lunedì 31 gennaio 2022

Ma dici sul serie? di Gennaio 2022, la nuova rubrica sulle serie TV

 


Con l'anno nuovo, c'era proprio bisogno di un cambiamento. Pensieri Cannibali ha così deciso di rivoluzionare la sua rubrica mensile dedicata alle serie TV. Rivoluzionare è una parola grossa. Diciamo che è cambiata qualcosina, tipo il nome, dall'inquietante Serial Killer 😈
al più simpatico Ma dice sul serie? 😄

A guardarla bene, comunque, resta più o meno la stessa cosa, un po' come quando è tempo di cambiare Presidente della Repubblica, e poi resta sempre Mattarella.

Pronti allora per la partenza di questa "nuova" avventura?



Da vedere

Euphoria
(stagione 2, episodi 1-3)

La stagione 2 di Euphoria è partita col botto. Come se Martin Scorsese girasse una serie TV teen con Zendaya che sembra scappata dallo zoo di Berlino e ha un paio di esperienze di pre-morte in una notte sola. Il tutto condito da favolosi dialoghi allucinati su McDonald's e il Paradiso da far invidia a Quentin Tarantino, accompagnato da una colonna sonora da sballo e da un ritmo indiavolato che accelera come un pazzo ubriaco al volante e che quando all’improvviso rallenta apre a squarci di disperato romanticismo.


C'è così tanta roba da riempire una stagione intera, una serie intera, invece è solo un episodio, il primo della season 2. Se il buongiorno si vede dal mattino, la seconda stagione di Euphoria è la bomba delle bombe, e pure il secondo episodio sembra confermarlo. Per non parlare del terzo, in cui non passa un minuto senza una trovata geniale o una scena memorabile. Ma non vorrei essermi fatto prendere troppo dall'euforia.



Peacemaker
(stagione 1, episodio 1)

Peacemaker è un autentico eroe. Uno che darebbe la vita, quella degli altri, pur di stabilire la pace. Certo, il suo comportamento può risultare un tantino controverso e discutibile, al punto che qualcuno lo potrebbe considerare più un villain che un vero eroe, ma tant'è.

Fatto sta che il personaggio interpretato da John Cena, dopo The Suicide Squad, si conquista una serie tutta sua e, almeno a giudicare dal primo esaltante e divertentissimo episodio, se la merita tutta. Peacemaker mi ha fatto fare pace con le serie supereroistiche quindi sì, per me è un grande uomo di pace.

"E io che pensavo di essere soltanto un buffone mascherato."


Wolf Like Me
(stagione 1, episodio 1)

Quando guardi tante serie TV significa che, oltre probabilmente ad avere una scarsa vita sociale, difficilmente ne troverai una in grado di sorprenderti. Hai già visto tutto. Non c'è quasi mai niente che ti sembri nuovo. Adesso non so se Wolf Like Me sia la serie più originale del mondo. Di certo mi ha sorpreso.

Parte come la solita romcom e poi SBAM succede una cosa che potrebbe rendere tutto tragico e poi invece NO si ritorna sui sentieri classici della storia boy meets girl e poi AWWW capita un'altra cosa che potrebbe rendere tutto diverso e mi sa che ho trovato una serie che BOOM mi farà saltare per aria la testa. 🤯


We Are Lady Parts
(stagione 1)

We Are Lady Parts è una serie punk...
Ok, meglio definirla pop-punk, che se no i punkabbestia duri e puri s'incazzano e mi sguinzagliano i loro cani contro. Al suo interno non c'è la trasgressione dei Sex Pistols, né l'impegno socio-politico dei Clash. Diciamo che qui siamo più dalle parti del divertimento dei Blink-182.


We Are Lady Parts è una comedy pop-punk, in cui verso la fine fa capolino anche un po' di sano drama, che racconta le disavventure tragicomiche di una girl band punk composta da giovani donne musulmane. Ecco, sulla parte religiosa si sarebbe potuto osare di più, approfondendo il tema come fatto ad esempio dalla quarta stagione di Skam Italia, ma forse è meglio così. In fondo We Are Lady Parts è pur sempre una serie comedy e spingendo troppo su quel tema avrebbero rischiato di appesantirla eccessivamente. Invece funziona proprio nel suo essere frizzante e gradevole e nel suo riuscire a farsi ascoltare, scusate vedere, in maniera veloce come un bel pezzo pop-punk.


Un professore
(stagione 1)

C'è chi sostiene che il professor John Keating, interpretato da Robin Williams ne L'attimo fuggente, abbia devastato il mondo dell'educazione. Io non sono d'accordo. Ho sempre sognato di avere un prof come lui e al liceo ce l'ho avuto giusto per un breve attimo fuggente, grazie a un supplente. Per la serie: va bene una gioia, ma che non duri troppo, mi raccomando.

