martedì 19 maggio 2020

Qui, qui non è Hollywood


Hollywood
(miniserie)
Creata da: Ryan Murphy, Ian Brennan
Cast: David Corenswet, Jeremy Pope, Darren Criss, Laura Harrier, Jake Picking, Samara Weaving, Joe Mantello, Jim Parsons, Patti LuPone, Holland Taylor, Dylan McDermott, Mira Sorvino, Mauda Apatow, Queen Latifah, Michelle Krusiec


Lo dico subito, così potete incazzarvi con me subito: non mi ha convinto un granché, la miniserie Hollywood. Dico anche un'altra cosa subito: io sono un fan di Ryan Murphy, quindi non ho intenzione di attaccarlo. Produce, scrive, dirige, crea, distrugge talmente tante cose che alcune volte ci prende, altre meno. Spesso divide in maniera estrema. Nip/Tuck per esempio per alcuni era troppo trash e forzatamente provocatorio, per me ha cambiato radicalmente il volto alla TV contemporanea, a colpi di chiurgia estetica ma soprattutto grazie a delle trovate coraggiose e rivoluzionarie.


Scream Queens poi non è piaciuta quasi a nessuno, mentre io la considero tra i più alti vertici creativi raggiunti dall'umanità nel corso del XXI secolo. A quanto pare adesso Ryan Murphy sta lavorando alla terza stagione della serie, nonostante non si sia rivelata tra i suoi maggiori successi commerciali né tanto meno di critica, quindi come posso non amarlo?


Io a Ryan Murphy voglio bene da sempre. Gli volevo bene anche quando manco sapevo ancora chi fosse, ai tempi di Popular, la sua prima “creatura” seriale, acerba eppure già dotate di alcune idee che, sviluppate meglio, avrebbero in seguito dato vita al successo quello sì davvero popular di Glee.


Ho visto tutti i suoi film, sarà che non ne ha fatti molti, e praticamente tutte le sue serie TV, tra cui le recenti Pose e The Politician, che ho decisamente apprezzato. Va bene, non ho seguito tutti gli episodi di tutte le sue serie, anche perché ad esempio le ultime stagioni di American Horror Story non è che siano state sempre fenomenali. Se non altro, comunque, ho sempre avuto il coraggio di iniziarle.


Il Ryan Murphy che mi piace meno è quello più classico. Quello più in fissa con il cinema de 'na vorta. Quello di Feud, per intenderci, e quello che con questo Hollywood ha realizzato il suo sogno: sguazzare nella Hollywood della Golden Age, nel dopo Seconda Guerra Mondiale, che oramai aveva abbandonato il cinema muto in favore di quello sonoro. Come epoca siamo dopo The Artist e prima di C'era una volta a... Hollywood, in pratica. Ryan Murphy suscita reazioni estreme, ma io per una volta non voglio essere estremo. La tendenza dominante in rete, sui social in particolare, è quella di schierarsi del tutto a favore di o contro qualcuno/qualcosa. Si parla sempre del miglior film di sempre, o del peggior film di sempre, pure di lavori che nel giro di una settimana appena sono finiti nel dimenticatoio, sia nel bene che nel male. La cosa vale anche per la politica. Si dice che questo è il miglior governo di sempre, o che questo è il peggior governo di sempre, mai nessuno che dica che questo è più modestamente il secondo miglior governo di sempre, oppure meno schifosamente il terzultimo. C'è qualcuno che lo dice anche per le annate. C'è ad esempio chi sostiene che il 2020 sia il peggiore anno nella storia dell'umanità...

Va bene, in questo caso mi sa che è vero. In linea di massima comunque non è sempre così. Non starò quindi a dire che Hollywood è la serie più bella o più brutta di tutti i tempi o se non altro di questo favoloso anno. Per me non è certo un capolavoro, ma non è nemmeno una schifezza assoluta. Non tutto è da buttare. Samara Weaving tanto per fare un esempio a caso vuoi mica buttarla?


E c'è anche un attore rivelazione da tenere d'occhio da qui all'eternità, Jeremy Pope.


Molto brava e oserei dire da Oscar, chi ha visto la miniserie sa di cosa sto parlando, è poi Laura Harrier, che aveva avuto modo di farsi conoscere con BlacKkKlansman.


Delude invece Darren Criss, qui parecchio sottotono, almeno se in confronto al suo exploit nelle vesti dell'american psycho Andrew Cunanan in American Crime Story: L'assassinio di Gianni Versace.


C'è inoltre Jim Parsons, lo Sheldon di The Big Bang Theory, che per questo ruolo potrebbe ottenere nomination e premi ai vari Golden Globe ed Emmy, ma che io continuo a trovare insopportabile. Sarà che il suo personaggio è insopportabile, quindi la sua interpretazione si può considerare azzeccata in pieno.


