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venerdì 14 novembre 2025

Il nuovo Dracula non è un granché, meno male che Matilda c'è





Dracula - L'amore perduto
(Dracula: A Love Tale)

"Raga, ho una nuova idea originale: faccio un film su Dracula".
Se ne dev'essere uscito con una frase del genere Luc Besson con i suoi amici e collaboratori che probabilmente gli hanno risposto: "No, va beh: genio assoluto! Ma dove le tiri fuori certe intuizioni così incredibili e pazzesche?". Ed è così che è nata una nuova versione di Dracula.

Quello che i suoi amici e collaboratori avrebbero dovuto chiedergli è invece: "Luc, ma sei sicuro? Il mondo ne ha davvero bisogno?".

Risposta breve: no.
Risposta lunga: no, ma proprio per niente.

"Pure io sono stufo dei film su di me"

Non è certo il primo e non sarà certo - ahinoi - l'ultimo a riciclare una storia del passato. Tanto per fare un esempio recentissimo, Guillermo del Toro si è cimentato con Frankenstein. Solo che lui, per lo meno, ha proposto una rilettura molto personale e con un plot twist inaspettato del romanzo di Mary Shelley. La sua versione può piacere o meno, ha pregi così come difetti, ma se non altro ha un suo senso di esistere. Ha un che di già visto, ma propone anche qualche variazione rispetto a quanto fatto in passato.

Luc Besson invece di questo aspetto se n'è fregato altamente. Il discontinuo regista francese, capace di passare da cult come Nikita e Léon a robe scult come Arthur e il popolo dei Minimei e Cose nostre - Malavita, si è cimentato con un adattamento piuttosto impersonale del classico Dracula di Bram Stoker, finendo inevitabilmente per confrontarsi con le altre numerose trasposizioni televisive e cinematografiche del personaggio e in particolare con quella diretta da Francis Ford Coppola nel 1992.


Ora, capisco che la reputazione del grande cineasta americano è stata messa a dura prova da quella megaboiata (per essere ancora gentili) di Megalopolis, però quel film non ha un effetto retroattivo. Non è che Il Padrino o Apocalypse Now fanno improvvisamente cagare per osmosi. Così come il suo Dracula resta un ottimo film, cui questa nuova versione non riesce ad aggiungere niente di nuovo o di più contemporaneo, nonostante da allora siano passati 33 anni, e quindi non si capisce perché sia stata fatta.

Difficile comprendere il motivo di questa produzione anche a un livello puramente commerciale. Se a volte capita che film europei vengano rifatti negli USA con dei cast ricchi di star che possono attirare il grande pubblico, in questo caso avviene l'esatto opposto. Per dire, il ruolo che era stato di Keanu Reeves qui è ricoperto da tale Ewens Abid.

"E chi è Ewens Abid???"

Il cast, comunque, è la cosa migliore della pellicola. Caleb Landry Jones non è Gary Oldman, che oggi potrebbe ancora fare la sua porca figura nei panni del Conte Dracula, ma è piuttosto convincente nella parte.

"Qui però sembro più Willy Wonka che il Conte Dracula"

Bene nel (doppio) ruolo dell'amata del protagonista anche Zoë Bleu, figlia dell'attrice Rosanna Arquette, faccia da cinema da tenere d'occhio per il futuro.


Non per essere nazionalisti (lo sono ancora meno di Sinner LOL), ma la migliore comunque è Matilda De Angelis, che nei panni di una vampira assatanata regala i momenti più divertenti del film. Quando compare in scena accende subito l'interesse e il suo personaggio, che qui purtroppo rimane troppo sullo sfondo, si meriterebbe una serie spin-off tutta sua.


È lei l'unico elemento di novità e di imprevedibilità di questo altrimenti telefonato "nuovo" Dracula, oltre all'ambientazione parigina anziché londinese di una parte della storia. Per il resto la pellicola viaggia quasi sempre sui territori del déjà vu. Non è nemmeno un film brutto, soprattutto per merito della storia originale, perché quella di Dracula è una bella storia, orrorifica ma soprattutto romantica, e se non altro ha un buon ritmo e non è soporifero come il recente Nosferatu del Signore della Noia Robert Eggers. Solo che questa versione appare del tutto inutile. Besson pensava sul serio di superare Coppola?

"Il Dracula di Coppola?
Perché, quel film non l'avevo diretto Bram Stoker?"

Per chi avesse dubbi in proposito: no, non ce l'ha fatta. Se proprio vuole cercare di migliorare qualche lavoro dell'illustre collega italo-americano, gli consiglio di cimentarsi con un remake di Megalopolis: fare peggio in quel caso sarebbe davvero difficile.
(voto 5/10)




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