La serie Un professore ha per protagonista... un professore. L'avreste mai detto?!?
Dante Balestra, interpretato da un Alessandro Gassmann che sembra nato per questa parte quindi forse dovrebbe abbandonare la recitazione per darsi all'insegnamento, è il nuovo professore di filosofia di un liceo romano ed è una specie di versione playboy romanesca di John Keating. In più, sorpresa sorpresa, tra i suoi studenti c'è anche suo figlio, con un cui non ha esattamente un rapporto semplice.

Ma comunque, non è conflitto d'interessi insegnare al proprio stesso figlio? È legale?

"Se te tratto demmerda, me sa che è legale, caro figliolo."

Al confronto di Euphoria, Un professore sembra una serie per bambini, per come affronta temi come il sesso, la droga e la delinquenza. E forse non solo al confronto di Euphoria. D'altra parte di tratta pur sempre di una Rai Fiction e non di una serie HBO, anche se L'amica geniale ha dimostrato che questi due mondi possono coesistere. Pur con tutti i suoi limiti e le sue ingenuità, Un professore funziona alla grande e appassiona con la sua ship gay che, per quanto edulcorata, per un programma trasmesso in prima serata da Rai 1 rappresenta un notevole passo in avanti.

"Io non sono gay: mi piace Lady Gaga."
"Appunto."

Inoltre, non so per voi, ma per me è decisamente più facile ritrovarmi nell'atmosfera e nei personaggi di questo liceo romano terra terra, piuttosto che in quello metacinematografico e glamour di Euphoria, anche se le superiori le ho finite ormai da una manciata di anni. O ahimé diciamo anche da un bel po' di anni.


Cobra Kai
(stagione 4)

Bei modi per cominciare l'anno:

⭐ Festeggiare un Capodanno casalingo, senza la pressione di dover uscire. Tutto per merit... volevo dire per colpa del Covid.

⭐ Guardare lo speciale di Capodanno Ciao, 2021!

⭐ Sentire la notizia di Berlusconi che si ritira dalla corsa al Quirinale.

⭐ Fare un binge watching di Cobra Kai. La quarta stagione prova a rimescolare un po' le carte, con un nuovo villain psicopatico e nuove inaspettate alleanze, ma funziona soprattutto nel suo essere fedele a se stessa, nel crogiolarsi nella nostalgia e nell'essere un porto sicuro in cui rifugiarsi, se si è alla ricerca di un intrattenimento sempre piacevole e allo stesso tempo leggermente malinconico. Una rassicurante coperta di Linus, un po' come Mattarella.



Da guardare, con riserva

Archive 81

Datemi una serie ambientata negli anni '90, o parzialmente ambientata negli anni '90, e io sono contento. Nonostante il titolo, Archive 81 non è ambientata nel 1981, bensì tra il presente e il 1994, con inoltre una capatina più indietro ancora nel tempo, ma non vi sto a svelare quando.
No, non la Preistoria, comunque.

Come altre serie horror-mystery, Archive 81 parte alla grande, affascina parecchio soprattutto all'inizio, e poi si perde un po' per strada, riuscendo comunque a riprendersi nel finale. Quindi è da consigliare o meno?


La domanda mi devasta. Alla fine però, se mettete in conto qualche sbadiglio qua e là e tanta sospensione dell'incredulità, in questo nuovo viaggio negli anni '90 tutto sommato vale la pena avventurarsi.

E comunque, di cosa parla 'sta serie?


Non ve lo dico. Ho troppa paura di pestare uno spoilerone.



Da evitare

Incastrati
"Ma dici che se la serie la intitolavamo Castrati, facevamo più ridere?"
"Tranquillo, non facciamo mai ridere comunque."

Non date retta a chi dice che Incastrati non è così male. Non perdete tempo. La vita è troppo breve per sprecarla guardando Ficarra e Picone.


Kitz
"Ma kitz kazzo può guardare una serie del genere?"
"Giusto Cannibal Kitz, LOL."

Una nuova serie glamour teen a metà strada tra Revenge e Gossip Girl ambientata nella meta turistica tirolese di Kitzbühel, tra le Alpi austriache. Potrebbe essere il guilty pleasure invernale definitivo, invece, in mezzo a personaggi stereotipati e a situazioni già viste, capitombola malamente come me se tento di mettermi dei pattini o degli sci ai piedi.



Guilty Pleasures

A casa tutti bene - La serie
(stagione 1)
"Si può sapere perché a Sanremo nella serata delle cover canterai
'...Baby One More Time' di Britney Spears con Francesca Michielin e non con me?"

Nonostante il titolo sia A casa tutti bene - La serie, in questa casa non va bene proprio un cazzo e questa non è nemmeno una serie. È una muccinata pazzesca!

Quasi ogni minuto degli 8 episodi di cui è composta ha il piede pigiato sull'acceleratore dei conflitti famigliari, delle URLAAA, del drama drama drama. Tra riprese vorticose, personaggi adulti che si comportano come ragazzini e ragazzini che si comportano come adulti, è tutto così dannatamente mucciniano che se non reggete il suo stile non resisterete manco mezza puntata. Io invece, che odio il Muccino americano mentre mio malgrado non resisto al Muccino italiano, non vedo già l'ora che arrivi la seconda stagione.

