venerdì 28 ottobre 2016

Lady Gaga, Zen Circus, Kings of Leon etc. – La musica di ottobre 2016






Pop, rock, jazz, metal, roba italiana, artisti nuovi e gruppi vecchi...
Questo e molto altro vi aspettano nella rubrica tutta da leggere e soprattutto da ascoltare dedicata alla musica passata su Pensieri Cannibali nell'ultimo mese.

Lady Gaga “Joanne”

Bello, semplice, essenziale, sobrio.
Sto davvero parlando del nuovo disco di Lady Gaga?!?
Sì, e sto dicendo sul serio. Dopo quel pastrocchio inverosimile di “Artpop”, in cui aveva messo al suo interno di tutto e di più, tranne che delle canzoni valide, la Germanotta ha deciso di ripartire da zero, dimenticare gli eccessi del passato, i vestiti in carne, le sonorità pop-dance e reinventarsi. Non con un altro disco di noioso jazzettino come quello realizzato in coppia con Tony Bennett, per fortuna, bensì con un lavoro che mette al centro di tutto le canzoni. Brani pop-rock ben prodotti, ma non iper-prodotti come quelli del passato. A livello commerciale suona come un mezzo suicidio, però pazienza.
“Joanne” è un disco bello, semplice, essenziale, sobrio e sì, l'ha fatto proprio Lady Gaga.
(voto 7+/10)




The Zen Circus “La terza guerra mondiale”

Stanchi del buonismo imperante?
Gli Zen Circus hanno il rimedio che fa al caso vostro: il cattivista, il protagonista del loro nuovo singolo.
Tutto il loro nuovo album in generale suona poi come un bell'antidoto alla musica leggera italiana. Rispetto ai loro lavori precedenti non è che ci siano rivoluzioni a livello sonoro e di testi, solo una piacevole conferma di come gli Zen Circus siano oggi uno dei migliori gruppi, italiani e non solo, in grado di raccontare al meglio il peggio del presente.
(voto 7/10)




Dente “Canzoni per metà”
e
Nicolò Carnesi “Bellissima noia”

Via il Dente, via il dolore. Sganciamo subito la brutta notizia: il nuovo disco di Dente non è bello quanto “L'amore non è bello” che, almeno a mio giudizio, continua a restare il suo lavoro più riuscito. Detto questo, “Canzoni per metà” è un album che non convince subito, ma che poi con gli ascolti comincia a entrarti dentro sempre più. L'aspetto negativo è che si allunga troppo e, nonostante contenga dei momenti notevoli assai come l'ipnotico singolo “Cosa devo fare”, finisce per annoiare un pochino. Ma comunque la noia può anche essere bella, bellissima, come sostiene un altro cantautore indie nostrano...



Il palermitano Nicolò Carnesi dopo due lavori superindipendenti può finalmente ambire a conquistare un pubblico non dico da divo dei talent-show, ma se non altro potrebbe cominciare a farsi conoscere un po' in giro. In fondo, alcune sue canzoni sono persino a presa rapida. Non parlo di “M.I.A.”, una suite di 9 minuti follemente scelta come singolo, quanto piuttosto di “Lo spazio vuoto” o della title-track, con la Noia che riecheggia la Gloria di umbertotozziana memoria.



Scrivo una canzoncina tutta per te, vera come le mie lacrime. Ma non ti preoccupare, non la sentirà nessuno: i cantautori non vendono più”, canta Dente in “Canzoncina”, il brano di apertura del suo ultimo album. Sarà anche vero, che non vendono più, ma in compenso i cantautori oggi vincono i Nobel per la letteratura. E che cos'è più importante?
(voto 6,5/10 al disco di Dente e
voto 7+/10 al disco di Nicolò Carnesi)


White Lies “Friends”

L'equivalente in musica della serie tv Stranger Things. O quasi.
Il nuovo album dei White Lies suona come un incrocio tra i Joy Division, i Tears for Fears e gli Echo & the Bunnymen, ovvero il meglio degli anni '80. Si può dire, non a torto, che sono derivativi e che non inventano niente di nuovo, o che rispetto ai loro precedenti album non è che abbiano cambiato granché la loro formula, però ascoltare pezzi come “Take It Out on Me” è una libidine coi fiocchi.
(voto 7/10)




Kings of Leon “WALLS”

Il gruppo preferito di Simba è tornato. I re leoni della musica rock hanno tirato fuori un nuovo disco pieno di ritornelli a facile presa, come quelli di “Waste a Moment”, “Reverend” e “Find Me”, più qualche ballata come “Over” e la title-track pronte per strappare le mutande di dosso alle loro groupies. Un lavoro di classic rock forse ruffiano, anzi togliamo pure il forse, a tratti molto pop (“Around the World” ricorda addirittura “Girls Just Want to Have Fun” di Cyndi Lauper) ma anche dannatamente efficace.
Talmente efficace che persino io in questo momento mi sto strappando le mutande di dosso!
(voto 6,5/10)




