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domenica 29 marzo 2015

PRETTY WOMAN, ECCO PERCHÉ È UNA FIABA (ANCHE) PER UOMINI





Pretty Woman
(USA 1990)
Regia: Garry Marshall
Sceneggiatura: J.F. Lawton
Cast: Richard Gere, Julia Roberts, Jason Alexander, Laura San Giacomo, Hector Elizondo, Ralph Bellamy, Hank Azaria
Genere: romcom all'ennesima potenza
Se ti piace guarda anche: Se scappi, ti sposo, Il matrimonio del mio migliore amico, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Come farsi lasciare in 10 giorni

Gli uomini hanno una percezione profondamente sbagliata di Pretty Woman. Mi ci metto dentro anche io, che non lo vedevo da anni. Da quando ero un bambinetto e Julia Roberts non mi stava troppo simpatica. Poi sarebbero arrivati Erin Brockovich, Closer e I segreti di Osage County e la mia impressione nei suoi confronti sarebbe cambiata, però da ragazzino la identificavo unicamente come la regina delle romcom, l'eterna Pretty Woman. Pensavo che quel film, il suo più celebre, fosse solo una “roba da femmine”. Rivedendolo oggi, posso dire che mi sbagliavo. A 25 di distanza dall'uscita della pellicola, con un leggerissimo ritardo posso dire che mi sbagliavo di grosso.

martedì 26 novembre 2013

AMERICAN GIGOLO – PUTTANO AMERICANO




Cosa si fa ‘sta sera, eh raga? Facciamo un bel puttan-tour?
Eddai, vediamo un po’ cosa offre la strada. Mi raccomando: portatevi dietro il ca$h, quello bello pesante, perché questa sera si fa un puttan-tour di lusso. Un puttan-tour cinematografico.
Pronti?

Ad aprire la strada, letteralmente, troviamo la Pretty Woman Julia Roberts. O forse dovremmo dire Pretty Lady, visto che ormai è una MILFona di una certa età. Sempre affascinante, in ogni caso.


Non male, però vediamo che altro c’è in giro…
Mira Sorvino?
Nah, non m’è mai piaciuta, quella.
Dea dell’amore?
Dea dell’amore un cavolo!


Chi altri c’è?
Oh, tu guarda chi si rivede, Audrey Hepburn!
Beh, non sarebbe male restare tutta la notte con lei e poi il mattino dopo andare a fare Colazione da Tiffany. Teniamola presente, anche se ho come il sospetto che sia un pochino morta, tra le riprese di quella pellicola e oggi. Chissà?


Vabbè, tanto c’è Demi Moore, ma lei accetta solo una Proposta indecente e io, con questa economia attuale, non posso proprio fargliela. Al massimo posso farle una proposta indecente nel senso di scandalosamente bassa. Ah Demi, 10.000 delle vecchie lire ti vanno bene?
No, eh?

"I soldi non fanno la felicità...
Chi l'ha detta 'sta stronzata?"

Attenzione, attenzione, chi vedo laggiù in fondo?
Charlize Theron!
Mooolto bene. Charlize Theron è un bel figon…
Aspettate, però, aspettate un attimo raga. A vederla da vicino non è poi tutto ‘sto splendore. Questa sera si è presentata senza trucco in versione Monster e mi sa che non combinerà dei grandi affari…

"Hey, perché nessuno vuole vedere le mie chiappe come nello spot Martini?"

Facciamo un salto al Moulin Rouge? Lì ci lavora Nicole Kidman e dicono che la da via facile.
Dite che spenderemmo di più per il volo fino a Parigi?
E dite anche che se arriviamo con Ryanair e non con un jet privato la Nicole non ci si fila manco di striscio?


Hey, ma quella non è Jodie Foster in versione Taxi Driver?
Sì sì, è proprio lei.
Mmm, però… troppo giovane. Troppo. Chiamate Gabriele Paolini.


Vediamo un po’, con qualche annetto, ma non troppi, di più c’è la Giovane e bella di Francois Ozon, Marine Vacth.
Bonjour, anzi bonsoir. Quanto vuoi, giovane e bella?
Quanto???
Ma t’attacchi, sei troppo cara, baby prostituta!

"Ma bussare non è più di moda?"

