lunedì 30 marzo 2020

Serial Killer: le serie TV di marzo 2020 da vedere, tanto non c'è molto altro da fare





È stato un mese parecchio movimentato e ricco di colpi di scena, sul piccolo schermo. Mi riferisco in particolare alle dirette di Giuseppe Conte e ai fuorionda in onda di Sergio Mattarella. E poi ci sono state anche le serie TV, di cui parliamo in questo post. Niente di sconvolgente al confronto della realtà, ma comunque ci sono state alcune visioni abbastanza interessanti, sia nel bene, che nel male.



Serie Top del mese

Little Fires Everywhere
(stagione 1, episodi 1-4)
"Cosa guardiamo, oggi?"
"Ci sarebbe questa nuova serie che sembra imperdibile, Little Fires Everywhere."
"Ma l'ha consigliata Pensieri Cannibali. Sicuri ci sia da fidarsi?"

Dei primi due episodi di Little Fires Everywhere ne ho già parlato qui. E con i due successivi le cose si fanno ancora più interessanti. Se già non la state seguendo, rimediate subito. Avete di meglio da fare?


Years and Years
(stagione 1, episodio 1)

Indovinello: sembra una nuova puntata di Black Mirror, ma non è la nostra realtà.

Vi arrendete?

Sto parlando di Years and Years, nuova ottima serie britannica distopica. Che poi, una volta spenta la televisione, non si capisce bene se è più distopica questa serie o il telegiornale.


The Outsider
(stagione 1, episodio 1)

The Outsider è una serie tratta da un romanzo di Stephen King. Cosa che porta subito brividi. Perché Stephen King è comunemente definito il Re del brivido?
No, perché il pensiero va subito a cose come Under the Dome, non proprio una serie TV garanzia di qualità. Su The Outsider quindi non avrei scommesso granché, ma almeno a giudicare dal primo episodio dal vago sapore di True Detective sa intrigare e inquietare al punto giusto. In attesa di approfondire con i prossimi episodi, per adesso da buon outsider si sta prendendo la sua rivincita.


Sto con la band: le Nasty Cherry
(stagione 1)
"Pensieri Cannibali ci ha inserito tra le serie top."
"E questa sarebbe una cosa buona?"

Cos'è Sto con la band: le Nasty Cherry?
E' una docuserie, ma è anche un po' reality show e un po' mockumentary e un po' un esperimento sociale/musicale. Il programma racconta di una girl-band creata a tavolino. Come le Spice Girls, però con uno stile più indie-rock. L'idea è venuta alla popstar Charli XCX, che ha la funzione di loro mentore e animale guida guida spirituale. Le quattro ragazze, due già con qualche esperienza nel campo della musica le altre due manco per sogno, sono state messe a vivere in una casa in quel di Los Angeles per comporre canzoni insieme e il risultato che ne è venuto fuori è stuzzicante. Sia da un punto di vista televisivo, che musicale.




Miracle Workers: Dark Ages
(stagione 2, episodi 1-4)

C'è un gran bisogno di una serie divertente e la seconda stagione di Miracle Workers assolve bene a questo compito. Non avete visto la prima?
Non c'è problema, visto che, pur proponendo molti degli stessi attori come Daniel Radcliffe e Steve Buscemi, questa volta viene raccontata tutt'un altra storia, con degli altri personaggi e un'ambientazione completamente differente. Dopo l'avventura apocalittica e "divina" dei precedenti episodi, questa volta si torna indietro nel tempo, fino al Medioevo. Un Medioevo rivisitato e parodiato con l'ironia contemporanea di Simon Rich, autore anche di quella gran figata di Man Seeking Woman. Con il suo umorismo a tratti geniale e a tratti stupido, sia inteso come un complimento, questa serie riesce a portare qualche raggio di sole, e soprattutto qualche risata, nella nuova Dark Age che stiamo vivendo.



