martedì 3 maggio 2022

Italians do it better, sometimes, and sometimes they don't





Freaks Out

"Les freaks c'est chic", si dice in Francia. O più che altro lo cantavano gli Chic. A Roma invece se dice: "Li mostracci vostri!". Credo.

Freaks Out è la storia di un gruppo di freaks di Roma che lavorano in un circo nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale e hanno dei superpoteri. C'è la ragazza che autoproduce elettricità, che in questo periodo storico tornerebbe parecchio utile per risolvere la crisi energetica.


C'è il ragazzo albino che controlla gli insetti. Potere abbastanza schifoso, ma che rivelerà la sua utilità. Più o meno.


C'è l'uomo bestia dotato di una forza sovrumana.
Claudio Santamaria, sei davvero tu?


E c'è il nano con la capacità di controllare gli oggetti metallici. Perché, chi non vuole controllare gli oggetti metallici nella vita?


Insomma: Avengers, levateve!

Anche se, a dirla tutta, il personaggio del film che rimane più impresso è il villain Franz interpretato dall'attore tedesco Franz Rogowski.


Più che i cinecomics Marvel, Freaks Out mi ha ricordato una versione storica di Freaks!, la webserie italiana con Willwoosh, al secolo Guglielmo Scilla, con l'aggiunta di un tocco di Heroes. Così come il precedente Lo chiamavano Jeeg Robot, anche questo nuovo lavoro di Gabriele Mainetti è un prodotto dal respiro internazionale, che però non dimentica la sua identità nazionale, o meglio romanesca.

La componente che mi ha convinto meno è quella più action/bellica, che ha comunque il sopravvento soltanto nella parte finale, ma tutto sommato rispetto ai blockbuster "rivali" statunitensi Freaks Out ha più anima, cuore, idee. Insomma, è mejo.
(voto 7+/10)



Diabolik

Mai letto il fumetto, mai visto il film omonimo diretto nel 1968 da Mario Bava, mai provato interesse nei suoi confronti fino alla notizia dell'ingaggio di Miriam Leone nei panni di Eva Kant.


La mia prima volta con Diabolik è quindi stata con la nuova pellicola diretta da Manetti Bros. e devo dire che mi ha sorpreso in positivo. Anche in questo caso, come in quello di Freaks Out, personaggi e trama potrebbero far pensare a una via italiana al cinecomic americano. In realtà, Diabolik è più un heist movie d'altri tempi con atmosfere retrò ricche di fascino da giallo hitchcockiano.


E a proposito di fascino, l'Eva Kant di Miriam Leone non è una tipica femme fatale bidimensionale, quanto una figura femminile forte e sfaccettata.

"Cosa? Non ha detto che sei anche fregna?!?"
"Non ci sono proprio più i Pensieri Cannibali di una volta."

A ciò aggiungiamo pure la solita garanzia Valerio Mastandrea, un paio di belle canzoni originali composte da Manuel Agnelli e a sorpresa mi ritrovo a essere quasi un fan di Diabolik. Giusto con quei 60 anni di ritardo rispetto alla prima pubblicazione del fumetto, ma chi li conta?
(voto 7/10)



Supereroi

Non c'è niente da fare. I Supereroi ormai ce li troviamo ovunque. Persino dentro a quella che a tutti gli effetti è una pellicola romantica, un boy meets girl movie che racconta la storia tra un (noioso) professore di fisica interpretato da Alessandro Borghi e una (non noiosa) fumettista interpretata da Jasmine Trinca.

"Qual è il tuo supereroe preferito?"
"Che domande: Posaman, ovviamente."

Ciò che non va in questo film paradossalmente è che proprio l'aspetto fumettistico, che in teoria dovrebbe distinguerlo da altri lavori sentimentali simili, è sfruttato troppo poco. Paolo Genovese, che ha tratto la pellicola dal suo stesso romanzo omonimo, ha avuto una buona idea, una chiave più o meno originale per raccontare una storia d'amore in maniera diversa dal solito. Solo che poi l'ha accantonata e Supereroi finisce così per essere proprio una classica, già vista storia d'amore strappalacrime. Che di lacrime però non è riuscita a strapparne una manco a un piagnone amante di questo genere di film come me.
(voto 5,5/10)



La scuola cattolica

Il film sul Massacro del Circeo tratto dall'omonimo romanzo vincitore del Premio Strega scritto da Edoardo Albinati poteva essere un lavoro enorme, potente, devastante. Così non è.

