lunedì 3 settembre 2018

Resta con me: una storia di sopravvivenza, d'amore e di... capezzoli





Resta con me
Titolo originale: Adrift
Regia: Baltasar Kormákur
Cast: Shailene Woodley, Sam Claflin


Resta con me. No, non è il titolo di una canzone neo-melodica. In quel caso il titolo probabilmente sarebbe stato “Resta cu mme”. Si tratta invece di un film che appartiene a due generi in genere piuttosto distanti tra loro: il survival movie e la storia d'amore strappalacrime.

Per quanto riguarda il primo, è uno dei sottogeneri cinematografici che meno sopporto. È vero, si possono imparare lezioni importanti per la vita di tutti i giorni, da questi film. Ad esempio 127 ore con James Franco mostra come si fa a sopravvivere in un canyon. Oppure Gravity può essere visto come un manuale di sopravvivenza nel caso ci si ritrovi da soli in una navicella in mezzo allo spazio. Se invece capitate soli soletti dalle parti di Marte, ecco che in vostro soccorso arriva Sopravvissuto - The Martian. Cose che possono capitare, perlomeno se siete come i protagonisti del film Resta con me, due tipi decisamente impavidi che partecipano a una traversata dell'Oceano Pacifico. Da una parte invidio la gente così. Quelli coraggiosi. Quelli che non hanno paura di buttarsi da una scogliera. Quelli che non hanno paura di niente. Dall'altra parte a volte penso che siano degli emeriti coglioni che poi non possono lamentarsi se finiscono in qualche situazione tragica. Un conto è sapersi godere la vita, un altro è buttarla via in maniera stupida. Piuttosto che ritrovarmi in situazioni del genere, preferisco essere un considerato un fifone. Che poi non sono un fifone. Mi piace di più definirmi prudente. Se proprio voglio correre un rischio, poi, viaggio su Autostrade per l'Italia.

Il mio film survival preferito non è proprio un film survival completo, bensì è il capitolo 8 di Kill Bill: I crudeli insegnamenti di Pai Mei, quello con la Sposa Beatrix Kiddo che viene seppellita viva dentro una bara. In pochi minuti, Quentin Tarantino dice tutto quello che c'è da dire su questo sottogenere cinematografico e lo fa un espediente che riesce a rendere il tutto più avvincente: i flashback. Un'idea utilizzata anche da Resta con me. La pellicola per fortuna non è ambientata tutta su una barca con a bordo soltanto un personaggio, come ad esempio era l'inguardabile All Is Lost - Tutto è perduto. È vero che qui c'è Shailene Woodley nel fiore degli anni tutto il tempo in bikini o canotta e non un Robert Redford decrepito, però un'ora a mezza in solitaria su una barca sarebbe stato troppo da sopportare anche con lei e i suoi capezzoli turgidi, i due veri grandi protagonisti del film...

Oddio, a pensarci meglio, in questo caso mi sa che sarebbe potuto venire fuori un capolavoro assoluto.


Resta con me invece non è solo un survival. Grazie al menzionato uso dei flashback, è anche una specie di boy meets girl movie, che racconta di come nasce l'amore tra Shailene Woodley e il bel lupetto di mare Sam Claflin. Decisamente migliore è il mio rapporto sia con i boy meets movie che con i film sentimentali strappalacrime, che per quanto tristi per me rappresentano di solito un notevole divertimento. Un guilty pleasure. Non che ci goda a vedere delle persone innamorate che soffrono... mmm, a dirla tutta un po' sì, però a parte questo sono storie che difficilmente mi lasciano indifferente. Di recente mi è piaciuto persino un filmetto come Il sole a mezzanotte, con Bella Thorne nella parte della tipa con una malattia che colpisce tipo una persona su un miliardo e non può uscire alla luce del sole, pena la morte immediata. Cioè, dai, come si fa a non stare dalla parte di una ragazzina così sfigata che ha contro un destino tanto infame?

