martedì 18 novembre 2008

Revolution 909

“Mariastella Gelmini?
Prrrrrrrrrrrrr”
“Ma volete crescere, ragazzi? Cosa volete dimostrare con tutta questa messinscena dell’occupazione?”
“Aaaah Zanotto, ma vedi di pigliarlo ogni tanto che così te rilassi pure te.”
“Qui c’è gente che vuole studiare, vuole seguire le lezioni. È un nostro diritto e voi ce lo state togliendo.”
“Ed è un nostro diritto manifestare, occupare, protestare perché questa società capitalista ci sta mettendo all’angolo. Di noi giovani qui in Italia non frega una sega a nessuno. È per questo che stiamo protestando. Rivendichiamo il nostro futuro. Il diritto ad averne uno, almeno.”
“Sì, ma questa riforma riguarda solo le scuole elementari. Voi che ce state a fà, qui? Volete fare i Silvio Muccino della situazione e scoparvi la tipa ska punk che guevara no global yeah yeah che si beve le vostre menate pseudo chic rivoluzionarie?”
“Siamo qui per fare l’amore, non la guerra.”
“Questo non è il ’68, lo sapete? E Dari non è Bob Dylan…”
“Aò, Zanotto: ma fatte scopà!”
La giornalista Giorgia A. Romero sta scrivendo un’inchiesta sui giovani d’oggi e su ciò che pensano della riforma scolastica per un noto quotidiano nazionale. Si aggira in incognito tra i corridoi del liceo romano che pochi anni fa era stato il suo per davvero, non per finta come in questo Mai stata baciata de' noantri.
Ci sono dei ragazzi che si azzuffano all’ingresso. Qualcuno vuole entrare perché non capisce i motivi della protesta. Qualcuno vuole restare fuori perché non capisce i motivi che hanno portato a una riforma di questo tipo. In un angolo se ne sta seduta tutta sola una ragazza con i capelli viola. È lei che cattura l’attenzione della giornalista Romero. La pecora nera. L’emarginata. L’indipendente. Quella che potrebbe darle uno sguardo personale e non schierato riguardo a tutta questa storia dell’occupazione. Inoltre in lei rivede se stessa ai tempi del liceo: sui gradini intenta a scrivere, a guardare il mondo da una distanza di sicurezza, con i capelli tinti di rosso anziché di viola ma con la stessa identica solitudine.
“Ciao,” le si avvicina.
“E tu perché parli con me?” le chiede la ragazza con i capelli viola.
“Sono nuova.”
“In mezzo a tutta questa gente tu hai scelto di parlare con me, perché?”
“Perché te ne stai fuori dalla massa e sembra che non te ne freghi niente di schierarti da una parte o dall’altra. Sei qui ma sembra che tu sia da un’altra parte.”
“Io sono da un’altra parte,” sorride la ragazza con i capelli viola.
Alcuni ragazzi all’ingresso cominciano a urlare. Giorgia li sta a guardare per un po’, poi si rigira a chiedere alla sua nuova amica: “Allora, che ne pensi tu di questa occupazione?” ma la ragazza non c’è più. Sparita.
A Giorgia non resta che tornare, suo malgrado, ai ragazzi che non stanno parlando: si stanno gridando in faccia.
“È tutta colpa di Berlusconi.”
“No! La colpa è di Prodi. È lui che c’ha messo sta fregnata dell’Euro.”
“Voi non lo capite che non è una questione di sinistra o di destra. Si scannano per la vigilanza della Rai o per la legge elettorale, ma a noi di queste cose non ce ne frega un… Qua ce stanno a fotte tutti quanti.”
“A novembre, la città si fotte in un istante,” comincia a cantare qualcuno.
“È colpa del Vaticano.”
“È colpa di una vera mancanza di libertà di informazione.”
“È colpa tua, Zanotto. Non te fai scopà…”
“Il problema è che in Italia il vero talento non viene riconosciuto. Uno come Barack Obama qui non lo farebbero diventare nemmeno presidente del circolo della briscola.”
“Il vero problema, vi dico, è che in Italia milioni di persone se ne stanno a guardare 4 ore di fila della Talpa. 4 ore! Però se provi a fargli vedere 2001: Odissea nello spazio ti dicono “è troppo lungo, che du palle!” e poi chiedono: “Quelle scimmie che cosa mi rappresentano?” Siete voi, quelle scimmie. Siete proprio voi!”
“Ma il problema principale è che in Italia ci stiamo sempre a lamentare, invece di rimboccarci le mani e fare qualcosa di buono per cambiare questo catatonico stato delle cose.”
“Noi siamo qui per cambiarle, le cose. Come è successo due anni fa in Francia.”
“You say you want a revolution, well you know: we all want to change the world,” c’è qualcuno che se la canta.
“Però tutte le volte dobbiamo copiare qualche modello straniero. Non riusciamo a trovare una via nostra.”
“Perché non ci danno la possibilità di trovare una via nostra. Noi non siamo quelli del ’68. Quelli del ’68 dopo pace amore droghe e sesso libero si sono innamorati dei soldi e sono diventati quelli che ci governano oggi. Noi non vogliamo diventare come i nostri genitori.”
Giorgia vede ricomparire la ragazza dai capelli viola.
“Hey, ma dov'eri finita?” le chiede.
“Te l’ho detto. Io non sono realmente qui. Tu come riesci a vedermi?”
“Ti ho notata subito. Questi ragazzi sono terribilmente confusi, tu invece mi sembri una con le idee chiare. Qual è la soluzione, secondo te?”
“L’unica via d’uscita è smettere di combattere. E arrendersi.”
Arriva la polizia con i manganelli e comincia a caricare i ragazzi che se ne stanno fuori a urlare i loro slogan con cori da stadio. Nella confusione, Giorgia perde un’altra volta di vista la ragazza con i capelli viola.
“Celerino pezzo di merda!” urla un coro.
“Che cos’hai detto? Ripetilo se hai le palle.”
“Mestiere di merda: carabiniere!” parte un altro coro.
La tensione sta per esplodere. Giorgia si allontana dalla calca e vede alcune ragazze con in mano un giornale, il giornale per cui lei scrive.
“Hey, la conoscevi tu questa?” le chiede una delle ragazze, mostrandole una foto sotto a un titoletto che strilla: “Liceale romana si impicca.” È la ragazza con i capelli viola. L’articolo spiega che la studentessa prima di uccidersi ha lasciato un messaggio d’addio su youtube in cui dice: “L’unica via d’uscita è smettere di combattere. E arrendersi. Tanto le cose non cambieranno mai.”
Giorgia alza gli occhi dal giornale e guarda da lontano gli studenti che continuano a inveire contro i poliziotti, che a loro volta minacciano di caricare. Sembra una scena di guerra. Tutto è così lontano eppure così vicino.
Giorgia mette su le cuffie dell’iPod. Across the universe dei Beatles, dice il display. Mentre partono le note della canzone, vede la Zanotto che smette di urlare i suoi giudizi assoluti e comincia a limonare pesante con il tizio che più di ogni altro l’aveva caricata. Vede i poliziotti lanciare per aria i manganelli come fossero bastoni da majorette e prendere a ballare con i manifestanti. È un’orgia di colori, una festa di sapori, un tripudio di emozioni. Vede la ragazza con i capelli viola passeggiare in mezzo a celerini e studenti danzanti. Le sorride e canta: “Nothing’s gonna change my world. Niente cambierà il mio mondo.”