Kaiser Chiefs “Stay Together”

Che diavolo è successo ai Kaiser Chiefs?
Sono, o meglio erano un gruppo che nel 2005 con l'album “Employment” aveva resuscitato lo spirito del Britpop e si era proposto come il più autorevole candidato al titolo di “nuovi Blur”. Con i loro dischi successivi la capacità di tirare fuori hit e pezzi folgoranti è via via diminuita, ma nel complesso il loro sound è sempre rimasto molto cool. Fino ad ora.
Il nuovo “Stay Together” rappresenta la svolta su territori pop-dance commerciali che davvero ben poco sembrano adatti a loro. Oltre ad aver perso del tutto la loro identità sonora, con una serie di canzoncine anonime e prive di personalità, suonano troppo spenti per essere veri e persino la voce del cantante appare irriconoscibile. Cambiare va bene e un'evoluzione nel loro suono era ormai necessaria, solo che questa non è un'evoluzione, è una regressione.
(voto 4/10)




Korn “The Serenity of Suffering”

Una volta la musica dei Korn mi gasava parecchio.
Adesso la voce di Jonathan Davis mi sembra solo un fastidioso rutto.


Non che io abbia qualcosa contro i rutti, però alla lunga stufano...
Colpa mia, o colpa loro?
(voto 4/10)




Pretenders “Alone”

Ci sono dei ritorni di cui non si sente un gran bisogno. Quello di MinaCelentano, tanto per dirne uno, anzi due a caso. Quello di Chrissie Hynde con i suoi Pretenders fa invece un gran piacere. Soprattutto se il loro decimo album, anche se non ai livelli delle loro cose migliori degli anni '80, è un disco che suona bene. Anzi, benone, senza apparire né passatista né fintamente ggiovane, ma più che altro fuori dal tempo. E se lo dice uno come me che non ama reunion, rimpatriate e vecchie glorie in generale, buona camicia a tutti.
(voto 7+/10)




Norah Jones “Day Breaks”

Norah Jones è tornata a essere Noia Jones.
Se con gli ultimi lavori che avevo parecchio apprezzato, in particolare "...Little Broken Hearts", aveva cercato nuove vie sonore, considerati i non troppo fortunati risultati a livello commerciale ottenuti con il nuovo “Day Breaks” è così tornata al jazzettino che le aveva regalato un enorme successo a inizio anni duemila. Niente di troppo male in questo e tutto suona tanto carino e precisino e perfettino. Ma pure sbadiglioso.
(voto 5,5/10)




Briga “Talento”

Il “rapper” uscito dagli Amici di Maria de Filippi oltre che al “rap” con questo nuovo “disco” si dà anche al “pop” e al “rock”. Il risultato?
Al suo confronto, Emis Killa & Fedez sembrano Biggie e 2Pac.
Se non altro gli vanno fatti i complimenti per il titolo dell'album ricco di autoironia...
Come?
"Talento" non è un titolo autoironico???
(voto 1/10)




Benji & Fede “0+”

Il nuovo album del duo di pop italiano più bimbominkioso oggi in circolazione si intitola “0+” e sembrerebbe, più che un riferimento al loro gruppo sanguigno, un suggerimento per il voto al disco.
La verità è che sono stati troppo ottimisti.
(voto 0-/10)




La canzone del mese
Robbie Williams “Party Like a Russian”

Il pezzo di Robbie Williams è pieno di stereotipi?
Può darsi, ma i russi, incazzandosi con lui per questa canzone, non hanno fatto altro che confermare che almeno uno stereotipo su di loro è vero: quello che non scherzano mai.




Il peggio del mese
Vasco Rossi “Un mondo migliore”

Se davvero volesse un mondo migliore, Vasco dovrebbe scrivere canzoni migliori.
O anche non scriverne proprio.

5 commenti:

  1. Al momento, sono aggiornato solo su Lady Gaga, per cui eppure non impazzisco.
    Oltre a ringraziarla per aver limitato di molto la sua presenza sul set di AHS, devo dire che l'album ha belle canzoni. Anche se quella "in apertura", Perfect Illusions, mi dà il mal di testa.
    Mi piace Million Reasons, inaspettata.

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  2. Perfect Illusions pur non essendo brutta mi sembra sempre mancare di profondità, di una sonorità che riempia bene... insomma, sembra una classica canzoncina da radio. Spero che nell'album ci siano altre hit da sfruttare.
    Taccio sul resto che non ho ascoltato, mentre mi preoccupo di avere sempre in testa Party like a russian, confusa e caotica quanto basta da farmela piacere

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  3. Concordo su Gaga, sul resto fortunatamente non mi sono ancora cimentato, quindi per fortuna non posso ritrovarmi dalla tua parte. ;)

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  4. Ho sentito solo i Kings of Leon, ho davvero molta roba da recuperare

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