Mese partito un po' in sardina, per quanto riguarda la serie TV, ma che ha poi saputo tirare fuori qualche sorpresa più o meno bella. Ecco un po' di serie in cui ho avuto la fortuna, o in alcuni casi la sfortuna, di imbattermi.
Serie Top
Speravo de morì prima
(stagione 1, episodi 1-4)
Come sarebbe una serie su Francesco Totti, scusate su Francesco Totti VIII re di Roma, girata da Paolo Sorrentino? Probabilmente non lo sapremo mai, visto che al limite preferirebbe realizzarne una su Diego Armando Maradona. Speravo de morì prima comunque ci va vicino, sfiora il palo, soprattutto nei primi minuti. Dopodiché disputa la sua gara, in bilico tra battute (favoloso in particolare il padre der Pupone interpretato da Giorgio Colangeli) e momenti più riflessivi. Come se fosse una partita appassionante, una finale di coppa, offre inoltre uno scontro epico: Totti vs Spalletti, con Pietro Castellitto e Gianmarco Tognazzi che riescono a far loro i personaggi, smarcandosi dalla semplice imitazione. Pure Greta Scarano va a segno con un'interpretazione di Ilary Blasi da top player. La partita non è ancora conclusa, siamo a 4 episodi su 6 e ognuno è migliore del precedente, ma le premesse per portare a casa la vittoria ci sono tutte. Daje!
"Ma manco mezza parola sulla mia splendida conduzione de L'isola dei famosi? Eddaje!" |
Calls
(stagione 1, episodi 1-4)
Pronto?
Sì, salve, vorrei segnalare una serie. È pericolosa... cioè, è bella, ma è pericolosa. Non credo che la gente sia pronta per qualcosa del genere. È una serie TV, però è come un podcast, è fatta di sole voci. Ci sono anche delle immagini, tipo il testo delle parole, il nome di chi parla, e qualche effetto grafico. Il grosso comunque lo fa l'audio. Quindi io consiglio di vederla in lingua originale, con le voci di attori come Lily Collins, Pedro Pascal, Rosario Dawson, e c'è pure il controverso “cannibale” Armie Hammer.
Ah, lui l'avete già in custodia?
Ok, io vi consiglio di tenere d'occhio e soprattutto d'orecchio anche questa serie.
Calls. Si chiama Calls.
No, non so se è armata. Non con pistole, almeno, ma le sue parole sono proiettili. Colpiscono duro. Fanno venire una tensione che, uh, era dai tempi di Scream che non sentivo delle telefonate del genere, perciò fate attenzione. È diversa dalle altre serie in circolazione. È sperimentale. È innovativa. È scritta da dio. È spaventosa. C'è il rischio che crei numerosi cloni e la cosa potrebbe sfuggire di mano, quindi agenti tenetela sotto controllo, per favore.
Come?
Non siete la polizia?
E chi cavolo ho chiamato, allora?
E perché avete in custodia Armie Hammer?
"Pronto? Ciao Cannibal Kid, posso venire sul tuo sito? Non so perché, ma in questo periodo Pensieri Cannibali è l'unico posto che riflette i miei pensieri." |
Foodie Love
(stagione 1, episodi 1-3)
I protagonisti della serie sono una tipa e un tipo che si conoscono tramite una app fittizia, che io sappia, chiamata Foodie Love. Dedicata appunto agli amanti del cibo. Quanto di più lontano ci sia da me. A me infatti non frega niente di cucina, pietanze raffinate, ricette ricercate. Non guardo Masterchef, né alcun altro programma del genere. Sono uno zozzone del cibo. Datemi una pizza, un kebab o un cheeseburger del fast food e sono contento così. Sono l'equivalente culinario dei patiti dei cinepanettoni per i cinefili. Eppure in qualche modo mi ritrovo in questi due personaggi, sebbene la mia ossessione sia più per la musica, i film e le serie TV. Foodie Love è una serie spagnola muy gustosa e per palati fini. Ha pochi ingredienti, di grande qualità.
