Sanremo. Ancora Sanremo? Whaaat?
Il Festival della musica leggerissima italiana ha segnato l'ultimo mese musicale, e devo dire che anche quest'anno, ancor più dell'anno scorso, in maniera più positiva che negativa. Sorpresa! Che ormai non è più nemmeno un'enorme sorpresa.
Tanto Sanremo, allora, ma non solo. Ecco gruppi e artisti top e flop del mese, secondo Pensieri Cannibalissimi.
Per me è no
#3 Justin Bieber
Il nuovo album di Justin Bieber “Justice” è una scureggia. Manco di quelle profumate, solo una di quelle loffie. Il Bieberon serioso e religioso ha stufato! Justin, torna a ubriacarti e a farti arrestare, please. La tua musica spesso faceva pena anche prima, ma almeno era divertente seguire le tue disavventure sui siti di spetteguless.
#2 Ermal Meta
Ha ragione Willie Peyote: Ermal Meta è un ruffiano. Perché a Sanremo durante la serata delle cover ha cantato “Caruso” guarda caso proprio nel giorno del compleanno di Lucio Dalla, ma non solo. Il suo nuovo album “Tribù urbana” più che “un milione di cose da dirti” sembra avere un milione di modi per arruffianarsi il pubblico, tra sanremate, pezzi radiofonici, cantautorato generico e pure una canzone dedicata agli “invisibili”. Anziché un disco, sembra una puntata di Che tempo che fa.
#1 Max Gazzè
A parte Gio Evan, che va beh mi rifiuto di considerare musica, la canzone che più mi irrita di Sanremo 2021, quella che quando la sento in radio sento il bisogno insopprimibile di cambiare stazione e piuttosto sentire Radio Maria è “Il farmacista” di Max Gazzè. Non dico sia la peggiore, è solo quella che, non so bene perché, mi provoca il maggiore fastidio. Ancor più di quella di Renga. Sarà che quella di Renga non la sento proprio passare per radio manco per sbaglio, e per fortuna.
Per me è sì
#9 Achille Lauro
Dopo la poco convincente “Solo noi”, con la nuova “Marilù” il pollice per Achille Lauro torna all'insù.
P.S. Il videoclip della canzone, appena uscito, è un omaggio all'MTV Unplugged dei Nirvana.
#8 Jessie Ware
Barack Obama è un grande selezionatore musicale. In collaborazione con la figlia Sasha lo scorso dicembre ha pubblicato la playlist dei suoi pezzi preferiti del 2020 e tra questi c'era anche “Remember Where You Are”, il pezzo conclusivo dell'ultimo disco di Jessie Ware (per la cronaca sorella minore dell'attrice Hannah Ware, la protagonista della nuova serie Netflix La coppia quasi perfetta). Anche grazie all'endorsement dell'ex presidente degli Stati Uniti, la canzone è ora diventata un singolo accompagnato da un video con Gemma Arterton. Un pezzo che suona come un classico immediato e che senza Obama rischiava ingiustamente di passare inosservato. Lui sì che è un politico utile.
#7 Måneskin
Si è parlato tanto di loro dopo la vittoria di Sanremo. Vittoria secondo me meritata, perché dal vivo sono quelli che spaccano di più. Su disco, invece, c'è ancora da lavorare. Il loro album “Teatro d'ira Vol. 1” suona fin dal titolo come un lavoro incompleto. Più un EP che un LP. Appena 8 canzoni, due già conosciute, un paio di riempitivi, quindi potevano anche sforzarsi un po' di più. Il suono inoltre è troppo pulito e parte della carica che viene fuori dalle loro esibizioni live si perde in studio. Il potenziale comunque c'è e le critiche che arrivano nei loro confronti mi sembrano eccessive. Qualche boomer è per caso invidioso del successo di questi ragazzi?
#6 Jorja Smith
“Addicted” di nome e di fatto. La nuova canzone della nuova star dell'R&B britannico Jorja Smith crea davvero dipendenza.
#5 beabadoobee
Parte la nuova canzone di beabadoobee ed è subito anni '90, chitarre da primi Cranberries, colonna sonora di Dawson's Creek. Ah, i bei tempi in cui non sapevamo di essere fortunati e invece lo eravamo.
#4 La Rappresentante di Lista
Una delle rivelazioni di Sanremo 2021. I più “first reaction: shock”. I La Rappresentante di Lista sfuggono alle categorie principali rappresentate dall’edizione di quest’anno: non fanno parte dei cantanti melodici, di certo non sono trapper con l’autotune e non rientrano nemmeno tra gli artisti indie ma non troppo. Il loro stile è diverso. Fanno un electropop “Alieno” (come il titolo di una delle canzoni più irresistibili del nuovo album), hanno un look “Splendido splendente” (come la cover che hanno portato nella quarta serata del Festival) ed è difficile paragonarli a qualcuno. Cosa che è solo un pregio. Giusto il pezzo “Oh Ma Oh Pa” mi ha fatto venire in mente “Elastic Heart” di Sia ed è forse lei l’artista che più si avvicina al particolare mondo dei LRDL. Anche se dopo Music, il primo allucinante film da regista della cantante australiana, potrebbe non sembrare un gran complimento. Diciamo allora che i La Rappresentante di Lista a tratti ricordano la migliore Sia e nella maggior parte dei casi non ricordano nessun altro. Suonano solo come i rappresentanti della loro lista.
