mercoledì 19 febbraio 2014

THE TRUMAN (CAPOTE) SHOW




Truman Capote – A sangue freddo
(USA, Canada 2005)
Titolo originale: Capote
Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: Dan Futterman
Ispirato al libro: Capote di Gerald Clarke
Cast: Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins Jr., Mark Pellegrino, Bob Balaban, Chris Cooper, Bruce Greenwood
Genere: freddo
Se ti piace guarda anche: Infamous – Una pessima reputazione

A caldo, la morte di Philip Seymour Hoffman mi ha lasciato davvero di merda.
A freddo, posso dire che continua a essere una merda, ma sto cominciando ad accettare la cosa, con calma.
In questi giorni di lutto e sconforto, ho recuperato finalmente un film fondamentale nella carriera dell’attore americano, Truman Capote – A sangue freddo, “soltanto” la pellicola che gli ha fatto vincere l’Oscar.
Perché non l’avevo ancora visto?
Il solito insieme di coincidenze sfortunate. Magari ti scarichi una versione che non si vede benissimo e allora rinunci in favore di qualche altra visione. Lo riscarichi, dici: “Domani lo vedo” e poi il giorno seguente dici lo stesso e poi passano gli anni e ogni estate, quando hai tempo per i recuperi, ti riprometti di andarlo a ripescare, solo che è un film troppo poco estivo, ma davvero troppo poco, e allora niente. C’è voluta allora una ancor più sfortunata occasione come la morte dell’attore perché finalmente mi decidessi a vederlo.
Ho fatto bene?
Sì, perché la prova interpretativa di Philip Seymour Hoffman nei panni del giornalista e scrittore Truman Capote è superlativa e la storia parecchio avvincente. Da un punto di vista cinematografico invece non è che mi stessi perdendo una pietra miliare, visto che la regia di Bennett Miller, che poi avrebbe diretto pure un altro film che poco mi ha impressionato come L’arte di vincere – Moneyball, è parecchio piatta e anonima. Presente quelle regie invisibili tipo Muccino quando è andato negli USA?
Ecco, quel genere di anonimo. Ed è un vero peccato perché una simile meravigliosa performance recitativa di P.S. Hoffman avrebbe meritato ben altra compagnia. Il film è freddo, glaciale, in questo è anche fedele al personaggio che ritrae, solo che gli manca quel “di più”, in grado di farlo passare da una visione interessante a una realmente memorabile. Gli manca il cambio di passo, la svolta registica, il momento di elevazione a grande opera cinematografica. Gli manca poi pure l’originalità che ha invece contraddistinto il rivoluzionario lavoro di Truman Capote.

"Questo capitolo devo proprio riscriverlo! Sembra scritto da Cannibal Kid..."
Correva l’anno 1959 quando una famiglia come tante di un paesino sperduto nel Kansak veniva uccisa in circostanze brutali e misteriose. Un caso di cronaca sorprendente e clamoroso in un posto dimenticato da Dio così come fino ad allora anche dal crimine. Un caso in grado di scatenare la curiosità non solo degli Studio Aperto, Salvo Sottile o Roberta Bruzzone dell’epoca, ma anche di uno dei più celebri giornalisti e scrittori di quel periodo, Truman Capote. Il suo scopo era quello di scrivere un articolo di approfondimento, più che sull’omicidio in sé, su come la comunità locale avesse vissuto quel traumatico evento. Un articolo poi tramutatosi in un libro vero e proprio, un mix mai tentato prima tra stile romanzesco da fiction e cronaca vera. Da qui sarebbe nato A sangue freddo, una pubblicazione svolta sia per la narrativa che per il giornalismo successivi. In un’epoca di grandi cambiamenti sociali, culturali e politici, anche Truman Capote nei primi Anni Sessanta faceva la sua parte rivoluzionando la scrittura moderna. Su questo aspetto la pellicola non si sofferma più di tanto, così come a livello stilistico e formale risulta ben lontano dall’essere un prodotto rivoluzionario, o anche solo vagamente originale.