Facciamo che tornare dalla cara vecchia pretty woman Julia Roberts, che è un po’ più economica.


Ciao Julia, come vanno gli affari?

Procedono a rilento?

C’è crisi anche sulla strada?

Guarda, è davvero un momentaccio in tutti gli ambiti lavorativi, pure nel tuo…
Vabbé, comunque, andiamo a farci un giro?

Nooo! Ma come per stasera hai finito? Devi andare a rimboccare le coperte ai tuoi figlioletti? E vabbè, ma allora chi mi consigli?

Un uomo???
Un uomo no, dai.

Aspetta, dici che è un tuo vecchio amico? Il tuo più caro vecchio amico, quello con cui hai girato il super
successo Pretty Woman e pure quella menata di Se scappi, ti sposo?
Per Richard Gere posso fare un’eccezione. Ma solo per il Richard Gere di American Gigolo, che è tipo l’uomo più figo di tutti i luoghi, di tutti i laghi, di tutti i film e di tutti i tempi. Non sono gay, ma potrei diventare gay per il Richard Gere di American Gigolo.

Come dici Julia? Non hai mai visto American Gigolo?
Sei tutta strada e chiesa e non hai tempo per guardare dei film?
Ma questo non è proprio recentissimo. È del 1980… Comunque non c’è problema, te lo racconto brevemente io.

American Gigolo
(USA 1980)
Regia: Paul Schrader
Sceneggiatura: Paul Schrader
Cast: Richard Gere, Lauren Hutton, Hector Elizondo, Bill Duke, Brian Davies, K Callan, Carol Cook, Carol Bruce, Frank Pesce
Genere: mercenario
Se ti piace guarda anche: American Psycho, The Canyons, Drive, Pretty Woman

Tutto parte con “Call Me”, pezzone dei Blondie scritto e prodotto dal vanto nazionale Giorgio Moroder, autore di tutta la fenomenale e super 80s colonna sonora del film.



Manco questa canzone qui ti dice niente, Julia? Ma in che mondo vivi, porca puttana?

Oops, scusa. Non volevo offenderti.
Canzone simbolo, colonna sonora simbolo e naturalmente anche il film è uno dei simboli supremi di ciò che sono stati gli Anni Ottanta. Più che una semplice pellicola, American Gigolo è gli Anni Ottanta.
La storia poi dovresti sentirla parecchio vicina, cara Julia. Il protagonista è un puttan… cioè un prostitut… Come diavolo devo chiamarlo oggi? Escort maschile è politically correct abbastanza?
Lo chiamo gigolo, come fa il titolo del film, e faccio prima, anche se mi resta un dubbio: ma gigolo si scrive con l’accento o senza?

Comunque sia, Richard Gere è Julian Kay, un bellissimo gigolo che va soprattutto con donne mature perché – come dice – con le ragazzette è troppo facile, non c’è gusto, non c’è sfida. Dopo il Dustin Hoffman de Il Laureato, possiamo considerare quindi Julian un precursore, uno dei primi amanti del genere MILF quando il genere MILF non era ancora ufficialmente nemmeno nato.
Il nostro gigolo si passa un sacco di MILFone in quel di Los Angeles, se ne va in giro in auto con un sottofondo musicale spudoratamente 80s come farà poi il Ryan Gosling di Drive, abita in un loft arredato in maniera minimal-chic che verrà ripreso pari pari nel film American Psycho, è fissato con l’allenamento e la cura del proprio corpo, anche in questo caso come il Patrick Bateman di American Psycho, e un giorno viene accusato di omicidio, vagamente come capita in American Psycho. In pratica, American Psycho deve molto ad American Gigolo, fin dal titolo. Diciamo che il mondo di Bret Easton Elllis tutto deve molto a questa pellicola di Paul Schrader ed è un po’ anche per questo che dall’unione delle loro due menti malate mi aspettavo grandi cose, invece hanno tirato fuori The Canyons, un filmetto senza arte né parte che non è così male come quei cattivoni della critica hanno detto, ma non è certo il capolavoro che poteva essere.

