giovedì 16 ottobre 2014

COSÌ VICINI VICINI A CRISTINA DONÀ





Cristina Donà "Così vicini"
Cristina Donà l'ho sempre vista un po' come la nostra PJ Harvey. Lo so, è un paragone e come tutti i paragoni è limitativo e va preso per quello che è. Ciò non toglie che le ho sempre accomunate parecchio, non ci posso far niente. Sarà per via di quella loro vena da rockettare ribelli che le aveva contraddistinte negli anni '90. D'altra parte quello era il decennio della rabbia esistenziale e non poteva essere altrimenti. Seguendo l'ordine naturale delle cose, entrambe sono poi cresciute, dirigendosi verso un sound differente, più delicato, più riflessivo. Tutte e due hanno tirato fuori maggiormente la loro vena cantautorale, sempre senza rinunciare alla loro più che gradita anima indie. Nessuna delle due cantanti ha mai ceduto al lato pop/commerciale della musica. Non hanno ceduto alle forze del Male. Le chitarre elettriche hanno lasciato via via spazio ad arpeggi di acustiche e ad accompagnamenti pianistici, certo, ma entrambe non si sono mai vendute a produzioni radiofoniche o a qualcosa in cui non hanno creduto fino in fondo.




Andando avanti in questo paragone forzato, va detto che il nuovo album di Cristina Donà “Così vicini” non è – purtroppo – il suo “Let England Shake”. In compenso è il naturale passo successivo del suo percorso musicale e ci mostra un'artista ancora più matura rispetto al passato. Questo è un grande pregio del lavoro, che viene fuori prepotentemente ascolto dopo ascolto. Una cura notevole a ogni singolo dettaglio, non solo nelle lyrics ma anche negli accompagnamenti musicali, da assaporare per bene e con calma. Allo stesso tempo i pezzi, soprattutto nella prima parte, suonano parecchio genuini. Nella parte conclusiva invece il disco assume toni persino troppo riflessivi e meditabondi e i pezzi perdono così quella spontaneità iniziale. A far sentire la sua mancanza è però soprattutto un'altra cosa: l'urgenza espressiva, la carica rock di un tempo.

“Così vicini” è allora un disco riuscito solo a metà. Con il suo intimismo e la sua delicatezza fa sentire davvero vicini vicini alla sua autrice, ma allo stesso tempo dentro non si sente l'eccitazione dei primi tempi. Le cose cambiano. È giusto che sia così. Peccato che spesso, con il tempo, si perda l'irruenza e l'incoscienza di chi si mette alla chitarra come se dovesse comporre la prima canzone mai scritta nella Storia della Musica. Era quella la sensazione che i brani del suo esordio “Tregua” davano. “Così vicini” con i suoi pezzi piacevoli (soprattutto “Corri da me” e la title track) offre invece sensazioni differenti, più rassicuranti, quelle di un disco in cui lo spirito della cantante non arde come una volta. In compenso è un album perfetto da ascoltare rannicchiati sul divano in questo autunno/inverno, con il fuoco non della Cristina Donà ma del caminetto a riscaldarci.
(voto 6,5/10)

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Bravo, detto bene con sincerita'. Amo visceralmente C.D. da sempre, ma anche lei ha i suoi piu' alti e meno alti come, credo, qualunque artista.
    Comprero' lo stesso il disco perche' non me ne manca nessuno dei suoi, e poi Saverio e' pure mio cuggino..

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  3. Una volta non mi dispiaceva, ma ormai ascolto solo roba tamarra :D

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