venerdì 2 settembre 2016

Hunger Games ai tempi di Escobar. O Escobar ai tempi di Hunger Games?





Escobar
(Spagna, Francia, Belgio, Panama 2014)
Titolo originale: Escobar: Paradise Lost
Regia: Andrea Di Stefano
Sceneggiatura: Andrea Di Stefano
Cast: Josh Hutcherson, Benicio Del Toro, Claudia Traisac, Brady Corbet, Ana Girardot, Carlos Bardem
Genere: decocainato
Se ti piace guarda anche: Narcos, Colonia, Colpo di stato


Avete presente Narcos?
Sì, la serie sul trafficante colombiano Pablo Escobar. Quella di Netflix. Quella che è una figata incredibile. Avete capito?

Bene, il film Escobar con quella non c'entra un cazzo. O meglio, c'entra più in superficie che nella sostanza. Anche qui, come facilmente si può evincere dal titolo della pellicola, si parla di Escobar e pure qui la vicenda viene presentata attraverso gli occhi di uno “straniero”. Uno che apparentemente (e forse non solo apparentemente) con lui non c'entra un bel niente. Questo qui...

"Ma Escobar è quel bar in cui sono stato ieri sera?"

Escobar è un po' il classico film in cui uno “straniero” arriva in un paese esotico e poi si trova in qualche modo in una situazione più grande di lui. È quanto capitato ad esempio a Emma Watson e Daniel Brühl nel Cile di Colonia, ad Amber Heard nell'Argentina di And Soon the Darkness, a Owen Wilson & family nel sud-est asiatico di Colpo di stato, ai ragazzi di Hostel in Slovacchia. O anche in Amanda Knox: Murder on Trial in Italy, dove l'innocente studentessa di Seattle Amanda Knox raggiunge l'Italia pensando che sia tutto pizza, amore & mandolino e invece si trova incastrata dai gomblotti della nostra perfida Giustizia.
Morale della fiaba di tutte queste e molte altre pellicole è: statevene a casa vostra, se non volete finire nei guai.

Qualcosa del genere succede anche in questo film a Josh Hutcherson. Reduce dagli Hunger Games, si reca in Colombia con il fratello per dare lezioni di surf, conquistare il cuore di una chica bonita, vivere la vida loca e farsi tanta coca. Quest'ultima cosa è stata alla fine omessa dalla sceneggiatura, probabilmente per evitare il divieto ai minori, e alla fine la visione risulta molto edulcorata rispetto a un Narcos: nada sexo, nada droga e persino la violenza viene mostrata in maniera piuttosto lieve, considerato il tema.

Per Josh Hutcherson all'inizio le cose in Colombia vanno alla grande. Si innamora di una bella fica... intendevo dire una bella chica, che ha uno zio ricco che lo tratta come un figlio e gli dà pure un lavoro nella sua lussuosa tenuta. Cosa desiderare di più?


Poco a poco scopre però che lo zio della chica, Pablo Escobar, ha qualche lato oscuro. Per esempio, è un trafficante di coca...
Fino a qui niente di troppo male. Dopo tutto è il prodotto numero 1 della Colombia e quindi tutti nel paese in qualche modo sono legati a questo business. Così come in Italia siamo tutti pizzaioli, no?
Più in là Josh Hutcherson scoprirà che Escobar non è solo un delinquentello qualunque, ma è proprio il capo dei capi della malavita colombiana. Cosa succede a questo punto non ve lo racconto, perché mi sono reso conto di avervi già spoilerato mezzo film.

Vi posso però raccontare perché Escobar non è come Narcos e può essere giusto considerato come un antipasto, nemmeno troppo gustoso, per il prelibato piatto principale, ovvero la seconda stagione in arrivo su Netflix il 2 settembre...

Hey, ma è oggi! E io perché sto ancora qui a perdere tempo con 'sti filmetti de mierda?

Il poster poco spoileroso della seconda stagione di Narcos.

