sabato 10 aprile 2010

Is punk alive?

Qualche breve riflessione in merito al discorso di ieri sul punk, scaturita anche dai vostri commenti.

Il punk è uno spirito ancora vivo, certo, ma il suo corpo non se la passa molto bene.
Un pezzetto se n’era già andato con Sid Vicious, un altro con Darby Crash dei Germs, un pezzo si è staccato con Kurt Cobain, una parte se l’era portata via Joe Strummer, altri pezzettini se ne sono andati uno dopo l’altro con la dipartita dei vari Ramones (solo uno dei membri originari è ancora vivo) e adesso via un’altra parte importante insieme a Malcolm McLaren. Cosa resta dunque oggi del punk?

Poco. A livello musicale la scena ha avuto gli ultimi grandi sussulti con i Nirvana, ma Gesù se ne sono passati di anni da allora, e più o meno nello stesso periodo con il pop-punk di Green Day, Offspring e Nofx. Negli ultimi anni non c’è nemmeno più rimasto quel sound di facile presa. Se vogliamo essere di visuale ampia, possiamo definire “American Idiot” dei Green Day come un disco (più o meno) punk rilevante dell’ultimo decennio, se non altro per il suo sberleffo anti-Bush. Per il resto, poca roba. Tra i gruppi di oggi a portare avanti un certo tipo di suono mi vengono in mente giusto i validi Against Me! negli States e gli incazzosi Gallows in England (sotto un loro video). Per il resto, le cose con maggiore attitudine punk mi sembra vadano ricercate nella musica elettronica. Lo spirito è vivo e vegeto in gente come i Crystal Castles o gli italiani Bloody Beetroots.

L’ultima vera rivoluzione punk è però probabilmente stata Napster. Un grosso Fuck Off! sparato dritto in faccia al mondo discografico, alle major, al sistema. La cosa preoccupante è invece il presente. Tutta la trasgressione che c’è adesso è finta, vuota, conformista. Insignificante. Certo, quella messa in piedi da Malcolm McLaren insieme ai Sex Pistols è stata la più grande truffa del rock’n’roll. Ma oggi in giro ci sono solo truffatori. E ben poco rock’n’roll.

4 commenti:

  1. Sai, sta cosa ha fatto riflettere anche me, ieri. Io sono diventata punk a 17 anni, quando sulla mia strada ho incontrato i Clash: era il 1987.
    Non ho vissuto quindi la stagione punk della prima ora, quella del '76 per intenderci, ma negli edonistici anni '80 trovavo che lo spirito del Do it yourself fosse dissacrante. Soprattutto l'idea di essere se stessi senza conformarsi alla massa. Ecco, credo che del punk sia questo lo spirito che ho sempre amato e sentito mio: fare le cose che si sentono, pensare con la propria testa, non accodarsi alla massa, ma rimanere curiosi e critici.

    Certo, se vogliamo vederlo nella musica odierna, sono abbastanza d'accordo con te, il genere punk è quasi scomparso, ma credo sia una questione fisiologica, ha esaurito quel tipo di spinta.
    Però è rimasto l'atteggiamento. Voglio dire, adesso abbiamo gli strumenti offerti da internet per andare a cercarsi la musica che interessa, di farla anche (vedi myspace) senza necessariamente seguire il "gusto" di massa propinato da tv e radio: ti pare poco?

    Guarda anche solo il tuo blog: la musica che indichi non è esattamente di largo consumo, nessuno degli artisti che segnali è mai passato da "Amici" o da trasmissioni simili, eppure ti seguiamo, andiamo ad ascoltarci le song, compriamo quei cd o quegli mp3. Secondo me tutto questo è figlio dello spirito punk.

    L'ho sempre visto non solo confinato in ambito musicale, ma come un atteggiamento di vita, che pervade l'esistenza, per questo penso che PUNK IS NOT DEAD ;
    E citando gli Immensi
    "You can crush us
    You can bruise us
    But you'll have to answer to"

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  2. Vedo il punk più come atteggiamento, attitudine e momento di rottura. Le migliori cose a livello musicale sono scaturite successivamente.
    Concordo sulla tua definizione. La moda e il marketing assorbono da tempo ogni trasgressione, anche la più estrema e la rielaborano pronto uso e consumo per le masse.

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  3. musicalmente parlando il punk non ha fatto altro che riprendere lo spirito originario del r'n'r anni '50 facendo piazza pulita dei dinosauri del progressive e del mainstream allora imperante e come quello è diventato un movimento che è andato aldilà della semplice moda musicale. Dopo sono rimasti soltanto chi ha saputo trarre da quella lezione, vedi Clash, Talking Heads e Joy Division, la consapevolezza che soltanto con la commistione di vari generi si riuscisse a creare qualcosa di veramente nuovo anche musicalmente. Ricordo che da più parti all'epoca di London Calling i Clash furono tacciati di aver tradito lo spirito del punk; stolti, semmai quel disco fu la prova che il punk inteso come attitudine aveva seminato bene, quale gruppo allora aveva mischiato in quel modo reaggae, jazz, dub, r'n'r e andando a Sandinista anche il valzer? Quando il punk divenne moda, loro erano già oltre.

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  4. harmonica> mi hai rubato la lametta dalla lingua!;)

    i nirvana si saran fatti influenzare musicalmente dal punk dei pistol ma non saranno mai punk manco se kurt rinascesse 3 volte...ad ognuno il suo grunge

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