sabato 27 giugno 2020

Serial Killer: le serie TV del mese che poi è giugno 2020



Serial Killer è una rubrica che ormai non ha più nemmeno bisogno di presentazioni.
Non l'avete mai sentita nominare prima?

Ok, è una cosa normale. In tal caso vi ricordo che trattasi della rubrica a cadenza mensile dedicata alle serie TV pubblicata su Pensieri Cannibali che, tanto per la cronaca, è il blog in cui ahivoi vi siete imbattuti in questo momento. Tranquilli, siete ancora in tempo per scappare.

Per chi invece ha deciso di restare, via alle serie belle, brutte e un po' belle e un po' brutte di giugno 2020.


Serie top del mese

I May Destroy You
(stagione 1, episodi 1-6)

Allarme rivelazione. I May Destroy You è una nuova serie britannica realizzata in collaborazione da BBC One con HBO creata, scritta, co-diretta e interpretata da Michaela Coel. Che sia lei la nuova Phoebe Waller-Bridge?
In realtà il suo stile è totalmente diverso, ma le due hanno in comune la capacità di offrire uno sguardo fresco, nuovo, imprevedibile, differente da tutte le altre cose in circolazione. Se vogliamo trovare qualcosa di simile, diciamo che siamo dalle parti di uno Skam Italia in versione britannica. Quindi in pratica in territorio Skins.

L'ambientazione principale è Londra, ma c'è spazio anche per fare qualche salto a Ostia, Italy, dove si svolge il terzo splendido episodio.

"Cosa importa seee, sognavi Puertorico? Ma se restiamo insieme, sembra un paradiso anche Ostia Lidooo"

La storia è quella di una star dei social trasformatasi in una scrittrice simbolo dei Millennial. Cosa che raccontata così può sembrare una cacchiata, invece non lo è. Anche perché il tema principale della serie è decisamente serio: la violenza sessuale. Argomento affrontato non in maniera investigativa, tipo Unbelievable, ma in un modo parecchio personale. Come, di preciso?

I May Destroy You non è una serie che va descritta a parole. Per capire a cosa ci troviamo di fronte bisogna guardarla, sentirla, viverla. If you don't watch it... I may destroy you. Ed ecco spiegato il titolo.

Cilegina sulla torta è la sua colonna sonora cool e sorprendente, capace di passare dai suoni UK più nuovi ai Daft Punk fino a... Ghali.


The Politician
(stagione 2)

Avete presente Matteo Salvini?
Dai, l'avrete già sentito nominare una o due volte. E' quello famoso per i meme sui social. Capito, adesso?
Ah no?

Il protagonista della serie The Politician, Payton Hobart, conduce una vita simile alla sua: in campagna elettorale perenne. Lui però è democratico, dalla parte della questione ambientale, dell'inclusione e dei diritti, ed è pure intelligente. Quindi in pratica con Salvini non c'entra niente. Se non per il fatto appunto che ha l'ossessione delle elezioni. Se nella prima stagione era candidato alla presidenza del consiglio scolastico del suo liceo, nella seconda la posta in gioco si fa "un pochino" più alta. Questa volta lotta per un posto da senatore di New York. Allo stesso modo, pure la serie alza il suo livello. No, non diventa più seriosa. Tutt'altro.


Diversi show prodotti e creati da Ryan Murphy danno il loro meglio all'inizio, per poi spegnersi. The Politician fa il contrario. La stagione 1 era assolutamente caruccia, la seconda però è ancora più assurda, divertente, frizzante, non ha un minuto di pausa, tira fuori delle riflessioni su politica e pure ambiente niente male, riesce nell'impresa di rendere Gwyneth Paltrow (quasi) irresistibile, e trasforma McAfee Westbrook (interpretata da Laura Dreyfuss) nella nuova idola stagionale.


Posso dire che The Politician è una delle serie migliori in circolazione?
Ah no?


