giovedì 6 agosto 2009

Visioni estive

Me and you and everyone we know
Sì cioè, strano. Folle, a tratti. Nerd. E adorabile. Sì, uno strano piccolo adorabile film indie.
Miranda July è na pazza. Na pazza geniale. Regista, sceneggiatrice, attrice, scrittrice, musicista. Fa tutto. Come J.Lo o, che so? Leonardo Pieraccioni. Sì, proprio come loro. Con la piccola differenza che lei lo fa bene. Io te e tutti quelli che conosciamo è un film molto personale, intimo, in cui la morte di un pesciolino rosso può diventare un momento di lutto collettivo, oppure la gente può darsi fuoco a una mano come simbolo per cominciare una nuova vita. Cercatelo, guardatelo, amatelo. Io te e tutti quelli che conosciamo devono vederlo.
(voto 8)
Soffocare (Choke)
Soffocare. Non pensate a una qualche metafora sull’insostenibile peso del vivere nella società odierna. Semplicemente, il protagonista si diverte a soffocare. A cena, nei ristoranti. Finge di soffocare in modo che qualcuno, eroicamente, lo passa salvare ogni sera.
Dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk un film diretto dall’esordiente Clark Gregg. Inevitabile il confronto con quel capolavoro di Fight Club in versione David Fincher e inevitabile che non riesca a reggerlo, quel confronto. Se lasciamo perdere questo piccolo particolare però, Soffocare non si strozza ma riesce a respirare di vita propria. Senza bisogno di bombole d’ossigeno.
Il protagonista è un sessuomane che frequenta il solito palahniukiano centro di recupero, ha un migliore amico che si masturba in continuazione ma che troverà la redenzione con una spogliarellista, ha una madre con l’Alzeheimer che non lo riconosce e a un certo punto viene fuori che suo padre potrebbe essere… Gesù Cristo! Che c’è da stupirsi? Questo è il magico mondo di Palahniuk, dove “normalità” è solo una parentesi rosa tra le parole “pazzia” e “malattia cronica”.
Canzone finale da applausi, Reckoner dei Radiohead.
(voto 7,5)

Wanted – Scegli il tuo destino
C’è la voce fuori campo alla Spider-Man, la storia di un uomo qualunque che invece scopre di essere una specie di eletto come in Matrix, un tentativo di filosofeggiare sulla monotona condizione dell’uomo moderno stile Fight Club. Detto questo, starete pensando a una sorta di capolavoro. Invece no. È solo un videogamone senza identità con una trama ridicola, ma tanto ridicola, alcune delle scene più inverosimilmente assurde mai viste e la solita insopportabile Angelina Jolie, una che a parte Changeling credo non abbia mai fatto un film decente in vita sua ma è inspiegabilmente una delle attrici più popolari e pagate di Hollywood.
Il film si lascia comunque guardare con un numero limitato di sbadigli grazie a una certa figosità molto anni 90 di fondo. Non male soprattutto la scena in cui un riccone in limo viene ucciso a sangue freddo sulle note della bocelliana Con te partirò. Non è forse la fine che meriterebbero anche quei simpaticoni di Fiammetta e la Tband degli spot Tim?
(voto 5)