I due protagonisti si amalgamano in maniera efficace: Laia Costa di solito è buona, qui invece è proprio prelibata, e l'argentino Guillermo Pfening non l'avevo mai assaggiato prima, ma da qui in poi spero di ritrovarmelo anche usato in altri piatti, pardon film o serie. L'ambientazione ogni volta è in un locale differente (se non altro nei primi episodi che ho visto), dove si crea un'atmosfera speciale. Il tutto cucinato da una chef d'eccezione, Isabel Coixet, creatrice della serie, nonché sceneggiatrice e regista di tutti gli episodi. Mettetevi a tavola, servitevi da bere e fate una bella scorpacciata con una delle serie più saporite in circolazione. E se piace a me, buon appetito a tutti.
Genera+ion
(stagione 1, episodi 1-7)
La serie sulla Generazione Z rischia di essere un vero incubo per i boomer. Fin da subito Genera+ion spinge il fino in fondo il pedale sulla trasgressione, sull'eccesso, sull'apertura sessuale. I personaggi sono quasi tutti gay, o bisessuali, di colore o appartenenti a minoranze. È bello vederli diventare protagonisti assoluti, anziché figurare come un contorno etnico o come gli amici simpa e strani di turno. C'è da dire che la serie, almeno per il momento, non fa gridare al capolavoro come Euphoria, d'altra parte serie come quella ne vengono fuori una per generazione, ma ogni episodio è quasi un film a parte dotato del suo fascino non da poco. Per ora il migliore è quello sceneggiato da Lena Dunham, l'autrice di Girls che qua figura come produttrice. Chi ama lo stile di Bret Easton Ellis, Gregg Araki, Larry Clark e Harmony Korine, troverà pane per i suoi den+i.
Serie Flop
The Falcon and the Winter Soldier
(stagione 1, episodio 1)
WandaVision mi aveva illuso che se la Marvel può cambiare, e voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare. Invece no. Dopo quel sorprendente gioiellino, i Marvel Studios come se niente fosse hanno ricominciato a produrre spazzatura. Il mondo adesso è pronto per tornare alla normalità.
I primi 10 minuti di The Falcon and the Winter Soldier farebbero venire il mal di testa e la nausea persino a Michael Bay. Non oso immaginare a Martin Scorsese. E il resto non è che sia molto meglio.
Tutta colpa di Freud
(stagione 1, episodi 1-2)
La chiamano serie, ma il termine più esatto in questo caso sarebbe fiction. Sì, nel senso dispregiativo del termine. Tutta colpa di Freud è tratta dall'omonimo film di Paolo Genovese, che non ho visto e che questo adattamento TV non mi ha certo fatto venire voglia di recuperare. I livelli di recitazione sono imbarazzanti. Claudio Bisio ha quei modi gigioni che sul palco dello Zelig possono funzionare, in una serie no. Direi che la sua interpretazione è da mettersi le mani tra i capelli, se solo ne avesse.
Uh, che battuta da Zelig dei tempi migliori!
Il resto del cast non è che se la cavi meglio, salvo giusto un irresistibile Max Tortora. Tra sceneggiature che non decollano, una regia televisiva pure in questo caso nel senso dispregiativo del termine, e tanti troppi stereotipi, non c'è bisogno di andare da uno psicoanalista per capire che questa serie non se la passa tanto bene.
Guilty pleasure del mese
PEN15
(stagione 1 e stagione 2, episodi 1-4)
PEN15 su Wikipedia viene definita come una “cringe comedy”. Si tratta in pratica di quel tipo di umorismo che scherza sull’imbarazzo sociale, anche come un modo per esorcizzarlo. PEN15 mette in scena uno dei periodi più imbarazzanti nella vita di tutti noi: i tempi delle medie. Quando certi comportamenti da bimbetto non ti sono più consentiti, perché sei troppo grande, ma non ti è ancora permesso di fare le cose da adulto, perché sei troppo piccolo. Un limbo raccontato in PEN15 in maniera molto particolare. Le due fenomenali protagoniste e autrici della serie, Maya Erskine e Anna Konkle, sono delle 30enni che interpretano delle 13enni in mezzo a dei giovani attori che hanno veramente 13 anni. Il risultato è straniante, ma allo stesso tempo anche esilarante e a tratti profondo, poetico e riflessivo. Alla fine di ogni episodio viene infatti in mente una domanda: come diavolo abbiamo fatto a sopravvivere alle scuole medie?
Cotta del mese
Matilda De Angelis (Leonardo)
Matilda De Angelis vuole farselo e Leonardo la respinge. Questo sarebbe il più grande genio nella storia dell'umanità?
