Maniac
(miniserie tv)
Network: Netflix
Creata da: Patrick Somerville
Regia: Cary Joji Fukunaga
Cast: Jonah Hill, Emma Stone, Justin Theroux, Sonoya Mizuno, Sally Field, Gabriel Byrne, Julia Garner, Billy Magnussen, Jemima Kirke, Grace van Patten
Non sono un tipo da binge watching. Lo so che è una cosa fuori moda. Un po' come ascoltare musica rock, e farlo pure con le musicassette nel Walkman. Il vinile è vintage, il vinile è cool. Le musicassette invece sono solo fuori moda. Ed è un po' come essere di sinistra. Il rock e la sinistra sono cose che prima o poi torneranno di moda, probabilmente. Prima o poi tutto torna di moda, persino i Pokemon qualche tempo fa sono tornati di moda. Ho detto i Pokemon, Cristo Santo! Prima o poi tutto viene rivalutato, pure il cinema dei Vanzina...
Quello non è ancora stato rivalutato? Mi pareva di sì.
Quello non è ancora stato rivalutato? Mi pareva di sì.
Io sono cresciuto in quell'epoca ormai lontana in cui i telefilm, perché si chiamavano telefilm mica serie TV, si assaporavano con una, in alcuni casi due, puntate a settimana, per quanto riguarda quelli trasmessi in prima serata, oppure in seconda serata e in quel caso eri costretto o a fare le ore piccole per seguirli o a programmare il videoregistratore. Videoregistratore? In che epoca sono cresciuto? Nel Medioevo?
C'erano poi i telefilm pomeridiani, e in quel caso potevi guardarti un episodio al giorno, da lunedì a venerdì. Cinque puntate alla settimana era la dose massima. Il binge watching non esisteva. Proprio così, giovani lettori. Avete capito bene.
Un giorno, nel 2013, è arrivata House of Cards, con una prima stagione rilasciata dal fantomatico servizio di streaming Netflix tutta in un colpo solo. Qualcuno come me ha pensato: “Che idea del cazzo! Chi se la guarderà mai una stagione intera in un'unica volta? Il bello della serialità è appunto il suo essere seriale. C'è più gusto ad aspettare che ogni puntata esca di settimana in settimana e nel frattempo fantasticare su cosa succederà in quella successiva. E poi la gente dove lo trova il tempo? Non lavora? Non dorme? Non vive?”.
Diciamo che non c'ho preso un granché. Come quella volta a inizio anni duemila in cui avevo una mezza idea di rilevare un Blockbuster. Beh, insomma, non è che si può sempre prevedere il futuro. C'ho mica la palla di cristallo. Fatto sta che Netflix nel giro di una manciata di anni ha cambiato per sempre la fruizione delle serie TV e ora rischia di cambiare persino il modo di distribuire i film.
Tutto questo per dire che Netflix mi ha chiesto di partecipare a un suo esperimento legato a una nuova serie da lanciare, Maniac. O almeno era nuova ai tempi in cui è stato organizzato l'esperimento. Esperimento che consiste nella visione degli episodi della serie in stile Arancia Meccanica.
Il tutto mentre mi friggono il cervello con delle radiazioni con un aggeggio in stile Se mi lasci ti cancello, pardon Eternal Sunshine of the Spotless Mind.
Perché ho accettato di sottopormi a tutto questo?
1) Perché vuoi mica dire di no a Netflix?
2) Perché mi hanno offerto una settimana di accesso al servizio gratuita.
3) Per vedere una serie in anteprima e poter fare il figo sui social dicendo a tutti: “Io l'ho già vista e voi no, gne gne gne gne gneee gneee”. Salvo voi scoprire solo in seguito che c'era l'embargo e quindi non potevo nemmeno parlarne.
4) Mi hanno promesso che alla fine della visione tutti i miei disturbi mentali sarebbero finiti e sarei diventato una persona normale e perfettamente felice.
Ho così cominciato a farmi somministrare... volevo dire a vedere Maniac. La prima puntata è decisamente deprimente. È molto jonahillcentrica. Ammesso e non concesso che questo sia davvero Jonah Hill. Cioè, Jonah Hill non era il simpatico ciccio bomba cannoniere di Suxbad e The Wolf of Wall Street? Chi è questo tipo magrolino e tutto smunto? T'è credo che è tanto depresso. Sparategli un barattolo di Nutella in vena e vedete che si ripiglia subito!