Notorious B.I.G.
I love biopic. Adoro i film biografici, in particolar modo se trattano di cantanti e artisti musicali. Da Velvet Goldmine (sul glam, David Bowie e Iggy Pop) passando per Walk the line – L’amore brucia l’anima (su Johnny Cash) fino a Control (su Ian Curtis e i suoi Joy Division). Non male anche Ray (su Ray Charles), Sid and Nancy (Sid Vicious), La bamba (Ritchie Valens), Great Balls of Fire (Jerry Lee Lewis), The Doors (si capisce su chi, o devo specificarlo?) e tanti altri…
L’ultimo uscito dal ghetto è Notorious B.I.G. film molto atteso, almeno negli Usa, visto che in Italia il rap è da sempre considerata musica di serie B. Cinematograficamente non è niente di eccezionale, colpa di una regia che punta troppo su un’effettistica da videogame e di una sceneggiatura che punta troppo su abusati stereotipi della gangsta-life. In tal senso il capolavoro nel genere rimane il neo-realista 8 Mile con Mr. Eminem. Epperò questa è comunque una storia da conoscere su uno dei personaggi fondamentali e più controversi nella storia dell’hip-hop, dalle sue radici nello spaccio di strada all’esplosione di rime crude che gli escono dalla bocca per talento divino. Anche se forse Dio non apprezzerebbe il linguaggio troppo explicit content (ma su questo non ci giurerei).
Molto interessante è soprattutto l’ascesa del rapper dal talento e dal fisico XXL, interprato dall’esordiente Jamal Woolard, e il rapporto con le donne della sua vita: la cantante Faith Evans, la crazy rapper Lil’Kim e naturalmente mammà. Poteva invece essere sviluppato ampiamente meglio il rap-porto con il prima amico e poi rivale 2pac, culminato in una distruttiva battaglia tra East e West Coast per la supremazia nel mondo hip-hop, e non solo in quello.
(voto 6,5)

Walk Hard – La storia di Dewey Cox
E questa invece è una parodia del genere biopic musicale, in particolare di Walk the Line, ma con chiari riferimenti anche a Ray, Almost Famous e I’m not there. C’è da dire che come film è una vera stronzata, mi si passi il francesismo. L’umorismo è più paradossale del paradossale, il che ogni tanto fa ammazzare dalle risate, ma il più delle volte lascia semplicemente esterrefatti. Evitabilissimo.
(voto 4)

Disaster Movie
Altro film parodia inutile, un’accozzaglia di riferimenti a film diversi e personaggi “cool” del momento senza filo conduttore alcuno. Divertente l’idea della festa in stile My super sweet 16 con tanto di balletto High School Musical per il protagonista oramai 25enne e fantastici Alvin and the Chipmunks in versione heavy-metal. Tutto il resto è noia.
(voto 3)

Shutter – Ombre dal passato
Ci sono horror che segnano la linea e altri che la seguono. Profondo rosso, Non aprite quella porta, Venerdì 13, Nightmare, più recentemente Scream, The Blair Witch Project, Saw e The Ring hanno segnato canoni di paura che sono stati copiati e clonati a più non posso.
La maggior parte degli horror in giro attualmente fanno parte di chi la linea la segue e sono pieni dei soliti clichè: turisti americani in vacanza in luoghi più o meno esotici, incidenti stradali, foto, specchi, telefonate, visioni, simpatiche presenze dal passato, bambini inquietanti, tipe orientali inquietanti, torture inquietanti e via dicendo. In pochi riescono a rielaborare questi materiali in una maniera originale. È il caso ad esempio di The Orphanage, che partendo da un assunto apparentemente alla The Ring si trasforma invece in un’opera molto diversa dall’usuale. Non è assolutamente il caso, invece, di questo Ombre dal passato, con protagonista Joshua Jackson, il mai dimenticato Pacey di Dawson’s Creek, nei panni di un fotografo che va a fare la luna di miele a Tokyo. Come a dire: le grane ce le andiamo proprio a cercare… Prevedibilmente, la sua luna di miele si trasformerà in una notte horror stile The Grudge. Bisogna concedere alla pellicola che tutto sommato un minimo di tensione riesce a metterla e per una disimpegnata visione estiva può andare bene. Però comincio ad essere stufo di tutto questo filone giappo horror. È ora che arrivi qualche nuovo film a dettar legge, che porti una nuova estetica e nuove tematiche. Il cinema dell’orrore ha sempre riflettutto paure legate alla contemporeneità, per il presente è dunque necessario un horror aggiornato ai tempi della crisi. Suggerimenti? Per quanto riguarda le ambientazioni ci si può spostare dal Giappone alla Cina, la potenza che oggi economicamente fa più paura e dalle mete esotiche passare a uffici, supermercati e altri agghiaccianti luoghi di lavoro. Per quanto riguarda i personaggi, basta bambini. Gli anziani possono essere molto più terrificanti, specie se hanno la pensione minima!
(voto 4,5)