13 commenti:

  1. Che storia!Mi lasciato parecchio confusa..nn ho capito se mi piace o meno..se triste o allegra...bè sn arrivata alla conclusione che è creativa...ed è sia allegra ch e triste..e va bè...che ho sto scrivendo troppe cavolate...quindi meglio che vado via...Auguro una buona serata!

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  2. La scuola è un gran casino come è sempre stato negli ultimi anni. Giù le mani da "2001 odissea nello spazio", capolavoro assoluto del cinema. Ciao Marco :-)

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  3. che dari non sia bob dylan, è poco ma sicurissimo!! :D

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  4. @follementepazza
    La confusione era proprio quello che volevo rappresentare ma forse ho esagerato un pò 8-)

    @miocapitano
    Grazie per essere passato dal mio blog, o capitano mio capitano.
    Su 2001 sono assolutamente d'accordo. Se un pò più di gente invece di farsi maratone senza fine di talpe e isole dei famosi impiegasse il suo tempo a vedere i film di Kubrick sicuramente vivremmo in un paese migliore.

    @lady cocca
    The times they are a-changin' e non sempre cambiano in meglio..

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  5. sisi io me ne sbatterei anche...sn i miei ke mi fanno le palle..e la mi mamma è diventata sclerotica...non c la fo più...mi fa certe parti di merda...mah...0.0

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  6. Oggi sono abbastanza giù di tono per cui non assicuro niente sulla sensatezza del mio commento. Dopo aver letto mi sono venute in mente due frasi:
    - nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma;
    - tutto cambia e tutto resta uguale.
    Quando ho sentito che i ragazzi delle superiori iniziavano a protestare, a farsi sentire sono stata contenta, perchè sono passati 5 anni dagli ultimi grandi movimenti, quelli contro la guerra in Iraq (quando io ero in terzo liceo) e poi perchè ben poco si è fatto contro le cavolate introdotte dalla riforma Moratti (giusto per citarne una: la laurea triennale, non ci fai effettivamente niente ma serve solo a pagar tasse di segreteria, tesi e vestiti). Quando ho capito che in troppi neanche avevano letto il decreto prima di andare in piazza ho pensato che certe cose non cambieranno mai. Si segue il flusso, è la cosa più facile.
    Ste

