lunedì 31 gennaio 2011

Il discorso del re: Un sovrano (e un film) senza voce

Il discorso del re
(UK, Australia 2010)
Titolo originale: The King’s Speech
Regia: Tom Hooper
Cast: Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Michael Gambon, Timothy Spall, Jennifer Ehle
Genere: biopic storico
Se ti piace guarda anche: The Queen, Elizabeth, Shakespeare in love

Trama semiseria
1925. Il figlio di Giorgio V d’Inghilterra, incaricato di fare un discorso pubblico a Wembley, si blocca e non riesce a parlare frenato dalla sua balbuzie. La moglie allora gli ingaggia un coach per aiutarlo a risolvere questo problema, un po’ come accade con i trainer di Mtv Made che in due mesi trasformano un caso umano nel più figo del liceo. Tutto risolto in fretta come nel programma tv? Non proprio: gli anni passano, il guaio permane e quando tocca a lui salire sul trono come Giorgio VI non può proprio farlo da balbuziente. Ah, nel frattempo l’Inghilterra scende in guerra contro la Germania di Hitler, ma questo in confronto alla drammatica balbuzie del re sembra davvero non fregare niente a nessuno…

Recensione cannibale
Può bastare una storia carina a fare un buon film? Direi proprio di no. Soprattutto se la storia in questione è sì curiosa, ma ha anche alcuni risvolti tragicamente ridicoli. La balbuzie è sì un problema non da poco, così come il parlare di fronte a una grande folla è una cosa di cui io stesso ho un gran terrore. Però in quel periodo accadevano anche cose un tantino più preoccupanti di questa. Quali? Il nazismo, ad esempio. Si dirà allora che questa è più che altro una commedia, peccato non faccia molto ridere, ma fino a che i toni rimangono leggeri le cose funzionano ancora. Le note dolenti arrivano quando questa vicenda viene trattata con solennità e drammaticità mentre, soprattutto se vista all’interno del contesto dello scoppio di una guerra mondiale, appare piuttosto irrilevante per non dire idiota.

Nonostante questo, Il discorso del re ha avuto 12 nomination all’Oscar e sembra il principale concorrente a The Social Network per salire sul trono di film re dell’annata. Perché? Davvero difficile da spiegare, se non per la passione dell’Academy a film storici di una noia mortale come Il paziente inglese o Shakespeare in Love, una passione che negli ultimi tempi sembrava essersi esaurita ma che questo The King’s Speech ha riacceso alla grande.
Mentre alcuni film storici attraverso il passato ci aiutano a capire quello che sarebbe successo dopo, vedi Il nastro bianco di Haneke tanto per dire una pellicola ambientata all’incirca in quel periodo, Il discorso del re sembra invece una storia del tutto scollegata da qualunque collegamento all’attualità. Si può fare eccezione per la vicenda di Edoardo VIII, il re che decide di abdicare in favore del fratello per via di uno scandalo sulla sua vita privata, cosa che a noi italiani può far venire in mente un collegamento con Berlusconi che ad “abdicare” non ci pensa proprio qualunque vicenda lo travolga. Ma questo non credo fosse certo nelle intenzioni della pellicola inglese. Al di là del fatto che cinematograficamente The Social Network è una pellicola di ben altro (e alto) livello, c’è anche da chiedersi quindi se sia più giusto premiare un film che riesce a parlare alla grande della vita di oggi oppure una storiella nel passato della monarchia inglese che poco o nulla a che fare con il presente.
Davvero senza senso poi il fatto che la regia professionale ma anche pomposa e priva di personalità di Tom Hooper sia stata preferita a quella del Christopher Nolan di Inception. Bah.

