venerdì 30 ottobre 2009

Due ragazzi

Due ragazzi, Stefano e Piero. Due finali diversi per le loro storie.

Stefano viene fermato il 16 ottobre dai carabinieri per possesso di 20 grammi di marijuana. Scatta il processo per direttissima. Questo pericolosissimo criminale epilettico di 45 kg per 1,60 di altezza deve essere fermato. Dentro subito. Ci si lamenta tanto, e poi vedi che alle volte in Italia la giustizia è proprio veloce? Scatta la galera. È un buco nero. 6 giorni di buco nero. Nessuno sa cosa sia successo. Non vedo non sento non parlo. Il 22 ottobre, Stefano muore in circostanze ancora da chiarire. Tutto solo, senza che i famigliari possano dirgli: “ciao”. Di lui resta solo un corpo martroriato di 37 chili.

Piero usa la sua bella auto blu per andare a trans. Niente di male. C’è chi pensa che Megan Fox sia sexy, e c’è chi pensa che un tranvone con un nome preso dalla serie Beverly Hills 90210 sia sexy. De gustibus. Non fosse che usa l’auto blu per farsi i cazzi (letteralmente) suoi, ma a quanto pare è una cosa che fanno tutti, quindi che male c’è? Non fosse che spende 5.000 euro a botta dello stipendio dei contribuenti della sua regione e contribuisce allo sfruttamento della prostituzione. Che sarebbe illegale, in Italia. In più c’è della cocaina. Illegale pure questo, forse. Ricattato, Piero si trova nell’unica possibilità a sua disposizione. Non può certo denunciare il fatto. Troppa la vergogna che ricadrebbe su di lui e così decide di salvaguardare la sua famiglia, i valori catto-family day in cui crede, il futuro da governatore del mondo che ha ancora davanti. Decide di pagare. Sugli assegni c’è la sua firma, non quella di un altro, è proprio la sua. Visto però che la cosa forse (sempre meglio usarlo, il forse) non è tanto legale dice “No, mai pagati ricatti.” Piero pensa che tutto sia cancellato. Le foto non verranno pubblicate mai. Non dalle riviste dell’amico Silvio. Gioca tanto a fare il duro, ma in fondo in fondo è un pezzo di pane. Piero pensa che dovrebbe scrivergli una lettera di ringraziamento e sotto, vicino alla firma, metterci un cuoricino. Perché è anche per merito suo se quello rimarrà un errore innocente di cui mai pagherà le conseguenze.

E invece in una bella giornata di un giovane autunno romano, ecco che gli arriva una telefonata. È uno dei suoi: “La frittata è fatta,” gli dice, “la vicenda è pubblica.” “La mia vita è finita,” pensa Piero. Si sente male, gli crolla addosso il mondo di plastica che si era costruito. Che fare? Dimettersi? “Mi dimetto,” annuncia. Un gesto eroico. In qualche altro occidentale sarebbe considerato un atto minimo. In Italia è eroico. Che poi: è giusto dimettersi solo per una debolezza personale? Perché Piero non è indagato per niente. Non per lo sfruttamento alla prostituzione. Non per possesso e uso di cocaina. Cosa credete? Non è mica una cosa allo stesso livello del possesso di marijuana, dannati hippie fattoni. Non per il pagamento di un ricatto. Non per i suoi rapporti con il magico mondo di prostitute, spacciatori, carabinieri corrotti. Per lui zero indagini, neanche un giorno di galera, nessun processo per direttissima, non una multina di 50 euro. Non gli tolgono nemmeno 5 punti della patente. Cosa ne dite allora di una bella, sana tirata d’orecchie, come si faceva una volta? No. No. No. Piero non è indagato. Poverino, ci sta così male, per tutta questa vicenda. È in convento a riflettere sui peccati della sua carne debole. Non c’è bisogno certo di processi per lui, figuriamoci di quelli per direttissima. Sta già scontando la sua pena. È all’inferno, adesso. Vede le fiamme ardergli intorno.

Eppure, Piero pensa che invece di stare in mezzo a quelle suore pallose forse dovrebbe andarci davvero, in galera. Qualche giorno in gattabuia magari gli farebbe bene e poi, riflette: “Mi piacerebbe proprio scoprire se sono vere, quelle storie di quando ti cade la saponetta nella doccia.”

2 commenti:

  1. la storia di stefano mi ha davvero toccata, e per giunta disgustata. e non per questo giovane fermato con 20 grammi di marijuana, no, quella non scandalizza più nessuno. ma quei lividi di cui nessuno riesce a spiegarne i motivi o il motivo, quelli si mi disgustano, mi toccano e mi fanoo riflettere, perchè è impossibile che in un carcere, dove ti sorvegliano togliendoti quasi l'aria nessuno abbia visto o sentito nulla.

    la storia di piero, invece, quella non so proprio come giudicarla, sempre se tocca a me esprimere un giudizio. fatto sta che i politici fanno sempre più schifo.unica cosa positiva: la sua dimissione.almeno lui una cosa giusta l'ha fatta, rispetto al suo amico silvio.
    ora si spera che quel posto venga preso da una persona migliore. si spera.

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  2. gli esseri umani sono il cancro di se stessi

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