Mi aspettavo un capolavoro, una regia della Madonna firmata da Cary Joji Fukunaga, che è quello che ha diretto la prima stupenda stagione di True Detective, mica quella mezza cagata della seconda, una storia sorprendente e originale, e invece sembra di stare in mezzo a una versione retrò di una puntata non troppo ispirata di Black Mirror. Maniac è infatti ambientata in una specie di mondo distopico, che più che il presente, sembra una versione futuristica del presente, immaginata però negli anni '70/'80. A differenza di Black Mirror, qui le nuove tecnologie presenti sono delle tecnologie obsolete, con dei computeroni a grandezza parete e delle grafiche in stile Nintendo 8 bit. E poi i vari trailer e le varie campagne promozionali promettevano una Emma Stone protagonista, e invece dove cazzo l'avete nascosta Emma Stone? Nel primo episodio si vede a malapena.
Andiamo avanti. Mi somministrano il secondo episodio. Questa volta le cose cominciano ad andare meglio, visto che la puntata è finalmente emmastonecentrica. Anche la sua vicenda però è alquanto deprimente e non è che appassioni in maniera particolare e quindi questo Maniac che doveva essere il capolavoro seriale dell'anno che cosa mi combina, che cosa?
La bingewatchata pazzesca prosegue con una terza puntata che ritorna a essere jonahillcentrica e deprimente come la prima. A pensarci bene, il secondo episodio in fondo non era tanto male. Ridatemi Emmina Stone, per favore! I miei occhi, nonostante la cura Ludovico, diventano improvvisamente supplicanti.
E poi, a trasformarsi all'improvviso è invece la serie. Finalmente il trattamento cui vengono sottoposti i due protagonisti entra nel vivo, proprio come il mio, e nel finale della terza puntata c'è un colpo di scena degno del finale della terza stagione di Lost.
Con il quarto episodio tutto cambia. Maniac si trasforma nella versione geniale e profonda di The Generi. Laddove la serie di Maccio Capatonda spiccava per una manciata di puntata parodie dei generi cinematografici fenomenali ed esilaranti, ma mancava di avere un disegno complessivo soddisfacente, Maniac riesce a scavare nella psicologia dei suoi protagonisti in una maniera tanto folle quanto efficace, tra echi innegabili alle opere di Charlie Kaufman, da Essere John Malkovich a soprattutto Se mi lasci ti cancello, con però l'aggiunta di un tocco molto personale. Con un senso dell'umorismo talmente trash da rasentare il sublime. Con momenti di poesia che squarciano lo sberleffo delle parodie dei generi, dal noir al fantasy, facendo scorrere la visione dal quarto episodio al decimo senza più alcun peso, senza più alcuna resistenza. Maniac fa assumere al binge watching un senso nuovo, diventa uno scavare all'interno della mente umana che scivola senza pause, eliminando i confini che ci sono tra te e i personaggi. Tra tuoi pensieri e i loro. Tra ciò che è vero e ciò che è pura immaginazione. Come cantava Willy Wonka: “Come with me and you'll be, in a world of pure imagination, take a look and you'll see into your imagination, we'll begin with a spin, traveling in the world of my creation, what we'll see will defy explanation”. Bisogna lasciarsi travolgere dalle immagini e abbandonarsi alla fantasia, senza stare a cercare troppe spiegazioni razionali.
Mentre mi lascio andare completamente al binge waching made in Netflix, non riesco più distinguere la realtà dalla fiction. Vedo davvero Jonah Hill dimagrito, oppure è solamente una pubblicità di SlimFast?
Emma Stone è una femme fatale da noir d'altri tempi in Maniac, o è solo un ricordo dalla visione del film Gangster Squad?
Justin Theroux ha davvero divorziato da Jennifer Aniston per scoparsi una creatura della realtà virtuale?
Sonoya Mizuno non era un robot? Com'è che ora l'ex machina con quegli occhialoni 70s è diventata la nuova icona fashion retrò?
Emma Stone e sua sorella Julia Garner hanno davvero delle orecchie da elfo, o è soltanto una mia fantasia sessuale perversa dovuta alla visione prolungata de Il Signore degli Anelli?