Bene il cast, ma niente per cui strapparsi i capelli: Colin Firth nel rendere il balbuziente Giorgio VI vince una sfida difficile e quasi certamente vincerà anche l’Oscar, ma allo stesso tempo non è uno di quei ruoli che lasciano un segno nella storia del cinema e lo stesso Firth ha fatto secondo me di meglio in A Single Man. Davvero ottima Helena Bonham Carter nei panni della moglie, così così il sopravvalutato Geoffrey Rush nei panni del logopedista, l’uomo che cerca di aiutare il principino inglese con metodi poco ortodossi (ma nemmeno troppo) a ritrovare la sua voce. Tutto questo, ricordo, mentre nel resto del mondo succedeva una cosa da niente chiamata Olocausto, ma volete mettere con i problemoni di Giorgio VI che deve fare un discorso di ben 2 minuti alla radio?

A tratti sul noioso e sull'odioso andante, Il discorso del re non è nemmeno un bruttissimo film, però dopo aver visto tutte e 10 le pellicole candidate all’Oscar posso dire che questa è di gran lunga quella che mi ha convinto di me. È solo una storiella curiosa raccontata in maniera troppo enfatica che nel finale assume contorni alquanto grotteschi e al limite del ridicolo. All’Academy però amano le storie ruffiane, vedi Forrest Gump, un buon film che però proprio non reggeva e non regge tutt’oggi il confronto con quella pietra miliare di Pulp Fiction. Ma agli Oscar indovinate chi fu a trionfare? E comunque questo discorso del re non vale nemmeno la metà di Forrest e inoltre, dopo lo sguardo originale proposto da Sofia Coppola con il suo Marie Antoinette, rigetta il genere storico concettualmente indietro di decenni, per non dire secoli.
In un’annata strepitosa per il cinema americano come non capitava da anni, con grandissimi film come Black Swan, The Social Network, Inception e Winter’s Bone, vogliamo davvero dare l’Oscar a un film che più che la definizione di “classico” merita quella di “antico” e che sembra furbescamente pensato per vincere… l’Oscar?
Mmm, temo che andrà a finire proprio così.
(voto 5,5)

24 commenti:

  1. Credo che ormai da tempo le sfavillanti celebrazioni degli Oscar(s) abbiano perso credibilità.

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  2. concordo sull'ingiusto trattamento riservato a nolan e sul fatto che forse l'entusiasmo per questa pellicola sia eccessivo....di certo è la più canonica fra quelle in gara e perfettamente in linea un certo gusto che l'academy ha per il cinema classico ma resta sempre e comunque un bellissimo film poco rivoluzionario rispetto agli altri ma non per questo da disprezzare e da buttare!shakespeare in love una noia mortale?????????????????????no no no .......non ci siamo...credo che il problema sia proprio la tua mancanza di affezione verso le pellicole storiche e in costume a condizionare il tuo giudizio (o pregiudizio )...Shakespeare in love noioso?ancora non mi sono ripresa dalla tua affermazione...;(
    qui c'è un problema di gusti (de gustibus naturalmente eh!) che però incide indipendentemente dal discorso del re.i film storici (come i fantasy per alcuni )sono noiosi solo se li si guarda con occhi sbagliati e non predisposti.ma il mondo è bello perchè è vario ;(

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  3. Cannibale, la tua recensione conferma i timori che ho rispetto a questo film.
    Lo guarderò in tranquillità, ma il solo pensiero che possa vincere a scapito di Inception o The social network mi fanno venire una voglia irrefrenabile di bottigliate! ;)