Ma adesso mi sa che sto divagando, Julia. Tornando ad American Gigolo, riesce laddove The Canyons fallisce: nel coniugare una trama dalle tinte thriller con il ritratto socio-antropologico di un personaggio bello bello in modo assurdo, quanto vuoto vuoto in modo assurdo. Un puttano superficiale cui interessano solo i soldi e l’aspetto fisico. Dietro al suo egoismo e al suo egocentrismo, c’è però dell’altro. Julian Kay è pieno d’amore da dare al mondo. A lui non interessa tanto il suo piacere personale, quanto dare piacere alle donne, un po’ come il suo discepolo Christian Troy della serie tv Nip/Tuck. Il suo aspetto e i suoi modi nascondono questo suo lato intimo, da benefattore dell’umanità.

American Gigolo riesce a dare un ritratto splendido e stilosissimo non solo di un’epoca, di un decennio, ma anche di un personaggio meno superficiale di quanto potrebbe sembrare in superficie appunto e anche parecchio ambiguo, visto che ci lascia sempre con il dubbio. Il dubbio se considerarlo un bluff o qualcosa di più di un manzo, se considerarlo un assassino oppure uno che, in fondo in fondo, è un buono e non solo un bono.
La pecca principale del film, che per tutta la sua durata riesce a mantenere quest’ambiguità, è il finale. Un happy ending romantico che stona con la cattiveria mostrata fino a quel momento. Una conclusione, scusa se te lo dico Julia, degna delle tue peggiori commediole romantiche stracciapalle.
In ogni caso si può anche dimenticare il finale e concentrarsi su una pellicola per il resto a suo modo perfetta, grazie anche e soprattutto a un Richard Gere all’apice della sua forma fisica e recitativa. Al di fuori di questo film, e del sottovalutato The Mothman Prophecies – Voci dall’ombra, è un attore che non amo e non ho mai amato particolarmente però, cara la mia Julia, se mi porti qui il Richard Gere dei tempi di American Gigolo, giuro che me lo faccio. Se poi vuoi partecipare pure tu, per fare una cosa tre, per me non c’è problema.
Vabbuò, Julia Roberts, adesso ti lascio andare dai tuoi figlioli, che s'è fatto proprio tardi, tanto il mio numero te l’ho lasciato e quindi ricordati di una cosa: Call meee!

Non hai capito il riferimento, neh?
Dopo aver messo a letto i tuoi figli allora corri a vederti American Gigolo, che non si può non averlo visto almeno una volta nella vita, porca puttana!
Oops, scusa. Non volevo offenderti di nuovo, pretty woman, walking down the street, pretty woman, the kind I like to meet...
Ma manco questo riferimento hai capito?
(voto 7,5/10)

mercoledì 20 marzo 2013

LA FRODE BAGGINS

La frode
(USA 2012)
Titolo originale: Arbitrage
Regia: Nicholas Jarecki
Sceneggiatura: Nicholas Jarecki
Cast: Richard Gere, Tim Roth, Susan Sarandon, Laetitia Casta, Brit Marling, Nate Parker, Monica Raymund
Genere: finanziario
Se ti piace guarda anche: Wall Street, Wall Street 2, Margin Call

C’è crisi dappertutto, dappertutto c’è crisi. Lo cantava Bugo già nel 2008 e da allora la situazione non ha fatto che peggiorare. Quando c’è crisi però, c’è anche qualcuno che riesce ad approfittarne. Le compagnie di volo, di abiti o di qualunque cosa low-cost, ad esempio. Negli ultimi tempi, pure il cinema sta cercando di sfruttare la crisi a suo vantaggio. Opera di sciacallaggio?
Potete chiamarla così, se volete, altrimenti potete anche definirlo cinema d’attualità. Cinema che cerca di riflettere sul mondo di oggi e sulla delicata condizione economica del presente. In questo filone si sono inserite pellicole troppo tecniche e noiose, il documentario premio Oscar Inside Job, così come opere di grande cinema vero e proprio, come il notevole Margin Call, in grado di spiegare i reali motivi della crisi economica come se parlasse a un bambino o a un golden retriever, attraverso un affascinante e thriller tutto in una notte.

