mercoledì 21 marzo 2018

Rise, For the People e i problemi delle serie TV di oggi





Rise
(serie tv, stagione 1, episodio 1)
Rete statunitense: NBC
Creata da: Jason Katims
Cast: Josh Radnor, Auli'i Cravalho, Damon J. Gillespie, Amy Forsyth, Marley Shelton, Shirley Rumierk, Rarmian Newton, Shannon Purser


For the People
(serie tv, stagione 1, episodio 1)
Rete statunitense: ABC
Creata da: Paul William Davies
Cast: Britt Robertson, Regé-Jean Page, Jasmin Savoy Brown, Ben Rappaport, Wesam Keesh, Susannah Flood Hope Davis


Ci sono due problemi principali nelle serie TV di oggi. Non in tutte, ma in molte sì. Il primo si chiama politically correct.

Ci sono ottime serie che parlano di un gruppo specifico di persone. Ad esempio in Atlanta i protagonisti principali sono tutti ragazzi di colore stralunati e strafatti. In Girls sono tutte ragazze bianche privilegiate ed egocentriche. In Looking sono tutti uomini gay. In The L Word sono tutte donne lesbiche. Va bene così.
In numerose serie in circolazione oggi invece si vuole parlare di tutti, ma proprio TUTTI. Ci sono quindi gli uomini e le quote rosa, i giovani e i vecchi e pure i bimbiminkia, c'è spazio per le minoranze etniche, in questo periodo vanno di moda in particolare i latino-americani mentre gli asiatici sono un po' giù di trend, e c'è per forza anche un personaggio omosessuale, raramente più di uno. Va bene, va benissimo anche così, quando la storia raccontata deve esprimere un melting pot culturale, o delle tensioni razziali, com'è il caso di Seven Seconds.

Il problema è quando si mettono insieme i personaggi più variegati possibili non perché vi siano reali esigenze narrative, ma solo per rispettare il politically correct imperante oggi. Quindi ci mettiamo il nero simpa, ci mettiamo la latina caliente, ci mettiamo l'asiatico intelligente, ci mettiamo il gay disagiato, però solo come personaggi di contorno. I protagonisti veri e propri il più delle volte restano alla fine sempre i bianchi, possibilmente bellocci, benestanti e dal cuore d'oro.


Le cose hanno cominciato a cambiare grazie a Shonda Rhimes, questo va riconosciuto alla regina del trash. Scandal con Kerry Washington è stata una delle prime serie di successo su un grande network come ABC a proporre come protagonista una donna di colore. E per altro non una donna di colore oppressa, ma una forte e determinata più di qualunque uomo bianco. A lei ha fatto seguito la Viola Davis di How to Get Away with Murder, non solo una donna di colore forte e determinata, ma pure una un po' in là con gli anni.
Qualche paletto lo sta spostando anche una serie teen come Everything Sucks!, che a uno sguardo superficiale potrà sembrare giusto come una versione rinnovata di Dawson's Creek, ma a ben vedere propone come protagonisti un ragazzino di colore e una ragazzina lesbica. Non come personaggi minori di contorno, ma proprio come protagonisti. Questa è una piccola grande rivoluzione.


Le nuove serie appena partite Rise e For the People sembrano invece mettere dentro un sacco di personaggi di etnie e di gusti sessuali differenti soltanto perché così va oggi, così è il politically correct. Una serie con soli personaggi bianchi ed eterosessuali come Friends adesso sarebbe impossibile da immaginare. Nessun network si sognerebbe di produrla. È una cosa anche giusta. La società è cambiata ed è un bene che le serie lo riflettano. Here and Now tratta proprio di quest'argomento in maniera molto intelligente ed efficace. Serie come Rise e For the People sembrano invece farlo solo per moda. È questa la differenza.


Il secondo problema principale delle serie TV di oggi si chiama mix. Cosa vuol dire?
Che una serie non è necessariamente la copia sputata di un'altra, e questo possiamo già prenderlo come un merito, bensì è il risultato di un mix tra varie altre serie e/o film esistenti e in genere di successo del passato. La cosa non è necessariamente un male. Ci sono serie come Stranger Things che in maniera ottima riescono a riciclare idee e spunti visti altrove in una maniera nuova, sentita e personale. C'è invece chi lo fa solo perché non sembra avere nulla di personale da dire. Ed è questa la differenza.

Non per essere cattivi nei loro confronti, però forse un po' sì, ma anche in questo caso le novelle Rise e For the People rientrano nella seconda categoria. Per parlare di Rise non è che ci vada molto. È un incrocio tra Glee e High School Musical, girato però con uno stile più crudo e realistico che ricorda in maniera evidente Friday Night Lights. Non a caso è una serie creata da Jason Katims, che di Friday Night Lights ha scritto alcuni degli episodi migliori, tra cui l'ultimo. C'è poco altro da dire su Rise. È la storia di un ragazzo che fa tutto lui: è il quarterback capitano leader che trascina la squadra di football, è il più figo del liceo (anche se non è certo Luke Perry), rappa, canta, balla, recita ed entra così pure nel gruppo teatrale e diventa il protagonista assoluto del musical della scuola. Superman a 'sto qua gli fa una sega.

"Sono più figo di Dylan...
forse."

