Andrea Cinalli “sguardo serial”
(Galaad Edizioni, pp. 224)
Su Pensieri Cannibali si ritorna a parlare di libri. Dopotutto, se a Bob Dylan hanno dato il Nobel per la letteratura, Pensieri Cannibali non può uscire dai suoi soliti confini fatti di film, serie tv e dischi?
Che poi, a dirla tutta, secondo me il Nobel a Dylan è giusto. Lo dico pur non essendo mai stato un suo grande fan. Personalmente non mi piace molto la sua voce né il suo stile musicale per lo più orientato verso il folk, però sui suoi testi nulla da dire. Chi contesta questo riconoscimento soltanto perché il buon vecchio Bob non è uno scrittore, bensì un cantautore, credo dovrebbe allargare un po' i suoi confini mentali. Io intanto sogno già il giorno in cui questo riconoscimento andrà a un rapper. Tra qualche anno, più probabilmente tra qualche decennio, capiterà e allora si ripeteranno le polemiche che ci sono adesso su Dylan.
Comunque sto divagando, giusto un pochino.
Qui su Pensieri Cannibali oggi si parla di un libro, che però in realtà ha come soggetto le serie tv, quindi non è che siamo poi così lontani rispetto ai temi affrontati di solito qui sopra, almeno quando non si parla di figa, tette & culi.
Basta cacchiate ora, facciamo i serial, visto che il libro di cui sto parlando oggi ma di cui in realtà non ho ancora iniziato a parlare si chiama “sguardo serial”, scritto minuscolo e realizzato però da un autore maiuscolo: Andrea Cinalli. Chi è Andrea Cinalli?
È un giovane scrittore, giornalista e autore di sceneggiature abruzzese, classe 1992 ma non è nato (non che io sappia almeno) da un'idea di Stefano Accorsi. Soprattutto, lui è anche un'altra cosa: un serial...
Un serial killer?
No, sempre che io sappia, almeno. È un serial lover, un patito di serie tv o, come si diceva 'na vorta, di telefilm. Uno di noi, insomma. Solo che mentre noi ci limitiamo a guardarli, o a farci maratone di binge-watching, o al limite a scriverci sui nostri blogghini, lui ha realizzato un intero libro che affronta il tema seriale attraverso vari punti di vista.
Il grande pregio di “sguardo serial” è quello di essere una lettura esauriente e sfaccettata sul panorama seriale nazionale e soprattutto internazionale, con anche qualche intervista interessante ad alcuni professionisti del settore, al punto che mi sentirei di consigliarlo ad esempio a chi sulle serie tv deve scrivere una tesi di laurea. Allo stesso tempo si tratta anche di una lettura veloce e scorrevole, tutt'altro che “accademica”.
Al suo interno si parla di Breaking Bad, Shameless, Rectify, House of Cards, Gomorra, The Killing, True Detective, Hannibal, The Walking Dead e UnREAL, giusto per citarne alcune, ma sembra quasi di stare a leggere un romanzo unico, che ha un filo conduttore, uno scopo principale, quello di realizzare una fotografia unitaria del panorama seriale degli ultimi anni attraverso uno sguardo appassionato ma non da fangirl, competente ma non con il tono del professorino so tutto io.
Andrea Cinalli oltre a saperne e a capirne di telefilm ci sa fare con le parole, così come Ryan Murphy sa creare serie sempre in bilico tra trash e genialità, o come Shonda Rhimes riesce a ideare serie sempre in bilico tra trash e... trash, o come George R. R. Martin sa far fuori i personaggi dalle sue storie. È quindi un piacere farsi accompagnare da lui all'interno di un universo seriale sempre più vasto ma in cui, grazie a questo “sguardo serial”, da ora è un po' più facile orientarsi.
(voto 7+/10)
Interessante.
RispondiEliminaAutore peraltro conterraneo (e giovane).
Lo terrò a mente per Natale (il libro^^)
Moz-
Grazie per la segnalazione, un titolo da tenere a mente nelle scorribande in libreria :)
RispondiEliminaPare interessante.
RispondiEliminaStrano che a promuoverlo sia tu. Ahahahahahah! ;)