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  4. Perchè questo film è così considerato?
    1) Per la classe che trasuda da ogni scena
    2) Per lo humor inglese che forse non fa ridere chi è abituato alla battuta plateale, ma che è manifestazione di ironia sottile e delicata, brillante e sagace
    3) Perchè è una storia vera e mentre lo guardi te ne rendi conto ad ogni scena, per realismo convincente, per linearità, per pulizia, per totale mancanza di manierismo
    4) Perchè gli attori sono di una bravura splendida, perfetti nei ruoli e senza un solo gesto eccessivo (E se Firth non vince l'oscar non so chi può vincerlo, veramente una prova altissima di recitazione)
    5) Perchè la regia è esemplare, anche solo esteticamente certe scene sono arte tecnica
    6) Perchè non c' è retorica, banalità, eccesso, tentativo costruito di emozionare
    7) Perchè è anche drammaticamente attuale nei suoi valori di fondo
    8) Perchè il film è pervaso da un'eleganza, un'intelligenza ed un ironia sottile che lo rende ormai merce rara in questo panorama cinematografico in cui le emozioni si versano tanto al chilo, già masticate e pronte ad essere digerite dallo spettatore. Perchè finalmente possiamo vedere un film che valga la pena definire tale per maestria attoriale, registica e cinematografica in generale.
    9) Il tuo discorso su ciò che c'era di più importante in quel momento storico proprio non lo capisco. Con questo discorso si dovrebbero fare solo film su tre o quattro cose per secolo. Questo film tratta di qualcosa forse di meno storicamente rilevante (ma un suo peso l'ha avuto eccome) ma lo fa in modo realmente magistrale. Per me molto più di un inception che, seppure un film che mi è piaciuto moltissimo, ha dato anche prova a tratti di ingenuità e di forzature.

    PS non riesco a comprendere come tu possa dare 7, 8 e 9 a certi film e 5,5 a questo che, al di là del gusto personale e dell'attrattiva della trama, è oggettivamente un'opera tecnica di grandissima bravura e di alto livello qualitativo. Ce ne fossero di più di film di questa classe.

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  5. *vale
    staremo a vedere come andrà a finire..

    *alesya
    non sono appassionato nemmeno di fantasy, però questo non mi impedisce di apprezzare un capolavoro come il signore degli anelli.
    questo discorso del re anche all'interno del suo genere mi sembra deboluccio, tanto per dire the queen mi è parso fatto molto meglio. per non dire poi di un marie antoinette che per fortuna approccia il genere storico in maniera molto originale e attuale. ammetto poi che appassionarmi delle vicende della famiglia reale inglese mi è davvero difficile..
    quanto a geoffrey rush mi fa sbadigliare al solo vederlo, sarà per questo che mi ha annoiato anche shakespeare in love :D

    *mr ford
    mi farai sapere, però ho il presentimento che anche tu non lo amerai moltissimo. quindi prepara pure le bottiglie!

    *simone
    per quanto riguarda i voti sono assolutamente soggettivi, altrimenti tanto vale vedersi il voto medio su imdb..
    questo film per quanto realizzato in maniera impeccabile mi è sembrato freddo come un ghiacciolo, parlo di emozioni sempre personali, quindi non me la sento proprio di promuoverlo. anche perché rappresenta un'idea di cinema che capisco possa piacere e anche molto, ma è proprio opposta alla mia.
    io magari preferisco un film ricco di difetti, ma in cui vedo anche solo un lampo di originalità o di emozione, cosa che qui dentro non ho trovato in alcun momento.

    tu giustamente parli di linearità, pulizia, recitazione senza eccessi: tutte cose che io invece non apprezzo, preferisco il disordine, l'eccesso, l'imprevedibilità, mentre questo film è prevedibile dalla prima all'ultima scena.
    e a proposito dell'ultima scena, io l'ho trovata mooooolto retorica.

    riguardo al discorso storico probabilmente mi sono espresso male: secondo me è del tutto giusto raccontare una storia come questa, però l'eccessiva enfasi nella scena del discorso finale mi è sembrata davvero assurda e ridicola, soprattutto se paragonata ad altri problemi che avvenivano al di fuori del palazzo del privilegiato re inglese

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  6. Classico film che piace all'Academy..
    Niente a proposito delle premiazioni del Sundance? Almeno lì a volte si vedono scorgere film validi..sarà perchè indipendenti.

