giovedì 7 febbraio 2013

NOI SIAMO FIGLI DEI BAUSTELLE

Baustelle “Fantasma”
Genere: colonna sonora immaginaria
Provenienza: Montepulciano, Toscana, Italia
Se ti piacciono ascolta anche: Fabrizio De André, Moltheni, Dente

C’è un fantasma che si aggira per il nuovo dei Baustelle. Lo spettro del cinema. L’ultimo lavoro di Francesco Bianconi e compagni propone infatti chiare atmosfere da colonna sonora, com’è facilmente intuibile dai titoli di testa e da quelli di coda che aprono e chiudono il disco. E c’è persino un intermezzo tra primo e secondo tempo.
È un film, più che un semplice concept album sulla tematica del tempo, il nuovo dei Baustelle. Cosa positiva, perché regala al sound della band toscana milanesizzata atmosfere evocative, grazie anche a echi morriconiani d’altra parte già presenti in Amen. Cosa che potrebbe risultare anche meno positiva, perché non sempre le colonna sonore funzionano altrettanto bene senza le immagini. Anche se in questo caso si tratta solamente di immagini mentali e non impresse su pellicola.

Il progetto dei Baustelle è dunque molto amibizioso, ancor più dei già parecchio ambiziosi precedenti dischi. Il gruppo ha un po’, un po’ tanto, lasciato per strada l'immediatezza pop delle sue hit più note, come Charlie fa surf e La guerra è finita, e anche il primo singolo La morte (non esiste più) non è molto accessibile, fin dal titolo. È un pezzo che ha bisogno di ascolti, di respiro, per conquistare con tutta la sua viva bellezza (che esiste ancora). Ulteriore attenzione va concessa al resto del programma. Attenzione per coglierne le sfumature e per apprezzare la complessità dei testi. Attenzione che non significa sia un album ostico, anche se un po’ sì. L’attenzione qui coincide con il piacere della scoperta, sia per le musiche che per i testi. Le note più belle dell’album arrivano nei brani maggiormente orchestrali, davvero affascinanti, con la voce di Bianconi che si fa solenne e fuori dal tempo come non mai. Soprattutto, mai così vicina a quella di Fabrizio De André. L’altro ingombrante fantasma che si aggira per la casa dei nuovi Baustelle.
Convincono un cicinin meno invece i brani cantati dalla Rachele, che questa volta appaiono leggermente estranei al resto del programma. Ho detto leggermente e ti voglio comunque bene, Rachel.
Menzione a parte merita “Conta’ l’inverni”, in dialetto romanesco. Sinistramente fascinosa, oppure una cafonata? Ai posteri, o ai prossimi ascolti, l’ardua sentenza.
Comunque, ah Francè: ma che stai a ‘ddì?

Nonostante ci abbiano regalato anche questa volta qualche nuova bella melodia, i Baustelle hanno allora fatto un disco poco pop. È più un trip sonoro, atmosferico, culturale, che dimostra una notevole maturità e consapevolezza nei propri mezzi. A discapito dell’immediatezza. Ma hey, non si può avere tutto dalla vita. Soprattutto se sei un Fantasma.
(voto 7+/10)



18 commenti:

  1. Lo devo ancora ascoltare, con la la stessa voglia peraltro che avrei di farmi spaccare le tibie a martellate.:) Il gruppo più effimero e pretenzioso dell'universo...

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    1. Non sono duro come Blackswan nei commenti ma devo dire che anche io sono rimasto un po' deluso in generale dai Baustelle che hanno prodotto delle piccole perle ma finora non mi hanno regalato un album da mettere in macchina e ascoltare fino alla fusione del cd. E poi, nonostante l'energia di molti brani, tecnicamente (e parlo proprio di tecnica chitarristica) non è che ci siano questi grandi spunti.
      Ma un ascolto gli si dedicherà senz'altro

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  2. L'ho trovato gradevole e meno ermetico del solito...
    L'averlo prodotto nella natia Montepulciano ha fatto il suo efffetto!

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  3. Ci sono canzoni dei Baustelle che trovo bellissime... questa qui, Marco, è abbastanza orecchiabile e mi è piaciuta subito.

    Cmq prenderò la tue recensione "con le pinze", dato che da Cloud Atlas mi sembra chiaro che tu vada a simpatia/antipatia, e questo post mi sa tanto di: a me l'album piace, quindi gli do un bel 7! :-D

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  4. spero di vederli dal vivo a fine mese!

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  5. messo sull'ipod ma non gli ho ancora dedicato un ascolto attento (a parte a La morte (non esiste più) che mi sta piacendo da impazzire e che trovo sontuosa!). Vediamo un po', il tuo 7+ mi fa ben sperare!

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  6. In trip con "La morte (non esiste più)"

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  7. Vederli accostati a DeAndrè mi pare una bestemmia. Del resto, mi sono sempre sembrati l'emblema dell'inutile radicalchicchismo musicale di questi anni di alternative italiano. ;)

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  8. Ecco, appunto: uno che accosta DeAndre' ai Baustelle, a prescindere da bravure artistiche e gusti personali, di musica non capisce una infiochettatissima ed egregia favata.
    No, cosi'.Tanto per.

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    1. prova a sentire questo disco, tu che parli sempre per pregiudizi, e poi dimmi se non assomigliano a de andré...

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    2. Chi ha narrato a te,Giovin Antropofago, ch'io non ebbi già modo?
      Parlar per pregiudizi mai fu mio costume! Ho solo un tipo due volte la tua esperienza riflessiva, sai com'è! ;P

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  9. marco, hai ragione, la voce di bianconi ricorda tanto, ma tanto, quella di de andrè, epperò sono anche due scenari radicalmente diversi, figli di epoche diverse e con diversi obiettivi.

    io quest'album lo promuovo. è coraggioso, colto, e anche emozionante. se non fosse emozionante, con solo le altre due qualità l'avrei bocciato.

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