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lunedì 18 luglio 2011

The man who source the world

Source Code
(USA, Francia 2011)
Regia: Duncan Jones
Cast: Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Michael Arden, Cas Anvar, Russell Peters
Genere: human sci-fi
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Moon, L’esercito delle 12 scimmie, Matrix, Lola corre

Trama semiseria
Il soldato Donnie Darko è chiamato ancora una volta a salvare i destini del mondo. Ah, se non ci fosse lui… Questa volta la sua missione è trovare chi ha messo la bomba che ha fatto saltare un treno a Chicago, prima che l’Osama 2.0 della situazione faccia saltare per aria la città con un altro ordigno. Per qualche misterioso motivo che non vi spoilererò, potrà rivivere la scena del treno più e più volte. D’altra parte è pur sempre Donnie Darko!

Recensione cannibale
Il regista Duncan Jones, non contento di essere soltanto il figlio di un certo David Bowie, ha deciso di mettersi a fare il regista. Prima di fare pensieri impuri del tipo: “Anvedi sto fijo de papà e pure de mign…”, va detto che Jones non è il solito culattone raccomandato, ma ha dimostrato tutte le sue capacità esordendo con una delle pellicole di fantascienza più folgoranti degli ultimi anni, Moon. Ecco, avete capito? Prima di offendere le persone aggratis rifletteteci su. Vi sentite un po’ in colpa? Tranquilli, passerà.
Se Moon era un gioiellino che guardava a una fantascienza dal sapore 60s/70s, Source Code ha riferimenti più moderni, da L’esercito delle 12 scimmie fino a Matrix, ma soprattutto possiede un’umanità che quel pur pregevole esordio non prevedeva. Con questa sua seconda pellicola Duncan Jones è quindi atterrato sulla Terra.

Source Code è un treno che viaggia su due binari distinti. La prima parte del viaggio fila veloce, spedita verso una direzione thriller adrenalinica molto avvincente, roba che ti tiene incollato alla poltrona come fosse un Frecciarossa con su il motore di una Testarossa. Il meccanismo narrativo è incentrato su 8 minuti all’interno di un treno metropolitano che viaggia verso Chicago, con Jake Gyllenhaal che deve scoprire dove si trova una bomba e soprattutto chi l’ha piazzata su. Dopo 8 minuti la bomba esplode e Jake Gyllenhaal deve ricominciare tutto da capo, in una maniera analoga a quanto succedeva in Ricomincio da capo a Bill Murray, il meteorologo costretto a vivere sempre la stessa giornata. Solo che stavolta la situazione è un pochino più drammatica… Il secondo riferimento che viene in mente è invece quello al tedesco Lola corre, dove la protagonista aveva più “vite” da spendere come in un videogame. Solo che qui l’atmosfera è meno videoludica.
La storia come detto procede alla grande, però a un certo punto sorge il dubbio che il film possa rimanere intrappolato dentro un esercizio di narrazione avvincente ma fine a se stesso. Il dubbio per fortuna dura ben poco, visto che nella seconda parte il film lascia quel binario e deraglia fuori strada, prendendo una direzione del tutto personale, andando a scavare dentro il protagonista. È qui che il regista Duncan Jones abbandona il genere della fantascienza per realizzare un film umanista, il cui unico genere in cui è incasellabile sembra diventare quello del “bello”, con la parte finale del film che vola leggiadra verso la poesia pura.

In gran forma il cast, dal sempre grande Jake “save the world” Gyllenhaal a una Michelle Monaghan che ti fa effettivamente venire voglia di salvare il mondo, fino a un’eccellente Vera Farmiga, che qui sembra un versione aggiornata di Cate Blanchett.
Quanto al regista Duncan Jones, se continua così potrebbe diventare un po’ l’equivalente cinematografico del padre. O almeno è quanto gli auguro. Se Moon era il suo Space Oddity, questo è il suo The Man Who Sold the World. Bene, molto bene allora, ma ora cosa ci aspetta?
Naturalmente ch-ch-ch-ch-changes!
(voto 8/9)

15 commenti:

  1. Grande Duncan! Uno dei film più belli di science fiction visti quest'anno.

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  2. Concordo completamente con la tua recensione. Anch'io lo avevo recensito molto favorevomente, tempo fa. Un plauso penso vada dato anche al writer Ben Ripley, poichè non è cosa facile narrare e rinarrare 8 minuti costruendoci sopra un film che, poi, fila via come (appunto) un treno (molti treni?). Buona estate, caro :)

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  3. è in coda, ce l'ho da un po' e non è mai venuto il momento...magari stasera :)

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  4. grandissimo film!
    massimiliano

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  5. Credo che lo guarderò, lui mi piace un sacco!

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  6. Moooolto bello, *human sci-fi*, hai detto bene Marco :)

    OT.: a quando il review di HP and the DH part 2? :P L'ho trovato, discorsi da fan a parte, il migliore degli 8...

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  7. *lucien
    e non solo quest'anno.. ;)

    *psiche
    thanx, buona estate pure a te!
    la sceneggiatura in effetti è notevole e riesce ad evitare le solite trappole

    *queen B
    merita di essere visto al più presto!

    *massimiliano
    dal mio voto puoi capire che sono d'accordo con te..

    *e.
    per forza, è donnie! ;)

    *sigur ros
    da buon babbano non ho ancora visto harry 8,
    ma essendo l'ultimissimo capitolo sarà particolarmente difficile parlarne senza rischiare le botte da voi fan eheheh ;D

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  8. baby Bowie mi sorprese parecchio con Moon, se non sbaglio di produzione indipendente...
    anche questa pellicola devo dire che non mi ha deluso

    Lola corre mi manca, non l'ho visto

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  9. In coda da un pò ma Duncan non poteva deludere dopo quel capolavoro di moon!!!

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  10. D'accordissimo con la tua analisi!Questo Duncan Jones farà strada!è genetico!

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  11. Io invece ero uscito dal cinema davvero deluso, anche perché dopo Moon mi aspettavo un altro filmone. Prima o poi lo rivedrò; in questi casi una seconda visione aiuta...

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  12. La solita americanata che può piacere a te.

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  13. *vincent
    lola corre è un film fondamentale degli anni '90. visto oggi non so se renda ancora allo stesso modo, però ai tempi dell'uscita era parecchio geniale

    *eddy
    e io ho persino preferito questo..

    *margherita
    tale padre...

    *moderatamente ottimista
    per me a moon mancava un pizzico in più di umanità (sarà per l'ambientazione spaziale), che qui invece ho trovato

    *anonimo
    esatto! :)

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  14. Condivido praticamente in toto la tua recensione, ma avrei menato di più sul finale.

    Nel senso: il film è fico, mi ha un po' ricordato The butterfly effect, che era tutt'altro che un capolavoro ma si lasciava guardare. Questo è meglio, è sullo stile dei romanzi di Dick, di cui sono un grande fan.

    Ma il finale, cazzo, il finale. Tutto quel pippone buonista del cazzo, veramente TROPPO americano. E troppi twisted endings uno dopo l'altro, mi sembra un po' forzato. Bastava lasciarne uno (che so, la telefonata al padre) e sarebbe stato un gran bel film.

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    1. oh, gli americani le loro americanate devono inserirle per forza se no non sono contenti.
      il finale comunque l'ho apprezzato abbastanza, una volta ogni tanto con gli yankee bisogna chiudere un occhio.
      un'alternativa valida sarebbe guardare solo film francesi, che ultimamente ne stanno sfornando di grandissimi. l'altra alternativa è guardare solo film italiani e direi che a quel punto preferisco tenermi i buonismi americani :D

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