mercoledì 11 luglio 2012

The Way Back: Prison Break ai tempi di Stalin

"Mi han detto che il tatuaggio della farfallina è passato
di moda, e allora ho ripiegato su questo..."
The Way Back
(USA 2010)
Regia: Peter Weir
Cast: Jim Sturgess, Ed Harris, Colin Farrell, Saoirse Ronan, Mark Strong, Dragos Bucur
Genere: fuga per la vittoria libertà
Se ti piace guarda anche: Prison Break, Defiance, L’uomo che verrà

Qual è la cosa più importante nella vita?
Dite l’amore? Dite l’amicizia? Dite il rispetto? Dite la fi*a?
Ok, forse c’avete anche ragione, ma c’è una cosa che conta ancora di più: la libertà. Senza di essa non ci può essere spazio per nient’altro ed è per questo che non riesco a immaginare niente di più terribile di una dittatura, sia essa di tipo fascista, nazista, comunista o berlusconiana…
In The Way Back ci troviamo in pieno stalinismo, con un gruppo di poveri Cristi condannati ad anni ed anni di prigonia in un gulag siberiano perché accusati, con pretesti piuttosto pretestuosi (altrimenti che pretesti sarebbero?), di essere contro il regime. Tutto intorno al campo di prigionia le condizioni naturali sono alquanto avverse, tanto per usare un eufemismo: le temperature si aggirano intorno ai meno 40 gradi, c’è un tempo da lupi e infatti ci sono i lupi per davvero in giro (tranquilli niente lupi mannari, questo non è un teen fantasy), e nel caso i protagonisti della storia riuscissero anche a fuggire in mezzo alla neve, su di loro c’è una taglia che pende e chiunque li uccida verrà ricompensato generosamente. In condizioni più estreme che ad Alcatraz, un gruppo di impavidi decide comunque di tentare il fugone, una sorta di Prison Break ai tempi di Stalin. Perché ci provano? Perché, come ho detto, la libertà è la cosa più importante che ci sia.
Ok, forse dopo la fi*a, ve lo concedo!

"Che palle, qui non c'è manco la connessione Internet.
Come facciamo a leggere l'opinione cannibale sul nostro film?"
The Way Back è il nuovo film dell'australiano Peter Weir, sì il regista di The Truman Show e L’attimo fuggente e di un sacco di altri titoli, che giunge sì a 8 anni di distanza dal suo ultimo Master & Commander, per la serie: sì, c’è qualcuno che ci mette più di Terrence Malick a sfornare una nuova pellicola. Anche questa volta il Weir ci racconta una storia bella e importante, un tantino anti-comunista, anzi talmente tanto che diciamo potrebbe piacere persino a Berlusconi. Peccato che il concetto di libertà espresso non sia esattamente quello promosso dal leader della Mediaset Freedom…
La partenza tra i gulag è ottima, sebbene le pretese di realismo siano piuttosto relative, visto che a interpretare dei polacchi e dei russi hanno messo attori britannici come Jim Sturgess o l’irlandese Colin Farrell… ma vabbè, alla fine sono così bravi da farcene dimenticare. Farrell in particolare è un attore che mi è sempre piaciuto (Daredevil escluso, specifico) ma qui in particolare l’ho trovato in una delle sue interpretazioni più convincenti. In un cast quasi esclusivamente maschile, si segnala poi Saoirse Ronan, attrice qui non al suo massimo, ma solo perché le sue altre performance in Amabili resti, Espiazione e nel recente Hanna sono state qualcosa di oltre modo strepitose.

"Ma spendere una parte del budget per un condizionatore no, eh?"