Serie così così del mese

Zoey's Extraordinary Playlist
(stagione 1, episodi 1-3)

Canta che ti passa, dice, anzi canta un detto. In tal caso, in questo periodo ci sarebbe da cantare davvero parecchio, per farla passare. Ed è un po' quello che accade nella novella serie Zoey's Extraordinary Playlist. Se il piccolo Cole ne Il sesto senso vedeva la gente morta, Zoey invece vede la gente che canta. Anche quando in realtà non lo sta facendo. In pratica, sente lo stato d'animo di alcune persone esternato attraverso una canzone. Non è chiaro? Facciamo un esempio pratico. Se Zoey vede una persona che canta “Happy, sha la la la, it's so nice to be happy, sha la la la” di Alexia, vuol dire che quella persona è felice. O scema.

Ecco, Zoey's Extraordinary Playlist è una serie americana e negli Usa Alexia è un'emerita sconosciuta, quindi la sua canzone non c'è. Per fortuna ce ne sono altre. Alcune belle, tipo Mad World, quella dei Tears for Fears riportata al successo da Gary Jules nella colonna sonora di Donnie Darko. Altre evitabili, come Sucker dei Jonas Brothers. Da un punto di vista musical e musicale siamo quindi dalle parti di Glee e di Voices (Pitch Perfect), con un gusto parecchio pop non sempre extraordinary capace di regalare sia perle che porcate. Numeri musicali a parte, la serie è carina caruccia e si fa vedere con piacere, sebbene contenga un certo moralismo di fondo che la rende troppo buona per questi tempi grami.


Westworld
(stagione 3, episodio 1)

Continua il mio rapporto di amoreodio verso il mondo di Westworld. Sulla carta è una serie super affascinante e dal potenziale enorme. Nella pratica è più che altro un'occasione sprecata e uno show sempre lì lì sul punto di esplodere, senza farlo per davvero. L'avvio della terza stagione preannuncia una serie rinnovata e piuttosto differente rispetto al passato, con alcune scene notevoli (come quella sulle note di Common People dei Pulp) e altre che lasciano il tempo che trovano. Westworld cambia volto e volti, con i nuovi ingressi tra gli altri di Aaron Paul, John Gallagher Jr., Phoebe Tonkin e Pom Klementieff, ma lascia sembra con la stessa sensazione: quella di una gran confusione.


Dispatches From Elsewhere
(stagione 1, episodi 1-2)

Dispatches From Elsewhere è una serie creata, scritta, diretta, prodotta e interpretata da Jason Segel. Leggermente in versione faccio tutto io. Sì, ma chi è Jason Segel? Si chiederà qualcuno a questo punto. Jason Segel è uno dei protagonisti di How I Met Your Mother, sitcom di cui io ho visto giusto qualche episodio, o più che altro qualche spezzone di episodio, senza mai rimanerne folgorato. Non ho quindi mai nutrito un grande amore verso le sue star, a parte Alyson Hannigan che già arrivava dall'esperienza di Buffy l'ammazzavampiri e American Pie, scusate se è poco. Nei confronti di Jason Segel ho nutrito sempre una certa diffidenza, fino a quando mi ha convinto, e pure parecchio, nei panni dello scrittore David Foster Wallace nel consigliato film The End of the Tour.

Jason Segel ha messo dentro tutto se stesso in questo progetto, tanto folle quanto ambizioso. Dispatches From Elsewhere è una serie esistenzialista/visionaria che si muove da qualche parte tra Maniac, Sense8 e The OA, con pure qualche eco di David Lynch. Ottime intenzioni, risultato così così. In bilico tra genialata e cagata pazzesca, dopo averne visto due episodi non voglio sbilanciarmi troppo, ma credo si vada più verso la seconda opzione.



Serie flop del mese

Élite
(stagione 3, episodi 1-3)

Con le prime due stagioni, Élite entrava di diritto nell'élite dei guilty pleasure trash più goduriosi in circolazione nel mondo intero. La terza stagione ahimé invece non riesce proprio a coinvolgermi. Sarà che nel periodo attuale c'è un gran bisogno di svaghi scacciapensieri, ma riuscire poi a svagarsi veramente è un'altra storia? O sarà che questa serie spagnola è sempre stata una cacchiata (o mierda, come direbbero dalle loro parti) e me ne sto rendendo conto solo ora?


