sabato 6 ottobre 2018

Ma quanto è puttano questo “Love” dei Thegiornalisti, che dura 39 minuti, ma che botta ci dà





Thegiornalisti “Love”


I Thegiornalisti sono gli 883 di questa generazione. Che poi è la mia, generazione. Tommaso Paradiso, il cantante e leader della band, è un 1983, quindi ha un anno in meno di me, ed è cresciuto con la mia stessa musica. Come dice la sua pagina Wikipedia, perché sì Tommaso Paradiso ha una pagina Wikipedia tutta sua e Wikipedia è la Bibbia della nostra generazione quindi ha sempre ragione, ha dichiarato di essersi approcciato alla musica all'età di 11 anni, nel 1994, dopo aver ascoltato “Definitely Maybe” degli Oasis. Io invece mi sono approcciato alla musica a 13 anni, nel 1995, dopo aver ascoltato “(What's the Story) Morning Glory?” degli Oasis. Vedete i punti di contatto?

Inoltre c'è da dire che a me gli 883 sono sempre stati sul cazzo. Non mi sono mai ritrovato molto nei loro pezzi. Troppo generalisti. Troppo grillini populisti ante litteram. Che poi per carità certe cose che hanno scritto sono anche vere, come “la regola dell'amico non sbaglia mai, se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente”, sacrosanta verità, però la voce di Max Pezzali è gradevole quanto quella di una Giusy Ferreri che si è appena infilata una mano in mezzo a una porta e a livello musicale siamo a un incrocio tra la musica da pianobar e le sigle dei cartoni animati. Diciamolo pure: ma che cazzata è "Hanno ucciso l'uomo ragno"? La cosa più tragica è che è pure uno dei loro pezzi migliori.

Se i Thegiornalisti mi piacciono a livelli di fanatismo stile Stan con Eminem e gli 883 manco per sogno, allora perché diavolo li sto paragonando?
Perché in comune hanno una straordinaria capacità di parlare alle masse, di arrivare alla gente, di farsi portavoce di un'intera generazione o quasi. Il gruppo, anzi il duo di Max Pezzali & del fondamentale Mauro Repetto una ventina d'anni fa, così come Tommy & compagni oggi, rappresentano nel bene, o nel male a seconda dei punti di vista, il nazional-popolare. Con i testi che piaccia o meno si conoscono a memoria, si citano nelle conversazioni tra amici e si trascrivono sulla Smemo. Se la Smemo esiste ancora.

C'è un altro paragone che mi sento di fare e anche questo non so quanto possa essere considerato lusinghiero. I testi dei Thegiornalisti fondamentalmente parlano di fregna, di vita di tutti i giorni piena di riferimenti alla pop culture e di vacanze. Le vacanze sono importanti nei loro pezzi. Sono fondamentali. Tommaso Paradiso lo scorso anno ha firmato il 90% dei tormentoni musicali estivi. Gli mancava solo “Despacito”. Che poi secondo me un paio di frasi con il Google Translate le ha scritte pure per il pezzo di Luis Fonsi.
Le sue canzoni, o almeno alcune sue canzoni, sono la colonna sonora delle vacanze. Sono insomma come i cinepanettoni, anche perché – non dimentichiamolo – i cinepanettoni sono nati con il film Sapore di mare, di cui il primo Vacanze di Natale del 1983 rappresentava una specie di versione invernale. Allora riformulo: i Thegiornalisti sono i Vanzina della nuova musica italiana.


Io li metto a confronto con gli 883 e il cinema dei Vanzina. Molta gente li considera un update di Umberto Tozzi e di Antonello Venditti. Tommaso Paradiso cita tra i suoi punti di riferimento Vasco Rossi, perlomeno quello degli anni '80. L'illustre e controverso giornalista musicale Michele Monina, nella sua recensione/invettiva dell'ultimo album dei Thegiornalisti dice che “degli anni Ottanta, ovviamente, Paradiso ha preso solo gli aspetti deteriori, quelli che ahinoi faticano a essere metabolizzati dalla natura, sacchetti di plastica indeteriorabile che imprigionano le zampe delle tastuggini facendole annegare”.
E allora perché mi piacciono tanto?

Perché forse è vero ciò che dice il buon, anzi il cattivo Monina. Se la serie TV Stranger Things ha preso le cose migliori degli anni '80, i Thegiornalisti sono invece andati a riesumare gli elementi più kitsch, come gli arrangiamenti di Venditti e le melodie puttane stile “I Like Chopin” di Gazebo. È vero. È tutto maledettamente vero. Però, esiste un però. Così come Quentin Tarantino riesce a prendere molte sue influenze e passioni discutibili come i B-movies, gli spaghetti western e addirittura la commedia sexy all'italiana con Lino Banfi, e a trasformarle in capolavori, qualcosa del genere lo sanno fare pure i Thegiornalisti. Oh, finalmente un paragone di cui non vergognarsi e che probabilmente qualcuno considererà esagerato. Persino io lo considero tale. I Thegiornalisti, almeno fino ad ora, non hanno ancora nemmeno lontanamente firmato il loro Pulp Fiction. Nemmeno il loro nuovo album “Love” lo è.


Il suo problema, ma più che un suo problema è un suo segno particolare, è che Tommaso Paradiso è uno più da singoli, che da album. Tommy è un hit-maker. Sforna un successo dietro l'altro per sé e – ma che generoso! – anche per gli altri. Riesce a fare cose decenti persino quando collabora con Takagi & Ketra che – ricordiamolo – sono quelli di “Amore e capoeira”.