Skam Italia
(stagioni 1-4)

Dopo aver iniziato dalla quarta stagione, ho recuperato anche le tre precedenti, e queste sono le mie impressioni finali su Skam Italia. Una serie consumata in fretta, ma che resterà dentro a lungo. Quanto cazzo sono profondo?

Stagione 1

La solita storiella d'amore liceale? Sì e no. La relazione tra Adamo Giovanni (il nuovo teen idol Ludovico Tersigni anche nel cast di Summertime) ed Eva (la roscia Ludovica Martino) sembra il cuore della prima stagione di Skam, ma a esserlo in realtà è più che altro il percorso di scoperta di se stessa e del suo posto nel liceo mondo di Eva. Lo stesso percorso compiuto dalle serie italiana, ispirata all'originale norvegese, che a sua volta possiede qualche debito nei confronti di Skins, che parte come ennesima serie teen qualunque e poi episodio dopo episodio, stagione dopo stagione, delinea uno stile suo, in grado di segnare un cambio di passo per il genere.
(voto 7+/10)

Stagione 2

Con la stagione 2 e la vicenda di Martino (Federico Cesari, il nuovo Elio Germano) la posta in gioco si alza. Si parla di omosessualità, di confusione sessuale, di malattie mentali, e c'è una nuova love story, forse la più poetica e travagliata della serie. Peccato solo per l'episodio natalizio finale, troppo volemose bene per i miei gusti.
(voto 8/10)

Stagione 3

Proprio quando sembrava essere diventata 'na bomba, Skam Italia fa un passo indietro. Al centro della stagione 3 c'è la classica storiella d'amore liceale che finora si era solo lambito, per poi concentrarsi su dell'altro. A viverla sono Eleonora (Benedetta Gargari, che amo, tanto per fare pure io lo studentello in love), una tipa diffidente e riservata, che è un po' come sarei io se fossi una ragazza figa, e l'insopportabile Edoardo Incanti (Giancarlo Commare), il bello del liceo, uno che se la tira già a partire dal cognome.

"Me la tiro io?
Ma non fatemi ridere!"

All'inizio la cosa è anche divertente, visto che lei sembra proprio odiare lui e quindi non si capisce come possano finire insieme e invece, come da copione di una romcom classica, lei finirà per capitolare alla sua corte spietata. Come ostacoli di mezzo ci sono una rissa e una serata un po' troppo alcolica, però nel complesso fila tutto troppo liscio per essere una vicenda davvero interessante. E poi 'ste scenone di bacio sotto la pioggia degne de Le pagine della nostra vita o The Vampire Diaries che sembrano un fanservice bello e buono ce le potevano anche risparmiare.
(voto 6,5/10)



Stagione 4

Per me la stagione migliore dedicata al personaggio migliore. Sana (la fenomenale Beatrice Bruschi) è una ragazza musulmana praticante che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e ci mostra come l'Islam non sia il male assoluto, come sostenuto da alcuni, e nemmeno il bene assoluto, come sostenuto da altri. Come per tutte le cose, ci sono mille sfumature, e non solo cinquanta. Il fatto che una serie teen riesca a far riflettere su un tema del genere senza ammorbare è roba non da tutti i giorni. A questo punto, se mai ci sarà una quinta stagione, devono prima assicurarsi di trovare un altro argomento bello spesso da affrontare in maniera intelligente, altrimenti meglio chiudere così, al top come Michael Jordan.
(voto 8,5/10)

Eva e Sana: "Questa recensione fa ridere i polli."
Silvia e Federica: "Ma soprattutto, manco una parola su di noi???"


Tredici - 13 Reasons Why
(stagione 4)

Tredici - 13 Reasons Why è una delle serie di maggior successo, ma anche una delle più controverse e criticate, degli ultimi anni. Sia piaciuta o meno, e a me è piaciuta esageratamente, la prima stagione è stata un bello shock all'interno del panorama teen, fino ad allora piuttosto rassicurante, tanto che in alcuni paesi è stata messa al bando. E non sopra il booster come la canzone di Anna.

