domenica 12 agosto 2012

Recensioni flash: film generazionali

Per questo nuovo appuntamento con le recensioni cannibali estive flash, ecco una serie di film raggruppati sotto la vaga denominazione di "generazionali". All'incirca.
In pratica, una serie di pellicole messe insieme nello stesso post più o meno a caso...

"Ma quanto anni '90 siamo?"
SubUrbia
(USA 1996)
Regia: Richard Linklater
Cast: Giovanni Ribisi, Steve Zahn, Parker Posey, Nicky Katt, Jayce Bartok, Amie Carey, Ajay Naidu
Genere: troppo 90s

Stra-consigliato da Frank Manila (citato per la seconda volta in 2 giorni, e non m'ha manco pagato!), SubUrbia era uno dei pochi film alternative 90s che ancora mancavano all’appello delle visioni cannibali. Una di quelle pellicole che un tempo passavano su Italia 1 magari alle 2 di notte o che trovavi in offerta su una bancherella di VHS usate a 10mila lire e che oggi sono invece comodamente recuperabili su Internet. Comodamente, più o meno, visto che la versione che ho trovato io di qualità non eccelsa era videoregistrata proprio da Italia 1…
Visto oggi, SubUrbia è un film che appare demodé, superato e, proprio per questo, estremamente cool! Una pellicola 90s, so 90s, persino troppo 90s che mi ha riscaraventato in pieno in quel decennio, insieme ai drammi esistenziali della generazione X. D’altra parte il revival degli anni Novanta è ormai iniziato, che vi piaccia o meno (e a me piace).
Il film di Richard Linklater presenta un gruppo di sconclusionati personaggi: apatici, anarchici e senza direzione nella vita, bloccati in un suburgatory con una colonna sonora splendidamente post-grunge in cui si ergono i Sonic Youth insieme alla loro splendida Sunday suonata sui titoli di coda. Un tutto in una notte affascinante, con ottimi dialoghi e in cui appare fuori luogo giusto l’affiorare di un accenno moralistico nel finale. Una conclusione che stona con il resto, poiché il bello di questi personaggi, e dei 90s in generale, è proprio l’apatia di fondo, yeeeh-yeah.
(voto 7/10)

"Ma quanto anni '80 siamo?"
St. Elmo’s Fire
(USA 1985)
Regia: Joel Schumacher
Cast: Andrew McCarthy, Judd Nelson, Rob Lowe, Demi Moore, Emilio Estevez, Ally Sheedy, Mare Winningham, Andie McDowell
Genere: tanto ottanta

E da un film troooppo 90s, passiamo a un film troooppo 80s.
Considerato negli USA uno dei film simbolo del cinema del decennio, l’ho visto con aspettative esagerate e altissime. In realtà, ahime, St. Elmo’s Fire mi è sembrata una visione decisamente in tono minore rispetto alle perle di John Hughes Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare e Breakfast Club, cui spesso viene associato.
In questo fuoco che non brucia ci sono più che altro una serie di personaggi ot-tanto stereotipati, dalle crisi della superficiale Demi Moore (e Ashton Kutcher ancora non c'entrava) all’ego dell’egoista yuppie reaganiano Judd Nelson, con il migliore che resta il sempre grande Andrew McCarthy.
Tutta questione di aspettative: mi attendevo un possibile nuovo cult cannibale, mi sono ritrovato davanti a un filmetto gradevolmente anni Ottanta, però incapace di lasciare un segno.
Uh uh uh, delusion.
(voto 6/10)

"Ma quanto anni '70 siamo?"
The Education of Charlie Banks
(USA 2007)
Regia: Fred Durst
Cast: Jesse Eisenberg, Jason Ritter, Eva Amurri Martino, Chris Marquette, Sebastian Stan, Gloria Votsis
Genere: collegiale Seventies

Mi ricordo di quando ero una matricola: sono stati i due anni migliori della mia vita.

Esordio alla regia per Fred Durst, il mitico leader dei mitici Limp Bizkit. O meglio: un tempo mitico leader degli un tempo mitici Limp Bizkit, ormai diventati l’ombra di loro stessi, vedi o meglio senti l’ultimo disco Gold Cobra uscito qualche mese fa (giustamente) del tutto in sordina.
Lontano dalla musica della sua band, il Durst torna indietro nel tempo fino alla fine degli anni ’70, con protagonista il volto nerd per eccellenza Jesse Eisenberg, per una storia di formazione piuttosto piacevole ma che fallisce il grosso obiettivo: sembra sia sempre sul punto di dire qualcosa di importante, ma alla fine non lo fa. Da Durst mi aspettavo poi uno spazio maggiore alla colonna sonora, che invece rimane sullo sfondo senza diventare mai protagonista. Comunque il Fred, se ormai a livello musicale non sembra avere più molto da dire, almeno dietro la macchina da presa la sua porca figura la fa. In tempi di crisi, un plauso perché è riuscito a reinventarsi. Più che nu-metal, nu-job.
(voto 6-/10)

"Ma quanto anni Zero - e pure pirla - siamo?"
Standing Still
(USA 2005)
Regia: Matthew Cole Weiss
Cast: James Van Der Beek, Adam Garcia, Ethan Embry, Jon Abrahams, Amy Adams, Roger Avary, Xander Berkeley, Lauren German, Melissa Sagemiller, Colin Hanks, Aaron Stanford, Mena Suvari, James Duval
Genere: nostalgico moderno

Tipico film per farsi pigliare dalla nostalgia. La situazione è quella da Grande freddo o da Compagni di scuola, ma senza il morto: una rimpatriata tra vecchi amici ormai cresciutelli (ma non troppo, visto che sono intorno ai 30anni, mica ottantenni) in occasione di un matrimonio. Ma soprattutto la notte prima (non degli esami) è dedicata all’addio al celibato in cui succede un po’ di tutto. Una vera e propria notte da leoni.
Nel cast di glorie fine anni ‘90/primi anni Zero compare persino il regista Roger Avary (Le regole dell’attrazione e Killing Zoe), ma svetta soprattutto James Van Der Beek, con un personaggio ben lontano da Dawson Leery e molto più vicino al suo Sean Bateman proprio di Le regole dell’attrazione, quindi: irresistibile. Film dolceamaro, ma una visione più dolce che amara.
(voto 6,5/10)

4 commenti:

  1. St. Elmo's fire è uno dei mie cult, forse perchè lo vidi quando uscì (ero una bambina e me ne innamorai)

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  2. Anche in questo caso, mi sa tanto che salto senza troppi patemi.
    Ma com'è che ti è venuto di spararti tutti questi film un pò inutili!?!?

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  3. Il primo e l'ultimo hanno colpito la mia attenzione e poi vedere "Dawson" non "Dawson" mi incuriosisce! :D
    E adoro Giovanni Ribisi!

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  4. manda l'iban così faccio il bonifico... grazie di nuovo.
    Evviva il revival anni '90 :D

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