Ed è anche la storia di una ragazza latina bella, brava, buona, intelligente e di talento (nella realtà non esistono persone del genere, per fortuna), che in pratica è l'esatta copia di Gabriella Montez di High School Musical, solo che a interpretarla anziché Vanessa Hudgens c'è Auliʻi Cravalho, che è quella che ha prestato la voce e le sembianze a Moana in Oceania della Disney.


A ciò aggiungiamo poi il solito prof con tendenze alla John Keating de L'attimo fuggente e tutti gli ingredienti per una serie accattivante e di discreto successo ci sono tutte. Il pilot di Rise funziona, quindi. Peccato che al suo interno non abbia manco mezzo spunto originale o in qualche modo imprevisto. Tutti i personaggi sono poi insopportabilmente buoni, talentuosi, con i giusti valori. Sono tutti politically correct. Com'è però che, in questo melting pot culturale, non viene dato un vero spazio anche ai “cattivi”, ai bifolchi, a quelli che hanno votato Trump, come ad esempio succede in Orange Is the New Black? Anche quella è una parte di America importante, perché allora, se si vuole rappresentare tutto, in robette buoniste come Rise si rappresenta tutto fuorché quella?


Con For the People le cose vanno ancora peggio. È una serie legal brillante (o almeno vorrebbe esserlo) che segue senza troppa originalità la scia dei vari Ally McBeal, Eli Stone, The Good Wife e Suits. Soprattutto, è una versione spenta e senza Viola Davis di How to Get Away with Murder. È l'ennesima serie che propone un gruppo di giovani alle prime armi, come Scrubs, Grey's Anatomy e The Resident, solo nelle aule di tribunale anziché nelle corsie di ospedale. Il cast è il solito miscuglio di varie etnie, non perchè ci sia una reale voglia di rappresentare culture differenti, ma solo per non essere accusati di razzismo.


La protagonista numero uno resta comunque la bella ragazza bianca, in questo caso Britt Robertson.


Povera Britt Robertson, non gliene va bene una. Se tutto ciò che Re Mida toccava si trasformava in oro, tutto ciò che tocca Britt Robertson si trasforma in... quella parola che inizia con la M. Non fatemela pronunciare perché non voglio essere volgare. Voglio essere come le serie TV in giro adesso: politically correct.
Perché dico che non gliene va bene una?
Perché ogni serie in cui recita finisce inevitabilmente per essere cancellata anzitempo. È successo con quel gioiellino di Life Unexpected e con quella sublime trashata dark di The Secret Circle, con quella porcata di Under the Dome e con il gradevole Girlboss. Quando ha tentato la strada cinematografica, le cose non sono andate certo meglio. The First Time era una romcom adolescenziale squisita, ma non se l'è filata nessuna. La risposta è nelle stelle, tratto da un romanzo di Nicholas Sparks e recitato al fianco di Scott Eastwood, poteva essere uno strappalacrime di successo come Colpa delle stelle e Io prima di te e invece è passato inosservato. I fantascientifici Tomorrowland – Il mondo di domani e Lo spazio che ci unisce avevano il potenziale per trasformarsi in blockbuster di successo e invece hanno floppato alla grande.


È molto probabile che la scure della cancellazione si abbatta presto pure su For the People. Se Rise per quanto non originale nel suo essere ruffiano e paraculo tutto sommato si lascia seguire, For the People non va. I personaggi non bucano lo schermo, le vicende raccontate non coinvolgono, gli ascolti fin dal primo episodio sono disastrosi.
Tutto quello che Britt Robertson tocca si trasforma in M... Detto questo, e conscio dei rischi che si corrono, io da Britt Robertson mi farei toccare volentieri.
(voto al pilot di Rise: 5,5/10
voto al pilot di For the People: 5/10)

4 commenti:

  1. Visto solo Rise.
    La versione indie, autoriale e noiosa di Glee: non so se dargli un'altra occasione.

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  2. Che dire... io sono contento di come in Italia abbiano salvato una serie come Distretto dal mettere un poliziotto straniero (di colore, ovviamente) e pure sul forum si paventava questo scempio.
    Perché la verità è che se un poliziotto gay ci sta (peraltro con tutto ciò che ne è conseguito), un poliziotto marocchino fa ridere, non siamo in Francia e la questione sarebbe stata assurda (esistono poliziotti neri in Italia, ma saranno due o tre). Infatti, almeno in quel caso, è stato giusto: i neri erano spacciatori o informatori XD
    Discorso diverso per altre serie italiane, dove ad esempio in una classe di liceali ci vogliono mettere TUTTO. Lesbica, gay, nero, giallo, arancione. Madonna, ma solo io ho avuto tre classi dove al massimo per un anno è venuto un albanese??

    Invece il mix riuscito lo trovo in È arrivata la felicità, anche dato il tono della storia.
    Ok, ho fatto una digressione sulle serie italiane... Resta che sono elementi da dosare bene XD

    Moz-

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  3. Ero convinta parlassi di When We Rise (che gli autori seriali a volte son poco originali fin dal titolo), e invece parli di due serie che giustamente non sono entrate e mai entreranno nel mio mirino... Povera Britt, comunque, non potevano farci un'altra stagione di Girlboss invece dell'ennesimo legal-drama?!

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  4. Mi paiono cose che posso tranquillamente ignorare nonostante la tua accoglienza tiepida. ;)

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