sabato 20 giugno 2009

Blur

Damon canta in un gruppo di cartoni animati. È tutto così irreale. Il tecnico del suono dice che ci sono dei problemi, così lui ne approfitta per lasciare la sala prove e se ne va in bagno. Si lava le mani dopo aver pisciato e si guarda allo specchio. Chi è quello riflesso? Quello non è Damon. Quello è un gorilla! Un grande e grosso scimmione peloso. Si stropiccia gli occhi e comincia a ricordare di quando aveva messo su la sua prima band. Una band fatta non di cartoni animati, e che diamine!, ma di esseri umani. Si chiamavano Seymour che come nome non era un granchè anzi faceva proprio schifo così poi hanno scelto il più efficace Blur e sono diventati grandissimi e poi c’è stata tutta la scena brit-pop ed è arrivata quella cazzata di rivalità con gli Oasis e anche l’eroina consumata insieme a Justine e viaggiava tutto alla supersonica velocità della luce. Confuso. Si sente confuso e non riconosce più chi è. Lo specchio dice sempre la verità. E lo specchio adesso dice: grosso grasso scimmione peloso. Suona l’iPhone. È Alex. È da un po’ che rifiuta le sue chiamate, ma adesso è ora di rispondere. Damon essere stufo di stare con cartoni animati pelosi. Damon volere tornare con persone umane. Uuh. Uuh.
Dave tiene un comizio. Non è facile convincere tutte quelle persone indifferenti a votarti. Pensava lo fosse. In fondo, cosa costa alla gente mettere una croce sopra al tuo nome anziché sopra a quello di un vecchio stronzo conservatore? Eppure è tutto così tremendamente difficile. Già non c'era riuscito a farsi votare alle scorse comunali, figuriamoci stavolta che soffia uno strano vento da destra. Suonare la batteria, quella sì che è una cosa semplice. Semplice e bella, non come la politica. Mentre Dave guarda tutte quelle persone fisse negli occhi, le parole cominciano a inciampargli in bocca e la sua mente torna a quando era dietro ai piatti e picchiava forte sul rullante. Attaccava il ritmo di Song 2 e la gente esplodeva in un delirio totale. Graham poi partiva con la sua chitarra, accompagnato dal basso di Alex e Damon urlava nel microfono come un in-damon-iato. Niente parole. Solo un primordiale e liberatorio “Uuh-Uuh”. Niente parole inutili, quelle lasciamole ai politici. E allora lui che diavolo ci sta a fare qui? Lui non c’entra niente. Comincia a balbettare, poi si scusa con tutti i sostenitori che stanno sventolando le bandierine del partito laburista e va dietro il palco. Gli manca il fiato. Chi gliel’ha fatto fare di entrare in politica? Quando stava dietro alla batteria di attacchi di panico non ne aveva mai avuti. Improvvisamente la suoneria di Song 2 attacca a suonare dal suo cellulare. È da parecchio tempo che non la sentiva. Hey, ma è Song 2? Questo significa che è qualcuno della band! Guarda sul display. Sì. È Alex.
Graham si sente solo. Strimpella la sua fida chitarra ma sente come se un pezzetto di cuore gli fosse stato strappato fuori dal petto da demoni sconosciuti. Le note risuonano melodiose per le camere della sua casa vuota. Manca qualcosa. Sono note stupende, ma manca qualcosa. Fuck off. Ricorda di quando Damon si era truccato un occhio per fare il drugo nel video di The Universal. Lui gli aveva dato della checca. Damon aveva alzato il dito medio, si era struccato velocemente e poi erano andati al pub a bere una birra insieme. Adesso non riesce proprio a stare in casa. Si sente un uomo senza fascino. Deve uscire. Va al pub a farsi una pinta silenziosa. Cammina per Hyde Park sotto il sole timido. Ci sono ragazze che sono ragazzi che si fanno ragazzi come fossero ragazze. Che triste la parklife, da soli. Si sente alla ricerca di qualcosa, come il cartone di latte nel video di Coffee & Tv. Cala il buio. Tenera è la notte. Tra i cinguettii degli uccellini, sente suonare il telefono. “Pronto?”… “Alex? Alex, chi?”… “Ah, quell’Alex.” … “Sì, sono felice di sentirti.”… “Ma certo, e che cazzo. Sì che mi va di tornare a suonare con voi!”
Alex fuma. Cosa, non starò a specificarlo. È stufo di produrre formaggi. Formaggi? Come diavolo gli è venuto in mente? È finito in una casa, una casa molto grossa, in campagna. È finito a vivere dentro al testo di una loro canzone… certo che la vita moderna è proprio spazzatura. Basta campagna. È ora di tornare in città. E suonare. Ha appena sentito al telefono i suoi tre amici e la cosa si può fare. Non è ancora ufficiale. Quelli dell’NME dovranno aspettare per saperlo, ma la situazione si è sbloccata. Il merito è suo tutto suo e la cosa si può fare. Sedersi insieme a parlare come non capita da molto tempo e vedere quel che ne viene fuori. Riprendere i vecchi pezzi e farli con più carica di prima. Decidere di tornare a suonare a Hyde Park davanti a chissà quante persone. Bisogna essere pronti per il come-back, e loro lo sono. Decisamente lo sono. Sono seduti tutti intorno a un tavolo e conversano amabilmente senza urlarsi in faccia. Damon si guarda intorno e pensa che ce l’hanno fatta. Alla fine ce l'hanno fatta. “It looks like we made it to the end,” sospira. Poi come uno scemo si mette a urlare: “Uuh! Uuh!”

2 commenti:

  1. i miei occhi in questo momento,dopo aver letto il post, vanno a quello di sotto, continuano a leggere la parola occhi da pazza...chissà perchè...Uuh!Uuh!

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  2. Semplice e bella, non come la politica

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