lunedì 10 giugno 2019

A un metro sopra il cielo da te




A un metro da te
Titolo originale: Five Feet Apart
Regia: Justin Baldoni
Cast: Haley Lu Richardson, Cole Sprouse, Moisés Arias, Kimberly Hebert Gregory, Parminder Nagra, Claire Forlani


Le storie d'amore impossibile sono le più belle. Come quella tra Romeo e Giulietta. O quella tra me e Jennifer Lawrence. O quella tra Pamela Prati e Mark Caltagirone.


L'amore non è bello se non è impossibilitarello. È all'interno di questo filone che si infila A un metro da te, la storia della relazione tra due malati di fibrosi cistica, costretti a stare a distanza di almeno due metri l'uno dall'altra per ridurre il rischio di infezioni batteriche che potrebbero risultare per loro fatali. Volete che sia così insensibile da scherzare su un tema delicato come questo?

"Stai lontano da me per evitare il rischio di infezioni batteriche?"
"No. Sto lontano da te perché puzzi."
"Guarda un po' cosa mi tocca fare per non sentire il tuo odore."

Chi sono i due malaticci protagonisti?
Lei è Haley Lu Richardson, attrice già vista in 17 anni (e come uscirne vivi), Split e in quel gioiellino indie di Columbus. In A un metro da te ha la parte di una ragazza che, oltre ad avere la fibrosi cistica, è pure... ossessivo-compulsiva. In pratica è la mia donna ideale 💓. 


Lui è Cole Sprouse, quello che ha iniziato la sua carriera in coppia con il fratello Dylan Sprouse nella sitcom per bimbetti Zack e Cody al Grand Hotel e ora è noto più che altro come Jughead di Riverdale.


Il suo personaggio in questo film ha una missione. Sopravvivere alla fibrosi cistica?
No. Infilare il suo pistolino nella farfallina di Haley Lu Richardson. Capite però che, dovendo tenersi a distanza di due metri da lei, la sua missione è alquanto difficile. Sarebbe impossibile pure per Tom Cruise alias Ethan Hunt. E forse pure per Rocco Siffredi, ché da un paio di metri di distanza non so se c'arriva manco lui...


Se i due sfortunati piccioncini si devono tenere a due metri di distanza, perché diavolo il film si chiama A un metro da te e non A due metri da te? I nostri titolisti hanno sbagliato i calcoli nel passaggio dal sistema metrico decimale anglosassone al nostro?
No, c'è una spiegazione per questo e guardando il film la scoprirete.


Questo è un motivo per guardare il film. Un altro? Il bello di una storia del genere è che la seguiamo sperando che, in qualche modo, l'amore impossibile tra i protagonisti possa essere consumato. Se non con un rapporto completo, almeno con un seghino a distanza... volevo dire con un bacino lanciato a distanza.


O magari sperando in un miracolo. Dopotutto lui è una delle star di Riverdale, una serie in cui la sospensione dell'incredulità è andata a farsi benedire dopo tipo... boh, dopo i primi istanti dell'episodio pilota?
Quindi tutto è possibile.


Non siete ancora convinti? Volete un altro motivo per vederlo?
Per farvi un sano pianto, ecco perché! Dopo 2 minuti di film io ero già in lacrime. Ci tengo a precisare che in genere sono una persona piuttosto insensibile, tipo Daenerys ad Approdo del Re, però questi film mi distruggono a livello emotivo. Trovo ci sia qualcosa di profondamente ingiusto nella malattia. Io sono malato per i Malattia Movies, un sottogenere dei teen drama e degli young adult che negli ultimi anni sta andando un casino. Com'è nata questa moda? Tutta colpa di Tutta colpa delle stelle. Adoro queste pellicole. Non riuscirei a stare mai a un metro di distanza da loro e questo A un metro da te, nonostante nella parte finale rischi di esagerare persino troppo con il suo gusto per il melodrammatico, è il Malattia Movie perfetto. Non piangevo così da quando le Spice Girls avevano annunciato il loro scioglimento.
(voto 7/10)

"Oh mio Dio, sono commossa da questa recensione. Mo' adesso mi metto a piangere anch'io."


5 commenti:

  1. Molto carino, diretto a sorpresa da un bravo Justin Baldoni (è Rafael, il figaccione di Jane The Virgin) ma, a tralasciando lei, talentuosissima, mi è comunque parso la copia stinta di Colpa delle stelle. Nella colonna sonora c'è perfino lo stesso pezzo degli M83, che fantasia...

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  2. Ci ho portato la mia nana, ero partita ovviamente assai prevenuta. A sorpresa l'ho trovato molto carino. Loro due sono adorabili

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  3. Aridaje col pianto, se c'è da piangere allora lo vedrò 😂

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  4. Fortunatamente non sono malata dei malattia movies, tanto meno dei film teen. Uniti formano un genere di cui sono già stanca... che ci posso fare, le lacrime le tengo per altro ;)

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  5. Certo un film carino. Aveva qualcosa di già visto però: per certi versi, mentre lo guardavo mi tornava alla mente la serie Braccialetti Rossi, tipo per il rapporto che avevano malati e personale medico e cose del genere.

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