La serie basata sul romanzo 13 di Jay Asher si sarebbe potuta e dovuta fermare lì. Considerata la sua popolarità, sono però stati "costretti" a proseguire. La seconda stagione è stata piuttosto inutile, la terza persino bruttina e quindi dalla quarta era lecito prepararsi per lammerda. Invece, checché se ne dica in giro, pur con tutti i suoi difetti è stata una conclusione se non altro decente. I livelli della prima stagione sono lontanissimi e questa ormai è diventata un'altra serie. A questo giro gli autori non si sono più manco sforzati di fare 13 episodi, rispettando il numero identificativo dello show, limitandosi a 10. O di concentrarsi su un personaggio differente a ogni puntata. Così come l'alternarsi tra passato e presente all'inizio è presente, poi viene dimenticato. Sono sparite pure le influenze 80s nella sua colonna sonora. Hanno praticamente cambiato tutto, 'sti stronzi!

"Beccati questa, Cannibal."

E non mancano dei momenti di puro nonsense, tipo Zach e Clay che a una festa cantano Tiny Dancer di Elton John.


Pur avendo perso la sua identità ed essendosi trasformato nel nuovo Pretty Little Liars, questa pasticciata quarta stagione propone degli episodi notevoli: il piacevole horrorino ambientato in campeggio, il potente episodio con il liceo in lockdown a metà strada tra Bowling for Columbine ed Elephant, e quello della rivolta che sembra anticipare le proteste Black Lives Matter.


A rendere il tutto più interessante ci pensano poi il comportamento del tutto fuori controllo di Zach...


...e il triangolo sentimental-sessuale tra Jessica, Justin e il latino Diego.

"Hey tu, fermo! Ti dichiaro in arresto."
"Ma non ho fatto niente..."
"Ascoltare musica reggaeton lo chiami niente?"

C'è anche spazio per il prom più orgogliosamente gay di tutti i tempi. Non so se vi ricordate di Dawson's Creek, che pure per i tempi era parecchio avanti, ma da allora parecchie cose sono cambiate.


Inoltre, sopresa sorpresa, a questo giro Ani non è più insopportabile, ma anzi si finisce per stare dalla sua parte.

"E sono pure diventata una gran fregna."

No problem, però. A rubarle il titolo di personaggio più fastidioso ci pensa Winston, già intravisto nella stagione 3 e ora purtroppo diventato onnipresente.

"Io non sono cattivo, è che mi disegnano così."

Nei nuovi episodi inoltre Clay, oltre a regalarci un discorso di fine anni da applausi, finalmente scopa. Con chi? Non ve lo dico. Se volete scoprirlo, siete costretti a guardare la stagione finale di Tredici. Una serie quasi irriconoscibile rispetto al passato ma che, tra momenti trash e tanto drama da #mainagioia, è tornata a essere a suo modo imperdibile.

"Esiste qualcuno che parla bene della quarta stagione di Tredici?
Sono shockata!
E Clay scopa?
Sono ancora più shockata!"



Serie così così del mese

On Becoming a God in Central Florida
(stagione 1, episodi 1-3)

Una serie TV ambientata negli anni '90 con protagonista Kirsten Dunst, e in una delle prime scene mangia pure un Winner Taco?
Oh my God! O meglio: On Becoming a God in Central Florida.

Pensavo di aver trovato la mia nuova serie TV del 💖e invece, passato rapidamente l'entusiasmo iniziale, dopo la visione dei primi tre episodi devo dire che non sono del tutto soddisfatto. I suoi toni da commedia surreale lasciano un po' interdetti. Dobbiamo ridere? Dobbiamo piangere? Dobbiamo... cosa dobbiamo fare?
Non lo so. Sono spiazzato. In teoria è una comedy, solo non una di quelle che ah ah ah che risate! Le vicende invece sono piuttosto drammatiche, solo che per ora non sono particolarmente emozionanti o coinvolgenti. Per amore di Kirsten Dunst comunque proseguirò nella visione e chissà che non finisca per amare anche la serie e trovarla divina. Io ci Credo ancora.