Council of Dads
(stagione 1, episodio 1)

Per ogni serie che ottiene un buon successo e rappresenta qualcosa di un pochino nuovo nel panorama televisivo, bisogna mettere in conto l'arrivo di una serie di cloni più o meno dichiarati, e più o meno riusciti. Quanti show nati sulla scia di Lost o Twin Peaks ad esempio abbiamo dovuto sorbirci, e quanti si sono rivelati decenti?
Anche This Is Us negli ultimi tempi sta generando prodotti similari. In giro c'è A Million Little Things, che comunque è riuscito a costruirsi un'identità sua, e ora è arrivato Council of Dads. Già il titolo è alquanto discutibile. Consiglio di papà. Consiglio non nel senso di suggerimento, ma in un altro senso, che ha un senso e lascio a voi il piacere, o il dispiacere, di scoprirlo guardarndo questa serie. Un drammone famigliare prodotto da Jerry Bruckheimer (quello di CSI, tra le tante cose) che vorrebbe essere strappalacrime e poetico, senza riuscirci. Non con me, che pure al momento mi trovo in una certa fragilità emotiva, e non credo di essere il solo. Colpa, oltre che si una trama ruffianotta e scontata, anche di personaggi e attori uno più insopportabile dell'altro. Dico solo che tra i protagonisti ci sono Sarah Wayne Callies, già nota per aver prestato il volto a personaggi parecchio odiati di Prison Break e The Walking Dead, e Steven Silver, che ha interpretato uno tra i più spregevoli studenti di Tredici - 13 Reasons Why. Troppo fastidio tutto insieme, per una serie che invece come obiettivo vorrebbe toccare le corde dell'anima.

Celebrity Hunted - Caccia all'uomo
(stagione 1, episodio 1)

Mentre andavo in giro, per casa si intende, alla ricerca di svaghi scacciapensieri, ho provato a dare una chance a Celebrity Hunted, il pubblicizzato reality-show action-thriller che praticamente è una versione elaborata e ad alto budget di una semplice partita di guardie a ladri. O di nascondino. Alcune celebrità spariscono nel nulla e un gruppo di esperti nel rintracciare le persone deve provare a trovarli. I VIP in questione sono Fedez, Francesco Totti, Costantino della Gherardesca, Claudio Santamaria, Francesca Barra, Diana Del Bufalo, Cristiano Caccamo e Luis Sal.


Okay, alcuni non è che siano poi così famosi. Al di là di ciò, la serie non riesce minimamente ad appassionare e si prende troppo sul serio per poter essere divertente. Sembra la rilettura di un episodio di 24 con il cast del GFVIP e, anche se detto così potrebbe quasi apparire una figata, in realtà non si capisce dove voglia andare a parare. Per dare la caccia a un buon guilty pleasure, meglio cercare altrove...



Guilty Pleasure del mese
Prova a sfidarmi (Dare Me)

Provo a sfidarvi a guardare una serie TV sulle cheerleaders, e a prenderla pure sul serio. Personalmente io sono sempre stato un cheerleader nei confronti delle cheerleaders. Più che inventarmi coreografie, ho sempre sognato di farmene una, solo che non è mai successo. Per 2 motivi:

1) In Italia le cheerleader non esistono
2) Se anche esistessero, non credo mi si filerebbero. Questo per altri due motivi:

1) In Italia non si pratica il football americano
2) Se anche si praticasse, io probabilmente sarei una schiappa

Non potendo assistere alle cheerleaders di persona, me le sono comunque godute in film e serie TV. Penso ad esempio all'indimenticabile Angela di American Beauty, in quel caso su un campo da basketball.


Oppure a Ragazze nel pallone (titolo originale: Bring It On), pellicola cult con Kirsten Dunst ed Eliza Dushku (sì, Faith di Buffy l'ammazzavampiri), che ha poi dato vita anche a tutta una saga per il mercato home video con cast differenti.