“Love” procede sulla scia degli album precedenti dei Thegiornalisti. Anche questa volta hanno tirato fuori una raccolta che contiene alcuni singoloni e potenziali singoloni notevoli, ma che nel complesso manca l'obiettivo di essere un intero album di quelli in grado di segnare un decennio, di diventare il manifesto di una generazione di ascoltatori. Detto ciò, ci si può accontentare dei pezzi presi singolarmente. Come “Felicità puttana”, la bomba pop, o meglio il gavettone pop dell'estate 2018.

P.S. Se per caso ve lo state chiedendo, quando sento questa canzone mi comporto più o meno come Matilda De Angelis nel video. Smalto sulle unghie e trucco a parte.



Il sequel perfetto dell'estiva “Felicità puttana” è “Zero stare sereno”, la colonna sonora ideale per il rientro dalle vacanze. Un tormentone contagioso che purtroppo – almeno per il momento – non è uscito come singolo, anche se sarebbe stata la scelta migliore per questo inizio d'autunno. Al suo posto hanno invece deciso di lanciare “New York”, che comunque con la sua melodia accattivante e un uso dell'orchestra che rimanda a The Verve e Oasis, fa molto Britpop de' noantri. Quindi Itpop e quindi tornano alla mente i Lùnapop.



Oltre ai rimandi agli anni '80 e pure ai 90s, a questo giro Tommaso aggiunge alla sua tavolozza dei colori anche le ballatone pianistiche in stile Coldplay. Pure in questo caso un paragone che non tutti potrebbero trovare dei più positivi, quindi preciso che mi riferisco ai Coldplay migliori, quelli di “The Scientist” e “Fix You”, richiamati in almeno un paio di momenti di questo “Love”. Come nella stupidamente romantica “Questa nostra stupida canzone d'amore”.

P.S. Se per caso vi state chiedendo pure questo, ebbene sì. Quando sento questa canzone mi comporto più o meno come Alessandro Borghi nel video.



Si sente l'ombra della ballad stile Chris Martin (e sul finale pure stile "Tender" dei Blur) anche nel brano di chiusura, che è intitolato “Dr. House” e che sì, si rivolge proprio a quel Dr. House. È una canzone in cui Paradiso si mette a nudo come non mai, e ovviamente lo fa a modo suo, cantando:

Forse cerco solo un padre
l'ho trovato in te
in Fantozzi, in Bud Spencer
in Terence Hill, in Verdone
in De Sica, in Leone
in Morricone e Tarantino
in Totò e Peppino
nell'Orsa Maggiore
nelle sette stelle di Okuto

Dopo aver sentito questo suo elenco di influenze e di riferimenti esistenziali, resta un dubbio: ma con De Sica, Tommaso Paradiso quale De Sica intende?

Il bello, o secondo alcuni il brutto, dei Thegiornalisti è proprio questo. Sono degli hipster radical-chic provenienti dalla scena indie e allo stesso tempo sono una pop-band radiofonica e commerciale. Se si chiamano Thegiornalisti è perché, come spiegano loro stessi e come spiega di nuovo Wikipedia, fanno canzoni che riflettono “la quotidianità il più vicino e obiettivo possibile alla realtà, come fanno, appunto, i giornalisti quando riportano le notizie”. Possono quindi essere considerati la versione odierna del cinema neorealista di De Sica Vittorio e contemporaneamente dei cinepanettoni con De Sica Christian. In pratica sono una contraddizione vivente, proprio come me. Proprio come questa generazione. Sarà per questo che la rappresentano tanto bene?
(voto 7/10)

De Sica Christian si prepara per comparire nel prossimo video dei Thegiornalisti

8 commenti:

  1. De Sica non può che essere Christian, visti gli altri riferimenti... eppure con essi stona tantissimo... boh forse la tua teoria è corretta...
    Quanto agli 883 sei andato giù duro😉
    Alcune loro canzoni (non molte) sono straordinarie, vedi Gli anni, inno generazionale come pochi altri nella storia della musica italiana (detto da un '84, quindi anch'io più vicino a te e a Paradiso che a Max)
    Ciao
    Vincenzo

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  2. Io sto Vincenzo, troppo duro su un gruppo che io letteralmente adoro...ma i gusti son gusti e va bene così, anche perché su Thegiornalisti ti do ragione ;)

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  3. Quindi mi stai dicendo che veramente manda vocali di dieci minuti alle tipe? :-P

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  4. Come sai fatico a sopportarli i ruffiani TheGiornalisti. Capisco il successo, capisco come facciano a "prendere" e senza volerlo solo ascoltandoli per radio le loro canzoni mi ritrovo a saperle a memoria. Ma, se di pop popolare vogliamo parlare, preferisco di gran lunga Cremonini, che dai fasti di Squerez? ad oggi, con le sue musiche e i suoi testi mi conquista molto di più, e ha pure una profondità in più. Non so, Paradiso & Co (che poi, chi sono gli altri due costretti a convivere nell'ombra?) continuano a sapermi di costruito.

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  5. Gli 883, come sai, per me sono sacri.
    Ma devo dire che non mi dispiacciono neppure i TheGiornalisti, anche se il Paradiso mi sta sul cazzo forte.

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  6. Sarà che mi piacevano tanto gli 883 ma io adoro i The giornalisti...
    Mi piace il paragone che hai fatto, anche se noto una certa differenza tra Tommaso Paradiso e Max Pezzali ;)

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  7. Canticchio i singoli per forza di cose, ma l'album non mi ha colpito. Eppure faccio parte della stessa generazione. Devo ascoltarlo meglio.

    La voce di Pezzali mi mette i brividi... come una forchetta che raschia il fondo di una pentola. Però gli 883 un paio di cult li hanno fatti, non si può negare.

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