venerdì 9 settembre 2016

Le pazze lo chiamavano Jeeg Robot, gli altri Super Criminale, io Lupin IV





Lo chiamavano Jeeg Robot
(Italia 2016)
Regia: Gabriele Mainetti
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti
Cast: Jeeg Robot Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Antonia Truppo, Gianluca Di Gennaro, Salvatore Esposito, Francesco Formichetti, Maurizio Tesei, Daniele Trombetti
Genere: antisupereroistico
Se ti piace guarda anche: Unbreakable, Léon, Freaks!

Si trasforma in un raggio missile
con circuiti di mille valvole
tra le stelle sprinta e va...

No, mi spiace. Ho sbagliato sigla.

Mila e Shiro due cuori nella pallavolo
Shiro e Mila, amore a prima vista è
Mila e Shiro due cuori nella pallavolo
Shiro e Mila, che dolce sentimento è
Sempre, sempre così, sarà per Mila e Shiro
Sempre, sempre così, sarà per Mila e Shiro...

Ho sbagliato ancora e questa volta pure genere. Scusate, ma i miei ricordi d'infanzia sono abbastanza confusi. Capitemi. Già faccio fatica a ricordare cosa ho mangiato ieri sera. Faccio persino fatica a ricordare cosa ho mangiato 'sta mattina e la colazione l'ho terminata massimo 10 minuti fa. Figuriamoci se mi ricordo di quando ero un bambino. Forse ero un bimbominkia ante litteram. E forse lo sono ancora.

Corri ragazzo laggiù
cola tra lampi di blu
corri in aiuto di tutta la ggente
dell'umanità

Ora ci siamo!


I miei ricordi saranno anche confusi, però certo che per scambiare Claudio Santamaria per Jeeg Robot bisogna proprio essere fuori come una capanna. O come la protagonista femminile del film Lo chiamavano Jeeg Robot. È un po' come pensare che la Serie A, quella con Juve, Napoli e Milan, sia il calcio vero. Cioè, il berlusconiano Milan finito nelle mani dei comunisti cinesi vi sembra una cosa davvero possibile???
Il campionato vero è quello che si contendono la New Team e la Muppet. Le partite mica durano 90 minuti come nella noiosa Serie A. Le partite durano 900 minuti, c'è scritto in tutti i manuali di calcio.

Comunque mi sono seguito i consigli dell'oroscopo realizzato dai Cavalieri dello Zodiaco, il solo e unico affidabile, altroché Paolo Fox, e ho fatto bene! Ai pesci (che sarebbe il mio segno) hanno consigliato di vedere il film Lo chiamavano Jeeg Robot e in effetti mi è piaciuto un sacco e mi ha svoltato la giornata. Checché ne pensi Ilenia Pastorelli, la pazza protagonista femminile, non assomiglia a una puntata di Jeeg Robot. Santamaria e Santa Pollon, scusa se pronuncio il tuo nome invano, questa pellicola è molto meglio!
Non assomiglia nemmeno al classico film supereroistico superamericano, e nemmeno più di tanto alla sua controparte made in Britain Misfits. Qui siamo di fronte a qualcosa di differente. Un po' come Veloce come il vento, che sarebbe limitativo definire una rilettura all'emiliana di film automobilistici come Rush o Fast and Furious. Parte da una situazione simile, ma poi prende una strada tutta differente, con le ruote molto più attaccate all'asfalto, e alla realtà.

Qualcosa di simile lo fa anche Lo chiamavano Jeeg Robot. Il presupposto di partenza è quello tipico dei film sui supereroi, ma fin dall'inizio l'approccio alla materia è molto distante. Claudio Santamaria, o se qualcuno pazzo tra di voi preferisce chiamarlo Jeeg Robot o magari Hiroshi Shiba, acquista i suoi superpoteri non per il morso di un ragno, bensì per il contatto con delle sostanze radioattive. Non si tratta però di uno spunto sci-fi come in tante, troppe storie simili. Qui è tutto dannatamente realistico. A Roma la situazione dei rifiuti la conosciamo tutti, quindi cosa c'è di più verosimile della presenza di sostanze di entità misteriosa gettate all'interno del Tevere?
Altroché fantascienza. Questo è neo neorealismo.


Qualcuno potrà poi sottolineare come la parabola raccontata è quella classica dei fumetti: un tipo qualunque che si trasforma in un eroe. È vero che qualcosa del genere succede, ma qui avviene tutto con molta più cattiveria, imprevedibilità e follia. La prima cosa che fa Santamaria dopo aver acquisito i poteri non è ad esempio andare a salvare qualcuno, ma compiere una rapina. Non a caso quelli non pazzi lo chiamano Super Criminale, mica Jeeg Robot, e io lo chiamerei pure Lupin IV.
Il suo processo di “umanizzazione” inoltre avviene sì, grazie anche all'amore o più che altro all'affetto per una fanciulla con cui ha un rapporto quasi in stile Léon, solo che pure in questo caso la sua è una conversione parziale e comunque “strana”. Claudio Santamaria parte come orso asociale e pure antisociale, uno che non ha amici e odia la ggente, e ATTENZIONE SPOILER anche alla fine resta comunque da solo. Destino comune ad altri eroi, certo, solo che lui un eroe vero non lo diventa mai e rimane dal primo all'ultimo istante un antieroe. FINE SPOILER

Qualcosa del genere la si può dire anche del cattivone, malvagio quasi quanto L'Uomo Tigre ovvero il mio blogger rivale fissato col wrestling del sito White Russian, Lo Zingaro interpretato da un Luca Marinelli for-mi-da-bi-le, inquietante ed esilarante allo stesso tempo. Si tratta del villain più genuinamente perfido, psicopatico e anarchico visto sul grande schermo dai tempi del Joker di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro. A lui non interessano i soldi. A lui interessa “svoltà”. Non si accontenta di essere uno tra i tanti. Lui vuole fare il botto.


