sabato 30 gennaio 2010

Scoprendo Salinger

Tante volte mi sono chiesto perché non fosse mai stata fatta una trasposizione cinematografica da “Il giovane Holden”, uno dei libri più amati del Novecento. La risposta la conoscevo già. Stava scritta nell’incipit del libro. “Se c’è una cosa che odio sono i film. Non me li nominate nemmeno.” Eppure continuavo a farmi quella domanda.
Adesso che J.D. non c’è più spero continuino a mantenere la sua volontà di mantenere il romanzo solo su carta, nonostante un film da “Il giovane Holden” in mano al regista e allo sceneggiatore giusti penso sarebbe una bomba.
Nonostante l’odio di Holden (e di Salinger) nei confronti del cinema, è innegabile l’enorme influenza che ha avuto non solo su molti autori letterari, ma proprio sugli sceneggiatori che stanno a Hollywood a sputtanarsi.

I non del tutto riusciti “Igby Goes Down” (2002) e “Tadpole” (2002) sono due esempi di rivisitazione moderna del vecchio Holden. Jake Gyllenhaal in “The Good Girl” (2002) interpreta un aspirante scrittore che si fa chiamare Holden, mentre secondo l’amico blogger Harmonica anche in “Donnie Darko” si può vedere l’influenza di Salinger. E poi “L’attimo fuggente” (1989), con la vita da campus che mi riporta alla mente la prima parte de “Il giovane Holden”.

Chapter 27” (2007) è invece la vera storia di Mark David Chapman, il folle che si credeva Holden e che durante un weekend a New York ha ucciso John Lennon. Il film non è mai stato distribuito in Italia, ma la versione in inglese con la voce ipnotica di Jared Leto è sicuramente una visione sconvolgente. Un viaggio allucinato nella mente di uno psicopatico. Dove Chapman abbia visto nel libro di Salinger i segnali che gli indicavano di uccidere Lennon lo sa lui, considerando anche come “Il giovane Holden” sia uscito nel 1951, quando l’epoca del rock’n’roll e della pop music doveva ancora nascere. Jared Leto, ingrassato per l’occasione, perde la sua aura da figo e diventa un pazzo straordinario.
Anche la figura misteriosa e schiva di J.D. Salinger, che ha vissuto sempre lontano dai riflettori e senza concedersi a interviste, ha ispirato almeno un paio di film. Vi segnalo “Wonder Boys” (2000) di Curtis Hanson, in cui Michael Douglas dopo aver scritto il classico letterario del secolo affronta il più classico dei blocchi dello scrittore. Nel film ci sono anche Tobey Maguire, Katie Holmes, Frances McDormand, Robert Downey Jr. e la canzone “Things have changed” di Bob Dylan premiata con l’Oscar.

Infine, “Scoprendo Forrester” (2000) di Gus Van Sant. Sean Connery è Forrester (alter ego di Salinger già a partire dall’assonanza del nome), premio Pulitzer con il suo primo libro che poi vive recluso nonostante continui a scrivere. Fino al giorno in cui incontra un giovane di colore dallo straordinario talento letterario che lo farà uscire dal volontario esilio. Il ragazzo che Jerome David Salinger nella sua vita non ha mai incontrato.

3 commenti:

  1. un grande!
    cogliamo l'occasione per andarci a leggere franny and zooey o alzate l'architrave...!

    (gia', perche' il giovane holden lo sappiamo gia' a memoria!)

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  2. marco bellissimo post, a me era venuto in mente solo scoprendo forrester...ciao

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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