"Grazie per questo premio di merda.
Io in ogni caso avrei preferito un Oscar o almeno un Golden Globe..."
La frode (titolo originale Arbitrage) prosegue per fortuna nella direzione di Margin Call, preferendo concentrarsi sulle vicende umane e avvicinandosi a territori thriller, piuttosto che andarsi a impelagare in questioni troppo economiche. Per sua sfortuna invece non riesce a raggiungere i livelli di Margin Call, ma d’altra parte quella sarebbe risultata un’impresa ardua per chiunque.
Pur senza la capacità di analizzare e indagare il presente come il sopracitato sopraesaltato Margin Call, La frode non si rivela nemmeno una frode di pellicola e qualche bella cartuccia da sparare ce l’ha.
Per prima cosa, a sorpresa Richard Gere sfodera una delle sue migliori interpretazioni da anni, forse decenni a questa parte. Niente per cui gridare al miracolo, o forse sì, perso com’era negli ultimi tempi tra filmetti di basso livello. Fatto sta che quello dei “vecchietti alla riscossa” sembra essere il nuovo trend del momento. Potrebbe anche diventare un trend topic su Twitter: #vecchiettiallariscossa, se solo i vecchietti sapessero usare Twitter, anzi se solo sapessero cos’è Twitter.
David Bowie, Robert De Niro, Richard Gere… Tutti di recente ritornati in splendida forma. Che i 60 siano i nuovi 20?

"Grazie per avermi chiamato per una consulenza, Richard."
"Sono stato costretto. Ghedini era già troppo impegnato."
Richard Gere è un 60enne a capo di un impero finanziario, è sulla copertina di Forbes, ha per figlia e partner d’affari Brit Marling (l’attrice/sceneggiatrice degli ottimi Another Earth e Sound of My Voice), è sposato con Susan Sarandon e come amante si bomba Laetitia Casta. Non ho mica detto Veronica Lario e Antonia Ruggiero. Insomma, se la passa proprio bene. Nella vita reale probabilmente se la passa bene pure Richard Gere il vero Richard Gere, comunque in questa sede mi riferisco al suo personaggio nel film, Robert Miller. Come si suol dire, però, non è tutto oro quel che luccica. Il Gere è infatti indagato per frode fiscale e poi finisce invischiato anche in un’altra brutta vicenda giudiziaria…
Vi ricordano per caso le disavventure di un famigerato imprenditore italiano?
A me fa pensare anche a una sorta di Patrick Bateman, un American Psycho che è invecchiato, ha messo su famiglia, ha smesso con gli omicidi e si è dedicato ad altri crimini, nell’ambito dell’alta finanza. Non a caso, il regista e sceneggiatore del film è l’esordiente Nicholas Jarecki, che già aveva lavorato allo script di The Informers - Vite oltre il limite, pellicola tratta dalla raccolta di racconti Acqua dal sole. Anche in questo film, è presente qualcosa di Bret Easton Ellis. Uno sguardo simile, solo meno ironico e cattivo, cosa che impedisce a La frode di fare il vero salto di qualità.
Come altro diffettuccio, la pellicola gioca sul campo del thriller finanziario, ma con ritmi troppo rilassati per essere considerabile un thriller davvero teso. La frode è in compenso un film impreziosito da una gradevole e variegata colonna sonora (con Grimes, Bjork, You Say Party e Billie Holiday) e che ci presenta attraverso il suo protagonista una serie di riflessioni magari non del tutto sorprendenti eppure interessanti sulla persistente crisi economica degli ultimi anni.

"Ma perché stai insieme a Stefano Accorsi, Laetitia?"
"Non lo so Richard, ueeè. Non lo so."
ATTENZIONE SPOILER
Robert Miller/Richard Gere ha un incidente stradale mentre si trova in auto con l’amante Laetitia Casta. No, non gli stava facendo un soffocone, ha avuto un semplice colpo di sonno. Dopo tutto è pur sempre un sessantenne e la poco casta Casta l’aveva già strapazzato per benino prima. Nell’incidente, la Casta muore e Robert/Richard scappa via, chiamando per farsi aiutare un tizio di colore che era in debito con lui, per via dello stretto legame che aveva con suo padre.
In questa scena possiamo intravedere le cause della crisi economica: gli uomini ricchi e potenti fanno un danno, se ne lavano le mani, e lasciano i più poveri e deboli nella merda. La cosa importante è che loro ne escano puliti. Proprio quanto succede in questo film, così come in maniera analoga vanno le cose anche in Wall Street 2 con quell'altro yuppie invecchiato di Michael Douglas/Gordon Gekko. Entrambe le pellicole si risolvono con degli happy ending. Sicuri sicuri si trattino di happy ending?
Per i protagonisti sicuramente, ma nel farla franca dei soliti ricchi e potenti possiamo più che altro avere uno sguardo cinico e disilluso sul crudele mondo in cui viviamo. Il mondo dei Robert Miller, dei Gordon Gekko, dei Silvio Berlusconi e degli altri furbetti di turno. Gli happy ending esistono nella vita? Sì, ma forse solo per loro.
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



