domenica 24 aprile 2011

La banda dei Babbazzi Pasquali

Pasqua è l’occasione buona per riciclare panettoni e pandori rimasti dal Natale. E lo stesso vale per i film, quindi beccatevi questo avanzo delle scorse festività.

La banda dei Babbi Natale
(Italia 2010)
Regia: Paolo Genovese
Cast: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Angela Finocchiaro, Giovanni Esposito, Antonia Liskova, Silvana Fallisi, Lucia Ocone, Sara D’Amario, Giorgio Colangeli, Remo Girotti, Mara Maionchi
Genere: spot Wind
Se ti piace guarda anche: tutti gli altri film con Aldo, Giovanni e Giacomo

C’è qualcosa di davvero triste in chi continua a ripetersi sempre e sempre e sempre sempre. Vasco, per dire, o anche Liam Gallagher che con i Beady Eye fa esattamente la stessa cosa che con gli Oasis. Peccato che a forza di ripetere sempre gli stessi argomenti, in alcuni casi già magari nemmeno così interessanti all’inizio, questi mostrino i propri limiti e quindi si rischia di far affogare chi ascolta nella noia più totale.
Visto che si parla di ripetitività, già qualche tempo fa avevo tirato fuori la questione in un post e pure io quindi mi vi divento ripetitivo: c’è chi guarda sempre gli stessi programmi, gli stessi film, ascolta le stesse canzoni, fa sempre le stesse cose e vive benissimo. Tanto di capello a chi ci riesce. Io invece mi annoio con una facilità impressionante e ho bisogno sempre di qualche stimolo costante, nuovo e inaspettato. Di un film come La banda dei Babbi Natale quindi non so proprio che farmene. Se invece trovavate Al John e Jack divertenti in passato e non ne avete ancora avuto abbastanza, rimarrete soddisfatti pure di questo.

Aldo, Giovanni e Giacomo una volta avevano una comicità fresca e spumeggiante. Una volta. Adesso sono come quei tre amici (anzi conoscenti, più che amici) al bar che a forza di raccontare le stesse barzellette non fanno più ridere nemmeno se ti pagano. Che poi si può andare avanti tutta la vita a raccontare le stesse barzellette, Berlusconi ne è l’esempio più lampante, tanto qualcuno che non si stufa mai c’è sempre. Per me comunque più che divertente, è una cosa deprimente.
Il trio (una volta) comico con quest’ultima fatica (è proprio il caso di dirlo) è tornato alle origini, raccontando una storiella costruita su una lunga serie di flashback e di scenette, proprio come ai tempi dell’esordio Tre uomini e una gamba. Peccato che siano passati 14 anni da allora e il repertorio non è cambiato. Nemmeno di una virgola. Questa volta i due milanesi + il terùn cercano di costruire un affresco maggiormente elaborato e complesso che in passato, fallendo però nelle loro ambizioni. Riciclare per riciclare, persino le citazioni presenti non è che siano proprio di primo pelo: Il grande Lebowski, Il silenzio degli innocenti, Matrix (davvero tremenda la parodia di quest’ultimo)… chi non ha già citato/parodiato questi film fino allo sfinimento?

Oltre ai tre, qui dentro non funzionano nemmeno i comprimari, su tutti va sottolineato come Angela Finocchiaro (già presente nel Cosmo sul comò, che per fortuna mi ero risparmiato) NON funzioni assolutamente. Non so perché si è diffusa questa mania di volerla fare recitare a tutti i costi in qualunque film, sia drammatico che brillante, e c’è chi esalta pure il suo talento (?!) comico. A me però no fare minimamente ridere. No no no. Quasi meno di Enrico Brignano...
Completano l’infelice quadro una colonna sonora a dir poco ridicola (non fatevi ingannare da "Little Green Bag" nel trailer, per altro rubata dalle Iene, quelle di Tarantino non  il programma), in quello che è l’unico campo in cui un film comico non deve necessariamente esserlo, e una comparsata non richiesta dell’odiosa Mara Maionchi che il trio ci poteva risparmiare, ecchecazzo.
Il peccato capitale, ancor di più all’interno del genere comico, in cui il film casca con tutti e due i piedi comunque è un altro: la noia. L’unico momento davvero divertente è quando Giovanni cerca di confessare alle sue due compagne (tra cui una è la Liskova, tanto per essere inverosimili) l’esistenza dell’altra e continua a essere interrotto da venditori/suonatori ambulanti vari.

La banda dei Babbi Natale è quindi un film per nostalgici della comicità di Aldo, Giovanni e Giacomo che, stando a vedere dai lusinghieri incassi/inkazzi natalizi, sono ancora numerosissimi. Ma non un film per me. Non più, almeno.
Davvero gustoso comunque. Sì, quanto un panettone (scaduto) a Pasqua.
(voto 3)

5 commenti:

  1. si, è proprio un panettone irrancidito. al confronto la comicità di massimo ceccherini è da oscar.

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  2. Harmonica, non scomoderei Ceccherini, che sfigurerei a bottigliate, ma effettivamente i tre sono davvero bolliti.
    Detto questo, La banda dei babbi natale mi è parsa enormemente migliore de Il cosmo sul comò, una vera merda mortale!

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  3. Pur restando scadente, qualche scena che fa sghignazzare c'è. (5-)

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  4. Appena finisco di ridere per quello che hai scritto alla voce "genere", ti dico cosa ne penso :D

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  5. Grazie che ci sei tu a farci sorridere Cannibal! ma come neppure a te Brigano fa ridere ? credevo di essere l'unico .... ciao Maurus_

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