"Quando arriverai a questo episodio cambierai idea, caro Cannibal."

"Io scommetto 10 dollari sulla tua vittoria come miglior attrice protagonista ai prossimi Cannibal TV Awards."
"Solo 10?"


Love Life
(stagione 1, episodi 1-6)

Love Life è una serie antologica. Cosa vuol dire? Che questa stagione è incentrata sulla storia di Darby Carter, una ragazza alle prese con varie storie d'amore interpretata da Anna Kendrick, mentre la prossima stagione, già confermata, racconterà di un altro personaggio. Chi?
Chi lo sa?

La prima stagione a sua volta è quasi come se fosse composta da dei mini film diversi. Ogni episodio ci racconta un momento differente nella vita della protagonista, ogni volta o quasi al fianco di un altro partner e, anche se tutto è collegato, tutto appare troppo frammentato per appassionare al 100%. Il genere romcom, un po' come l'horror, è difficile da replicare a livello seriale, rischia di stufare in fretta. Con Love Life, così come sull'altro campo avviene con American Horror Story, i risultati sono altalenanti.



Serie flop del mese

MotherFatherSon
(stagione 1, episodio 1)
"Passo a te il comando dell'azienda, Piersilvi... ehm, Caden."

Vi sto per parlare di una serie che si chiama MotherFuc...

No, scusate. Si chiama Son of a Bi...

Ho sbagliato ancora. Si chiama MotherFatherSon. MadrePadreFiglio. Ok, che bel titolo di merda!
La serie ahimé non è che sia meglio. Racconta di una famiglia facoltosa, guidata da un magnate dei media stile Berlusca interpretato da Richard Gere. In pratica è la versione scarsa e ridicola di Succession. Con il suo stile "facciamo una serie internazionale figa anche se non abbiamo niente da dire" mi ha ricordato però soprattutto Diavoli. E non è una cosa positiva. Hell, no.


Snowpiercer
(stagione 1, episodio 1)

Già il film Snowpiercer non è che mi avesse fatto impazzire. Anzi. Dico solo che la mia recensione era intitolata Snowpirla. Se la pellicola mi era sembrata un po' una pirlata, se non altro poteva vantare la regia di Bong Joon-ho, futuro regista del capolavoro Parasite. La buona notizia è che la serie Snowpiercer è qualcosa di diverso dal film. Quella meno buona è che riesce a far rimpiangere persino la pellicola. Qui non c'è manco la regia di Bong Joon-ho e in più hanno trasformato la storia in un crime banalotto. Sì, ok, c'è Jennifer Connelly che è sempre un bel vedere, però per quanto mi riguarda nemmeno lei basta per proseguire il viaggio su questo treno diviso per scompartimenti in base alla ricchezza. Un po' come quelli di Trenitalia, a guardar bene.


Space Force
(stagione 1, episodio 1)

C'è chi impazzisce per Steve Carell. Ecco, io non sono uno di quelli. Se a ciò aggiungiamo che delle missioni spaziali in generale non me ne frega un granché, figuriamoci della satira di una missione spaziale, le mie aspettative non erano proprio alle stelle. Sarà per questo che non ho trovato il primo episodio di Space Force manco troppo atroce. Ci sono persino un paio di battute non male. Troppo poco per continuare con la visione, ma sinceramente mi aspettavo di peggio.



Guilty Pleasure del mese
Curon
(stagione 1)

Curon è una delle serie più spernacchiate degli ultimi mesi. Facile capire il perché. I livelli di recitazione non sono proprio da Oscar. Alcuni attori sono così scarsi da non essere manco degni di un Razzie Award. Come il nonno dei due ragazzini protagonisti.