venerdì 9 marzo 2012

Non ti stimo fratello

"Ford, fratello, cioè ma come fai ad ascoltare musica peggiore della mia?"
Settimana ricchissima di uscite nei cinema italiani. A livello quantitativo. E a livello qualitativo?
Insomma, non siamo messi proprio bene. Qualcosina di interessante sembra anche spuntare fuori, se andiamo a frugare bene in mezzo alla spazzatura. Così come se andiamo a leggere tra tutte le panzanate che scrive Mr. James Ford, magari una o due frasi condivisibili le troviamo. Magari decontestualizzandole e modificandole un pochino. Ad esempio, quando scrive: "Nel suo monte di castronerie, il Cannibale ha ragione su un paio di cose", io leggo solo "IL CANNIBALE HA RAGIONE".
Comunque ecco qui tutti i film in arrivo nelle sale in questo wwweekend.

Ti stimo fratello di Paolo Uzzi, Giovanni Vernia
Il consiglio di Cannibal: non ti stimo Ford e grazie a Dio non sei mio fratello
E così dopo Chezzo Zalone, prevedibilmente fa il suo debutto “cinematografico” anche… Mr. Ford? No, Giovanni Vernia (qui pure in veste di co-regista, ahi ahi) alias Jonny Groove di Zelig. Quello tamarro autore di tormentoni come E siamo noi e siamo noi, il Paradiso siamo noi. Pur non sopportando Zelig, ‘sto zarro preso a piccole dosi mi fa ridere. Certo, un film a lui tutto dedicato potrebbe rivelarsi una sola pazzesca, però sempre meglio lui di, chessò, il Mago Oronzo, i Fichi d’India o quel pagliaccio di Mr. James Ford!
Il consiglio di Ford: non stimo Jonny Groove, e neppure Cannibal Groove!
Detesto Zelig, detesto Zalone e detesto Cannibal.
Insomma, non ho alcun motivo di vedere questo film. Quindi, che se lo becchi il mio antagonista!


"Ma come cazzo sei vestito? Nemmeno Ford ha il coraggio di andare in giro così!"
John Carter di Andrew Stanton
Il consiglio di Cannibal: classica fordianata da evitare con cura
Ennesimo film tratto da una popolare serie di romanzi? Tranquilli non è il nuovo Twilight o Hunger Games, bensì una saga uscita un secolo fa! Adesso il regista di due dei migliori film Pixar (Wall-E e Alla ricerca di Nemo) Andrew Stanton prova a portare sul grande schermo le avventure di questo soldato spedito su Marte, ma non prevedo niente di buono. Sarà un grande successo commerciale? Bah, negli Usa magari sì, in Italia non credo. Si rivelerà un bel film? Questa la vedo impossibile, anche perché dal trailer sembra la versione disneyana di 300 con un pizzico di Avatar, quindi… L’unica speranza è che possa trasformare il protagonista Taylor Kitsch, già nel cast della splendida serie Friday Night Lights, in una star. Ho detto in una star, Ford, non nel tuo nuovo sogno erotico aahahah!
Il consiglio di Ford: ovviamente sarà una ficata!
Nel suo monte di castronerie, il Cannibale ha ragione su un paio di cose: Friday night lights è una serie splendida, e questo film è davvero il prototipo per la tamarrata da popcorn domenicale fordiano.
Niente di trascendentale, ma potrebbe diventare il Real steel di questa primavera.
Il che, in periodi di vacche magre come questo, non può che essere un bene.

