domenica 24 agosto 2014

THE ZERO THEOREM, IL TEOREMA DI RENATO ZERO




The Zero Theorem
(USA, Romania, UK, Francia 2013)
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Pat Rushin
Cast: Christoph Waltz, Mélanie Thierry, David Thewlis, Lucas Hedges, Tilda Swinton, Matt Damon, Ben Whishaw, Peter Stormare, Rupert Friend, Gwendoline Christie
Genere: intrippato
Se ti piace guarda anche: Brazil, Mood Indigo – La schiuma dei giorni, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo

Noi abbiamo visto The Zero Theorem. A noi è piaciuto The Zero Theorem, ma non vi diremo di cosa parla. Per prima cosa perché noi prima di vederlo non ne sapevamo nulla ed è meglio così, soprattutto per pellicole come questa. È meglio non sapere proprio niente. Andare completamente alla cieca. E poi per seconda cosa perché è impossibile dire di cosa parla un film di Terry Gilliam. Di cosa tratta ad esempio Brazil?
Noi non riusciamo a dirlo con esattezza, eppure questo nuovo The Zero Theorem con il suo futuro distopico orwelliano e con il suo protagonista stralunato lo ricorda parecchio. Quindi di cosa parlano entrambi?
Boh.
E L’esercito delle 12 scimmie?
Non sappiamo bene su cosa è incentrato con precisione, però è uno dei nostri film preferiti. La prima volta che l’abbiamo visto eravamo solo dei bambini. Era una delle prime volte al cinema con gli amici e ricordiamo solo di aver fatto un dannato casino per tutto il tempo, non capendoci nulla della visione e rendendo impossibile la comprensione anche agli altri poveri spettatori presenti al cinema. Che dannati bimbiminkia che eravamo, e che forse siamo ancora. Quando poi l’abbiamo recuperato qualche anno più tardi da adolescenti ne siamo rimasti folgorati. Non c’abbiamo compreso un’altra volta un granché, ma l’abbiamo adorato.
E Paura e delirio a Las Vegas, di cosa tratta?
Impossibile capirlo a mente lucida. Dopo l’assunzione di dosi massicce di droghe siamo riusciti a comprendere qualcosa di più, ma è stato lo stesso difficile venirne a capo.

"E' meglio indossare una tuta protettiva, prima di visitare Pensieri Cannibali."
I film di Terry Gilliam in pratica non sappiamo di cosa parlano. Forse di tutto, forse di niente. The Zero Theorem prosegue nella stessa direzione. Possiede un impianto visivo sbalorditivo eppure il suo significato è sfuggente. Si tratta di una pellicola profondamente esistenzialista, che detta così è una frase che anch’essa sembra significare tutto e invece non vuol dire niente. Oppure è il contrario?
In The Zero Theorem c’è dentro la vita di oggi, tra social network, app e una connessione alla rete 24 ore su 24 che ci succhia via la vera vita. O magari invece ci regala una vita migliore, piena di fantasia, attraverso cui fuggire da un lavoro e da una routine senza scopo?
Chi lo sa.
The Zero Theorem è il solito gran casino tirato fuori dalla mente folle di Terry Gilliam e non si capisce bene se sta dalla parte della tecnologia o contro. Non si capisce bene se sta dalla parte di chi ha Fede, di chi vive con delle convinzioni, o da quella di chi non crede in niente se non nel vuoto e nella certezza di stare dentro a un mondo privo di senso. Non si capisce bene se sta dalla parte di chi ama, o di chi sogna solamente di amare. E soprattutto non si capisce bene, anzi non si capisce proprio per niente, come qualcuno possa rifiutare l’amore di una come Mélanie Thierry, la splendida Mélanie Thierry.


The Zero Theory è un interrogarsi sul senso della vita che pone delle domande e non offre delle risposte che d’altra parte sarebbe impossibile fornire. Allo stesso tempo è un interrogarsi sul senso del cinema. Sul senso del cinema di Terry Gilliam, se ne ha uno.

Non avete capito niente di quanto abbiamo detto fino ad ora?
Lo capiamo. L’unica cosa che probabilmente avrete capito è che si tratta di un nuovo delirio nel tipico stile del regista. Un trip che va vissuto disconnettendosi da se stessi ed entrando negli occhi e nella mente del protagonista, interpretato da un grandioso Christoph Waltz, uno che è un creep, un weirdo, uno che non sa cosa diavolo ci fa qui, uno che non appartiene a questo mondo.
Un'altra cosa che probabilmente non avrete capito è perché stiamo parlando con il pluralis maiestatis. Non è per le nostre solite manie di grandezza, ma una volta vista la pellicola lo scoprirete.
Forse.
(voto 7/10)

"Questo post cannibale l'abbiamo trovato ancora più incomprensibile del solito."

8 commenti:

  1. eh eh leggendo mi sono chiesto ma come mai usavi il plurale e poi me lo scrivi nell'ultima riga? o meglio non lo scrivi? E ci toccherà vederlo 'sto film...

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  2. il film non l'ho ancora visto; dopo la tua recenz mi vien voglia di ritrovarlo
    grazie per non aver spoilerato
    (quanto a Renatozero, credo che il suo teorema preferito riguardi il triangolo; però vorrei sapere chi ha preso in mano l'ipotenusa, prima di calcolarne la lunghezza)

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  3. Uno dei pochi registi che consideriamo un mito vivente. Purtroppo bistrattato dalla distribuzione italiana (vedi Tideland).

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  4. The Zero Theroem è un film che devo ancor recuperare.
    Mi manca per completare la "collezione" di Terry Gilliam.

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  5. Spero di recuperarlo presto: Gilliam è un grande, nonostante cose terribili come I Fratelli Grimm e Tideland.
    E per una volta spero di non essere in disaccordo. ;)

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  6. Ma questa è una super anteprima! Chissà quando uscirà in Italia!tra l'altro, non so perché, ma stanotte ho sognato terry gilliamo che girava nel mio quartiere!

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  7. Visto,ma salvo solo Chris Walz e la gnoccaggine della tipa.Tutto il resto è noia...no,non ho detto gioia!(cit)

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