Ma anche lui non scherza.


Pure Valeria Bilello non è che brilli proprio per la sua classe recitativa. Io le voglio bene, ha la mia stessa età, la seguo fin dai suoi primi passi come veejay su MTV e AllMusic, però come attrice per me è un grande mah. Dai, la recitazione sospirata da soap opera anche no, grazie.

"Non è proprioh veroh cheh recitoh in manierah sospiratah"

Poco convincente anche il Federico Russo. In questo caso no, non sto parlando dell'ex veejay di MTV, oggi tra i deejay di Radio Deejay. Mi riferisco al suo omonimo, quello che era il bimbetto faccia da schiaffi de I Cesaroni e adesso sembra il figlio illegittimo di Riccardo Scamarcio.

"Non è vero che somiglio a Scamarcio!
Hey, un momento, questo per caso era un complimento?"

A risollevare il cast ci pensa Margherita Morchio, già vista nel film adolescenziale Succede e nella sottovalutata serie Volevo fare la rockstar, qui nei panni di una teenager ribelle idola incontrastata della serie.


Curon ha anche altri meriti: una regia valida, una bella fotografia e si lascia guardare come divertente cazzatina dai contorni horror e fantasy soprannaturali. Il resto lo fa la singolare ambientazione che è quella appunto di Curon Venosta, paesino in culo ai lupi del Trentino-Alto Adige noto per il suo campanile che emerge nel mezzo del lago di Resia. E se questa è la sua attrazione principale, figuratevi quanto ci si possa divertire da 'ste parti.

"Che culon, vivere a Curon."
"Questa battuta è ancora peggio di quelle di Cannibal Kid."

Se non la si prende sul serio e non ci si aspetta dei veri brividi horror, Curon può anche rivelarsi una visione spassosa. Che questo spasso sia volontario o meno beh, quella è un'altra storia.


Cotta del mese
JoAnna García (Il colore delle magnolie - Sweet Magnolias)

Sweet Magnolias è una di quelle serie rassicuranti ambientate in una cittadina americana tranquilla. Quelle tipe Twin Peaks...
No, scherzo. Ricorda i quartieri residenziali di Wisteria Lane ma, almeno per il momento, senza morti misteriose. Le tre protagoniste sono a metà strada tra le Desperate Housewives e le star di Sex and the City. La visione della serie scorre senza problemi. Peccato manchino quei personaggi strambi e dei dialoghi al fulmicotone ricchi di riferimenti alla pop culture come ad esempio in Una mamma per amica. A spiccare nel cast, oltre a Jamie Lynn Spears, la sorellina di Britney Spears, è Joanna García, attrice di origini cubane e spagnole già vista in quel sublime sfortunato guilty pleasure di Privileged (in cui c'era pure una Lucy Hale pre-Pretty Little Liars), ed è stata inoltre la sirenetta Ariel in Once Upon a Time. Somiglia parecchio a Amy Adams, ma con dentro un pizzico di fascino cubano caliente alla Ana de Armas. Scusate se è poco.


Performer of the Month
Michael Jordan (The Last Dance)
"Vediamo un po' cosa dice Pensieri Cannibali di me..."

Il punto di forza, l'MVP della docuserie The Last Dance?
Sicuramente Michael Jordan.
Il limite principale di The Last Dance?
Paradossalmente, è sempre Michael Jordan. Il numero 23 dei Chicago Bulls è sia l'eroe che il villain della storia. Un personaggio talmente grande da mangiarsi tutto il resto. Persino negli episodi che partono come dedicati al gregario Scottie Pippen, all'imprevedibile Dennis Rodman, al coach guru Phil Jackson, a un certo punto è Air Jordan a rubare la scena. Così come sul campo, anche nella serie i riflettori finoscono sempre e inevitabilmente su di lui, anche quando si vorrebbe approfondire sugli altri. La sua mania di primeggiare è così forte che non si può fare a meno di ammirarla, e allo stesso tempo temerla. E' un'ossessione pericolosa che rischia di travolgere persino i suoi stessi compagni. Le parti che ho trovato più emozionanti sono allora state quelle in cui MJ si toglie i panni da Dio del basket e mostra il suo lato più umano. Anche lui può arrendersi di fronte alle disgrazie della vita. Anche lui può perdere.