Non è però nemmeno un lavoro da massacrare totalmente come fatto da alcuni critici cattivoni all'indomani della sua presentazione alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. I suoi pregi?

A tratti ricorda Romanzo crimanale, in altri momenti (molto) vagamente Il giardino delle vergini suicide, sul finale gioca dalle parti di Funny Games. Ha inoltre un bel cast di giovani che credo vedremo ancora, insieme a volti noti che restano purtroppo un po' troppo in ombra.


Il problema è che dentro ha persino troppa roba. Inserisce un sacco di personaggi e di tematiche differenti, senza svilupparle tutte a sufficienza. È troppo pasticciato. Troppo fuori fuoco. Il regista Stefano Mordini deve studiare ancora un po' non alla scuola cattolica, ma a quella del Cinema, e poi potrebbe essere pronto per raccontare una storia forte come questa in maniera più adeguata. Per adesso è rimandato agli esami riparatori, se esistono ancora.
(voto 6-/10)



Tre piani

Tre piani, ma anche uno solo bastava.
È vero che viviamo in un'epoca imprevedibile, in cui stanno succedendo un sacco di cose assurde, però un film così brutto da Nanni Moretti me lo aspettavo ancora meno dello schiaffo di Will Smith agli Oscar.
(voto 3/10)




18 commenti:

  1. A me sembra che tra gli anni 60 (quando uscì il fumetto Diabolik) e oggi (Diabolik diventa film) sia cambiato ben poco.
    Allora i missili a Cuba ci fecero rischiare il guerrone, adesso la guerrissima potrebbe partire dalle rive del Don. Allora c'era una lacrima sul viso, adesso ci si emoziona con i brividi. Allora il Bologna diede molti dispiaceri all'Inter, adesso pure.
    In fondo gli italieschi sono sempre gli stessi.

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  2. Sei tra i pochi a parlar bene di Diabolik e non so se il fattore Leone possa centrare. Perso al cinema, è lì in attesa della serata giusta.
    Freaks Out speravo mi mandasse fuori di testa, ma visto nell'indigestione veneziana è sembrato durare troppo e disperdere il suo potenziale, comunque alto. Quanto all'altro veneziano La Scuola Cattolica, ha l'unico pregio di avermi spinto a comprare il romanzo, e avendo letto quello da cui Moretti ha tratto i suoi Tre Piani, mi sono tenuta a distanza. Saggiamente.

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  3. E' la prima volta che vedo Diabolik. Visto per modi dire, perché ogni tanto schiacciavo un pisolino, oppure mi lussavo la mascella per qualche sbadiglio mastodontico.
    Un fumetto sfilacciato con protagonisti pessimi. Diabolik è un nanetto spaurito e Miriam Leone, splendida donna, ma incapace di recitare. Il suo viso ha una sola espressione, monotematica e vuota.
    La storiella è banale e ridicola.

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  4. Freaks Out inizia che mha fatto ridere perché Aurora Giovinazzo pareva la figlia di Zio Fester, ma per fortuna poi è cresciuto in maniera esponenziale fra azione, emozioni ed ottimi effetti speciali. No, Diabolik no. Quello parte male è rimane lì.

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  5. Grande Freaks Out!
    Gli altri meno (Diabolik odiato)

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  6. Diabolik is something I've never seen before. I was noticed because I occasionally napped or dislocated my jaw for a large yawn.
    A broken comic with unlikable characters. Diabolik is a fearful tiny dwarf, and Miriam Leone is a beautiful woman who can't act. Her face bears a single monothematic and void expression.
    The plot is both predictable and ridiculous.

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  12. I think it's fair to say that Italians do certain things better than others, but like anything else, there are times when they don't do as well. I think it all comes down to the individual and how much effort they put into their work. Some Italians may be more talented than others, but if they don't put in the effort, then it won't matter. So, it's not always a guarantee that Italians will do something better - it all depends on the individual!

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  13. italians work so hard to get better in movie industry i personally like them alot and certan disturbing scenes not good for child i think

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  14. I think it's true that Italians do certain things better than others, but that doesn't mean they can't make mistakes. Everyone is capable of making mistakes, regardless of their nationality. It's important to remember that no one is perfect, and that Italians are no exception.

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