La società della neve: il film che prova a sdoganare il cannibalismo

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La società della neve

(titolo originale: La sociedad de la nieve)

La società della neve ha una trama molto simile a quella della serie tv Yellowjackets. Caso di plagio?

No, perché entrambi sono ispirati a un incredibile caso successo realmente nel 1972, quando un aereo con a bordo una squadra di rugby universitaria uruguaiana e i loro accompagnatori è precipitato nel bel brutto mezzo delle Ande.

Yellowjackets diciamo che è un adattamento molto libero di quanto successo, visto che trasporta la vicenda negli Stati Uniti, negli anni '90 e con protagonista della tragica vicenda una squadra femminile di calcio. Quindì sì, c'è più fi*a.

Come già Alive - Sopravvissuti nel 1993, La società della neve invece ricostruisce proprio quel caso e io insomma sono sempre un po' diffidente quando mi imbatto in un film completamente tratto da una storia vera. Perché deve rispettare quanto successo, senza potersi inventare troppe cose. Quella qui raccontata è però una di quelle vicende talmente incredibili e ricche di svolte ancora più incredibili, che non c'è nemmeno bisogno di inventare niente, magari giusto romanzare un po' il tutto perché comunque non è un documentario, e poi oggigiorno pure i documentari sono piuttosto romanzati.

La società della neve è un survival movie abbastanza tradizionale, d'impianto classico, non è almeno secondo me il capolavoro definito da qualcuno, non è nemmeno il miglior film diretto dallo spagnolo Juan Antonio Bayona (che per quanto mi riguarda resta e probabilmente resterà sempre il folgorante esordio The Orphanage), ma è un lavoro dal forte, fortissimo impatto umano, che vi farà riconsiderare alcune cose della vostra vita.

Se pensavate di aver vissuto una situazione estrema, tipo un Capodanno in compagnia di quelli di Fratelli d'Italia, non avrete mai vissuto una situazione estrema come i sopravvissuti del volo 571 dell'aeronautica militare uruguaiana nel 1972. Quasi, ma non così estrema.

"Almeno noi non eravamo al Capodanno di Biella"
"Evvai!"

Se pensavate di avere patito il freddo, tipo quella volta in cui vi si è rotta la caldaia in pieno inverno, di sicuro non avrete mai patito freddo come i sopravvissuti del volo 571 dell'aeronautica militare uruguaiana nel 1972 in mezzo alle Ande.

"Che peccato che nel 1972 non fosse ancora arrivato il riscaldamento globale"

Se pensavate di avere avuto fame nella vostra vita, magari quando vi siete trovati di fronte a una coda dal McDonald's che non sembrava finire mai e una volta arrivato il vostro turno vi hanno detto che il Crispy McBacon in offerta era andato esaurito, di sicuro non avrete mai avuto fame come i sopravvissuti del volo 571 dell'aeronautica militare uruguaiana nel 1972. Una fame in grado di farvi abbattere ogni pregiudizio che potreste avere nei confronti del cannibalismo.

E se pensate che precipitare con un aereo nel freddo, freddissimo della Ande possa essere la cosa peggiore che vi possa capitare, beh, quello non è che appena l'inizio. Il bello brutto viene dopo.

(voto 7/10)

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