The Ruins – Rovine
Una vacanza in Messico si trasformerà per un gruppo di ragazzi in un incubo. Come detto sopra, la trama non suona certo tra le più originali mai sentite, eppure lo sviluppo riserva qualche sorpresa tra leggende Maya e piante assassine. E poi il film che parte tutto tranquillo a un certo punto degenera e si fa feroce. Ai confini dello splatter. Finendo per essere un consigliato horror estivo. Tra i protagonisti va segnalata Jena Malone, già in Nemicheamiche e Into the Wild, ma soprattutto fidanzatina di Donnie Darko.
(voto 6,5)

The Hitcher
Anche in questo caso, lo spunto non è di quelli che ti fanno dire: “Ma che trovata originale!” D’altronde si tratta anche di un remake…
Un uomo apparentemente normale chiede un passaggio a una coppietta di ragazzi in vacanza e si rivelerà un folle psicopatico. Ma va? Solo che questo è proprio fuori di testa, tanto anche. La tensione è palpabile, soprattutto nella prima parte. I paesaggi on the road sono spettacolari. Il rhythm è alto. La colonna sonora è di ottimo livello. La coppietta è interpretata da due attori belli e bravi e Sean Bean è un ottimo villano. Thriller horror perfetto per una fresca visione estiva.
(voto 6+)

Chiamata da uno sconosciuto
A.A.A. Babysitter in lussosa quanto isolata villa cerca disperatamente un maniaco psicopatico che le telefoni. Potrebbere essere un annuncio, invece si tratta dell’elaborata e sofisticata trama di questo horror. Peccato che dopo Scream e The Ring sia dura far sì che qualche semplice telefonata ci possa ancora spaventare. Gli sceneggiatori ce la mettono tutta pur di inventarsi qualcosa, qualsiasi cosa, ma proprio non riesce loro di tirar fuori un’idea decente che sia una. Anche il maniaco qualcosa di interessante potrebbe dirla, invece si limita a stare zitto attaccato alla cornetta o a respirare rumorosamente manco fosse Darth Vader. Il mistero più grande del film è come sono riuscito a sopravvivere alla sua visione fino alla fine. Unica cosa da segnalare, la protagonista: Camilla Belle. Il futuro è suo.
(voto 4)

The Covenant
Attori con volti da poster per ragazzine emo, atmosfera dark alla Twilight, una storia misteriosa di superpoteri stile Smallville per un fanta-teen uscito nel 2006 che non ha riscosso un particolare successo. Eppure gli ingredienti c’erano tutti, storia d’amore compresa, e forse se uscisse oggi dopo la Twilight-mania potrebbe persino generare una saga di successo. Certo, gli effetti speciali sono veramente di basso livello e la trama risulta approssimativa, ma tutto sommato il film regge discretamente e sarebbe anche un buon spunto per una serie tv.
(voto 6)

Idiocracy
Scritto e diretto da Mike Judge, autore di Beavis & Butthead nonché di un’altra poco conosciuta ma assai interessante serie a cartoni animati, King of the Hill. Naturalmente da un personaggio del genere non mi aspetto niente meno che un film geniale. E infatti…
Il protagonista è il classico medio-man americano. Per un esperimento militare finito male viene ibernato anziché un solo anno, per ben 500. La teoria dell’evoluzione qui proposta da Judge è che le persone intelligenti hanno più difficoltà a riprodursi, mentre gli idioti si moltiplicano a dismisura. Nel 2505, il mondo sarà dunque popolato da soli idioti patentati e l’America verrà guidata da un Presidente ex-wrestler nonché ex-pornodivo. In uno scenario del genere, è facile per il protagonista passare dal suo stato di medio-man all’essere l’uomo più intelligente del mondo. Naturalmente si può leggere tra le righe una critica alla società americana contemporanea, in particolare all’american idiot way of life proposto da George W. Bush (il film è del 2005) che però si può facilmente estendere anche all’infuori degli States. Basta accendere la tv su programmi come Paperissima o Il mercante in fiera per capire che questo futuro non è poi così distante dalla realtà, oppure basta guardare alla giustizia italiana, dove terroristi condannati all’ergastolo (per definizione: carcere a vita) vengono rilasciati e si manda l’esercito per proteggere le spiagge dai temibilissimi vucumprà, che fino a prova contraria sono sempre stati un elemento imprescindibile di una vacanza al mare che si rispetti.
Fatte queste riflessioni socio-cultural-politiche, non pensate certo a un film intellettuale. Questa è una folle commedia demenziale che centra in pieno il suo obiettivo: fare un minimo riflettere, ma solo dopo averti fatto ammazzare dalle risate. Un film stupidamente intelligente.
(voto 7+)

