lunedì 14 gennaio 2019

Vicepremier - Gli uomini (mica tanto) nell'ombra





Vice - L'uomo nell'ombra
Regia: Adam McKay
Cast: Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell, Sam Rockwell, Jesse Plemons, Alison Pill, Lily Rabe, Tyler Perry, Justin Kirk, Shea Whigham


Si dice che dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna. Si dice anche che dietro a un grande presidente c'è sempre un grande vice. O forse si dice solo negli ambienti politici. O forse me lo sono inventato adesso per iniziare il post, ok?
In ogni caso apprezzate lo sforzo e in ogni caso fatemelo dire, visto che in genere i vice sono una figura storicamente sottovalutata. Di quanti vice si parla, nei libri di Storia? Di ben pochi. Diciamo di nessuno. Prendiamo per esempio Lyndon B. Johnson, diventato improvvisamente presidente alla morte di John Fitzgerald Kennedy. Per quanto sia salito al potere, tutti parlano dell'omicidio di JFK, mica di lui. Per non menzionare gli altri vice, che... chi sono? Chi li conosce?


I vice in genere sono importanti quanto un allenatore dei portieri. Un assistente di regia. Un cantante di una band strumentale. Negli ultimi tempi però le cose stanno cominciando a diventare differenti. Tira aria di gambiamendo. Tutto è partito da Veep - Vicepresidente incompetente, ebbene sì, la serie comedy della HBO con protagonista una fantastica e pluritelegattata Julia Louis-Dreyfus, che nei panni di Selina Meyer è stata credo la prima vicepresidentessa protagonista di una serie TV.


Il cinema allora non è stato a guardare e ha proposto la sua risposta a Veep. Come protagonista di un film tutto suo è stato scelto Dick Cheney. Chi meglio di lui?
In teoria il mondo non è che se lo sia mai filato più di tanto. In pratica invece è considerato la mente (diabolica), il burattinaio che tirava i fili del burattino George W. Bush. Se persino a Georgino era stata dedicata una pellicola, l'interessante seppure non del tutto riuscita W. di Oliver Stone, allora era il caso di realizzarne una pure sul suo Vice, che poi tanto Vice forse non era.


A scrivere e a dirigere il film su Dick Cheney chiamato appunto Vice c'ha pensato Adam McKay, regista un tempo noto per le commedie sceme con Will Ferrell che però ha svoltato con La grande scommessa. Un film che riusciva a prendere uno degli argomenti più noiosi immaginabili, quello della crisi economica partita nel 2008, e a trasformarlo in una commedia appassionante e intrattenente dal primo all'ultimo minuto. Un vero e proprio miracolo che si ripete pure in questo Vice - L'uomo nell'ombra. Una pellicola che racconta non solo di una figura, quella del Vice, storicamente avvincente quanto il film Sleep di Andy Warhol, ma parla pure di un personaggio - Dick Cheney, più glaciale di Neil Armstrong e con meno carisma di Francesco Gagliardelli che, per chi non lo ricordasse, era il concorrente del Grande Fratello soprannominato dalla Gialappa's Band Medioman.

Matteo Salvini Francesco Gagliardelli

Adam McKay pure questa volta ce l'ha fatta a girare un film di due ore e passa che affronta temi pesanti e che magari non a tutti possono intrigare così tanto, come quelli di vari decenni di politica a stelle e strisce, più la vicenda umana di un uomo definito “un buono a nulla” o anche più gentilmente “un pezzo di merda”, senza annoiare un solo istante. Merito anche della presenza di abbondanti dosi di umorismo. La sceneggiatura è inoltre piena di invenzioni, di stratagemmi narrativi che rendono il racconto estremamente coinvolgente e variegato. L'unico limite è che questa volta, rispetto a La grande scommessa, manca un po' l'effetto sorpresa. Questo Vice può essere considerato quasi un suo prequel/spin-off. Lo stile registico e il modo di raccontare è pressappoco rimasto immutato. Per spiegare in chiave simpatica alcuni dei passaggi più difficili sono stati inserite anche in questo caso delle guest-star a sorpresa: ne La grande scommessa c'erano Margot Robbie, Selena Gomez ed Anthony Bourdain, questa volta tocca a Naomi Watts e Alfred Molina. Questa volta quindi ci si può già immaginare a cosa si può andare incontro guardando un film politico di Adam McKay, però io sinceramente da lui mi farei raccontare l'intera Storia degli Stati Uniti d'America.


Da Adam McKay mi farei anche raccontare la Storia d'Italia. Lo vedrei bene a realizzare una specie di remake tricolore del suo ultimo film, intitolato Vicepremier - Gli uomini (mica tanto) nell'ombra, dedicato alle figure di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

A interpretare entrambi sembra vedrai bene il sempre trasformista Christian Bale, già fenomenale nei panni di Dick Cheney. Per la parte di Salvini che mangia cose dovrebbe sottoporsi di nuovo a una dieta ingrassante, ma tanto per lui non è un grosso problema.


"Quello non so se riuscirei a interpretarlo...
Satana, mi sa che ho bisogno di nuovo di un tuo aiuto."

Per il ruolo di Di Maio, il buon Bale avrebbe invece bisogno di un corso d'italiano intensivo insieme a Luca Giurato.


A indossare i panni di Elisa Isoardi ci potrebbe stare Amy Adams, già perfetta come Lynne Cheney e che quindi ancora una volta probabilmente non vincerà l'Oscar.


Mentre per la parte di Giuseppe Conte l'ideale sarebbe Sam Rockwell, che dopo il ruolo di George Bush junior si può ormai considerare uno specialista nell'interpretare gente messa a capo del governo che non ha la minima idea di cosa sta facendo.


Si può dire che Vice sia un film di parte. Dalla parte dei democratici. Una visione progressista, liberale. Una fanfiction realizzata a uso e consumo di un pubblico che certe cose le sapeva già, e altre le poteva immaginare. Se però Adam McKay, dopo avermi fatto interessare di economia con il precedente La grande scommessa, è riuscito a farmi appassionare pure di Storia e di uno dei personaggi meno appassionanti della recente Storia Usa, io lo vorrei a raccontarmi qualunque argomento. Se avessi avuto un professore di Storia come lui, penso avrei preso tutti 10, o se non altro avrei studiato molto più volontieri. Se poi ce l'avessi avuto pure come prof di Fisica...
No, beh, in quella materia credo sarei stato una scarpa lo stesso.
(voto 7,5/10)


9 commenti:

  1. Ammetto che, a scatola chiusa, è il film da Oscar di quest'annata che più mi pesa recuperare.
    Speriamo bene, sento solo cose bellissime a riguardo!

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  2. Adorato dall'inizio alla fine.
    Ed ammetto che anche io, durante la visione, ho pensato a un film con i membri del nostro governicchio -.-

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  3. Mi sa che da me esce a fine mese e forse riesco a recuperarlo!

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  4. Mannaggia!!!!
    Mi hai preceduto: l'idea della coppia Salvaio - Di Mini l'ho avuta anch'io.
    Adesso come faccio?
    Metto una citazione nel mio postaccio. Basterà ad evitate l'accusa di copione?

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    1. Basta che paghi i diritti d'autore alla SIAE (se la SIAE esiste ancora) e poi per me siamo a posto. ;)

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    2. OK, posso pagare in natura? Pare che alla SIAE lavori qualche raccomandata...

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  6. Spero di recuperarlo presto, anche se ho il timore che possa rivelarsi uno di quei titoli che ci mette d'accordo, purtroppo! ;)

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