    Buona recensione comunque.
    Ciao

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  7. Riguardo al discorso finale, anche a me ha colpito (in negativo) come tutti sorridessero al re e gli facessero i complimenti per aver "recitato" bene il discorso, senza invece essere minimamente preoccupati per il fatto che stava iniziando una guerra! Tutti, insomma, attenti al lato formale (un discorso senza balbuzie) e non alla sostanza (quel discorso annunciava una guerra).

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  8. ma Geoffrey Rush è un attore incredibile....dovresti vederlo in "shine" o in "quills" la sua interpretazione è da brivido!devo ammettere di avere un debole per la storia britannica ma credo che comuque , a maggior ragione degli orribili tempi che ci caratterizzano attualmente , questo film sia fondamentale :è vero che la monarchia vive di privilegi ,ma stiamo parlando di un uomo che è diventato re in circostanze assolutamente imprevedibili(lui non era destinato a regnare e non era certo preparato a tale eventualità!)con un gravissimo deficit quasi incompatibile con il suo incarico (da un sovrano ci si aspetta sicurezza e determinazione soprattutto alle soglie di un conflitto), che è riuscito a superare le sue paure e le sue incertezze e a dare forza al suo paese in un momento così difficile quale fu quello della Seconda Guerra Mondiale ,quando più che mai l'Inghilterra aveva bisogno di un leader (vorrei fare notare che a differenza di un certo re il cui discendente oggi si dedica a ballare con Pupo sotto le stelle Giorgio VI rimase a Londra sfidando i bombardamenti e non abbandonò la sua terra ai nazisti )...per quanto mi riguarda ho bisogno di credere che ci sia ancora speranza di avere dei governanti capaci di preoccuparsi del loro paese (noi non possiamo evidentemente vantare la stessa fortuna degli Inglesi nè nel nostro passato nè in questo schifoso presente )e pellicole come "il discorso del re" sono assolutamente necessarie oltre che più che benvenute !

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  9. Più che altro questo film si concentra su Giorgio VI e il suo problema, il momento storico fa quasi da sfondo alla vicenda, perché almeno in questa pellicola si voleva indagare sul dramma personale di un uomo più che sul dramma collettivo di un Paese e di un continente. In effetti, il film inizia una quindicina d'anni prima dello scoppio della guerra e finisce appena è stata dichiarata... e nel mezzo si punta l'attenzione sul personaggio che ha una difficoltà personale e che cerca di combattere; è il film sulla battaglia personale di un uomo con se stesso, se avesse voluto raccontare lo scorcio storico sarebbe stato un film diverso incentrato su personaggi e situazioni diverse. Forse non parlerà a noi contemporanei come altri film... ma insegna a chiunque abbia difficoltà simili al protagonista a non abbattersi, ad avere fiducia in se stessi e a non tirarsi indietro... perché, per l'appunto, magari ci si perde in certe paure per anni e ad un certo punto, invece, la vita ci chiama a prove ben più grandi. Il finale con le felicitazioni di tutti al re che è riuscito a parlare per 9 minuti senza balbettare esprime proprio questo concetto: il pauroso Giorgio VI che riesce a superare la sua difficoltà e a comprendere che è una piccolezza rispetto a ciò che prospettava il futuro; io non credo che quella scena sia ridicola perché per chi ha determinate difficoltà riuscire a superare simili prove è una grande vittoria.

    Forse il film non è pimpantissimo, ma del resto gli Inglesi sono sempre estremamente rigorosi quando si tratta di portare sullo schermo la loro storia e le loro tradizioni. Questo film si regge più che altro sulla bravura degli attori: Firth ha fatto un grandissimo lavoro, riuscendo a riportare perfettamente l'angoscia tipica di un simile personaggio e anche Rush e La Bonham Carter sono stati dei comprimari eccellenti. In definitiva, un film molto British! Poi come in tutte le cose, i gusti diversi rendono vario il mondo! Non so se vincerà l'Oscar come miglior film, ma io mi aspetto quello per Firth e la Bonham Carter!