"Mi fugo una siga. Tanto sarà mica questa ad ammazzarmi..."
Va riconosciuto al film di Miller di non scadere nel solito thrillerino, come la trama poteva suggerire. Truman Capote – A sangue freddo ci racconta non tanto di un omicidio, quanto della genesi di un’opera fondamentale per come la cronaca viene trattata oggi. Ciò che non riesce a fare è scavare davvero all’interno della personalità dei suoi personaggi, i criminali della storia così come anche gli altri, che rimangono giusto un contorno. La forza della pellicola, tra una regia pallida e una vicenda intrigante ma che non riesce a decollare del tutto, è allora il protagonista. Lui e solo lui. Philip Seymour Hoffman fa vivere Truman Capote su grande schermo in maniera pazzesca. Si annulla del tutto dietro al personaggio, al punto che fin da subito mi sono lasciato alle spalle la tristezza per la notizia della sua morte e nel film non ho visto Philip Seymour Hoffman. Nel film ho visto Truman Capote. Questo è ciò che un grande attore deve fare. Questo è ciò che Philip Seymour Hoffman sapeva fare. Questo è ciò che ce lo fa rimpiangere adesso e credo ancora per molto tempo.
(voto 6,5/10)

Per ricordare il grande attore scomparso, io e il solito gruppetto di blogger abbiamo pensato di dedicare questa giornata ai suoi film e alle sue interpretazioni. Questi sono gli altri contributi che potete trovare in questo triste ma (spero) bello Philip Seymour Hoffman Day.

Il Bollalmanacco
In Central Perk
White Russian
Viaggiando Meno
Non c'è Paragone
Cinquecento Film Insieme
Montecristo
Director's Cult
50/50
Scrivenny 2.0
Combinazione Casuale


19 commenti:

  1. prova magnifica per un grandissimo attore che ci hanno rubato troppo presto...

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  2. Sono sincera: l'avevo visto in Australia, febbricitante io e senza sottotitoli il film. Mi sono addormentata dopo mezz'ora. Mi riprometto sempre di recuperarlo ma tremo, nonostante il rispetto per Hoffman :(

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  3. Bella l'idea di voi "bloggari" di dedicare una giornata a P.S. Hoffman. In onore suo (ma anche vostro, via) darò una letta a tutti i post.

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  4. recuperato proprio recentemente dopo aver rimandato a lungo, proprio come te ;) magari la regia non offre spunti particolarmente originali, ma Hoffman è davvero gigantesco e mi è piaciuto molto il modo in cui hanno gestito il rapporto, quasi una dipendenza, che legava Capote all'assassino. Ci manchi Philip, tantissimo.

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  5. onore e gloria a Ph. S. H.
    quanto al "domani lo vedo" è una TRAPPOLA MORTALE
    lo so perché ci casco spesso
    DOMANI è un avverbio pericolosissimo: contiene MAI al suo interno (succede solo nella lingua italiesca, ho controllato... sarà per questo che siamo così inconcludenti?)

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  6. Chi non ha in mente Truman Capote, o non ha mai visto un video di una sua intervista su youtube, non può apprezzare la meravigliosa interpretazione di Philip Seymour Hoffman che per tutta la durata della pellicola E' Truman Capote.
    Il film si regge totalmente su di lui.

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  7. Splendido Hoffman parecchio meno il film che l'ho trovato di una noia mortale..

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  8. Un film che a me non disse granché, ma che interpretazione immensa.

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  9. Uno dei suoi che ancora mi manca... dovrò recuperarlo!

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  10. Manca anche a me, non sono riuscito a recuperarlo nonostante l'abbia trasmesso finalmente la tv generalista.

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  11. Manca anche a me, questo film. E ti capisco pure sulla questione dei film estivi ed invernali, pensa.

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  12. Vidi il film dopo aver letto il romanzo di Capote trovando quindi il tutto molto minore. Hoffman riesce comunque a far rivere lo scrittore in modo pazzesco, facendotelo un po' odiare, pure.

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  13. Non l'ho mai visto, uno di quei film la cui visione ho rimandato all'infinito...

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  14. Infamous come film era meglio, ma l'interpretazione di PSH rimane la più grande (perché sparisce l'attore ed emerge TC, un grandissimo)

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  15. Penso che lo vedrò in Italiano. Mi inquieta troppo sentirlo con la stessa identica voce del vero Truman Capote. Grande Hoffman!

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  16. Capote è un filmone da paura! Mi è piaciuto un casino...
    In ogni caso: anche io ci sono rimasto di merda...

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  17. A me era piaciuto molto, in effetti penso più che altro per merito di Seymour Hoffmann perché il film è un po' lento in alcuni tratti. Indimenticabile performance.

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  18. Ti dirò, non ero una sua fan sfegatata, ma la notizia della sua morte mi ha scosso molto, perché penso sia inevitabile restare colpiti dalla scomparsa improvvisa di un personaggio col suo talento che tanto di qualità aveva fatto finora. Mi resta solo da pensare cosa avrebbe potuto ancora fare, ma non lo sapremo mai, purtroppo.

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