(USA 1999)
Titolo originale: Bringing Out the Dead
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Paul Schrader
Tratto dal romanzo: Bringing Out the Dead di Joe Connelly
Cast: Nicolas Cage, Patricia Arquette, John Goodman, Ving Rhames, Tom Sizemore, Marc Anthony, Mary Beth Hurt, Cliff Curtis, Nestor Serrano, Judy Reyes, Cynthia Roman
Genere: (para)medico
Se ti piace guarda anche: Saved (serie tv), Taxi Driver
Ci sono film che non puoi vedere di giorno. Così come non puoi ad esempio vedere Miracolo nella 34a strada in piena estate. A dirla tutta, non puoi proprio vederlo Miracolo nella 34a strada perché è un film troppo ruffiano. Dai, come si fa a vedere una roba del genere senza farsi prendere da un’irrefrenabile voglia di fare una strage?
Al di là della vita è un film che va visto di notte. Magari nel dormiveglia. Tra un sogno e un incubo. Meglio se fatti o, visto che c’è crisi e al giorno d’oggi bisogna risparmiare persino su alcool & droghe, anche una bella febbre può andare bene. Queste sono le condizioni ideali per la visione di una pellicola come Al di là della vita, forse il lavoro più folle e visionario, almeno prima di The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese, il regista cui io e un folto gruppetto di altri blogger cinematografici dedichiamo questa giornata.
Perché proprio oggi? Hey, non è mica il suo compleanno.
Vero, vero, attenti lettori, vero. Martin Scorsese è nato il 17 novembre, però è oggi che esce nei cinema italiani The Wolf of Wall Street, l’ultimo attesissimo lavoro del regista italoamericano.
Ecco allora tutti i blog che partecipano a codesto MARTIN SCORSESE DAY:
Cinquecentofilminsieme
Director's Cult
Ho Voglia di Cinema
In Central Perk
Life functions terminated
Montecristo
Non c'è paragone
Recensioni Ribelli
Scrivenny 2.0
White Russian
Che rapporto ho io con Martin Scorsese?
Ho un rapporto strano. Non nel senso che insieme facciamo cose sadomaso o altro, manco ti conosco io, oh, Marty ma che vuoi?
Ho un rapporto strano con lui nel senso che non mi reputo un suo fan assoluto, visto che parecchi suoi film purtroppo mancano ancora all’appello delle mie visioni, su tutti Quei bravi ragazzi e Casinò, qualche suo lavoro non mi ha entusiasmato e mi pare piuttosto sopravvalutato come Gangs of New York o Toro Scatenato, mentre il recente Hugo Capretto era davvero una robetta modesta che, insomma, perché l’hai fatto, Marty, perché?
Non sono un suo groupie, eppure parecchi suoi film mi piacciono parecchio. The Departed e Shutter Island sono ottimi, Cape Fear è favoloso e spaventoso, The Aviator per me è un film enorme ma enorme proprio, Fuori orario è un mio quasi cult e poi ha girato uno dei miei cult assoluti, Taxi Driver.
E questo Al di là della vita, pellicola poco fortunata al botteghino e tra le opere meno note e celebrate del grande regista, com’è? Eh, com’è?
Difficile dirlo. Da una parte è una visione così pazzesca che non posso volergli male, a un film del genere. Dall’altra non posso fare nemmeno a meno di tirargli le orecchie, perché poteva essere un cultissimo e invece è solo un cult mancato. Scorsese ci racconta di un paramedico che passa le sue notti tra l’ambulanza e l’ambulatorio, a vagare per le strade di NYC in maniera non troppo distante dal Travis Bickle di Taxi Driver. Peccato che Nicolas Cage non sia Bob De Niro. No, no. O almeno, non è il Bob De Niro de 'na vorta. Adesso invece le loro iperattive carriere, piene di filmetti mediocri, si assomigliano parecchio.
