Una famiglia vincente - King Richard
King Richard, il film con Will Smith nei panni del padre/allenatore delle tenniste Venus e Serena Williams, mi ha dato una grande ispirazione. Non è che adesso sogni di diventare un campione di tennis, anche perché in vita mia credo di aver preso in mano la racchetta giusto in un paio di occasioni: una volta per difesa personale e l’altra per fare lo scemo. Mi ha ispirato come essere umano. M’ha fatto quasi venire voglia di diventare padre di due campionesse mondiali di tennis. Nonostante a me di tennis non me ne sia mai fregata una mazza, e manco una racchetta.
Non che King Richard sia un uomo perfetto. Già il fatto che lo chiamino King Richard può farvi capire che non è la persona più democratica del mondo. Pur con i suoi lati oscuri, è una figura da cui c’è molto da imparare. Tipo l’umilità, quella che lui stesso per primo finisce per perdere. Nei suoi panni c’è un Will Smith che finalmente mi ha convinto al 100%. In passato ho visto Willy che cercava di fare il figo, che cercava di salvare il mondo, che cercava di fare Alì, e poi ancora che cercava di fare il figo. Questa volta invece sullo schermo non ho visto Willy, ho visto solo il padre delle sorelle Williams. Insomma, se l’Oscar se lo porta a casa, sarò felice come dopo che Djokovic è stato espulso dall'Australia. E spero venga presto espulso anche da tutto il resto del mondo.
"L'Oscar me lo merito troppo e gli altri in confronto a me non sono nessuno, ma resto umile." |
King Richard è un film in cui tutti possono trovare ispirazione, ma che farei vedere in particolare ai padri, agli allenatori, ai padri/allenatori e a Roberto Mancini con i giocatori della Nazionale prima degli spareggi per la qualificazione ai Mondiali. Per ricordarsi di restare con i piedi per terra dopo una vittoria, come quella degli Europei, e andare in campo con leggerezza per divertirsi e fare ciò che più si ama. Come le sorelle Williams hanno imparato dall'umilissimo papà, sua maestà Re Richard.
(voto 7/10)
Storia vera, ma alla fin fine vista e rivista. Mi è piaciuta, a sorpresa, più del previsto. A Smith voglio sempre bene, però per me con Garfield non c'è proprio gara.
RispondiEliminaÈ proprio il momento del tennis eh? Se ne parla più del calcio ormai, il che, francamente non è un male, sebbene nemmeno io sia un tennista. Ma nemmeno tifoso di calcio in realtà 😉
RispondiEliminaPer me quel classico film di Hollywood che punta all'Oscar con la solita forma riuscendo a lasciar fuori tanto pur durando un'eternità. Ma almeno, questo Re l'ho insospettabilmente rivalutato.
RispondiEliminaMi ha stremato, come sanno fare le partite di tennis di cui continuo a non capire le regole.