ti dice come fare il genitore, né tanto meno c'è un unico modo giusto o sbagliato per farlo.
Diventare genitore è una cosa che ti può mandare fuori di testa, che è un po' quanto capita alla neo MILF... pardon alla neo mamma protagonista di Die My Love, e chi meglio di Jennifer Lawrence per interpretare un personaggio del genere? Specie considerando che l'attrice era incinta di quattro/cinque mesi del suo secondo figlio durante le rirpese del film.
Durante la visione si percepisce quindi che il tema sta particolarmente a cuore a JLaw, che infatti mette tutta sé stessa dentro al personaggio. A qualcuno potrà sembrare persino eccessiva. Qualcuno parlerà di "overacting". Io credo però che la sua interpretazione così sopra le righe sia il vero valore aggiunto della pellicola, capace di colmare le lacune di una sceneggiatura persino troppo minimalista e a rischio noia.
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| "Non sono io che esagero nella recitazione. Sei tu, Rob, che non ti sforzi nemmeno" |
Il tema della depressione post partum e della difficoltà a connettersi con il proprio figlio dev'essere particolarmente sentito anche dalla regista e sceneggiatrice scozzese Lynne Ramsay, che di queste tematiche si era già occupata nel suo lavoro più celebre e acclamato: ...e ora parliamo di Kevin. Nella vita reale la Ramsay ha una figlia e, se fossi in lei, a questo punto sarei un po' preoccupato, visto che il suo rapporto con la maternità non mi sembra tra i più sereni.
Chi sembra invece sentire di meno le tematiche affrontate è il protagonista maschile della pellicola, Robert Pattinson, nonostante di recente sia diventato papà per la prima volta. L'attore britannico non riesce a tenere il passo della scatenata Jennifer Lawrence e finisce per essere travolto da lei e dalla sua interpretazione. Così come noi spettatori. Non possiamo fare altro che assistere al JLaw Show, ammirati e anche un po' spaventati. La sua performance da sola vale - come si suol dire - il prezzo del biglietto, ma, se avete voglia di farvi una serata da birra e rutto libero, vi consiglio di girare al largo da questo film e dedicarvi alla Champions League. Oppure per una volta, tanto per cambiare, potreste passare del tempo insieme ai vostri figli, se ne avete...
Non è una buona idea?
Adesso almeno il pensiero di guardare una film sulla depressione post partum non vi sembra più l'opzione peggiore possibile, vero?
(voto 6,5/10)








Una grande Lawrence. Ma il film è più piccolo di lei, concordo.
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