giovedì 29 ottobre 2009

I reality hanno spappolato le star dei video

Con un titolo che riassume perfettamente l'ultimo decennio
Robbie is back

Robbie Williams "Reality Killed The Video Star"

Recensione volante

Gli archi maestosi accolgono il "Morning Sun" dalle finestre. Robbie è tornato in sella dopo aver attraversato il suo periodo Fox Mulder. Chi d'altronde non attraversa un periodo Fox Mulder nella propria vita? Dimenticati gli alieni, Vodafone ringrazia e piazza nelle case degli italiani il singolo "Bodies" con i suoi cori da monastero e le sue liriche in bilico tra santi e falsi dei. "You Know Me" è una ballatona elegante, echeggia i classici anni 50 e Morrissey. "Blasphemy" rallenta ulteriormente, fermandosi a passeggiare nei campi con gli archi dei Belle & Sebastian. Scende la neve, si addobba l'albero ed è già Christmas before Nightmare.

"Do You Mind" ha un piglio più glam-rock'n'roll fun e un ritornello simpaticamente scemo. "Last days of disco" omaggia nel titolo lo splendido film di Whit Stillman del 1998 sulla fine dell'epoca d'oro della musica disco e a livello musicale suona proprio come uno svuotapista. Le luci si spengono, la gente comincia a sfollare, sul dancefloor non c'è più nessuno che balla e l'aria si riempie come per magia di un sapore strano. Nostalgia. Sensazione che qualcosa stia per finire per sempre. "Somewhere" è un intermezzo di un minuto raffinatissimo. La disco si è ormai totalmente svuotata. Parte un nuovo lentone, "Deceptacon". Gli archi danno molta Verve al pezzo. "Starstruck" ha un ritmo leggermente danzante, come il miglior George Michael. Classe pura.

Arriva quindi inaspettato il momento tamarro, con "Difficult For Weirdos", un electro alla Crystal Castles che ballano con i Pet Shop Boys. La produzione messa nelle abili mani di Trevor Horn è talmente raffinata che trasforma anche questo pezzo in un piccolo gioiellino. Horn è una figura centrale per questo album: era infatti uno dei Buggles, quelli della "Video Killed The Radio Star" omaggiata nel titolo e ha prodotto dischi per artisti la cui influenza qui dentro è chiara (Pet Shop Boys, Belle & Sebastian, Annie Lennox, Seal, Lisa Stansfield e molti altri). Il disco si avvia alla fine con "Superblind" e "Won't Do That", epiche cavalcata pop-rock in cui il Williams si dimostra il solito specialista. A chiudere ci pensa una reprise di "Morning Sun" che dà un senso circolare all'album.

Robbie è cresciuto ed è meno cazzone del solito. Stavolta fa sul serio, l'ex Take That schizzato. Ha piazzato un disco maturo e classico, una spanna abbondante sopra gli altri dischi pop dell'ultimo periodo. Non posso che applaudire

2 commenti:

  1. non ho ancora ascoltato l'album però il primo singolo è davvero coinvolgente e travolgente...insomma mi strapiace!

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  2. L'evoluzione di "Video killed the radio star".

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