#3 Colapesce e Dimartino
“Musica leggerissima” è la canzone pop più clamorosa dai tempi di “Get Lucky” e “Happy”. In pratica, è la canzone pop più clamorosa degli ultimi 10 anni tra quelle non cantate da Pharrell Williams. C'è comunque da dire che Colapesce e Dimartino hanno anche altro da offrire. La riedizione sanremese del loro album, “I Mortali²”, è una raccolta di grandi pezzi e tra le tante belle cose contiene pure un altro potenziale tormentone: “Cicale”, che ha un ritornello simpatico che fa: “Paese che vai / Stronzi che trovi / Non si può fare il conto / Sono a milioni”.
#2 Lana Del Rey
C'è chi a proposito del nuovo “Chemtrails Over the Country Club” parla di lavoro minore. Ok che Lana Del Rey nel corso della sua carriera ha tirato fuori solo dei dischi favolosi, ma lavoro minore 'sta cippa. È una meraviglia intimista che va ascoltata con attenzione, come e ancor di più dei suoi predecessori. La doppietta iniziale è fenomenale. “White Dress” ci mostra una Lana inedita, mai così vicina alle nostre orecchie. Nel testo racconta di quando non era famosa e faceva la cameriera, regalandoci l'illusione che c'è stato un tempo in cui era solo una comune mortale come noi, solo che io non le credo: è sempre stata una Dea. La title track poi ha una di quelle melodie eterne che, se io fossi uno Stato, la adotterei come inno. Il resto del menù servito al country club dalla cameriera Lana rivela la sua poetica bellezza ascolto dopo ascolto. Un giorno, forse, mi stuferò della sua musica ma quel giorno, per fortuna, non è ancora giunto. Questo è un lavoro maggiore, altroché.
#1 Madame
Madame ha fatto un disco della Madonna. Lo zeitgeist della musica italiana contemporanea, in bilico tra pop e hip-hop, tra cantato e (t)rappato, tra voce vera e voce autotunizzata. Il suo album d'esordio può rappresentare per i bimbettiminkia di oggi quello che “Così com'è” degli Articolo 31 è stato per la generazione di bimbettiminkia di ieri, ovvero la mia generazione. Un manifesto esistenziale. Laddove però in quel caso si raccontava della vita di periferia in una maniera tutto sommato semplice e anche ingenua, Madame scava nella complessità del mondo (di merda) di oggi con lo sguardo di chi se ne sbatte di tutto e di tutti tipico dei suoi 19 anni, con in più una maturità e una profondità rari. Francesca Calearo alias Madame fa musica figa, con un orecchio ai suoni urban che vanno oggi, le produzioni da paura di Dardust e Crookers, e le guest star giuste, dai Pinguini Tattici Nucleari a Gaia, BLANCO, Ernia, Fabri Fibra e Guè Pequeno, ma la vera chicca sono i suoi testi. Nudi, crudi, veri. Spesso e volentieri non proprio da Madama, e menomale.
Guilty Pleasure del mese
Irama
“La genesi del tuo colore” è una nuova droga distribuita da un pusher cui mai avrei pensato di rivolgermi: Irama. Gli effetti dell'ennesimo lockdown si stanno forse facendo sentire?
Cotta del mese
Billie Eilish
Tra il film documentario Billie Eilish: The World's a Little Blurry e il suo nuovo look biondo platino, mi sono definitivamente innamorato di lei. Adesso vado a risentire la sua canzone “i love you” e aspetto il momento in cui ritorneranno i concerti dal vivo per poterle lanciare un orsetto del cuore sul palco.
Video del mese
Maisie Peters "John Hughes Movie"
Dalla città più bella del mondo, Brighton in Inghilterra, ecco a voi la giovane aspirante popstar Maisie Peters. E come poteva essere il video di una canzone intitolata “John Hughes Movie”, se non un gioiellino di cinematografica bellezza?
Sanremo impera ma ancora non ho avuto troppa voglia di ascoltarmi gli album interi dei vari concorrenti.
RispondiEliminaQuanto a Lagna del Rey, niente, non riesco a capire la sua magia o a trovare una qualche differenza tra una canzone e l'altra quando la metto in riproduzione casuale. Limite mio.
Ora vado a godermi l'omaggio a John Hughes, grazie :)
Io sono partita le prime serate del festival dicendo "quest'anno non me ne piace mezza" e ora mi ritrovo dopo un mese ad ascoltarmele in loop.
RispondiEliminaPOI QUELLA CASA L'HAI FINITAAAAAAAA 🙈
Madame ❤️
RispondiEliminaLa canzone coi Pinguini tattici si prenota già un posto come tormentone.
Sono un pò fuori dal suo target ma Madame la adoro.Mi piace un sacco anche La rappresentante di lista, meno Lagna del Rey.
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