    ;-)

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  10. *rikkà
    mah, al sundance ha vinto questo "like crazy" che promette molto bene. spero sia presto disponibile, se non nelle sale italiane (dove è già tanto se arriva tra un paio d'anni..) almeno su internet

    *christian
    oh, almeno non sono l'unico ad aver notato questo contrasto!
    che poi, diciamolo, questo benedetto discorso che dà anche il titolo alla pellicola non è certo una cosa memorabile alla "i have a dream" di martin luther king :D

    *alesya
    shine l'ho visto, nemmeno malaccio ma proprio rush non mi convince..
    sul fatto che giorgio VI sia meglio di emanuele filiberto non ci sono dubbi, però per quanto mi riguarda la monarchia dovrebbe essere abolita totalmente! anche perché, almeno da quanto emerge dal film, a giorgio interessa soltanto di se stesso e della sua balbuzie, non certo del popolo inglese. e in questo non è diverso da chi governa anche noi

    *silvia
    l'intenzione del film l'ho capita e gli sono grato almeno per aver evitato un altro film sulla II guerra mondiale, periodo spesso (a parte "bastardi senza gloria") trattato in maniera troppo retorica e prevedibile.
    infatti nella prima parte il film funziona anche (sebbene pure lì non mi abbia entusiasmato).
    però allora dovevano evitare di inserire quella scena con le immagini di repertorio di hitler, visto che il contrasto con il trionfo del popolo inglese per un semplice discorso del re mi sembra alquanto stridente. va bene la vittoria personale, però sembra la vittoria di un intero popolo, quando invece stavano per iniziare un conflitto alquanto drammatico.

    sul fatto che sia un film molto british hai perfettamente ragione, però british old style.
    e io sorry sono più per la new-school di serie tv come misfits o skins :)

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  11. ecco ...tu devi provare a vedere la cosa dal punto di vista degli inglesi....per loro sarebbe impossibile concepire un mondo differente ...l'inghilterra è una monarchia...praticamente da sempre!la monarchia è parte integrante della loro cultura e del loro modo di essere...e in linea di massima i monarchi sono sempre stati benvoluti dal popolo britannico!celebrare le imprese di un monarca (se pur forse meno rumorose di altre in questo caso) rientra perfettamente nel modus britannico di vedere il mondo...magari impenetrabile ed eccessivo per un eretico non british...ma in sè stesso assolutamente coerente ^^...

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  12. Visto oggi. Condivido dalla prima all'ultima parola. Voto fin troppo generoso. :D

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  13. Mi permetto di ribattere, secondo me i paragoni che fai sono del tutto fuori luogo, come fai a comparare the king's speech a Inception o the Social Network,o Marie Antoinette (tutti film che adoro comunque)
    Gli oscar ormai si sa, sono solo un premio fasullo e non premiano di certo la creatività, ma questo film ha me è piaciuto molto per una serie di motivi, secondo me il doppiaggio italiano lasciava un po' a desiderare, per poter veramente giudicare, soprattutto Colin Firth con le sue balbuzie, bisognerebbe vedere la versione originale.
    Poi per il fatto dell'olocausto, scusa ma cosa c'entra, non è che tutti i film che si svolgono nel periodo della seconda guerra mondiale devono parlare di quello, è un tema agghiacciante e molto importante ma ci sono più o meno un milione di pellicole che ne parlano, questa è un'altra storia.
    E comunque io mi diverto a seguire le varie premiazioni di questo periodo ma per me valgono veramente poco, basti pensare che per essere nominati non basta aver fato un buon film o aver recitato bene, ci vogliono mesi e mesi di campagne pubblicitarie, interviste, cene con membri dell'Academy e robe varie...
    vabbé, sicuramente abbiamo un punto di vista differente, l'importante è discuterne!
    un saluto!

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  14. Come già mi avevi anticipato in commento alla mia recensione, in questo caso le opinioni sono del tutto discordanti.
    a me il film è piaciuto molto, ho trovato la pellicola nel suo complesso perfettamente confezionata, costumi, musiche e fotografia compresi.
    Un film da Oscar, con un ottimo Colin Firth.

