Tra vecchie glorie e bimbiminkia, polemiche, collaborazioni e ritorni in grado di sorprendere, ecco alcune cose successe nel mondo della musica durante l'ultimo mese. Buona lettura, e buon ascolto.
Per me è no 👎
#3 Måneskin e Iggy Pop
La tanto sbandierata e discussa collaborazione tra Måneskin e Iggy Pop si è risolta con un... mah clamoroso. La partecipazione dell'Iguana a "I Wanna Be Your Slave" è decisamente svogliata e inutile. Sarebbe stato più interessante ad esempio un mash-up con "I Wanna Be Your Dog" degli Stooges, o comunque qualcosa di più particolare. Resta il fatto che un pezzo insieme a Iggy Pop per un gruppo italiano sarebbe stato impensabile fino a un anno fa, quindi tanto di cappello ai Naziskin.
#2 Ed Sheeran
Dopo i suoi ultimi lavori che flirtavano con l'hip-hop e il singolo electro-dance "Bad Habits", a chi era preoccupato che Ed Sheeran avesse perso la capacità di scrivere ballatone lagnose posso dire che no, non l'ha persa. Il nuovo pezzo "Visiting Hours" ne è la più limpida dimostrazione. A questo punto, meglio l'Ed Sheeran iper-commerciale di "Bad Habits".
#1 Sangiovanni
Grazie a Maria, i bimbiminkia hanno trovato il loro Santo protettore: Sangiovanni.
Per me è sì 👍
#9 Salmo
Si è parlato tanto del concerto a sorpresa a Olbia di Salmo. Persino i TG nazionali! Si è pure scatenata una guerra tra il rapper sardo e Fedez che ha rischiato di oscurare quanto successo in Afghanistan. Personalmente, se a qualcuno può fregare qualcosa, io sto dalla parte di Salmo. Il modo in cui ha organizzato l'evento è parecchio discutibile, così come le sue parole da rapper sbruffone, che d'altra parte fanno parte del suo personaggio. Le sue intenzioni però sono onorevoli e coraggiose. In questo momento stiamo vivendo una fase della pandemia molto diversa rispetto all'estate scorsa. La campagna di vaccinazione ha raggiunto una buona copertura e a disposizione c'è l'uso del Green Pass, quindi non ha più senso tenere le stesse regole che Salmo giustamente definisce "patetiche" degli scorsi mesi. Soprattutto considerando che queste regole valgono per gli eventi musicali all'aperto, in posti dove gli ammassamenti come a Olbia ci sarebbero lo stesso, e non per il calcio. In questa lotta, Salmo e Fedez forse senza manco rendersene conto combattono la stessa battaglia. Con la differenza che Fedez lo fa da dentro il sistema e Salmo dal di fuori.
#8 The Weeknd
A The Weeknd piace vincere facile. Dopo il successo di singoloni come “Blinding Lights” e “Save Your Tears”, gioca ancora la carta di un suono anni '80 aggiornato al presente e realizza un'altra hit, “Take My Breath”. Una di quelle canzoni perfette tanto per una stazione radiofonica contemporanea, che per la colonna sonora di Stranger Things. A The Weeknd piace vincere facile e con questo pezzo, pur carente in quanto a effetto sorpresa, vince ancora. Una buona notizia per il mondo intero, visto che quando The Weeknd perde, o viene del tutto ignorato come successo alle nomination dei Grammy Awards 2020, sono cazzi amari per tutti.
#7 Kanye West
Miii, non ci posso credere. Dopo vari ritardi, il più volte annunciato nuovo disco di Kanye West è finalmente arrivato. Ma che davero?
Sì, davero vero. E non è neanche niente male. L'epoca in cui sfornava solo capolavori, durata dall'esordio "The College Dropout" del 2004 fino a "Yeezus" del 2013, è ormai purtoppo finita, e chissà se tornerà mai più. Il rapper-profeta sa però ancora il fatto suo in fatto di rime & basi e, per quanto troooppo pieno di religiosità e soprattutto troooppo lungo, "Donda" è un ricco & affascinante disco rap. Rap, non gospel come il precedente, grazie a Dio. Con la sua durata monster di quasi 2 ore, inoltre, gli vale di diritto il soprannome Iosonounkanye.
#6 CHVRCHES
L'unica Chiesa in cui mi vedrete pregare è quella di Federico. E in quella degli scozzesi CHVRCHES. Il loro nuovo album "Screen Violence" è appena uscito ed è la più bella colonna sonora per un film horror immaginario che non è mai stato girato, ma che avrei una gran voglia di guardare.
#5 Turnstile
Il rock è vivo e vegeto e lotta e urla con noi. La prova è contenuta in "Glow On", il nuovo album dei Turnstile, gruppo hardcore punk di Baltimora, nel Maryland, USA. Dall'inizio alla fine, esaltante a dir poco.
#4 Jungle
“Quale sarà la prima cosa che farai, quando sarai libera?”
“Ballare.”
Che sia la liberazione dal nazismo, dal Covid, o dalla tutela di un padre-padrone, c'è sempre un buon motivo per ballare. A tale scopo il duo inglese Jungle ha appena pubblicato, nel weekend di Ferragosto, il terzo album “Loving in Stereo”. Pensate un po' ai poveri inglesi: hanno perso la finale degli Europei ai rigori, alle Olimpiadi sono stati battuti nella finale della staffetta 4x100 per un millesimo di secondo e non c'hanno manco il Ferragosto. Che vita di merda!