Fermi tutti: e se dietro al rapper, anzi al trapper Post Malone si celasse Jonah Hill?
O forse Jonah Hill in versione islandese è in realtà il doppiatore ufficiale di Mario Giordano?
Grace Van Patten è troppo figa per essere vera? Di sicuro è troppo figa per stare con Jonah Hill, anche in versione Post Malone.
Maniac è forse il sequel psicopatico di Suxbad che tutti stavamo attendendo?
Questa serie partita maluccio è diventata qualcosa che si avvicina al capolavoro, o sbaglio?
E poi tutto finisce e io sono contento. Come promesso dalla cura Ludovico... intendevo dire dalla cura Netflix. Il binge watching di Maniac ha funzionato! Sono stato curato! Ora mi sento una persona perfettamente integrata nella società italiana attuale. Mi viene voglia di uscire e andare a votare Lega, anche se manco ci sono le elezioni. Mi viene voglia di spargere cuoricini su tutti gli adorabili tweet di Matteuccio Salvini. Mi venisse voglia di usare i congiuntivi come Gigino Di Maio. Ho voglia di andare dal tabaccaio sotto casa e spendere tutti i soldi del mio reddito di cittadinanza in slot machine e gratta e vinci. Mi sento bene. Mi sento ok. Sono una persona normale. Sono una persona sana. Lasciatemi cantare, perché ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero e non sono mai stato tanto felice in vita mia. Grazie Netflix. Grazie binge watching. Grazie Maniac.
(voto 8+/10)
L'esperimento qui raccontato potrebbe non essere mai avvenuto e dichiaro che Netflix non è in alcun modo responsabile per i miei disturbi mentali passati, presenti o futuri. Forse.
Sai già. Tutto bello, tutti bravi, ma da una serie così d'autore, così attesa, così presuntuosa, mi aspetto una morale che sia meno scontata di: il mondo dei sogni è fantastico ma la realtà, amara e tutto, però è meglio. Strepitoso Hill, con la sua aria triste; meno entusiasmo per la Stone, nel mio caso, che ai tempi di Easy Girl trovavo adorabile mentre adesso, scopertasi un'attrice seria, mi fa non so perché antipatia.
RispondiEliminaMmmm. Io sono arrivata alla, credo, quarta puntata e l'ho mollata lì. Onestamente non mi ha preso, e credo sia stato proprio il colpo di scena a cui accenni tu a farmi scendere il tutto. Provo a darle una chance e vederne un'altra, a questo punto.
RispondiEliminaComunque la tipa caschettata con gli occhialoni e la sigaretta perenne mi piace una cifra.
Io l'ho amata. Ok, il messaggio non è dei più originali, ci potevamo arrivare tutti e bla bla bla. Ma chissene. È una serie con una fotografia molto bella, delle ottime interpretazioni, riesce a infastidirti, disturbarti e farsi amare allo stesso tempo e dopo lo scoglio del primo episodio ti prende e non ti lasci più. Io mi sono pure commossa. E se è davvero così scontato come messaggio, ricordasi quali sono le priorità della vita non fa mai male.
RispondiEliminaOk, prendetemi pure per Maniac ora :)
Gli effetti di Maniac su di me sono stati altrettanto benefici, anche se la conquista è arrivata prima, già dai primi episodi. Poi, bè, io al binge watching sono da sempre abituata e da sempre lo preferisco, che la memoria è quella che è.
RispondiEliminaLa tizia con occhiali e capelli a caschetto neri sembra la controparte reale della francese de Gli Incredibili.
RispondiEliminaMi potrebbe piacere specie per i colori. Per la fotografia.
Moz-
Ho letto solo il voto per evitare spoiler (ma se mi dici che non ce ne sono torno a leggere). 8+, non male, per ora ho visto le prime due e devo ancora decidere se mi piace.
RispondiEliminaVai tranquillo.
EliminaNon ci sono spoiler particolari, se non sul look dei personaggi.
E poi per gran parte del post non parlo nemmeno della serie, come mio solito. :)
Julez ha guardato i primi due episodi e ha mollato dicendo di essersi frantumata le palle. Sinceramente non credo mi cimenterò: non vorrei ritrovarmi un nuovo Legion per le mani.
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