"E non avete ancora visto niente, MUAHAHAH!"


The Ferragnez
(stagione 1)
"Ci pensi che a Cannibal Kid è piaciuta la nostra docuserie?"
"Quello ha bisogno di andare in terapia molto più di noi, ahahah."

Dico un'eresia?
Dico un'eresia: al documentario sui Beatles, il soporifero e infinito Get Back, ho preferito la docuserie pop sulla vita reale (?) di Chiara Ferragni e Fedez, che non è nemmeno così superficiale come si potrebbe pensare e, anzi, presenta un discreto approfondimento psicologico. Ora siete liberi di non rivolgermi più la parola.


Cotta del momento
Maude Apatow (Euphoria)

Guardando Euphoria c'è da innamorarsi in ogni momento di chiunque. In questa seconda stagione, tra le bellone Sydney Sweeney e Alexa Demie (che comunque svetta nel nuovo header di Pensieri Cannibali) e una Zendaya in versione Trainspotting, a ritagliarsi un suo fondamentale spazio c'è anche Maude Apatow, la figlia del regista Judd Apatow, da cui è stata diretta in vari film, da Molto incinta a Il re di Staten Island. La cotta numero 1 di questa stagione per me è lei, ma tra 5 minuti potrei anche cambiare idea.


Lacrima facile Award
After Life

Ricky Gervais è uno stronzo egomaniaco che ha fatto una serie su un uomo che ha appena perso la sua adorata moglie. Solo che la serie non è su di lei, su quanto fosse una persona speciale, o su quanto la sua morte sia una grave perdita per suo fratello e per il mondo intero, ma unicamente su di lui e sul suo dolore.

Ricky Gervais è un modello esistenziale che va a far visita ai bambini malati in ospedale, se la prende con gli automobilisti che non si fermano sulle strisce, fa sport mentre beve birra e getta i CD di Michael Bublé e Susan Boyle dal finestrino per mettere su i Radiohead. Un eroe, in pratica.

Insomma, chi è Ricky Gervais?

"Sono un suonatore di trombette da stadio a tradimento.
Ecco chi sono veramente."

È una contraddizione vivente, ed è proprio per questo che After Life funziona. In mano a un altro, questa sarebbe stata la solita serie buonista e strappalacrime, che vince facile giocando le carte della malattia e del lutto. In mano a Ricky Gervais riesce sì a far commuovere, in particolare nel finale, ma riesce a essere anche una riflessione sulla vita spietata, a tratti parecchio volgare e ben lontana dal politically correct. Dio, o chi per lui, benedica Ricky Gervais per questo.


Finale Ligure Award (Miglior finale vendicato)
Dexter: New Blood

Il finale di Dexter era diventato sinonimo di finale poco riuscito. Sul vocabolario Treccani, se non erro, mi pare ci sia questa definizione.

finalaccio 
s.m. ultima parte di un'opera davvero poco riuscita, un finale di merda: il finalaccio di Dexter fa proprio cagare.

Per rimediare, a 8 anni di distanza dalla conclusione dell'ottava stagione di Dexter, è arrivata la serie sequel e revival Dexter: New Blood. Non tutto funziona, c'è qualche lungaggine di troppo, Dexter ormai è diventato un boomer clamoroso che si fa sempre più fatica a reggere, e il cattivone di turno interpretato da Clancy Brown è ridicolo più che inquietante.

"E io che pensavo di essere il nuovo Trinity..."

Nonostante questi e altri difetti, Dexter: New Blood si fa vedere che è un piacere e ci regala un finale che, per quanto non sia fenomenale e non risulti emotivamente forte come vorrebbe, rappresenta una chiusura degna di un percorso. Soprattutto, riesce a vendicare quel finalaccio dell'ottava stagione. Giustizia è stata fatta.

"In fondo, sono solo un uomo di giustizia e pace. Proprio come Peacemaker."




4 commenti:

  1. Sostituire SERIAL KILLER con DICI SUL SERIE?
    Mi piace. Mi ha strappato un sorriso.
    Mentre sostituire Mattarella con Mattarella non mi fa sorridere. Neanche un po'...

    RispondiElimina
  2. Tu che sei bloccato dalle porte del tuo lavoro, hai una preoccupazione permanente per il denaro, ti manca il supporto finanziario per soddisfare i tuoi bisogni e realizzare i tuoi sogni. Ho ricevuto un prestito di 55000 euro e anche due miei colleghi hanno ricevuto prestiti da quest’uomo senza alcuna difficoltà perché mi sono imbattuto nella persona giusta. Ecco la sua email: combaluzierp443@gmail.com

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  3. Felicissima che le Lady Parts ti abbiano conquistato: era quasi scontato, ma insomma, se la meritano una seconda stagione!
    Euphoria cresce ad ogni episodio, ne sento già la mancanza e conviene non ci facciano aspettare troppo questa volta.

    Mi tenti con Wolf Like Me anche se il sentore è che possa scadere presto, mentre voglia di dare un'altra chance a Dexter non ne ho, mi faccio bastare gli spoiler vari.

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