lunedì 15 aprile 2019

Recensioni flash (nel senso che sono veloci, non che parlano della serie Flash)





Nuova rubrica su Pensieri Cannibali?
No. O forse sì. Cioè, non lo so. Diciamo che ci sono un sacco di film che guardo ma di cui non riesco a scrivere un post completo. Vuoi per mancanza di tempo, o di ispirazione, o di entrambi. Volevo quindi proporre qualche commento flash su alcune pellicole viste. Solo che poi i commenti si sono dilungati e non è che siano poi così flash. Il titolo quindi non mi convince, ma se ne trovo uno più decente questa potrebbe anche diventare una rubrica fissa, o più o meno fissa, o qualcosa del genere.


Unicorn Store
Regia: Brie Larson
Cast: Brie Larson, Mamoudou Athie, Samuel L. Jackson, Hamish Linklater, Joan Cusack

Ha vinto l'Oscar. È la protagonista di un cinecomics Marvel che ha incassato nel mondo oltre un miliardo di dollari. Presto sarà nei cinema con un altro sicuro campione d'incassi come Avengers: Endgame. Brie Larson però non è cambiata. È ancora una nerd e pure una di quelle prese peggio. La sua passione non è per Star Wars o per il linguaggio HTML o per le action figures o per Game of Thrones. Lei sogna di avere un... unicorno. Roba che Sheldon Cooper è uno normale al confronto.


Con il suo esordio alla regia, Brie Larson ci ricorda così che è rimasta la indie girl stramba di cui ci eravamo innamorati ai tempi della serie United States of Tara. Unicorn Store è una pellicola piccola, anche ingenua, ma che ha la grande forza di riuscire a esprimere tutta la passione e la fantasia della sua regista e protagonista. Un gioiellino che ci suggerisce inoltre di non smettere mai di credere nei nostri sogni, per quanto assurdi possano sembrare. Lo so che può suonare come la solita morale da film Disney. Solo che un concetto del genere espresso da un'attrice nerd al suo debutto registico appare ben più sincero e sentito che non proposto da una mutinazionale che crede sì nei sogni, ma crede ancora di più nel monetizzarli.
(voto 6,5/10)

"Samuel, se vai in giro vestito così, non stupirti poi quando ti rinchiudono in un manicomio..."


Glass
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: James McAvoy, Bruce Willis, Samuel L. Jackson, Sarah Paulson, Anya Taylor-Joy, Spencer Treat Clark
"Quella sciroccata fissata con gli unicorni aveva proprio ragione!"

Io M. Night Shyamalan l'ho quasi sempre difeso. Persino ai tempi di E venne il giorno, uno dei film più spernacchiati nella storia dell'umanità, che a me non era sembrato poi peggio di molti altri più celebrati lavori apocalittici. Di fronte a Glass invece pure io sono costretto ad alzare le mani e ad arrendermi.

Cos'è Glass? Glass è un sequel-crossover dello splendido Unbreakable - Il predestinato, uno dei cinecomics non-cinecomics più originali di sempre, e del pasticciato Split. Sulla carta promettente, in pratica prende solo il peggio dai due sopracitati lavori. Il ritmo “rilassato” di Unbreakable qui sfocia nella noia più totale, e per stare dietro ai cambi di personalità ogni due secondi di James McAvoy bisogna essere fulminati quanto lui. Il risultato conferma i miei peggiori timori della vigilia: Shyamalan che ricicla se stesso ormai non sembra avere più niente da dire e a questo giro manco è riuscito ad azzeccare uno dei suoi soliti colpi di scena clamorosi.

ATTENZIONE SPOILER
Il finale del film è ridicolo. Con tutto quello che si vede in rete, la gente dovrebbe rimanere sconvolta dal video di 3 pazzi che si fronteggiano di fronte a un istituto psichiatrico pensando di essere supereroi? Sul serio il mondo dovrebbe cambiare dopo aver guardato ciò? James McAvoy, Bruce Willis e Samuel L. Jackson fate spazio, perché al manicomio insieme a voi dovrebbe essere rinchiuso pure M. Night Shyamalan.
(voto 4/10)

"Shyamalan, c'è posto per te."


Escape Room
Regia: Adam Robitel
Cast: Logan Miller, Taylor Russell, Jay Ellis, Tyler Labine, Deborah Ann Woll, Nik Dodani
"Annabelle ha invaso pure questa saga horror. Qualcuno la fermi, e che cazzo!"

Tutto ha avuto inizio con Cube - Il cubo, geniale film diretto nel 1997 da Vincenzo Natali. Una pellicola su un gruppo di persone imprigionate non si sa bene perché all'interno di un luogo chiuso che ha dato vita a sequel, prequel e a un sacco di imitazioni, più o meno esplicite, e a un intero filone cinematografico, quello dei “Claustrophobia Movies”. Il nuovo titolo appartenente a questo sottogenere del cinema thriller-horror è Escape Room, che per quanto riguarda l'ambientazione prende ispirazione dall'omonimo gioco di logica diventato negli ultimi anni parecchio popolare. Il motivo?
Viviamo in un'epoca e in un mondo in cui la gente non sa più davvero che cazzo fare per divertirsi.


