Cast: Taissa Farmiga, Malin Akerman, Nina Dobrev, Alexander Ludwig, Alia Shawkat, Thomas Middleditch, Adam DeVine, Chloe Bridges, Angela Trimbur, Tory N. Thompson
Genere: nonsolohorror
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Avete mai sognato di entrare dentro a un film?
Io sì. Ad esempio Spring Breakers, ma di questo credo di averne già parlato...
Non mi è però mai capitato di desiderare di entrare dentro a un film horror. Ho troppa paura di cose tipo i serial killer, i mostri o... la morte.
Cast: Michael Angarano, Juno Temple, Alexis Bledel, Billy Magnussen, Alia Shawkat, Bobby Moynihan, Steve Park, Jack McBrayer, Debra Monk, Thomas Middleditch, Matt Walsh, Cristin Milioti
Genere: (s)fortunato
Se ti piace guarda anche: Rapture-Palooza, Fatti, strafatti e strafighe, Jumanji, L’arte di cavarsela
Quali dolori sopportereste per denaro?
Io, da buon sadomasochista quale sono, arriverei ad accetterei di:
Fare una maratona di inguardabili film action selezionati apposta per me dal mio blogger nemico Mr. James Ford.
Guardarmi tutti gli episodi di tutte le stagioni di Walker Texas Ranger con l’amichevole compagnia di Chuck Norris in persona che replica su di me le mosse compiute sullo schermo.
Giocare una partita a calcetto con gli amici selezionando volutamente Paletta in squadra con me.
Considerare Laura Pausini una cantante rispettabile e, per dimostrarlo, assistere a un suo INTERO concerto.
Nah, quest’ultima cosa mi sa che non la farei per nessuna somma di denaro al mondo. I protagonisti di Botte di fortuna invece non si fanno alcun scrupolo e accettano in pratica qualsiasi tipo di cosa dolorosa per denaro. Accettano persino che il loro film, originariamente intitolato The Brass Teapot ovvero La teiera d’ottone, esca in Italia con questa assurda vanziniana denominazione, Botte di fortuna, e per altro mi risulta sia stato distribuito solo per il mercato home-video.
Cosa succede in questo film dal titolo tanto sfortunato?
Succede che i due protagonisti, il simpatico Michael Angarano e la simpatica ma soprattutto sexy gnocchetta Juno Temple, una coppia di giovani sposini, un giorno per caso trovano una teiera d’ottone. Trovano non è la parola più esatta… Diciamo che Juno Temple la ruba a una povera vecchina che di lì a poco morirà.
La teiera d’ottone non è però solo una semplice teiera d’ottone di quelle che si vedono tutti i giorni. Anche in questo caso si fa per dire, considerando che io in tutta la mia vita credo di non aver mai visto una teiera d’ottone prima di questa bislacca pellicola.
L’unica altra teiera a cui sono abituato è La teiera volante, ovvero il blog di Lucien. Per il resto, io il tè me lo faccio quasi tutte le mattine, ma dentro un semplice merdoso pentolino a buon mercato e poi lo verso nella scodella senza l’utilizzo di sofisticate teiere.
Dicevo che la loro non è una semplice teiera. È una teiera magica. Ogni volta che qualcuno si fa del male o prova del dolore, sia fisico che psicologico, mentre si trova vicino ad essa, dalla teiera spuntano fuori delle banconote. Dei bei dollaroni fumanti tutti da spendere. Una volta che scoprono ciò, Juno Temple e Michael Angarano si danno alla pazza gioia. O meglio al pazzo dolore. Si provocano del male in tutti i modi possibili pur di far sputar fuori alla teiera dei soldi. Da squattrinati quali erano, lui lavorava in un call center mentre lei era una laureata che non riusciva a trovare un lavoro all’altezza dei suoi studi (no, a sorpresa il film non è ambientato in Italia!), si trovano così a nuotare nel denaro come Paperon de’ Paperoni. Come ben si sa, il denaro cambia le persone e, come diceva Notorious B.I.G., mo’ money mo’ problems, più soldi più problemi. Io non so se aveva ragione, ma proverei ad avere tanti soldi giusto per vedere se è vero. Fatto sta che i due, da simpatici fancazzisti quali erano, si trasformano in delle persone orribili, disposte a fare del male a se stessi e pure agli altri per denaro.
Lo spunto di questa pellicola è parecchio originale e curioso. Il film è fondamentalmente una commedia, ma ha anche dei risvolti fantasy che, almeno all’inizio, lasciano presagire a uno di quei filmoni anni ’90 per tutta la famiglia in stile Jumanji, con la teiera del potere che ricorda pure il tesssssoro de Il signore degli anelli. Nonostante questi vaghi riferimenti, Botte di fortuna non entra mai del tutto in territori fantasy per restare in quelli della comedy grottesca, avvicinandosi dalle parti di film come Fatti, strafatti e strafighe, ma senza provocare mai vere risate.