In una miniserie che celebra la diversità in una maniera persino troppo politically correct e utopistica come questa, fa storcere il naso che il protagonista principale paradossalmente sia un giovane uomo bianco belloccio eterosessuale interpretato da un attore cane a recitare del tutto inespressivo nei panni di un attore del tutto inespressivo: David Corenswet, un incrocio tra Tom Welling, Brandon Routh e Henry Cavill, quindi in pratica il posto di futuro Superman è già suo di diritto.


Chi è comunque il migliore del ricco e variegato cast?
Qualcuno dirà Patti LuPone, bravissima per carità, ma non sarò io a dirlo, perché non mi fa impazzire.

"Le icone fashion a cui mi ispiro?
Joe Exotic e Aria di Pretty Little Liars, naturalmente."

Chi invece ho trovato davvero fenomenale è Dylan McDermott, attore perlopiù televisivo che non mi aveva mai sconvolto e che qui, nei panni del benzinaio/gigolò/pappone/eterno aspirante attore Ernie West centra secondo me il ruolo della vita.


Il cast oscilla quindi tra grandi interpreti e altri svogliati o forse incapaci (come Jake Picking nella parte di Rock Hudson), così come la serie in generale alterna scene d'impatto a tanti, troppi, momenti di noia. A non convincermi in pieno ci sono poi regia, look e ambientazioni. Tutti curati in maniera tanto impeccabile quanto fredda, a voler ricalcare una classicità hollywoodiana priva di quel tocco kitsch che in genere rende uniche le produzioni di Ryan Murphy. Avrei molto gradito qualche trovata post-moderna tipo le Converse in Marie Antoinette di Sofia Coppola, per dire. Così come anche una colonna sonora più coraggiosa e d'impatto non avrebbe guastato.


Le pecche principali personalmente le ho trovate soprattutto nella sceneggiatura, di solito un punto di forza di Murphy. ATTENZIONE SPOILER Ryan Murphy riscrive la Storia. Ok. Bella idea. Peccato che sia esattamente ciò che ha già fatto Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria e C'era una volta a... Hollywood, in cui c'era per altro anche un analogo mix tra personaggi finti e altri davvero esistiti. Non dico che Ryan Murphy abbia cercato di imitare Tarantino, che d'altra parte è il primo copione dichiarato nel mondo del cinema, però certo che la sfortuna di arrivare con una miniserie del genere a pochi mesi di distanza dall'uscita di C'era una volta a... Hollywood contribuisce a toglierle parecchio del suo potenziale effetto sorpresa. FINE SPOILER


La vicenda di questo gruppetto di aspiranti attori e cineasti nella Hollywood del secondo dopo guerra inoltre parte in maniera cattivella e originale, con attori uomini e non attrici costretti a prostituirsi pur di far carriera, per poi finire in maniera troppo buonista. Come se a un certo punto Fabio Fazio avesse rubato la penna a Ryan Murphy e fosse subentrato nella scrittura. Ok che Hollywood è la terra dei sogni, ma così forse si è esagerato un pochino con il saccarosio. Buone, anzi ottime le intenzioni, bella la confezione, così così il risultato.
(voto 6-/10)





6 commenti:

  1. Mette alla prova il cinismo questa serie, ma ho apprezzato molto le intenzioni e la realizzazione, ci voleva una serie così ;-) Cheers

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  2. Prime puntate molto belle, poi è diventato una stucchevole pubblicità progresso. In generale, però, non mi è dispiaciuto.

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  3. Io con Ryan Murphy ho un problema: fa davvero troppe cose per seguirle tutte, per credere di trovarci sempre della qualità. E infatti perdo colpi. Pose 2 è lì che aspetta da una vita, per non parlare di svariate stagioni di AHS o di Scream Queens 2.
    La prima reazione con questa Hollywood fin troppo pubblicizzata è stata di noia, e me lo confermi.
    Ora che oltre alla voglia manca il tempo, il tuo parere non troppo entusiastico me la fa scartare.

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  4. Io ne ho viste due puntate e mi sono arenata...

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  5. Se non ha convinto te che sei un fan sfegatato di Murphy, chissà che effetto farebbe a me!

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  6. Le prime puntate sono bellissime e in alcune parti struggenti, poi anche io lì per lì ho trovato che la fine fosse troppo, ma troppo felice... mi sarebbe piaciuto infatti che alla fine apparissero due righe su come sono andati realmente i fatti. Riflettendoci però nei giorni successivi, mi sono domandata: ma quanto è stato bello vedere Hollywood??? Quanto sarebbe migliore il mondo oggi se le cose fossero andate in quel modo??? Per cui alla fine mi sono sentita conquistata :)

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