Lo sceneggiatore è invece lo stesso di Taxi Driver: Paul Schrader, sì, il regista di American Gigolo e del tanto discusso The Canyons. Il tocco psyco di Schrader si fa sentire parecchio e contagia uno Scorsese che si diverte come un matto a filmare le tre intense notti delparaculo paramedico Cage. Questo è un po’ il film punk di Marty. E chissà, forse un po’ di questa follia anarchica ci sarà anche nel nuovo The Wolf of Wall Street, ma di questo avremo modo di parlarne…
Lo sceneggiatore è invece lo stesso di Taxi Driver: Paul Schrader, sì, il regista di American Gigolo e del tanto discusso The Canyons. Il tocco psyco di Schrader si fa sentire parecchio e contagia uno Scorsese che si diverte come un matto a filmare le tre intense notti del
"Persino Marc Anthony recita meglio di me? Sono messo peggio di quanto potessi immaginare..." |
Il problemino del film è proprio questo: ha una struttura più da serie tv che da pellicola, frattementato com’è in 3 mini episodi dedicati a 3 notti in cui il Cage si trova in ambulanza con 3 diversi partner: il mangione John Goodman, il profeta spiritualeggiante Ving Rhames e il drogato di adrenalina Tom Sizemore. Tante microstorie, tante idee, tanti abbozzi di personaggi, tra cui un sorprendente Marc Anthony, il Gigi D’Alessio latino americano nonché ex marito di Jennifer chiappona Lopez. Tutti aspetti che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, quello che una serie tv ti può garantire. A funzionare di meno è invece il protagonista Nicolas Cage che, per carità, si comporta meglio rispetto ad altre occasioni, però si può solo immaginare quale figata sarebbe potuta essere questo film con un attore vero al suo posto. Non funziona un granché nemmeno la storia pseudo sentimentale con Patricia Arquette. Tra lei e il Cage non c’è davvero chimica, insieme non funzionano. Forse perché Cage non funziona con nessuno e basta.
Nonostante una natura troppo spezzettata, nonostante un casting più sbagliato che azzeccato, nonostante un finale che lascia una forte impressione di incompiutezza addosso, il film scorre veloce grazie anche a una variegatissima colonna sonora pompata dal DJ Scorsese che passa dai R.E.M. e Stevie Wonder, dai Clash al citato Marc Anthony, con alcuni momenti da videoclip e uno stile a tratti debitore delle pellicole pulp in voga in quel decennio. Perché Al di là della vita è un film molto 90s. Il film 90s di Marty. Il film punk-grunge di Marty. Il film più folle di Marty. Almeno prima dell’arrivo di The Wolf of Wall Street.
(voto 7/10)
Mai visto... dovrò recuperare!
RispondiEliminauna visione se la merita.
Eliminaanche se poteva essere meglio...
Troppo basso il voto per un film scandalosamente sottovalutato e scandalosamente grande.
RispondiEliminaComunque sono d'accordo su The aviator! ;)
sarebbe stato grande, se solo marty avesse preso qualcun altro al posto dello scandalosamente penoso cage...
EliminaQuoto entrambi.Ormai parete i Gemelli di Ramis... :DDD
EliminaDevo aver visto questo film da piccola, forse quando ancora esistevano i bellissimi di Rete4 (l'unica cosa che ho mai salvato da quel canale) perché ne ho un ricordo molto confuso, ma me lo ricordo... molto anni 90, come le camicie di flanella a quadri...
RispondiEliminaThe aviator è davvero enorme...
E' passato un po' però a me il film piacque nonostante la presenza di Cage che qui almeno si muove in un ambiente interessante. Bellissima la città notturna di Scorsese che confeziona un film per lui anomalo ma migliore di altre sue cose un po' sopravvalutate (penso a Gangs of N.Y. come dicevi anche tu).
RispondiEliminaSo che non ami il genere gangster/criminale (ma si puo?) però, a parte Quei bravi ragazzi che mi pare tu abbia capito da solo che te lo devi vedere, ti consiglio la visione anche di Casinò e recupererei anche il vecchio Mean streets, tutti con un De Niro grandissimo con sparse qua e là grandissime prove di Joe Pesci e Harvey Kietel.
Vai, recupera, fallo per me. Ma soprattutto per te. Recupera.
questo e Kundun li ho veramente sofferti... a pensarci bene, sono gli unici di Scorsese che non mi sono mai proprio piaciuti. chissà, magari senza Cage...
RispondiEliminaSe non fosse per Nicolas Cage si potrebbe parlare anche di un buon film...
RispondiEliminaper me è un film bellissimo, doloroso , intenso, oscenamente sottovalutato...forse proprio per la presenza di Nicolino...
RispondiEliminaBuon MS Day!
RispondiEliminaCuriosa di conoscere la tua opinione su The wolf of Wall street :D
Prima non lo conoscevo, poi è saltato fuori nel mio libro di Storia del cinema, anche: lo guarderò :)
RispondiEliminaManca pure questo, ma l'accoppiata Scorsese-Cage promette già bene, quindi si piazza in alto nella mia (lunghissima) lista!
RispondiEliminaVisto un secolo fa, quando la Reyes era già l'infermiera Carla Espinoza! Buon MSD!
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