Botte di fortuna non azzecca allora la classica botta di fortuna e non riesce a trasformare una trama sconclusionata e spesso non solo assurda, quanto propria scemotta, in una pellicola davvero convincente. Sarà perché in casi come questo una semplice botta di fortuna non basta. Ci va proprio una gran botta di culo.
Cast: Aubrey Plaza, Johnny Simmons, Scott Porter, Bill Hader, Alia Shawkat, Sarah Steele, Rachel Bilson, Andy Samberg, Christopher Mintz-Plasse, Donald Glover, Clark Gregg, Connie Britton, Nolan Gould, Adam Pally, Jack McBrayer
Genere: anni novanta
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Come forse saprete, mi piace leggermente fare liste. Roba che il protagonista di Alta fedeltà è un pivello al mio confronto. Ispirato dalla visione di The To Do List, pellicola in cui Aubrey Plaza è una liceale che decide di compilare la lista delle “maialate” sessuali da fare prima di andare al college, vi propongo la mia personale lista di cose che vorrei fare, non prima dell’università, che con quella già ho dato, ma prima di morire.
The To Do List Cannibale
Farmi almeno una Spice Girl. Posso accettare persino Sporty Spice.
Incontrare una come Joe o B di Nymphomaniac su un vagone di Trenitalia.
Farmi frustare da Lars von Trier.
Fare un motoscafo tra le tette di Kate Upton.
Farmi Jennifer Lawrence. Non importa come e non importa quando. Va bene anche quando sarà una vecchia decrepita sul letto di morte.
Avere un figlio. Possibilmente con Britney Spears. E poi possibilmente abbandonarlo di fronte a una scuola di magia stile Hogwarts.
Farlo con una pornostar. Valentina Nappi, se per caso stai leggendo, questa è una richiesta ufficiale.
Organizzare un’orgia party con i Daft Punk che fanno da dj.
Partecipare a un Bunga Bunga party e poi essere pagato a vita da Berlusconi per non raccontare quanto successo.
Vedere Hollywood che sputtana un mio romanzo/racconto, ma mi copre di denaro mentre mi fotte.
Far diventare Pensieri Cannibali un sito più visitato di YouPorn.
Guardare il film The To Do List. ✓
L’ultima l’ho messa, così almeno una cosa posso spuntarla subito via dalla lista. The To Do List ho appena finito di guardarlo, dietro consiglio di Valentina che ringrazio, e mi ha esaltato come poche altre pellicole viste negli ultimi tempi. Questo è in pratica il film cannibale per eccellenza. È una commedia teen americana volgare e politically incorrect al punto giusto, ha una protagonista super alternative come la nuova diva indie Aubrey Plaza, ha una colonna sonora bomba ed è ambientato negli anni ’90.
90s is the new 80s. Dopo il revival degli anni ’80 che ormai ci stiamo lasciando alle spalle, adesso è arrivato il momento di ripescare il decennio successivo. Cosa che da una parte mi riempie di gioia, essendo la decade in cui sono cresciuto, e dall’altra mi mette una gran malinconia, visto che significa che sto davvero invecchiando.
The To Do List è tutto quello che si può chiedere a un film teen. Se non mi credete, facciamo una lista delle cose che ci devono essere in una pellicola adolescenziale come si deve e poi vediamo:
Tipa nerd che trova un lavoretto estivo che rappresenterà un passo fondamentale nella sua crescita personale ✓
Tipa nerd che si innamora del tipo figo ✓
Tipo nerd che si innamora della tipa nerd innamorata del tipo figo (Scott Porter delle serie Friday Night Lights e Hart of Dixie) ✓
Tipa nerd che poi non è così nerd e si rivela un bel vaccone ✓
Tipo nerd interpretato da Christopher Mintz-Plasse ✓
La sorella figa (Rachel Bilson, la Summer di The O.C. che qui ha in pratica lo stesso ruolo ed è sempre gnocca uguale) ✓
Amiche della protagonista sessualmente più esperte di lei ✓
Tipo grunge interpretato dal geniale Andy Samberg ✓
Un genitore spaventato all’idea di parlare ai figli di sesso (l’agente dello S.H.I.E.L.D. Clark Gregg) e l’altro che invece non vede l’ora di farlo (la MILF tv per eccellenza Connie Britton, quella delle serie Nashville, Friday Night Lights e American Horror Story stagione 1) ✓
Genitori che vedono i figli fare sesso ✓
Figli che vedono i genitori fare sesso ✓
The To Do List combina in pratica gli elementi fondamentali delle pellicole ormai super classiche degli anni ’80 di John Hughes, il memorabile Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare su tutti, con i filmetti trash goliardici degli anni ’90/primi anni zero come American Pie e Non è un’altra stupida commedia americana. Sembra una puntata di Beverly Hills 90210, però riletta in chiave quasi parodistica ma non del tutto. C’è infatti un grande rispetto per gli anni ’90, citati in continuazione attraverso i poster della protagonista, attraverso gli abiti e le acconciature oggi inguardabili dei vari personaggi, e naturalmente attraverso le canzoni, che vanno dagli Spin Doctors alle Salt-N-Pepa e dai Cranberries a Marky Mark.