Ahia! Mi ha punto qualcosa!
Mi ha punto un insetto.
Dev'essere stata l'Ape Maia.

In ogni caso dicevo. Cosa dicevo?
Ah sì. A livello superficiale, Lo chiamavano Jeeg Robot può sembrare una versione alla romana dei film sui supereroi. In quanto a trama lo sarebbe anche. Guardandolo, io però non ho mai avuto nemmeno per un istante la sensazione di trovarmi di fronte a una pellicola Marvel de' noantri. Sarà perché gli effetti speciali, i botti e le botte sono ridotti al minimo. O più che altro sarà perché i personaggi paiono veri.

"Li mortacci tua, Banksy!"

Anche con i superpoteri, Claudio Santamaria è sempre lo stesso cazzaro svogliato e apatico che era prima. Luca Marinelli sarà anche un cattivo a livelli estremi, eppure nella sua voglia di emergere, di differenziarsi dagli altri e di gasarsi per delle canzonette nazional-popolari, c'è qualcosa che lo allontana dai tipici stereotipi da supervillain ammeregano, sarà anche per via della sua sessualità ambigua, e lo rende più sfaccettato e umano. Lo rende quasi un personaggio con cui empatizzare, almeno in parte. Perché questo film, pur nella sua durezza, sa regalare anche brividi e momenti poetici. Un po' come Candy Candy, Peline Story o la storia del primo transgender della Storia... The Danish Girl?
No, veramente stavo parlando di Lady Oscar.

A offrire i momenti più emozionanti c'è soprattutto lei, il personaggio in più, quello che fa la vera differenza. La tipa in fissa con Jeeg Robot, quella che ci ricorda che i confini tra realtà e immaginazione e tra età adulta e fanciullezza sono del tutto relativi. Può sembrare assurdo che un'interpretazione tanto convincente arrivi da Ilenia Pastorelli, una pischella alla sua prima esperienza cinematografica finora nota più che altro per la sua partecipazione a un'edizione del Grande Fratello, e nemmeno a un'edizione particolarmente memorabile del Grande Fratello, come quelle con Taricone o con Ascanio & Katia. Certo, non è l'unica gieffina a essersi costruita una carriera nel cinema. C'è ad esempio anche Luca Argentero e poi...
Poi credo basta.
Luca Argentero che per carità se la cava in maniera decente, come nella carinissima romcom Poli opposti insieme a Sarah Felberbaum, di cui prima o poi parlerò, o forse no. Lì riesce a essere brillante, però la sua recitazione resta comunque sempre forzata, impostata. Ilenia Pastorelli invece appare qui clamorosamente istintiva. Quasi come se non recitasse. Quasi come se in quel personaggio, innocente e sexy al tempo stesso come una Lamù o una Licia – voi non ve la sareste fatti Licia? –, ci fosse molto di suo. Magari è davvero così. Che poi cos'è reale e cosa non lo è? Cosa è possibile e cosa no?
Se una del GF sbarca al cinema e alla prima occasione tira fuori una performance magari non da Oscar ma se non altro da David di Donatello sì, tutto è possibile. Persino prendere Claudio Santamaria per Jeeg Robot.

"Tranqui, raga. Adesso la porta in un posto in cui si sentirà a casa sua...
in manicomio insieme a Cannibal Kid."

Io adesso dopo aver visto questo bel film sui supereroi che non sembra per niente un film sui supereroi, l'unico lavoro di questo genere che mi ha ricordato è giusto Unbreakable – Il predestinato di M. Night Shyamalan, torno alla mia normale routine. Mi guardo un video su MTV del mio nuovo gruppo preferito, Jem e le Holograms, che sono meglio persino di Alvin e i Chipmunks, e poi porto a spasso i miei animaletti domestici, i Puffi, che ho preso con me dopo che i miei cani Spank e Uan sono passati a miglior vita. Puffo Quattrocchi no, lui non viene, mi sta sulle balle. Ha sempre qualcosa da ridire sulle pellicole che mi sono piaciute e di sicuro avrà qualcosa da ridire pure su Lo chiamavano Jeeg Robot e io non voglio conoscere le sue critiche. Che è meglio!
(voto 8+/10)

8 commenti:

  1. Secondo una consolidata teoria, i "cattivi" hanno sempre più fascino dei "buoni"; era vero ai tempi di Dante, della coppia Jekyll-Hyde, delle folgoranti imprese di Joker contro Batman (tu puoi essere anche Ch. Bale, ma contro Heath Ledger non c'è partita)
    premesso ciò, concordo su Luca Marinelli. Fichissimo!

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  2. L'ho rivisto in questi giorni.
    Un gioiellino, davvero.
    La Pastorelli quant'è carina, pazza e brava.

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  3. Probabilmente il miglior film italiano dell'anno insieme a Perfetti sconosciuti: entrambi eccezionali per recitazione, sceneggiatura e originalità

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  4. Senza dubbio un cult come pochi se ne vedono in Italia, anche se non clamoroso e perfetto come tanti - e anche tu - l'hanno dipinto. ;)

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  5. Ce lo spareremo la settimana prossima,con le aspettative sotto i tacchi malgrado le tante critiche positive...vedremo che effetto ci farà!!!!

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  6. Adorato dall'inizio alla fine, un vero e proprio gioiello che al cinema si gode di brutto. Un serissimo candidato - tra le mie visioni - a film dell'anno. E quest'anno di film italiani ce ne saranno tanti!

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  7. Mi fa un sacco piacere che apprezzi questo capolavoro :)

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  8. Un buon film, e soprattutto di gran lunga superiore alla pessima media della produzione italiana.

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