Certo, poco dopo si scopre che Leonardo è gay, però, qualunque sia il proprio orientamento sessuale, a Matilda De Angelis non si può comunque dire di no. Pure Nicole Kidman credo che ci abbia fatto un pensierino, sulla nostra Matildona nazionale.
Aidan Turner comunque non se la cava male nella parte di Sacha Baron Cohen. Due gocce d'acqua. Nella parte di Leonardo da Vinci invece mi sembrava più somigliante Max Gazzè a Sanremo. Rimanendo in tema di Sanremo, torniamo a Matilda da Bologna, che dopo aver illuminato il palco senza pubblico dell'Ariston, nei panni di Caterina da Cremona illumina d'immenso anche questa fiction che non mi sta annoiando, ed è già qualcosa, ma non ho ancora capito se mi piace o meno. Quanto a Matilda sono piuttosto sicuro che sì, mi piaciucchia abbastanza. Di certo non la definirei logora come ha fatto quel “genio” di Leonardo da Vinci.
"Come? Questa serie non è su Leonardo DiCaprio? Ma allora me ne vado!" |
Episodio del mese
The Worst Betrayal Since Jordyn and Kylie, S01E10 (Ginny & Georgia)
Ancora non avete visto Ginny & Georgia? E cosa aspettate? Un giorno la scoprirete per caso e come dei babbi direte: "Ma perché Pensieri Cannibali non ce l'ha consigliata prima"? E io invece è già da un mese che vi dico di non perderla, perché non potrete più farne a meno.
Se già la serie parte bene, il finale di stagione è un'autentica bomba, in cui esplodono tutte le tensioni, i conflitti e i segreti spalmati nel corso dei precedenti episodi. C'è pure la battuta che tanto ha fatto incazzare Taylor Swift. Io la venero. Per me sta un gradino sopra Gesù, la Madonna e Madonna la cantante, però una risata se la potrebbe anche fare, invece di accusare di sessismo una battuta detta per altro all'interno di una scena di litigio pesante da una donna a un'altra donna in un episodio diretto da una donna e scritto da due donne di una serie ideata da una donna. Taylor, are you serious? And why so serious?
In ogni caso, pure per merito dell'involontaria “pubblicità” della Swift, la serie ha superato il record precedentemente detenuto da Tiger King di serie per più giorni al primo posto degli show Netflix più visti negli Stati Uniti, quindi il rinnovo per una seconda stagione a questo punto è ineluttabile. Altrimenti la sede di Netflix rischia di essere invasa da tipi vestiti da Jamiroquai. Non so perché, ma agli americani piace protestare così.
Ma povero Leonardo, comunque ho visto Matilda in The Undoing...ma che te lo dico a fare? :D
RispondiEliminaConcordo praticamente su tutto ma...Totti... davvero pessimissima..e non sono neanche della Roma.. ma far passare il pupone per completo deficiente ..daiii!!
RispondiEliminaQuesta rubrica arriva al momento giusto!
RispondiEliminaMi stavo chiedendo che fine avessero fatto le serie nuove e appetitose (anche se Totti, non so… io e Totti?! Mah.), in un periodo di magra e di poca ricerca che mi sta portando solo a vecchi recuperi. Bene, tra i tuoi top so come impegnare il prossimo mese, e se confermi la stranezza/bellezza di PEN15, vado anche di guilty pleasure!
Pensavo di aver chiuso con la Spagna delle serie tv ma mi sa che devo dare una chance a Foodie Love!
RispondiEliminaNon posso nemmeno perdermi pen15 un po' di sano cringe fa sempre bene allo spirito! 🤣
Boh io di Tutta Colpa di Freud ho visto per ora un paio di episodi e non mi è sembrata così male.
RispondiEliminaComunque devo ringraziarti di cuore... stregati grazie a te da Ginny e Georgia.. fantastiche!! ;)
RispondiEliminaLeonardo lo sto guardicchiando, ma solo per Matilda.
RispondiEliminaMi segno Calls, mentre ho già adorato Speravo de morì prima.
Mi incuriosisce Tutta colpa di Freud, avevo trovato il film adorabile.
Se uno è un superGenio e schifa la figa io mi consolo di non essere superGenio (la mia è solo invidia, ma anche gli invidiosi meritano rispetto)
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