Se la storia dei prigionieri in fuga all’inizio riesce a coinvolgere e a catturare, il film paga però l’eccessiva durata, o sarebbe meglio dire che è lo spettatore a pagarla con dosi leggere di noia. Nonostante la lungaggine e qualche sbadiglio di troppo, The Way Back si fa comunque ricordare con piacere grazie anche a un bel finale, seppure un pochino troppo ruffiano, un po’ come il resto del film. Però un inno alla vera libertà (e non al popolo della libertà) da queste parti è sempre il benvenuto.
E adesso via di qua, siete liberi anche da questo post.
(voto 6,5/10)

8 commenti:

  1. Non l'ho ancora visto, ma sarà tra le prossime visioni, e ho come l'impressione che a me piacerà più che a te.
    Saranno i tatuaggi da carcerato!??! ;)

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  2. Mi stavi preoccupando con l'attacco sulle cose più importanti, sembravi quasi serio, per fortuna sei tornato in te sul finale. Visto il trailer, ero molto incuriosita. Anche a me ha fatto specie la scelta di attori inglesi per il ruolo di russi-est europei.. insomma qualche attore locale lo potevano pure scovare e infilarcelo dentro, no? tipo quota rosa, in questo caso quota russa. Anyway, Jim Sturgess all'inizio non l'avevo nemmeno riconosciuto e devo dire che alle orecchie di una non russa come me l'accento sembrava proprio russo. Bisognerebbe chiedere a uno di quelle parti per capire se l'interpretazione è abbastanza credibile, però diciamo che sulla carta il cast è una garanzia.
    Lo guarderò sicuramente. :)

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  3. Peter Weir è un autore che stimo, a cui devo prima o poi dare la mia attenzione, un giorno lo farò, the way back mi intriga, cercherò di visionarlo anch'io :)

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  4. non mi sono pesate le due ore e passa, anzi grande coinvolgimento. Bel film!!!

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  5. mi incuriosisce parecchio e sarà molto probabilmente una delle prossime visioni pure per me. poi weir è sempre una garanzia.

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  6. Mi dà l'impressione di essere un polpettone, però Weir+Farrell+Sturgess+Harris+Ronan+Strong dovrebbero dare un risultato positivo. Certo che condividere l'apprezzamento di un film con Berlusconi è una cosa che non vorrei mai provare...

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  7. Grazie mr Cannibal per aver sdoganato sul suo blog il grandissimo Colin Farrell, attore che piace molto anche a me fin da quella sontuosa parte di antagonista di mr TOM CRUISE (alias l'ammazza-Bondi) in "Minority Report" di Spielberg. Anche quando gira delle commedie non mi delude mai, l'ho adorato per una battuta in particolare di "In Bruges", film piccolo ma carinissimo di qualche anno fa con la coppia di irlandesi d.o.c. Farrell/Brendan Gleeson (altro grandissimo).

    "Sempre questa cazzo di Bruges": questa la frase condita da smorfia bastardissima, ho ancora le convulsioni al solo pensiero, meravigliosa.

    Sul film di Weir sono invece incazzato nero, mi hanno appena comunicato che non lo proietteranno nel mio "The Space" di fiducia, ovvero l'unico raggiungibile con i pochi mezzi per me disponibili. Lo aspetto da un bel po' questo film, sono convinto che mi piacerà anche più di quanto è piaciuto a lei, un po' come mi presagisce il buon dottor Ford, ecco.

    Così, a primo impatto, "The Way back" mi fa visualizzare un'immagine micidiale legata addirittura all'Uomo Tigre, il cartone animato sì, proprio lui. Ve lo ricordate quando Ken Takaota alias il "Diavolo giallo" si iscrisse nel centro benessere di Tana delle Tigri per poi arrivare un giorno a sfidare l'inizialmente odiato Naoto Date? Beh, in una puntata accade che alcuni colleghi di Ken, suoi amici fraterni, decidono di evadere con lui (e ritorniamo su prison break...) dall'accogliente casa-famiglia di Tana delle tigri, uno di loro però troverà la morte a causa di una smitragliata micidiale sul costone di una montagna. Insomma non appena ho letto la trama del film e visto qualche immagine, mi è comparsa davanti agli occhi questa scena, ora ve l'ho raccontato e onestamente mi sento più sereno. Il rincoglionimento totale, che cosa fantastica.

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    Risposte
    1. non so se la tua immagine legata all'uomo tigre troverà conferma nella reale visione, però dovrebbe piacerti abbastanza.
      eh sì, sdoganiamo colin farrell, che non sarà il miglior attore del mondo, però è parecchio sottovalutato

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