mercoledì 24 agosto 2011

Hey surf sister

Soul Surfer
(USA 2011)
Regia: Sean McNamara
Cast: AnnaSophia Robb, Dennis Quaid, Helen Hunt, Carrie Underwood, Kevin Sorbo, Lorraine Nicholson, Ross Thomas, Cody Gomes, Sonya Balmores
Genere: let’s go surfing
Se ti piace guarda anche: Clay Marzo – Just Add Water, Blue Crush, Lords of Dogtown, Point Break, Un mercoledì da leoni

Una bella storia non sempre fa un bel film: Il discorso del re ne è un esempio lampante. Che poi in quel caso avevamo un re viziato balbuziente che dopo anni di training riusciva a fare un discorso di 60 secondi davanti a un microfono, mentre qui, scusate se è poco, abbiamo una ragazzina di 13 anni che ha perso un braccio ma è riuscita a rimettersi in piedi sulla tavola e a diventare una campionessa di surf. Volete mettere?
Preparate dunque i fazzoletti se siete sensibili (non ho detto sensitivi) e ucci ucci tenerucci, d’altronde la protagonista del film è AnnaSophia Robb, ottima giovane attrice già vista ne Un ponte per Terabithia che, per la cronaca e per il mio sputtanamento personale, è una delle pellicole che più mi ha fatto piangere in tutta la mia vita. Non fatemici pensare che mi vengono ancora le lacrime agli occhi. Che magone quel film, che magone!
Ueeeeè
ueeeeeeeè

Ok, scusate lo sfogo. Riprendiamo…
Il regista di Soul Surfer si chiama Sean McNamara, come uno dei due chirurghi plastici di Nip/Tuck: sarà un semplice caso di omonimia (non ho detto omosessualità)? In ogni caso la qualità registica non è certo memorabile e quindi possiamo passare oltre…
Nel cast, oltre alla Robb c’è anche la cantante country Carrie Underwood, notevole sgnacchera parecchio nota negli States, una sorta di Taylor Swift però con più tette. Quindi ci sono anche Dennis Quaid, che ormai ha preso il patentino per i filmetti, e una Helen Hunt che sta invecchiando parecchio male. *_*
Nella modesta e stracommerciale colonna sonora invece c’è roba tipo Michael Franti con “The Sound of Sunshine”, in una versione per fortuna senza Jovanotti, probabilmente lasciato in riva al mare. E quindi avete già capito che pure la soundtrack è poca roba.

La vera Bethany Hamilton (a sinistra) con AnnaSophia Robb
Il film è tratto dalla storia vera di Bethany Hamilton, una ragazzina hawaiiana che ha sempre vissuto su una tavola da surf fin da bambinettissima (forse ha imparato prima e surfare che a camminare) e che all’età di 13 anni si è vista portare via un braccio da uno squalo. Per chi si chiede come possano capitare cose del genere, la risposta è da trovare nel fatto che qualcuno gliel’ha gufata pesantemente: quando la sua migliore amica Alana (non ho detto anal) a inizio film, felice della sua vita alla Hawaii tra surfare di mezzanotte e vita da spiaggia tira fuori la domanda retorica: “Ma quanto fortunate siamo, noi?” sappiamo già che porterà una sfiga micidiale. E infatti…
Il giorno dopo Bethany viene azzannata da uno squalo. E non è come essere morsi da una zanzara. O da un vampiro, cosa che, l’abbiamo imparato da film & serie tv, ti renderebbe solo molto più figo. La povera ragazza perde un braccio, ma riesce a sopravvivere grazie al tempestivo salvataggio del padre dell’amica, un certo Hercules alias Kevin Sorbo!
La cosa più impressionante e che pare non sia solo un’invenzione della fiction, ma una caratteristica della vera Bethany, è la sua notevole forza d’animo e il suo coraggio: nonostante la scena da film horror di cui è protagonista, non piange non strilla non si mette a frignare e a rompere i maroni, ma anzi reagisce al tragico evento con un comportamento stoico. Troppo per una ragazzina di 13 anni?

Se la storia è carina e coinvolgente, peccato che su tutto il film pesi, pesante come un macigno, una forte morale cristiana a rovinare tutto. Però esistendo, fino a prova contraria, il libero arbitrio, l’interpretazione che ognuno può dare agli eventi può essere diversa. Se per il film, e anche per la vera Bethany Hamilton, ogni cosa succede per una ragione e la tragedia che le è capitata si è trasformata in qualcosa di positivo, visto che lei non solo è sopravvissuta, ma è anche riuscita a realizzare il suo sogno di diventare comunque una surfista professionista ed è diventata un modello di ispirazione per un sacco di persone con problemi fisici di varia natura.
Questa però è la sua personale interpretazione. La mia visione anti-religiosa mi porta invece a pensare a come Dio le abbia assestato un bel pugno secco allo stomaco, di quelli che ti tolgono il fiato, ma lei sia riuscita a reagire con determinazione. Non si è fatta mettere al tappeto, ha lottato e alla fine ha risposto con un bel calcio in culo e un gancio destro da K.O.
Per quanto mi riguarda quindi: Bethany batte Gesù bambino 2 a 1.
(voto 6-/10)

4 commenti:

  1. Voglio vederlo, a me sembra interessante!

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  2. cacchio ma c'è dennis quaid?!?!? Allora è una ciofeca sicuro!! XDXDXD

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  3. Penso lo vedrò, in fondo il surf esercita un richiamo abbastanza fordiano, a prescindere dal film.

    Posso rivelarti una cosa incredibile?
    Non ho pianto, ma trovo Un ponte per Terabithia uno dei film più toccanti degli ultimi anni.
    Pensa, anche i cannibali hanno un cuore! ;)

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  4. visto e mi è pure piaciuto...@ Eddy nonostante la presenza di Dennis Quaid è un film carino!Strano ma vero :D

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