Un amore di testimone
Una commedia romantica con il Dottor Stranamore di Grey’s Anatomy al posto di Julia Roberts nella parte… della damigella d’onore. Un uomo damigella d’onore? Questo sì che è divertente. Però potete pure smetterla di ridere, visto che è l’unica trovata degna di nota della pellicola.
Lo Stranamore Patrick Dempsey regge bene in coppia con Michelle Monaghan mentre i comprimari, che in questo genere di film solitamente sono la cosa migliore e creano almeno qualche diversivo alla scontatezza della solita trama, sono ahimè assolutamente dimenticabili. Tirando le somme un film inutile oltre che prevedibile, con giusto qualche momento piacevolmente trash a strappare una risata. Belle le ambientazioni scozzesi della parte finale.
(voto 4,5)

Baby mama
Una donna che ha sempre pensato solo alla sua carriera, arrivata vicina ai 40 decide di avere un figlio ma SDENG! ha problemi di fertilità e allora che fare? Ma certo! Perché non affittare un utero da una mamma in affitto? Il tema è ambizioso, lo sviluppo lascia invece alquanto a desiderare.
Protagonista di questa commedia è Tina Fey, comica del Saturday Night Live nota da noi soprattutto per la sua imitazione di Sarah Palin durante l’ultima campagna elettorale Usa, nonché autrice della sceneggiatura dell’ottimo Mean Girls. In questo caso però la scrittura non è sua e si vede. Il film nel complesso fa acqua da tutta le parti, nonostante la simpatia che posso provare per la Fey e per la sua bionda collega Amy Poehler annoia profondamente e si salvano giusto una manciata di battute.
(voto 4)

Ammesso
Essere ammesso a un college prestigioso è il sogno di ogni studente americano. Il protagonista di questo film, più semplicemente, sogna di essere ammesso a un college qualunque. Peccato venga rifiutato da tutti. Allora, molto ingegnosamente, si inventa un’università dal nulla e annuncia ai suoi genitori di esservi stato accettato. Non solo se lo inventa, fonda praticamente un nuovo college dove democraticamente tutti possono essere ammessi. Una commedia americana classica, che guarda a modelli anni 80 come La rivincita dei nerd o di oggi come La ragazza della porta accanto e ha perfino accenti utopici su un’istruzione alla portata di tutti. Però non convince molto, sa di già visto e si ride solo a tratti.
(voto 5)

4 commenti:

  1. questa volta sono d'accordo.....

    però dai.....plizzzzzz.... Soffocare (Choke) merita un bel 8+!
    gran bel film....

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  2. Me and you and everyone we know l'ho visto al cinema quando è uscito e merita sicuramente il tuo 8. E' stato un regalo inatteso.
    Esilaranti le scene della chat tra il bambino e la tipa.

    RispondiElimina
  3. @sybille
    oooh uff ma non ti accontenti mai
    soffocare è un buon film, non stiamo troppo a sindacare sui voti come al solito
    :D

    @lucien
    quel bambino ha una mente veramente malata. se un giorno faranno mai un seguito del film, diventerà certamente un adolescente deviato!

    RispondiElimina
  4. Sono una gran ammiratrice di Angelina Jolie però ammetto che ultimamente non sta dando buoni risultati tranne Changeling che me lo sono perso, ma hanno detto tutti che lì è stata bravissima.
    L'ho amata in Ragazze Interrotte e ho apprezzato molto anche l'intrepretazione di Brittany Murphy che con uno sguardo faceva intendere ciò che voleva.
    Di Angelina Jolie ha mai visto il film tv Gia?

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