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  15. *alesya
    anche noi in italia siamo cresciuti con un certo tipo di cultura e di idee. ciò non significa che non dobbiamo combatterle e sono sicuro che anche in UK non a tutti stia così bene la monarchia, o almeno è così che io la vedo :D

    *moderatamente ottimista
    echeccavolo sì, penso anch'io di essere stato già fin troppo buono :)

    *diego
    il paragone con marie antoinette ci sta per l'ambientazione storica, solo che laddove il film della coppola fa qualcosa di nuovo, moderno e inaspettato, questo è classico e prevedibile.
    con inception o the social network hai ragione, non c'entra niente: quelli sono grandissimi film, questo no :D

    io ho visto il film in lingua originale, ma la balbuzie di colin firth per quanto splendidamente imitata mi è sembrata comunque un filo troppo forzata

    il fatto che non si sia parlato molto della II guerra mondiale è uno dei pochi motivi per cui sono grato al film, visto che l'argomento è già stato ampiamente trattato. però allora perché inserire quella ruffianissima scena con le immagini di hitler, che sembra messa apposta per gli oscar? la scena del discorso finale poi parla dell'ingresso dell'inghilterra in guerra: quindi va bene la felicità perché il re è riuscito a fare un discorso senza interrompersi, però è pur sempre un annuncio di guerra, cosa c'è tanto da festeggiare? per me è un filo paradossale..

    *fabrizio
    perfettamente confezionata sono anche d'accordo, però dove sono le emozioni?

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. marie antoinette è pura contaminatio...è impossibile paragonarlo a un normale film in costume....ha più in comune con moulin rouge e il destino di un cavaliere!e poi nonostante mi sia molto piaciuto e abbia guizzi notevoli nelle sue parentesi musicali nelle sue parti più "canoniche" soffre delle tipiche lungaggini sofia coppoliane con le quali a volte fatico a convivere...shakespeare in love a confronto sarebbe noioso?è come dire che wagner fa addormentare mentre l'aria sulla quarta corda di bach no!marie antoinette fa storia a parte...

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  18. Cannibale!?!! Perchè???? Perchè il termine, improrpio, "olocausto"???

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  19. *alesya
    hai citato proprio i film più o meno "storici" che preferisco, insieme a bastardi senza gloria, quelli classici invece faccio più fatica a digerirli.. preferisco quando il passato è filtrato attraverso la luce del presente
    sofia coppola non è noiosa, è diversamente divertente :D

    *mela
    mmm.. se ho fatto una gaffe mi scuso, ma perché è improprio?

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  20. L'hai guardato in inglese? no, perchè mi hanno detto che è un film da guardare assolutamente in lingua originale. Allora io in italiano non lo guardo. Lui mi piace molto come attore, anche lei... quindi molto probabilmente sarò di parte! :-)

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  21. io l'ho adorato. bellissimo!

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  22. E diciamolo pure qui, allora: un film di cui fare a meno più che volentieri, per tematica insulsa, forma prevedibile e piatta, nessuno stile, solo rigore piattezza e formalismo. Condivido le lodi a Inception & co, e soprattutto a Bastardi senza gloria, capolavoro di cinema popolare tra storia, invettiva e inventiva. Sul cinema inglese contemporaneo, un grande per me resta Leigh, da Naked a Another Year.
    E infine, Un gelido inverno me lo sono proprio perso, a questo punto mi sa che me lo cerco, eh?

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  23. secondo me il film é buono. anche se l'oscar l'avrei dato o al cigno nero o a inception. poi non capisco come fai a definire Shakespeare in love una noia!?!?!? non capiró mai l'odio generale per quel film, per me è una genialata.. e poi qualcuno voleva veramente dare l'oscar a salvate il soldato ryan?? anche no.

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