Nonostante tutto ciò, i due Jungle non si sono scoraggiati e hanno tirato fuori un disco tranqi funky ricco di buone vibrazioni. Un lavoro favoloso dal primo all'ultimo suono, che può essere considerato il top di gamma nell'ambito della musica dance dell'anno, quest'anno. Un ascolto consigliato in particolare a chi cerca i nuovi Bee Gees – ho detto Bee Gees, non Bee Hive –, a chi si sente ancora orfano, o più che altro figlio di separati, dopo il divorzio dei Daft Punk, e anche a chi di solito fa tappezzeria e cerca qualcosa che gli faccia semplicemente muovere la testa in segno di apprezzamento. Insomma, fate girare questo disco e state a sentire il consiglio dei Boomdabash: “Stanotte se balla”. Solo con delle musica decisamente migliore di quella dei Boomdabash.
#3 The Killers
I Killers questa volta si sono davvero superati. No, non chiamate la polizia. Non hanno ucciso nessuno. Hanno “solo” fatto un Signor Disco. Nel mezzo della pandemia di nostra vita, privi della pressione di dover realizzare un lavoro che suonasse poi bene per un tour negli stadi, spogliati della loro solita grandeur, Brandon Flowers e soci hanno realizzato un'intima e desolata riflessione sull'America profonda. Sulla vita nelle cittadine in mezzo al nulla e con nessuna prospettiva o quasi davanti.
Qua e là in "Pressure Machine" si incontrano sonorità country-folk, ma non è un lavoro unicamente country-folk. È più che altro un disco rock dalle atmosfere cinematografiche, che ci mostra un gruppo ancora più ispirato rispetto al già valido “Imploding the Mirage” dell'anno scorso. Mancano forse i singoloni che li hanno resi una potenza mondiale, ma probabilmente è il loro album più compatto e coerente dall'inizio alla fine. Oltre che uno dei dischi più “americani”, nel senso buono del termine, che sentirete quest'anno.
#2 Halsey
Il pop è il nuovo indie. A fare i lavori più imprevedibili e coraggiosi in circolazione quest'estate non sono tanto gli artisti alternativi, quanto le popstar. Come Halsey, diventata in questi giorni una neo-mamma ma soprattutto una neo-MILF, che ha registrato quello che lei stessa ha definito un concept album "sulle gioie e gli orrori della gravidanza e del parto" intitolato "If I Can't Have Love, I Want Power", interamente prodotto dai premi Oscar Trent Reznor e Atticus Ross dei Nine Inch Nails. Il risultato?
Praticamente è un nuovo disco dei NIN, solo con la voce di Halsey al posto di quella di Trent Reznor e un forte tocco femminile in più. Detto in altro modo: accattatevillo!
#1 Lorde
Il nuovo album di Lorde ha un solo difetto. Sarebbe stato meglio se fosse uscito all'inizio della stagione più calda. Arriva invece adesso, meglio tardi che mai comunque, quando l'estate sta finendo e un anno se ne va, Lorde sta diventando grande, lo sai che ad alcuni fan non va. “Solar Power” non è un semplice disco. È un mood esistenziale. “It's a new state of mind”. È godersi il lato estivo della vita. È come un Calippo in una giornata con 40° gradi all'ombra. È anche qualcosa di parecchio differente rispetto ai precedenti lavori della cantante neozelandese, “Pure Heroine” e “Melodrama”, quest'ultimo eletto mio album dell'anno nel 2017, e che lascerà quindi perplesso e deluso qualche suo estimatore della prima ora.
Una volta superato lo “shock because” della title track, tra atmosfere hippie e richiami a Primal Scream e George Michael, sono entrato in connessione con questa nuova Lorde, con la sua nuova filosofia, con la sua nuova religione. L'ascolto di questo album è qualcosa di trascendentale, che scivola via incantevole tra armonie vocali paradisiache, momenti di fattanza pura (“Stoned at the Nail Salon”), ballatine folk e melodie pop che sembrano uscite dall'MTV degli anni '90 (“Secrets from a Girl (Who's Seen It All)” e “Mood Ring” personalmente mi ricordano "No Scrubs" e “Unpretty” delle TLC). Più delle varie “Mille” e “Mi fai impazzire”, è questo il vero suono dell'estate 2021. Bless the Lorde.
Guilty Pleasure del mese 😎
Elton John e Dua Lipa
Dua Lipa > Madonna (intendo proprio la Madonna)
La striscia positiva continua. C'è poco da fare, questa ragazza non ne sbaglia una e a guadagnarci è pure Elton John, reduce da un'altra riuscita collaborazione sull'ultimo album di Lady Gaga.
Cotta del mese 😍
Joy Crookes
Gran voce, un fascino notevole, un sound che ricorda la mai dimenticata Amy Winehouse. Il 15 ottobre arriva "Skin", l'album d'esordio di Joy Crookes, e ha tutte le carte in regola per conquistare il mondo. O se non altro per conquistare me. Io già la amo.
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