Non ho mai partecipato a una escape room. Ammetto che la cosa un pochino mi attira, ma dopo aver visto questo film più che altro mi inquieta. E non mi sembra poi nemmeno troppo divertente. Terminata la curiosità iniziale, credo possa rivelarsi una discreta noia. Proprio come il film. All'inizio ti domandi come i protagonisti riusciranno a cavarsela, se ci riusciranno, e soprattutto vuoi scoprire chi sarà il primo a... morire. Ben presto il giochino, pardon il filmino si fa però ripetitivo e finisce per essere un incrocio innocuo tra Saw - L'enigmista e Final Destination. Come mediocre intrattenimento funziona anche e si lascia seguire. Non abbastanza comunque da farmi venire voglia di avventurarmi nella visione del sequel, che è già stato annunciato e che si preannuncia come il primo di una lunga serie, considerata la facilità con cui un'idea del genere può essere replicata potenzialmente all'infinito. E allora io da questa saga sto già pianificando la mia fuga.
(voto 5/10)


Il coraggio della verità
Regia: George Tillman Jr.
Cast: Amandla Stenberg, Regina Hall, Russell Hornsby, KJ Apa, Issa Rae, Sabrina Carpenter, Algee Smith, Common, Anthony Mackie

Ecco uno di quei casi in cui il titolo italiano – il banalissimo titolo da legal-drama Il coraggio della verità – sputtana del tutto quello originale. The Hate U Give. Dalla frase “The hate u give little infants fucks everybody” cioè “L’odio con cui crescete i bambini fotte tutti quanti”, che ha ispirato il titolo del romanzo di Angie Thomas cui a sua volta il film è ispirato. T.H.U.G. è pure il nome del movimento creato dal rapper Tupac Shakur, che rappresenta un elemento centrale all'interno della pellicola. Nonostante questo tentativo di boicottaggio da parte della distribuzione nostrana, Il coraggio della verità The Hate U Give è una pellicola non potentissima però potente, e soprattutto incarognita abbastanza da far incazzare e far riflettere sulla tematica razziale. Il tutto impreziosito da un bel cast guidato da una Amandla Stenberg sempre più brava. Questa un giorno vincerà l'Oscar, io vi avverto.
(voto 6+/10)

"Lotta dura contro i titolisti italiani, sempre e comunque!"


Parigi è nostra
Regia: Elisabeth Vogler
Cast: Noémie Schmidt, Grégoire Isvarine 

Un film francese. Una produzione Netflix. Una regia super radical-chic in stile Terrence Malick. Una protagonista che sembra un incrocio tra Emma Watson e Jessica Chastain. Una trama da boy meets girl movie impreziosita da folli inserti visionari a metà strada tra David Lynch e The OA. Parigi è nostra e questo film è mio!

O almeno così pensavo. A livello visivo la pellicola non è niente male e la protagonista Noémie Schmidt è assolutamente da tenere d'occhio. Peccato che Parigi è nostra finisca per essere una porcatona finto autoriale senza capo né coda e soprattutto senza niente da dire. Un pasticcio ambizioso e assurdo cui non sono riuscito a volere troppo male, però che delusione! Poteva essere il mio nuovo cult personale e invece... come si dice “cagata pazzesca” in francese?
(voto 4/10)


8 commenti:

  1. Mi recupero giusto Escape Room, a tempo perso, e The Hate I Give.
    La Larson vista ieri. Fra il molto carino e il ma che senso ha. 😬

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  2. Insomma, poco di salvabile.
    L'Unicorno mi attira, un minimo.
    Mentre per fortuna Glass l'ho evitato visto che anche Split mi aveva fatto cagare.

    Moz-

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  3. Grazie che mi hai fatto eliminare dalla lista Parigi è nostra perchè aveva le stesse carte giuste per tentare anche me, ma sentivo che qualcosa non mi convinceva.

    Brie una di noi (nonostante una passione quasi inspiegabile), Glass davvero troppo noioso viste le premesse, continuavo ad aspettarmi che da quel manicomio si uscisse e invece no. Meglio rinchiuderci tutti. Tranne McAoy che è sempre un gusto da ascoltare.
    The Hate U give ispira poco, sarà la gioventù protagonista, sarà il tema ma viene superato da tanti altri titoli al momento.

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  4. Anche io purtroppo non sono riuscita a trovare il senso degli unicorni ��

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  5. Che poi vuoi mettere Flash con Quicksilver?! ;)

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  6. Vuoi sapere come si dice CAZZATA in francese?
    Si dice "L'homme fidèle" di e con Louis Garrel (che poi non è neanche fedele)
    C'set un bordel!!!!

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  7. Mi è piaciuto molto il messagio di Unicorn Store ma il film in sé non mi ha convinto molto. Poi perché sta ossessione con gli unicorni, boh. Brie però è bravissima come sempre.

    Glass l'ho visto la settimana scorsa ed è stata la delusione più grande dell'anno. Ho visto i primi film della trilogia solo un paio di mesi fa ed è stato amore a prima vista, ma questo proprio non l'ho digerito. Per fortuna McAvoy altrimenti sarebbe stato inguardabile!

    The Hate U Give — mi rifiuto di chiamarlo con il titolo italiano — è il mio preferito tra questi. Non solo l'ho trovato potente ma è anche un ottimo adattamento.

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  8. Incredibile che una radicalchiccata come quella parigina non ti sia piaciuta!
    Mi è parso quasi di leggere una mia recensione.

    E a proposito, questa è la tua versione del Bulletin!? ;)

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