"Vedi quello stalker?"
"Sì."
"Ecco. Quello è Cannibal Kid."

C'è poi stata la serie TV Hellcats, durata a malapena una stagione. Io l'adoravo! Vi prego, non ditemi che sono l'unico che l'ha vista.


Adesso nel mercato delle cheerleaders ha fatto la sua entrata a gamba tesa Netflix. Prima con la docuserie Cheerleader (Cheer), che non ho ancora visto ma che potrei recuperare, e ora con la serie fiction Prova a sfidarmi (Dare). Com'è?

Ovviamente è la mia nuova droga seriale. È un po' una versione più virata al femminile di Friday Nights Lights e ricorda anche Spinning Out, la serie sul pattinaggio artistico cancellata dopo appena una stagione. Vedremo se questa durerà di più. Fosse per me, potrebbe andare avanti all'infinito come Grey's Anatomy.



Cotta del mese
Adelaide Kane (This Is Us)

Il finale della quarta stagione di This Is Us, che specie nella seconda parte si è rivelata parecchio emozionante quasi come un tempo, propone una grande sorpresa. No, non sto per spoilerarvi qualche clamoroso sviluppo nella trama, bensì vi segnalo la presenza di un'attrice, senza specificare in quale ruolo, parecchio gradita. Almeno da queste parti. Nell'ultimo episodio della stagione 4 della celebre serie ritorna in scena... Adelaide Kane.

Ki è la Kane?
Innanzitutto, è tanta roba. E poi è anche un'attrice australiana vista in altre serie, come Teen Wolf e Once Upon a Time, che io ricordo soprattutto come protagonista di quella gran bella trashata in costume che era Reign. Ed ora è bello trovarla in This Is Us. Sperando che nella quinta stagione possa diventare una presenza fissa.



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Serial Music
I Am Not Okay With This

All'interno degli episodi di I Am Not Okay With This viene spesso menzionato un gruppo, i Bloodwitch. Sapete tutto di musica, ma non li avevate mai sentiti nominare prima?
Non preoccupatevi, è normale. Si tratta infatti di una band fittizia creata apposta per lo show. Il chitarrista dei Blur Graham Coxon ha composto per la serie TV alcune canzoni di alternative rock figo, le ha fatte cantare dalla 16enne emergente Tatyana Richaud e questi brani a nome Bloodwitch compongono un album vero e proprio che vi potete sentire su Spotify. E non è niente male.






8 commenti:

  1. The Outsider odiato. Grigio, noioso, lento. Altro che King, la HBO è soporifera. Più pigra di noi a casa per il Corona.

    Years and Years, invece, per me già serie dell'anno.

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  2. Ho visto C'era una volta, donzella proprio niente male ;)
    Sulle serie rimando il mio giudizio a quando ne avrò vista una.

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  3. Concordo con Mr. Ink: The Outsider veramente brutto e noioso. Fuck El Cuco! :)
    Years and Years invece sono mesi che l'aspetto e mi ci fiondo!

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  4. Pensa che io The Outsider l'ho mollato dopo tre episodi. Avendo già letto il libro l'ho trovato di una noia mortale.

    Ovviamente, poiché col Covid per me non è cambiato nulla in termini di lavoro e tempo (per fortuna o purtroppo), il resto non lo conosco neppure XD

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  5. Continuo ad essere indietro con troppi titoli, io e la mia mania del binge watching, ma almeno delle sane risate con Miracle Workers me le sto facendo e di lacrime con This is Us ne ho versate a volontà!
    Soprattutto, finalmente Years & Years inizia a girare, fa paura quanto Black Mirror agli esordi.

    The Outsider visti i pareri qui sopra, mi sa che me lo evito, così come tutti i tuoi flop.
    Un'occasione a breve la avrà Zooey e la sua playlist, intanto la concedo alla musica di I'm not okay with this, ché i Blur in qualunque loro componente mi conquistano facilmente.

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  6. Mi pare una bella carrellata di Cannibalate che non guarderò tanto facilmente, quarantena o no. ;)

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