Anche in Narcos la vicenda di Escobar ci viene presentata attraverso il punto di vista di uno “straniero”, un agente della DEA che investiga sul narcotraffico colombiano, solo che tutto è raccontato in maniera molto più approfondita, con toni a tratti quasi documentaristici. Non intendo un documentaristico noioso o con stile da TG. Intendo un documentaristico fico, che ti getta in mezzo alla Colombia a cavallo tra gli anni 80 e 90 come se anche fossi lì o quasi, con uno stile sporco, grezzo, cattivo, non con i toni patinati di questa robetta, pur guardabile, per carità.
Vedendo Escobar, si capisce a malapena che siamo negli anni 80/90 e della storia di Escobar si viene ad apprendere ben poco. Se non avessi già visto la prima stagione di Narcos, soltanto da questo film non avrei capito probabilmente un tubo. Perché ad esempio a un certo punto Pablo decide di costituirsi alla Giustizia colombiana? Nella pellicola non viene spiegato, nella serie sì. L'interpretazione del premio Oscar Benicio Del Toro nei panni del famoso ma più che altro famigerato criminale inoltre non è che sia poi così da Oscar. Personalmente ho preferito quella più istintiva e meno studiata di Wagner Moura.

"Pedro, è arrivato il tipo di Hunger Games che avevi richiesto."
"Tipo??? Ma io avevo volevo la tipa, Katniss, non l'inutile Peeta!"

Si potrà comunque dire che Escobar, nonostante il titolo, non è un film su Escobar. E non è nemmeno una storia d'amore, come può sembrare nella parte iniziale, quella in stile boy meets (Colombian) girl. È un film su Josh Hutcherson che in Colombia affronta una situazione che al confronto gli Hunger Games devono essergli sembrati una passeggiata. Nella seconda parte, la pellicola si trasforma quasi in un survival-thriller-horror, solo non risulta particolarmente tesa e inoltre propone un'inverosimile liamneezzazione di Josh Hutcherson che all'improvviso si trasforma in una macchina da guerra.

"Io vi troverò!"

Tra vicenda criminale, racconto storico-sociale, love story, survival-thriller-horror e quant'altro, questa produzione franco-spagnolo-belga-panamense-con-un-regista-italiano-un-attore-statunitense-nei-panni-di-un-canadese-e-un-attore-portoricano-nei-panni-di-un-colombiano mette davvero troppa carne al fuoco e tratta ogni aspetto in maniera confusa, frettolosa e superficiale, finendo per risultare un po' tutto e soprattutto un po' niente.
Se c'è qualcosa a cui questa pellicola serve è più che altro per mostrare come le serie tv oggi non è che hanno raggiunto i livelli del cinema. Affrontando un personaggio simile attraverso un punto di vista simile, a livello qualitativo, di originalità e di intensità nel racconto e nelle interpretazioni, Narcos ed Escobar a confronto dimostrano come le serie tv abbiano ormai messo la freccia di sorpasso e possano salutare i film nello specchietto retrovisore con un bel #ciaone.
(voto 5,5/10)

6 commenti:

  1. Non seguendo la serie, potrei apprezzare.
    Poi, quando il regista è italiano, mi pare un po' di patriottismo.
    (Sempre team Peeta, ricorda!)

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  2. Ma lo sai che l'ho scoperto solo recentemente? Lo trovo un film così-così...

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  3. Devo recuperarlo, ma non ho affatto speranza che Peeta Bread possa regalarmi una chicca del livello di Narcos.

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  4. Visto proprio ieri sera. Oltre a mille difetti del film, che hai già elencato tu, c'è assolutamente da segnalare di non vederlo assolutamente in italiano. Il doppiaggio è orribile.

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    1. Per fortuna io me lo sono visto in lingua originale.
      Se non altro quel difetto me lo sono risparmiato. ;)

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  5. Visto ieri, a me non è dispiaciuto: una specie di romeo & giulietta in salsa colombiana :D

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