"Anche io posso perdere?
AHAHAH, questa sì che è buona!"
"Comunque adesso dovrò vendicarmi nei confronti di questo sito che scrive certe cose su di me."


Serial Music
High Fidelity

High Fidelity per quanto mi riguarda non ha deluso le aspettative, che nel mio caso erano parecchio alte. La storia, i personaggi e lo stile riescono a essere altamente fedeli al romanzo Alta fedeltà di Nick Hornby e alla versione cinematografica di Stephen Frears con John Cusack. Questo nonostante l'ambientazione contemporanea, e i negozi di dischi oggi non sono più quelli degli anni '90, e nonostante IL protagonista Rob ora sia LA protagonista Rob, interpretata da Zoë Kravitz, e pure gli altri personaggi siano cambiati parecchio, almeno a un'occhiata esteriore. Non era facile modificare tutto, mantenendo intatto lo stesso spirito. Per me ci sono riusciti. E anche la colonna sonora non delude. Spazia tra generi ed epoche differenti, con un'unica costante: l'alta qualità.

 




7 commenti:

  1. La quarta stagione di Tredici tra le Top? Sono sorpreso....mentre da MotherFatherSon me l'aspettavo, proprio perché l'unico che potrei vedere senza troppi sforzi :D

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  2. La miglior prestazione di Michael Jordan, quando interpreta la parte di Michael Jordan (meglio di "Space Jam"). Comunque per aver scritto di lui, sappia che gli hai fornito una motivazione e appena ti incontrerà per strada ti stamperà 47 punti in faccia. MJ è fatto così ;-) Cheers

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  3. Di Curon ho visto qualcosina, ma boh.
    Mi ispira quella con la Dunst.
    Ieri ho finito Love, Victor invece. Carina, anche se nata vecchia.

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  4. Sei stato fin troppo buon con la terza stagione di Skam, secondo me.
    L'ultima di Tredici vorrei vederla, anche per completezza, e credo darò un'occhiata pure a Curon se ci riesco.

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  5. A giudicare dalle serie in cui ti sei impelagato...se dovessi vedere Dark ti immaginerei alle prese con analisti e antidepressivi... ;)

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  6. Alla fine Skam Italia non l'ho ancora cominciato, mi confermi che le storie sono pari-pari a quelle originali scandinave e quindi, mi chiedo, che senso ha rivedermele? Già lì la terza stagione nicholassparkiana non mi aveva entusiasmato anche se la protagonista era davvero davvero bella, un'altra gemella Olsen praticamente.
    In ogni caso, di quel ciclo avevo preferito la prima stagione della sola e solitaria Eva.

    Quanto al resto, non mi convinci a dare una chance a 13, sarei solo curiosa di sapere con chi se la fa Clay e cosa succede agli altri, basterà farmi un giro su wikipedia però.
    Salterò a piè pari Curon, senza alcuna attrattiva e flop annunciato, mentre è in rampa di lancio I may destroy you, lei l'avevo apprezzata in Chewing Gum anche se poi la serie l'avevo accantonata a favore di qualcosa di più nuovo. Riprenderò entrambe.

    Davvero Love, Life non ti è piaciuta? Per me ogni episodio era un mini film romcom come piacciono a me... ci ho sguazzato! A tal proposito, consiglio anch'io Love, Victor (che fantasia, ultimamente, per i titoli!).

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  7. Dovrò senza dubbio recuperare High fidelity, mentre Skam e 13 mi paiono davvero cose troppo, troppo cannibali per me.

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