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  7. ti leggo da un po'perchè mi piace come scrivi.e perchè ci trovo qualcosa di geniale.che quando lo leggo mi sa di scontato,di familiare,ma che non lo è evidentemente abbastanza,perchè a me non verrebbe mai in mente di scriverle[sigh ]
    tant'è che non commento,perchè non sento di avere niente di abbastanza geniale da aggiungere[sob]
    oggi non è diverso dal solito,ma.

    ma
    fino a metà racconto,dopo
    "a novembre,la città si spense in un istante.."[con mugolìo,e lamentìo mentalmente connesso]
    dopo
    "You say you want a revolution, well you know: we all want to change the world"[e l'immagine di manson col suo peggiore sguardo penetrante mentalmente connesso]
    dopo
    "Nothing’s gonna change my world.."[nella versione cantata dai verdena,che inizia a rumoreggiarmi dentro]

    pensavo ad altro.altri -pezzi mancanti-nel tuo racconto,ma nella mia testa
    "quasi 2001,odissea nello strazio..(Fino a ieri un tragitto diritto e ricco di impunità
    con tutto il bene che finisce bene
    ma è meglio ciò che non ha inizio)
    Guardate quell'ometto che fatica che fa:si tratta di scegliere bene, ma lui cosa ne sa?
    Buon viaggio idiota, buon viaggio: ora e sempre.
    E a mai più."
    mi viene da aggiungere tutteLeImmaginiCheconservo del film di MaledettoMuccinoMaAvevoSolo15Anni.
    e la scena finale"ora o mai piu'.ora o mai piu'.ora o mai piu'"

    poi
    su
    “Hey, la conoscevi tu questa?”
    ho capito il finale.
    e mi viene da aggiungere solo un brivido.l'ennesimo,
    su per la schiena..

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  8. @gattina
    o che tu sei toscana? si sente un pochino dal tuo accento scritto..
    i genitori possono rompere ma tu puoi sempre gonfiare un pochino i voti che prendi

    @ste
    come mai giù di tono? spero non sia colpa di quello che ho scritto :)
    le cose continuano a rimanere sempre le stesse, nella scuola credo sia colpa principalmente di chi mette gente come la gelmini o la moratti come ministro dell'educazione, ovvero persone che con la scuola hanno poco o nulla a che fare e che quindi non riescono a capire i veri problemi e quelle che sono le cosa da cambiare
    io sono sicuramente dalla parte di chi protesta, anche se ovviamente come succede sempre qualcuno che con il movimento non c'entra niente si è inserito solo per fare del casino

    @misi
    le cose che scrivi sono molto interessanti, quindi vedi di commentare più spesso, ok?
    ho sentito "across the universe" fatta dai verdena (non la conoscevo) e devo dire che è molto bella, anche se la mia preferita rimane la versione di fiona apple, inclusa nella colonna sonora di quel piccolo gioiello che è il film "pleasentville"
    e poi dai tuoi pezzi mancanti spuntano fuori pure i marlene kuntz, credo, che a me non sarebbero venuti in mente
    mentre il riferimento a "come te nessuno mai" è decisamente voluto, anche perchè secondo me rimane il migliore film sia di gabriele che di silvio muccino
    e infine sono diabolicamente contento che ti siano venuti i brividi buahahah

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  9. hum....anche io sono leggermente confusa!!!

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  10. mi è piaciuta un sacco questa storia... proprio perchè crea confusione!

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  11. In una semplice telecronaca hai racchiuso il tutto; scecherando il tutto in un caleidoscopio di colori suoni e sensazioni.

    4 U respect incondizionato cannibal.

    Cya

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  12. che bello! mi ha commossa...
    è bella l'idea di come dovrebbero finire le cose...

    oggi per me è una gionataccia peggio delle altre... se al posto di essere nervosa mi arrendessi forse starei bene anche io...

    buon giovedì

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  13. @desy
    confusion is sex

    @gatta bastarda
    non volevo presentare una situazione così complessa da un unico punto di vista ,quindi fare su del casino mi è sembrata la scelta migliore

    @thinker
    mmm forse dovrei fare il telecronista, o magari il barista?
    ricambio il respect

    @pupottina
    oh, non arrenderti, mi raccomando!!
    le giornataccie passano, le belle giornate invece restano

    RispondiElimina

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