"Che palle 'sto Harmony definito da Miss Ford
il nuovo grande romanzo americano!"
Young Adult di Jason Reitman
Il consiglio di Cannibal: un film per tutti noi giovani Young Adult (Ford, tu ovviamente sei escluso!)
Di gran lunga la pellicola più interessante proposta questa settimana, Young Adult vede come protagonista una Charlize Theron gran bel figon, però come attrice non mi ha mai convinto del tutto. Chissà che questa non sia la volta buona, anche perché la regia è di Jason Reitman e la sceneggiatura è di Diablo Cody e l’ultima volta che i due avevano lavorato insieme ne era uscito Juno. E sti cazzi! Negli Usa questo film è uscito in sordina, però potrebbe essere una visione almeno carina e chissà che non piaccia pure a quell’old, very old adult di Jason Ford.
Il consiglio di Ford: un film per tutti, alla facciazza di chi si crede fico come il Kid!
Per una volta, mi associo al mio fastidioso e giovane rivale nonchè aspirante seguace ed affermo che senza dubbio questo potrebbe rivelarsi il film della settimana.
Diablo Cody è un portento, Reitman sa il fatto suo e Charlize Theron ha dimostrato di essere anche un'attrice dotata, e non soltanto dotata.
Quindi, senza troppi indugi, andatelo a vedere!

Ah, non è il reality con Paris Hilton?
A Simple Life di Ann Hui
Il consiglio di Cannibal: a simple palla
E dopo Young Adult, per par condicio da Hong Kong arriva quello che è stato definito un “inno alla vecchiaia”, ovvero il film ideale per Mr. Ford. Presentato all’ultimo Festival di Venezia, si preannuncia una visione molto commovente, ma anche una possibile palla colossale. Confermo: il film ideale della settimana per Mr. Ford.
Il consiglio di Ford: a simple life? E perchè, Cannibal la vuole "complicated"!
Ancora una volta la scarsa sensibilità del mio giovane antagonista - che poi, ormai, tanto giovane non è più - finisce per piazzargli sugli occhi due fettazze di salame per quello che potrebbe essere il film della settimana quasi a parimerito con quello di Reitman.
Certo, il rischio di una menata da bottigliate da radicalchiclandia c'è tutto, ma non è sempre detto che il bicchiere sia mezzo vuoto, no!?
Meglio svuotarlo, e solo dopo spaccarlo in pieno viso al Cucciolo Eroico! Ahahahahahah!

"Come mai l'ombrello? Non sento gocce..."
"Sì, però stanno per piovere stronzate. Quelle di Ford!"
Là-bas di Guido Lombardi
Il consiglio di Cannibal: là-bas? Io-pas!
Là-bas è una delle come al solito tante, troppe uscite italiane del weekend ed è una storia di immigrazione e violenza che, almeno stando a guardare il trailer, sembra possedere un respiro internazionale. Una vicenda a metà strada tra Gomorra e Romanzo criminale che potrebbe anche non essere un film italiano del tutto da buttare…
Ford, lo so che al solo nominare Gomorra mi ti sei svenuto. Ed è appunto per questo che l’ho nominato!
Il consiglio di Ford: Là in bas sta il Cannibale, là in alt Ford.
Un film che potrebbe essere tutto e niente, dalla consueta menata finto alternativa italiana ad un qualcosina perfino meritevole.
Potrei anche azzardare una visione, ma in fondo alla lista.
Intanto, ripenso al Bufalo, sempre meglio del fighettino e cannibalesco Saviano, mi secondo nemico giurato dopo il Kid itself.

"Ciao Cannibal, mi chiamo Ford. Vengo in pace..."
L’arrivo di Wang dei Manetti Bros.
Il consiglio di Cannibal: aspettate che arrivo. O forse no…
I Manetti Bros. mi hanno sempre incuriosito un pochino, ma non ho mai visto un loro film, solo alcuni videoclip che hanno girato. Questo loro tuffo nel fantascientifico potrebbe rivelarsi ironico e geniale, quanto anche una minchiata colossale… la seconda è la più probabile, però chissà?
Comunque vada, ben venga Wang. Basta solo che non ci spedite sulla Terra Mr. Ford, o cari signori alieni!
"Se non volete finire come me,
non guardate MAI un film consigliato da Mr. Ford!"
Il consiglio di Ford: Ford è già arrivato. Wang, chissà.
Purtroppo per il Cannibale, ormai quella fordiana è una realtà affermata. Quindi non gli resta che portare pazienza e chiedere aiuto agli alieni.
Magari proprio quelli alti e blu creati dal suo amico James.
No, non Ford.
Quello davvero amico amico amico.
Cameron.
Il film? Chissà, potrebbe anche essere. Ma restiamo sempre nelle posizioni più basse della classifica.


