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giovedì 1 dicembre 2011

Mario Monti: Man of the year 2011 n. 20

In parallelo alla classifica delle “cotte adolescenziali” dell’anno, parte anche il countdown degli uomini che hanno segnato l’annata, almeno nella visione del mondo cannibale.
Che il più grande spettacolo prima del weekend abbia inizio, a partire dalla posizione n. 20...
e nel frattempo potete anche andare a recuperare la classifica 2010

Mario Monti
Genere: salvatore della patria?
Provenienza: Varese, Italia
Età: 68
Il passato: presidente Bocconi, commisario europeo, sconosciuto ai più prima della nomina a Premier
Il suo 2011: gli è stato affidato il posto più scomodo in Italia dopo quello di tecnico della nazionale di calcio
Il futuro: incerto quanto i mercati finanziari
Perché è in classifica: una sola ragione, vedi sotto
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Non si può certo dire che Mario Monti mi faccia impazzire.
Non è il mio tipo.
Se e quando mai si andrà di nuovo a votare (non so, magari Napolitano vuole decidere il Premier anche nel 2013), non penso che lo voterei.
Quello che riuscirà a fare nei prossimi mesi è seguito naturalmente da un punto interrogativo.
Ma per il momento Monti ha un unico merito mica da poco: aver sostituito Silvio Berlusconi.
Quando sento la parola Premier il mio pensiero va ancora a lui, a Quellolà, seguito da un brivido che mi percorre la schiena. Poi mi rendo conto che ce lo siamo tolti dalle palle.
Definitivamente?


domenica 20 novembre 2011

Italia d.B.


Riflessioni a freddo sparse sull’uscita di scena di Berlusconi, una settimana dopo.

Che goduria è stata vedere Studio Aperto il giorno dopo le sue dimissioni?
Tutti vestiti in nero a lutto.
Ma mettetevi a posto (e mettetevelo anche in quel posto), lecchini dimmerda.
Peccato essermi perso Fede, il TG1 e il TG5, ma ero già troppo ubriaco per riuscire a cambiare canale…

Monti al suo primo discorso in veste di presidente del Consiglio ha parlato di dare futuro e speranza “ai nostri figli”. Che poi ciò avverrà o meno è tutto da vedere, ma intanto è già un pensiero.
Berlusconi nel suo patetico ennesimo discorso d’addio, anzi nelle sue intenzioni d’arrivederci, a reti unificate ha invece detto:
“Io io io”
“Mio mio mio”
“Ho fatto questo, ho fatto quest’altro. Mi sono fatto questa, mi sono fatto quest’altra.”
“IO IO IO”
“Io sono Dio”
“Io non mi arrendo”
“Viva la figa, viva l’Italia”

"Brunetta? Sì, era alto così!"
No, non la faccio la battuta su Monti e la Passera.
Troppo scontata.
Allora per una volta vado di finezza e chiedo: con Monti la crisi Passera?
Mmm, ok era terribile. Era meglio se facevo la battuta a sfondo sessuale…

Non so se sono solo io, ma c’ho trovato della poesia nel modo in cui si sono concluse le cose.
A far cadere Berlusconi non è stata la Sinistra.
Non sono le opposizioni varie.
Non è stato lo scandalo D’Addario.
Non è stato lo scandalo Noemi.
Non è stata nemmeno la moglie che l’ha lasciato perché va bene che si inchiappetti qualunque cosa gli passi davanti, ma che vada con le minorenni no.
Monti NON saluta la folla (inesistente) quando è in auto: buon segno
Non è stato lo scandalo Ruby.
Non sono state le mignotte, a farlo cadere.
Non è stato il bunga bunga.
Non è stata la crisi economica, il debito pubblico o lo spread.
Non è stato Tarantini.
Non è stato il caso Mills o uno dei mille altri processi a suo carico.
Non è stata la chiusura con Fini.
Non è stata la Lega.
Sono stati i “suoi”.
I traditori.
È stata Gabriella Carlucci.
È quando Gabriella Carlucci ha presentato le dimissioni dal PDL (con mio sommo sconcerto ho appena scoperto che la sigla NON sta per PuttProstitute, Delinquenti e Lobotomizzati) che Berlusconi ha capito che era finito.
L’uomo venuto fuori dal piccolo schermo, finito per colpa di una showgirl.
Una che già come showgirl faceva pena, tra l’altro.
L’ho trovato ironico. E poetico.
Poetico non per Berlusconi, ma per l’Italia.
E comunque vada questo governo tecnico, dopo 17 anni di Monty Burns, ben venga (o quasi) Monti e basta.

La Lega Nord si è tirata fuori dal nuovo esecutivo (con grande gioia di tutti), perché legato ai poteri forti.
Vero, probabilmente.
Hanno però parlato quelli che erano gli alleati principali del potere forte numero 1 in Italia.

Un’ultima cosa: dimenticando per un momento che è composto per lo più da vecchi babbioni bigotti banchieri, vi rendete conto che abbiamo un Governo senza politici?
È come vivere in una fiaba, in un sogno a occhi aperti, o dentro una canzone di John Lennon…


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