martedì 14 novembre 2023

Oppenheimer ha perso il Barbenheimer, ma è comunque una bomba





Oppenheimer

Ho guardato Oppenheimer, ma mi sono dimenticato di postare la mia recensione sui social.



Lo so, è una cosa grave. Non dovevo osare tanto. La più autorevole testata nazionale ci ha pure dedicato un articolo.


Rimedio ora, anche se sul blog e non sui social. Mark Zuckerberg e Elon Musk, possiate perdonarmi.

A distanza di qualche mese, si può ora tirare le somme del fenomeno Barbenheimer, che ha riportato il grande pubblico nei cinema e scatenato una "guerra" sul web. Chi ha vinto?


Il box office ha espresso il suo verdetto: Barbie è arrivata alla bellezza di 1,4 miliardi di dollari nel mondo, mentre Oppenheimer si è fermato ad appena 948 milioni di dollari a livello globale. Che comunque per un biopic di tre ore su un fisico non è così male.

Anche per quanto riguarda il mio parere personale, per quanto possa valere e per quanto ve ne possa fregare, ha vinto Barbie. Perché?


Una prima ragione è che Barbie è un film che funziona dall'inizio alla fine. Cosa che, purtroppo, non posso dire di Oppenheimer. Il regista della pellicola, che per quei due o tre che non lo sapessero è Christopher Nolan, forse ha voluto ricostruire le dinamiche della realizzazione della bomba atomica, di cui per quei due o tre che non lo sapessero (tra cui il sottoscritto prima di vedere il film) il fisico J. Robert Oppenheimer è stato il "padre". Una costruzione lunga e complicata, per essere gentili e non dire soporifera, che nella prima parte fatica a ingranare, prima di giungere alla deflagrazione.


Come attenuante del caso, devo riconoscere che io personalmente ho un problema con la fisica. Al liceo avevo il 3 fisso in fisica. É una cosa che non mi è mai entrata in testa e per cui non ho mai provato neanche il più vago interesse. Al contrario di Christopher Nolan, che aveva già inserito un fisico in un altro suo film: Nikola Tesla in The Prestige e, benché abbia adorato quel film e benché fosse interpretato da quella leggenda di David Bowie, nemmeno in quel caso era riuscito a suscitare il mio interesse. Potete quindi immaginare quanto me ne sia fregato dei dialoghi sulla fisica presenti soprattutto nella prima parte. Questo comunque è un problema mio.

"Come si fa a non essere interessati alla fisica, come?!?"

Christopher Nolan ha invece un evidente problema con le scene di sesso. In Oppenheimer per la prima volta in un suo film ha girato un rapporto sessuale. E dopo avere visto la scena, era meglio se continuava a non girarne.

"Ti va di farlo?"
"Sì, ma solo se Nolan tiene la sua dannata macchina da presa spenta"

Un altro problema del cinema di Christopher Nolan, che a parte il noioso Dunkirk e l'inutile Il cavaliere oscuro - Il ritorno ho sempre apprezzato, sì tutto sommato persino il tanto criticato Tenet, sono i personaggi femminili. Gira e rigira i protagonisti dei suoi film sono sempre e solo uomini e le donne faticano a trovare un degno spazio. Forse giusto in Interstellar, che non a caso è il suo lavoro emotivamente più forte.

Non fa eccezione Oppenheimer. I personaggi maschili sono ben costruiti. In modo particolare il protagonista, lo sfuggente e indecifabile J. Robert Oppenheimer, che trova il suo perfetto corrispettivo sullo schermo nello sguardo enigmatico, e un pochino inquietante, di Cillian Murphy.


Bene anche il suo "nemico", il politico Lewis Strauss, ottimamente interpretato da un Robert Downey Jr. alla sua migliore interpretazione da quando, per sua fortuna e per mia sfortuna, è entrato a far parte del Marvel Cinematic Universe.


Male, molto male, invece i personaggi femminili. La moglie di Oppenheimer interpretata da Emily Blunt rimane a lungo in secondo, per non dire in terzo piano, e giusto nella parte finale riesce, o forse è meglio dire che Nolan glielo concede, a ritagliarsi un minimo spazio. Troppo poco e troppo tardi.

"Nolan, avvertimi quando hai intenzione di darmi una scena decente.
Nel frattempo stendo i panni, che è più divertente"

Il peccato principale è però quello di aver del tutto buttato la solitamente strepitosa Florence Pugh nei panni dell'amante del protagonista, Jean Tatlock. Personaggio sprecato tra scene ridicole (come quella di sesso citata in precedenza) e dialoghi di una superficialità sconcertante, quando invece avrebbe meritato un ruolo centrale, visto che è la prima a scatenare in Oppenheimer dei sensi di colpa che poi sfociano in una crisi di coscienza.

"Ogni volta che ripenso alla nostra scena di sesso mi viene da piangere"

É in particolare su questo punto che Greta Gerwig secondo me ha vinto il Barbenheimer. Il suo Barbie è un film evidentemente al femminile e femminista. Eppure riesce anche a dare una forte dignità a un personaggio maschile come Ken. Ripeto: Ken.


E pure ad Allan. Ripeto: Allan. Un personaggio che persino i più esperti conoscitori del mondo di Barbie facevano fatica a ricordare.

"Allan? Chi è Allan?
Io sono uno dei Ken, non si vede?"

Quindi il papà della bomba atomica esce con le ossa rotte dalla sfida contro le Barbie?


Proprio quando ero pronto per una stroncatura clamorosa e inaspettata, ecco che Oppenheimer (finalmente) stupisce, con una seconda parte che cresce in maniera inesorabile. Fino ad arrivare a una deflagrazione pazzesca. Ce ne mette di tempo. Christopher Nolan se la prende comoda, molto comoda, si prende tutte le 3 ore a sua disposizione, ma alla fine ce la fa. Il suo film diventa una bomba.


E finisce per somigliare al suo protagonista, J. Robert Oppenheimer. Un uomo ricco di contraddizioni, che prima diventa artefice della bomba atomica e poi si oppone alle bombe all'idrogeno, che ha simpatie filocomuniste eppure lavora per l'esercito degli Stati Uniti, che è fondamentalmente un nerd ma allo stesso tempo inspiegabilmente un playboy. Un uomo per cui è difficile esprimere un giudizio. Proprio come per il film di cui è protagonista, che sfiora l'implosione e poi, proprio quando meno te lo aspetti, esplode in maniera devastante.
(voto 8/10)




5 commenti:

  1. Barbie tutta la vita, e per i tuoi stessi motivi. Ma quella bomba, quel dolore vergognoso quasi horror, entrano nel cuore e lo distruggono.

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  2. Sono due film così diversi che non riesco a scegliere, posso tenerli tutti e due?
    Direi di sì.
    Con me ha ingranato nella seconda delle tre parti in cui è diviso il film, perdendomi leggermente nel finale giudiziario, ma avercene di film che tengono incollati così parlando e mostrando la fisica.
    E non parla solo la fangirl di quell'inquietante di Cillian che è in me...

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