Gli interpreti di Resta con me sono due “campioni” di questo tipo di film: Shailene Woodley direttamente da Colpa delle stelle (ho ancora le lacrime al solo pensarci) e Sam Claflin dritto da Io prima di te (film stupendo e chi afferma il contrario è una brutta persona e meriterebbe di naufragare in mezzo al Pacifico). Loro due, insieme ad Ansel Elgort, Nat Wolff, Miles Teller e Bella Thorne, potrebbero formare gli Avengers dei film strappalacrime. Ho detto strappalacrime, non stracciapalle. Basta con il solito stereotipo che questo tipo di pellicole sono solo da femmine e noi maschietti non dobbiamo vederli. Se insistete a sostenere delle cose del genere mi fate piangere, ecco, brutti cattivoni!


Resta con me è ben bilanciato tra le due parti, che però non è che convincano fino in fondo. Per quanto riguarda la parte survival, ci sono un paio di scene, quella iniziale e quella del naufragio, che sono piuttosto impressionanti, anche se mai quanto i capezzoli di Shailene, mentre per il resto la regia di Baltasar Kormákur, già esperto del genere grazie all'arrampicata di Everest, è parecchio anonima.

Riguardo invece alla parte sentimentale, c'è giusto una frase sdolcinata di quelle da appuntare sulla Smemoranda, se solo fossi una ragazzina di 14 anni: “Ho navigato mezzo mondo per trovarti, non ho intenzione di lasciarti ora”. Per il resto, per essere un drammone romantico, non è nemmeno così romantico. Mi aspettavo di piangere come una fontanella, e invece no. Sarà che il personaggio di Shailene Woodley non è che possieda un animo così sentimentale ed è anzi un maschiaccio ribelle e anticonformista. Un personaggio che all'attrice non dev'essere costato nemmeno un eccessivo sforzo di immedesimazione, visto che probabilmente lei nella vita vera è più o meno così. A quanto pare infatti Shailene è una specie di hippy figlia dei fiori che vive senza cellulare, si lava i capelli una volta al mese e non esita a combattere in prima linea per le battaglie sociali, come dimostra il suo arresto mentre partecipava a una protesta pacifica contro la costruzione di un oleodotto in North Dakota.


Il film, tratto da una storia vera, è ambientato negli anni '80, ma il contesto temporale è ben poco importante, come se si fosse preferito cercare di raccontare la vicenda nella maniera più universale possibile. Certo che una canzoncina tipicamente 80s dentro potevano anche mettercela. “Rio” dei Duran Duran ad esempio sarebbe stata perfetta nelle scene dei flashback più spensierati.



Terminata la visione un po' deludente di Resta con me, sto pensando di scrivere la sceneggiatura di una versione remake italiana più intensa e drammatica, ambientata ai giorni nostri e con un finale più tragico. Cosa succede? I due fidanzati protagonisti sopravvivono a un naufragio nel Mediterraneo e contenti arrivano al porto di Catania, esultando per avercela fatta. Quand'ecco che Salvini impedisce loro di sbarcare. Vengono trattenuti a bordo della loro nave in condizioni igieniche pietose per giorni e muoiono di stenti. Fine del remake.
(voto 6/10)


5 commenti:

  1. Piccola nota pedantesca (guarda il mio nick... :D ): Titolo originale "Adrift", cioè "Alla deriva" - "tradotto" a membro di chihuahua in "Resta con me"? Voto 0/10 ai nostri pseudotraduttori di titoli che fanno solo esclusivamente di testa loro e non ne imbroccano una. Anzi, quasi ti proporrei di inserire in fondo ai post proprio il voto alla traduzione italiana di titoli stranieri.

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  2. Concordo su tutto, perfino con il sei politico, anche se il dettaglio della Woodley (sarà che la trovo bravissima, ma attraente come un comodino, soprattutto in versione 'cotta dal sole') non lo avevo notato. Film equilibrato, carino, che non rimarrà impresso né come melodramma né come survival, ma che nel mentre non pesa.

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    1. A me invece quel dettaglio è l'unica cosa che rimarrà impressa del film, ahahah :)

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  3. Un dettaglio fondamentale, quello, che mette d'accordo perfino noi. ;)

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  4. Solo per Sam Claflin vale la visione, e a proposito di Claflin, bello Io prima di te, ma io preferisco di gran lunga Scrivimi ancora, l'ho adorato!

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