A una settimana di distanza, c'è ancora gente
che festeggia la partenza di Ford per Barcellona...
La sorgente dell’amore di Radu Mihaileanu
Il consiglio di Cannibal: se proprio non avete di meglio da fare…
Nuovo film del regista de Il concerto, film che aveva suscitato grandi entusiasmi ma che a me non era proprio piaciuto. Sarà che l’avevo visto in italiano e il doppiaggio era davvero tragico… Se però quello almeno era un film musicale e in più c’era Mélanie Laurent, questo suo nuovo sforzo non mi attira un granché. Mi sa che pure questo lo lascio al mio rivale. Anzi, farò di più: anziché vedermi questo film contro gli integralismi, preparerò un attentato non contro la White House ma contro il sito WhiteRussian uahahahaa!
Il consiglio di Ford: alla sorgente ci mando Cannibale. Ma non quella dell'amore, ma delle bottigliate.
Mihaleanu mi è sempre parso un mezzo ruffianone, con i suoi film a metà tra l'autorialità e la lacrima facile.
Certo, non ha neppure mai fatto schifezze complete, ma non mi ha mai convinto tanto da buttarmi su un suo lavoro alla cieca.
Preferisco spedirci il Cannibale, e al limite scriverne una recensione entusiastica giusto per dargli contro.

"Vade retro, Ford!"
Colour from the Dark di Ivan Zuccon
Il consiglio di Cannibal: il colour di questo film? Il brown, mi sa…
Horror italiano del 2008 che arriva in sala adesso. Chiedersi il perché è una domanda retorica un po’ come domandarsi :“Ma come fa Ford a seguire uno sport (spooort???) come il wrestling?”.
Il trailer già da solo è agghiacciante. E non parlo di agghiacciante in senso horror, ma nel senso tragico del termine.
Il consiglio di Ford: ma stiamo scherzando!?!?
Piuttosto che vedere questo film, giuro che passo una vacanza intera ad ascoltare le fregnacce del Cannibale sulle sciape biondine della Hollywood bene che non gliela daranno mai.

"Sapevo che in rete c'erano dei siti per pervertiti,
ma WhiteRussian li batte davvero tutti!"
The Double di Michael Brandt
Il consiglio di Cannibal: Richard Gere è passato di moda più di Richard Ford
Richard Gere prova a ritornare in auge con un thrillerone che fa molto anni ’90. Insieme a lui c’è Topher Grace, uno che fin dai tempi dell’esilarante serie That ’70s Show mi è sempre stato simpatico, però questo film mi sa che lo skippo e lo schifo volentieri, anche perché l’unico double che vedrei volentieri sarebbero due pugni in faccia ben assestati a Richard Ford!
Il consiglio di Ford: per vedere questo film, vi serviranno ben più di due cocktais!
Da una schifezza all'altra, direi che non mi soffermo neppure sull'ennesimo tentativo di rilancio di Richard Gere, e mi rilasso con due risate pensando ai sogni proibiti del double di Cannibal, che se solo prova a farsi vedere dalle mie parti, finisce per sostituire il sacco che mi diverto a scazzottare tornato dal lavoro.

"Yawn! Un film segnalato da Ford è sempre una garanzia
per farsi un buon sonno!"
Native di John Real
Il consiglio di Cannibal: ma meglio dead che Native
Visto che questa settimana non c’erano già abbastanza uscite italiane (e non solo italiane) inutili, ecco uno pseudo horror recitato peggio di Cento Vetrine. Contro questo Native, mi unisco ai cowboys fordiani e preparo le mie frecce!
Se poi sbaglio mira e qualcuna colpisce anche il Mr. James Ford oh, sono cose che in una battaglia capitano…
Il consiglio di Ford: meglio il fuoco nemico, di quello nativo!
Piuttosto che vedere questo film, giuro che mi prendo tutte le frecciate che il Cannibale può scagliarmi.
Se non altro, con quelle almeno posso farmi due risate, prima di gonfiarlo di cazzotti.
Con questa schifezza, al contrario, posso gonfiarmi solo i cosiddetti.

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