"E adesso quale altra lista dovrò inventarmi per superare quelle cannibali?"
C’è un grande rispetto per i 90s, ma allo stesso tempo c’è la voglia di andare oltre. Si può dire che in questo film non c’è niente che non si sia visto nelle pellicole e nelle serie tv di quel decennio e se il protagonista fosse un ragazzo, come il Jimbo di American Pie, sarebbe anche vero. Eppure un fattore di novità c’è. The To Do List è una pellicola profondamente femminista, in cui si va oltre la solita trama da romcom dove la ragazza di turno per raggiungere la vera felicità deve per forza trovare un bravo ragazzo, il grande amore della sua vita, e accasarsi. La protagonista di The To List è invece una ragazza indipendente che scopre a sue spese le gioie, così come i dolori, del sesso. Come Joe di Nymphomaniac, solo che questa è una commedia spassosa e leggera, ci sono meno, diciamo mooolte meno scene esplicite, e l’autore non è un pazzo maniaco geniale come Lars von Trier, bensì la più modesta esordiente Maggie Carey. La regista alle prime armi dimostra di essere dietro la macchina da presa ancora acerba, mentre come sceneggiatrice possiede già una buona consapevolezza dei propri mezzi. Non avrà realizzato la pellicola più originale del mondo, eppure il suo stile è fresco e ricorda quello della Diablo Cody dei primi tempi.
In pratica, The To Do List è la teen comedy più figa vista da molto tempo a questa parte. Oserei quasi dire dagli anni Novanta. Da mettere subito in cima alla lista dei film da vedere.
"Io un DILF? Ma se sembro un malato terminale
che manco il Dr. House può curare..."
Scusa, mi piace tuo padre
(USA 2011)
Titolo originale: The Oranges
Regia: Julian Farino
Sceneggiatura: Ian Helfer, Jay Reiss
Cast: Alia Shawkat, Leighton Meester, Hugh Laurie, Oliver Platt, Allison Janney, Catherine Keener, Sam Rosen, Adam Brody, Aya Cash, Tim Guinee, Hoon Lee
Genere: commediola
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Scusa, abbiamo fatto un film. Non avremmo dovuto, ma l’abbiamo fatto. È la solita commediola americana famigliare sulla crisi di mezza età e sulla ricerca della felicità. Perché la ricerca della felicità è un diritto garantito dalla Costituzione degli Stati Uniti e perché l’ha detto pure Gabriele Muccino e allora, se l’ha detto lui, siamo a posto.
"Uff, ma quando esce la recensione cannibale dei Power Rangers,
volevo dire di Pacific Rim?"
Scusa, per rendere più appetibile la nostra banale storiella abbiamo chiamato un cast super telefilmico. La narratrice e vera protagonista della pellicola è Alia Shawkat, quella di Arrested Development, solo che non essendo abbastanza famosa e/o gnocca, abbiamo preferito concentrarci sugli altri attori del cast. Leighton Meester, la Blair Waldorf di Gossip Girl, che ancora una volta se la cava bene nella parte della ragazzetta stronzetta, e poi Hugh Laurie. Lui, il dottore superstar del piccolo schermo, il Dr. House. Ex Dr. House. Tanto appariva idolesco e anche fenomenale a recitare in quel ruolo, tanto qua appare anonimo e inverosimile nella parte del daddy, daddy cool. Hugh Laurie qui è un vero e proprio DILF (Daddy I’d Like to Fuck), variante al maschile delle MILF, che con il suo fascino magnetico (ma dove?) riesce a conquistare la giovine Leighton Meester. Alla faccia del suo figlioletto, Adam Brody, ex mitico Seth Cohen di The O.C. la cui carriera non è mai decollata. Il cast non è quindi malaccio, peccato sia parecchio svogliato.
Scusa, il cast è svogliato.
Scusa, abbiamo fatto una pellicola ambientata durante il periodo natalizio e sappiamo benissimo quanto vedere una pellicola natalizia sia uno strazio, soprattutto vederla non nel periodo natalizio. Soprattutto vederla d’estate.
"Mi devo fare il Dr. House? Bleah, ma quello sembra mio nonno, non mio padre!"
Scusa, questo film è una commedia, ma non riderai mai. Abbiamo provato a inserire un paio di battute sboccate tanto per cercare di rianimare la situazione, con il risultato di far apparire il tutto ancora più triste.
Scusa se per una pellicola intitolata in originale The Oranges abbiamo scelto di farlo uscire in italia come Scusa, mi piace tuo padre, un titolo perfetto per una moccianata. Che poi in fin dei conti il film non è proprio una moccianata, però poco ci manca. Più che altro è una muccinata. Scusa, ma l’avevamo menzionato in apertura mica per caso.
Scusa, perché pure questa recensione non è che sia uscita un granché.
Scusa, ma non ti piacerà questo film e, nel caso ti piaccia: scusa, ma sei scemo?
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